Super Mario Party: la festa del Regno dei Funghi arriva su Nintendo Switch

A Milano abbiamo finalmente potuto provare Super Mario Party, prossimo capitolo per Switch della serie festaiola per eccellenza....

Super Mario Party: la festa del Regno dei Funghi arriva su Nintendo Switch
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  • Non è passato poi così tanto tempo da quando vi abbiamo parlato per la prima volta di Super Mario Party, l'approdo della serie festaiola per definizione su Nintendo Switch. Ai tempi, in occasione di un evento post-E3, dovemmo però accontentarci di osservare il nuovo Mario Party dalla posizione di semplici spettatori, senza cioè mettere mano ai Joy-Con in alcun modo. Abbiamo quindi accolto con grande entusiasmo l'ennesimo invito di mamma Nintendo a partecipare a una presentazione stampa organizzata a Milano, in quel del Videogames Party, stavolta consapevoli di poter provare direttamente il prodotto nel corso di una partita contro i colleghi articolisti. Era tutto sommato necessario, giacché il recente Nintendo Direct, in merito al titolo, non è stato particolarmente generoso d'informazioni e la release del gioco, fissata per il 5 ottobre, è oramai a un tiro di schioppo.

    Accumulatori stellari

    Messa da parte la modalità Partner Party che avevamo intravisto durante il Nintendo post-E3 (sfida 2 vs 2, a turni paralleli e a libero spostamento degli avatar sull'ambiente di gioco), l'hands-on meneghino di Super Mario Party ci ha messo davanti a una competizione assai più classica. Si tratta della modalità che -senza guizzi di fantasia- prende il nome di Mario Party, una gara "ognuno per se stesso" proveniente dalle regole di base del gioco dell'oca disputabile in un massimo di quattro giocatori presenti nella stessa stanza, ovviamente muniti di singolo mini-controller. Ciò significa che in questo caso a ogni turno corrisponde l'azione di un unico utente/personaggio, per altro costretto a muoversi nelle sole direzioni previste dal tabellone, naturalmente in base al numero di caselle del valore ottenuto con il lancio del dado. Sono proprio i cubetti numerici ad aggiungere un po' di pepe alla gara, dato che ogni beniamino del Regno dei Funghi, oltre a possedere un normale dado da sei, ne ha a disposizione un secondo "speciale", ovvero composto di facce con dei valori particolari. A ogni turno è necessario scegliere se sfruttare il dado standard o quello personalizzato, tenendo conto che quest'ultimo, a seconda di quale sia il suo character proprietario, porta in dote percentuali maggiori o minori di rischio. Si prenda come esempio il dado di Waluigi, il personaggio che abbiamo usato in fase di prova: nella migliore delle ipotesi, un lancio del "dado Waluigi" può far percorrere al villain allampanato fino alla bellezza di sette spazi, laddove un tiro sfortunato può fargli perdere tre coin. Le consuete monete dorate che, al solito, hanno un ruolo di grande importanza nell'economia di gioco poiché possono essere scambiate con le stelle, a loro volta necessarie in quanto, possedendone più degli avversari, si vince la partita senza possibilità d'appello. Detentrice suprema delle stelle è Toadette, la quale esige dieci monete per donarne una a quel giocatore che si dimostrerà capace di raggiungerne la casella di riferimento, dalla quale la rosea funghetta si sposterà subito dopo.

    In Super Mario Party la rincorsa a Toadette è insomma il primo obiettivo di tutti i concorrenti, ma non si faccia l'errore di pensare che sia un'impresa da nulla. Senza sorprese, la via verso il trionfo è cosparsa di elementi che potrebbero capovolgere la classifica in-game in men che non si dica: oggetti moltiplicatori, postazioni per il fast travel, eventi di disturbo, caselle-partner utili a ottenere altri dadi speciali, fino ai cosiddetti Spazi Sfortuna, un meccanismo simil-slot machine imposto da Kamek che infligge dei malus al malcapitato di turno. Senza poi dimenticare che alla fine di ciascun turno c'è sempre un minigioco pronto a dispensare ulteriori monete, in cui i contendenti sono chiamati a fronteggiarsi secondo schemi di natura variabile che prevedono ora la formula "tutti contro tutti", ora la "tre contro uno", ora la "due contro due", a seconda dei casi.

    Accenneremo ai minigame a brevissimo. Per adesso ci basta evidenziare come la modalità Mario Party di Super Mario Party sia -scontatamente- uno spasso se giocata in giusta compagnia, sebbene alcune dinamiche legate alle fasi finali dei match, relative all'assegnazione di ben due stelline extra in base a certi parametri randomici, ci siano parse influire un po' troppo pesantemente - e in maniera molto poco meritocratica - sull'esito delle sfide. Verificheremo in sede di recensione. Sta di fatto, e lo specifichiamo, che tale modalità, così come anche la Partner Party Mode, sia pensata esclusivamente per una fruizione di tipo locale, con tutti gli sfidanti seduti davanti al medesimo televisore oppure con un massimo di due giocatori per Switch là dove le console adoperate - non più di due - fossero in assetto tabletop e connesse via wireless. In quest'ultima circostanza, come confermato da Filippo Ghisolfi di Nintendo of Europe, è bene tenere a mente che serviranno anche due copie distinte del prodotto.

    Tutti insieme appassionatamente

    Benché il supporto al gioco online figuri tra le nuove feature di Super Mario Party, è palese che questa nuova iterazione, come tutte quelle che l'hanno preceduta, sia prevalentemente studiata per una fruizione spalla contro spalla. Basti pensare che anche le altre modalità che ci sono state sottoposte durante l'evento non possono in alcun modo essere giocate se non avendo fino ad altri tre amici o parenti al proprio fianco. Ci riferiamo alla modalità Acque Selvagge, una gara di rafting a impostazione time trial inframmezzata da minigiochi che gli utenti possono intercettare lungo il percorso soltanto coordinando perfettamente i propri Joy-Con, da sospingere come fossero delle pagaie. E ci riferiamo, in maniera ancor più lampante, alla splendida modalità Sala dei Giocattoli, quel contenitore di minigame "a due Switch affiancate" tanto sfoggiato da Nintendo durante i Direct. È chiaro che giochi come Banana Split, dove viene chiesto di ricostruire le immagini di alcune banane bipartite fra i due display nel minor tempo possibile, oppure come Mine Vaganti Deluxe, delle battaglie fra carri armati in arene più o meno arzigogolate in base a come vengono allineati i due mini-schermi di Switch, non abbiano ragion d'essere al di fuori di un contesto da tavolo.

    Per farla breve, la sola e unica modalità di Super Mario Party che consente il gioco in rete - sempre per un massimo di quattro videogiocatori - è Minigiocathlon, che accantona tutte le meccaniche da board game descritte nel precedente paragrafo in favore di semplici batterie da cinque minigame da affrontare in sequenza, al termine delle quali viene decretato un vincitore. In tutta onestà, comunque, non ci sentiamo di biasimare senza riserva la decisione di puntare ancora una volta su un'offerta in larga parte improntata sul local multiplayer. Le modalità cardine del titolo riproducono pur sempre la formula di lunghi giochi di società da dieci, quindici o venti turni per partita, ove ogni problema di connessione - o di mero "rage quit" - significherebbe compromettere l'esperienza di tutti i partecipanti rimasti in gara. Senza contare che, nei party game di foggia uguale o simile, le dinamiche di presenza fanno decisamente il grosso del divertimento, come la storia del genere testimonia - caso a dir poco recente è quello di Overcooked! 2.

    Ciò detto, va da sé che tutti i minigiochi - ben ottanta, a detta di Nintendo tutti inediti - siano anche giocabili uno per uno, indipendentemente dalla loro copresenza nelle altre modalità. Evitando di stilare listoni infiniti, possiamo comunque anticipare che la varietà intravista durante l'hands-on ci sia parsa molto buona. Prove di velocità, test di memoria, giochi di precisione cuciti addosso alle funzioni di motion control, e poi altre dispute in cui spedire i propri alter ego nintendosi direttamente sul campo da gioco per ostacolarsi a vicenda. Sembra essercene davvero per tutti i gusti, insomma.

    Super Mario Party Non mira alla rivoluzione, né si limita a un atteggiamento in tutto e per tutto conservativo. L’offerta di Super Mario Party sembra invece puntare all’eterogeneità dei contenuti, pescando un po’ dalle classiche soluzioni dei Mario Party per Nintendo 64, un po’ dal lieve rimodernamento operato con gli ultimi episodi per 3DS, impastando infine il tutto con le specificità più apprezzate dell’hardware ibrido di casa Nintendo. Al netto di alcune dinamiche interne alle sue modalità principali che ancora non ci convincono appieno, non facciamo fatica a credere che Super Mario Party saprà movimentare piuttosto bene le fredde serate della stagione autunnale in arrivo. Il 5 ottobre è alle porte e, come sempre, siamo tutti ufficialmente invitati alla festa. Noi ci saremo. E voi?

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