System Shock Demo: impressioni sul remake del capolavoro Looking Glass

La demo di System Shock è stata pubblicata su Steam in occasione dei Game Awards 2019 e senza pensarci due volte siamo tornati al cospetto di Shodan.

System Shock Demo: impressioni sul remake del capolavoro Looking Glass
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • PS5
  • Xbox Series X
  • "L'anno è il 2072. Sei un hacker che è stato catturato nel tentativo di accedere a dei file relativi alla stazione spaziale Citadel, di proprietà della Trioptium Corporation. Edward Diego, uno dei manager più in vista della Trioptium, ti promette di cancellare tutte le accuse contro di te in cambio di un servizio: devi hackerare l'intelligenza artificiale che controlla la stazione, Shodan, e rimuovere i suoi limiti etici dalla programmazione. Inoltre, ti promette di equipaggiarti con un potentissimo impianto neurale di produzione militare. L'operazione è andata a buon fine, e per recuperare ti viene indotto un coma farmacologico di sei mesi...".

    È con questa storica introduzione testuale che la demo di System Shock ci accompagna tra i cunicoli della stazione Citadel, prima di abbandonarci al nostro brutale destino. Rifiutando ogni genere di tutorial e rinunciando a qualsiasi tipo di spiegazione, Nightdive Studios ci mostra sin da subito la nuova veste grafica e tecnica del reboot, in attesa di farci gustare anche le novità che lo studio sembra aver inserito sullo scheletro dell'opera originale. Nato infatti come un "semplice" remake del gioco del '94, nel tempo il progetto si è trasformato in un vero rilancio del brand, con l'obiettivo di sfruttare anche la riscoperta degli immersive sim da parte del mercato videoludico.

    Ritorno al passato

    Risvegliatici dal coma indotto, ci ritroviamo subito calati tra le cupe e asfissianti atmosfere della nave, immediatamente padroni dell'interazione: luci, neon e cavi ci comunicano i percorsi possibili, e starà a noi decidere con quale ritmo e libertà affrontare i pericoli che ci attendono. Sin dal primo minuto di gioco si percepiscono con forza gli oltre due decenni che separano il primo capitolo da questo reboot, sia per scelte formali che tecniche.

    Ad esempio, compare immediatamente il famigerato codice 451, oramai quasi un inside-joke nel mondo videoludico, e anche le texture del gioco lavorano sulla percezione dell'utente in modo molto intelligente, aggiornando il dettaglio tecnico complessivo ma offrendo allo stesso tempo una scelta estetica molto particolare, capace di evocare la qualità del passato. D'altronde, come si legge nella pagina Kickstarter del gioco, con System Shock il team vuole "creare un look quasi rétro, che sappia combinare le tecniche di renderizzazioni moderne con un'estetica e con delle texture che evochino le risoluzioni del passato".

    Per ottenere questo risultato, gli sviluppatori hanno optato per un numero sempre fisso di pixel per metro, così da garantire omogeneità nelle consistenza di ogni singola superficie. Lo stile che emerge da questo processo è effettivamente un ibrido tra gli standard di ieri e quelli di oggi, in una soluzione visiva alquanto piacevole.

    Anche dal punto di vista ludico, almeno a giudicare da quanto testato in questa pre-alpha, System Shock si poggia su delle scelte di design squisitamente vintage. Venendo dalle recenti esperienze dei remake di Resident Evil si potrebbe rimanere forse storditi dalla stoica fedeltà alle meccaniche dell'originale, ma l'obiettivo dichiarato sembra essere proprio quello di offrire un nuovo ricordo, ripulito dalle polveri del tempo, di uno dei giochi più importanti della storia videoludica.

    Il level design, ad esempio, rimane estremamente labirintico, proprio come nel capostipite, focalizzato sulla volontà di ricreare l'ambiente della stazione Citadel, capace di far sentire spaesato, disperso e impaurito il giocatore, alle prese con qualcosa che non conosce e che dovrà imparare a temere. A tal proposito, è proprio grazie ai classici audio collezionabili che potremo scoprire ciò che è davvero accaduto sulla stazione spaziale, per poi collegare i vari tasselli del mosaico grazie alla narrazione ambientale presente nei livelli di gioco.
    Non bisogna dunque aspettarsi la cura maniacale sia ludica che narrativa dei più attuali immersive sim (è il caso, ad esempio, di Prey): System Shock sembra invece puntare sulla più classica delle esperienze claustrofobiche spaziali, esattamente come l'opera di partenza.

    Assoluta fedeltà

    Anche la gestione dell'intelligenza artificiale ricorda più un titolo del passato che un progetto recente: la staticità dei nemici è estrema, e molti dei mutanti sono posizionati per sfruttare l'effetto dei jump scare. Si tratta di soluzioni non certo all'avanguardia, recuperate in maniera quasi integrale dal gioco originale, in cui si faceva ricorso a questi stratagemmi con lo scopo di donare dinamismo e credibilità a spazi angusti.

    Siamo dunque lontanissimi dai miracoli tecnici odierni (tra tutti, Alien Isolation): ovviamente il nuovo System Shock cerca anche in questo caso di rievocare momenti particolarmente tesi dell'esperienza di base, capace di alternare violente colluttazioni con rapide sparatorie.

    Troverete quindi nemici in attesa dietro le porte, o mutanti incapaci di scendere qualche gradino per inseguirvi: se alcune di questi limiti sembrano scelte di design in nome della fedeltà all'opera originale, altre potrebbero tranquillamente essere figlie di uno stadio dei lavori ben lontano dalla conclusione.

    Come sempre, in un immersive sim a essere determinanti sono però la libertà d'approccio del giocatore e il contesto narrativo in cui ogni elemento ludico viene inserito. Data la brevità della demo, che anche ai più curiosi non richiede più di due ore per essere sviscerata a fondo, non abbiamo avuto modo di testare a dovere la qualità e la profondità delle meccaniche.

    Considerando che il team ha promesso di rimanere fedele su tutta la linea al gioco del 1994, non ci resta che attendere di giocare con mano anche le fasi successive, che aprivano nuove opportunità per l'utente. Dal punto di vista narrativo, il classico tema cyberpunk dello scontro tra l'intelligenza artificiale e l'uomo si manifesta nella maniera più tradizionale: l'hacker è chiamato ad affrontare un'intera struttura finita sotto il controllo di un'IA privata di controllo e di etica, e nel tempo si creerà tra il giocatore e Shodan un rapporto che è già entrato storia del medium.

    Infine, in un'ottica esclusivamente ambientale, l'uso del sonoro riesce a garantire estrema fedeltà all'eccezionale accompagnamento dell'epoca, che adesso si avvantaggia inoltre di nuovi strumenti grafici (soprattutto luci e ombre), i quali contribuiscono a creare un'atmosfera stimolante e straniante al tempo stesso. Ed è questo forse l'elemento più moderno dell'intero remake.

    System Shock In definitiva, a giudicare dal piccolo assaggio concesso dalla demo, System Shock si propone principalmente come un recupero quasi filologico del passato. Dedicata apparentemente più ai nostalgici che a nuovi consumatori, l'opera di Nightdive Studios inizia a mostrare le sue rigorose scelte artistiche e di design, che guardano a ritroso verso un tempo passato senza però disdegnare l'aggiunta di qualche timido elemento più moderno. Il risultato è una versione di prova che ci lascia ben sperare per il futuro del progetto.

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