Terrorbane: un metagioco in stile 16-bit

Abbiamo provato una breve demo di Terrorbane, originale metagioco degli italiani di BitNine Studio intriso di comicità e citazionismo.

Terrorbane: un metagioco in stile 16-bit
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  • Non c'è individuo al mondo che non commetta errori, e di rado gli errori non creano grattacapi alle persone che li hanno compiuti. Lo sa bene chi sviluppa videogiochi, che in fondo con gli errori deve fare costantemente i conti, tanto durante il processo creativo quanto nel confronto finale con una platea che, di fronte a ciò che non va, sa essere spietata come poche altre. Ma cosa succederebbe se quel che non funziona fosse il fulcro stesso dell'esperienza di gioco, l'aspetto che più di ogni altro ne definisse il carattere e l'essenza?

    Provando la brevissima demo PC di tERRORbane - va da sé che le cinque lettere in stampatello non siano messe lì per caso - abbiamo scoperto che non solo qualcuno si è interrogato sulla questione, ma ha pure pensato a una risposta concreta, realizzando un vero e proprio videogame a tema. Quel qualcuno si chiama BitNine Studio, team forlivese composto di soli tre ragazzi che nel difetto hanno trovato un'arma che, pad alla mano, sembra essere davvero formidabile.

    Il diario degli errori

    In che senso l'errore, in tERRORbane, sia un elemento fondante e fondamentale, diventa chiaro a pochi istanti dall'avvio di Steam, quando una classica schermata blu invade il (finto) monitor del nostro computer e il creatore del gioco inaspettatamente si palesa, imprecando contro il codice sorgente. Lo Sviluppatore - un tipo poco modesto - ci comunica di aver quasi terminato la programmazione del miglior videogioco di sempre, chiedendoci inoltre di fargli da beta tester, sebbene, a suo dire, sia altamente improbabile imbattersi in magagne di sorta, trattandosi di un'opera pressoché perfetta.

    Inutile dire che la perfezione stia solo nella testa dell'autore, dato che il prodotto dimostrerà presto di essere il risultato di un lavoro a dir poco approssimativo, un JRPG à la Dragon Quest la cui solennità narrativa è messa a dura prova da una serie sterminata di bug, glitch e altre stramberie assortite. Basti pensare che, dopo aver sciorinato i dettagli di una trama fantasy piena zeppa di cliché (l'intro è lunghissima, ma non vi venga in mente di saltarla!), il software catapulta chi sta giocando direttamente dinanzi al boss finale, costringendo il suddetto deus ex machina smanettone a intervenire per riportarlo a inizio partita, dove -non- gli sarà data l'opportunità di scegliere il nome dell'eroe. Vestiti i panni del cavaliere Terrorbane, si riparte dunque da Baffoburgo, classica cittadella da gioco di ruolo in 16 bit dove però le interazioni con PNG e oggetti di scena danno luogo a eventi decisamente imprevedibili. Sprite che si trasformano senza ragione, item inanimati che si uniscono spontaneamente al party di guerrieri e pezzi di percorso che si "staccano" camminandoci sopra sono solo alcune delle storture tecniche che l'utente si ritroverà involontariamente a scovare a cavallo di un gameplay che, da quanto visto nella versione dimostrativa, fa tesoro delle principali convenzioni di genere - dall'esplorazione del setting ai combattimenti a turno - rileggendole alla propria, sgangherata maniera.

    Non fosse chiaro, il fatto che tERRORbane si mostri in una forma sostanzialmente rotta è un falso problema, poiché di parti davvero buggate il titolo non ne contiene, perlomeno formalmente. Il malfunzionamento di sistema e le "falle" non sono altro che espedienti di messinscena, tratti identitario di una produzione che punta a un'assoluta, irresistibile metareferenzialità.

    L'artefatto grafico assume quindi la valenza del collezionabile da portare a galla strada facendo e poi segnare sul foglio della propria check list virtuale, così da ottenere una più alta percentuale di completamento alla fine di ogni frammento d'avventura. Il tutto mentre a video le situazioni spassose si sprecano, sorrette da una scrittura che infrange di continuo la quarta parete nonché da un citazionismo che non sembra aver paura di tirare in ballo i più illustri esponenti della storia videoludica - l'incursione nella caverna del primo The Legend of Zelda, con tanto di spada suprema e vecchio saggio, ci ha particolarmente divertito.

    Seppur condensata in non più di mezz'ora di hands-on, l'impronta ironica di tERRORbane ha saputo subito conquistarci. Sul fronte ludico duro e puro, invece, l'impressione è che il lavoro di BitNine debba ancora scoprire molte delle sue carte: se è vero che le meccaniche enigmistiche e pseudo-ruolistiche potrebbero essere - ma non è affatto detto che siano - predominanti, alcuni screenshot paiono anticipare l'incursione, nella build finale, nei lessici del platform, della visual novel, del card game, finanche del bullet hell. Tutto perfettamente in linea con la vocazione "meta" del progetto, del resto.

    Terrorbane Giocando continuamente con le aspettative di chi siede al di qua dello schermo, tERRORbane sembra sapere esattamente come catturare l’attenzione. Il metagioco degli italiani BitNine sembra possedere tutte le qualità che servono a un prodotto che punta prima di tutto a strappare tante sane risate alla sua platea: una conoscenza profonda dei suoi “bersagli” - il mondo dei GdR nipponici, nonché del linguaggio videoludico a trecentosessanta gradi - e la capacità di scherzare sulle loro radici, regole e ridondanze stilistiche con un affetto infinito. Sono impressioni che, ovviamente, attendono di trovare conferma nel corso dell’anno, quando tERRORbane raggiungerà gli scaffali digitali di Steam e Nintendo Switch. Speriamo, senza cadere in errore.

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