The Crew Motorfest sfida Forza Horizon: corse pazze e panorami mozzafiato!

Siamo andati a tavoletta per le strade asfaltate, volando nei cieli tersi e bagnandoci nei fiumi tortuosi del nuovo racing game targato Ubisoft.

The Crew Motorfest sfida Forza Horizon!
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Abbiamo provato per qualche ora The Crew Motorfest, il terzo capitolo della serie di corse automobilistiche arcade di Ubisoft, pensato apposta per console di nuova generazione. In realtà, a causa della natura della nostra prova, al momento non possiamo pronunciarci adeguatamente sul comparto grafico.

    Il gioco è stato fatto girare in streaming sul nostro PC, in diretta dal quartier generale della software house, con tutte le limitazioni del caso in termini di risoluzione (fissata in 1920x1080) e framerate. Non fraintendete: una buona connessione internet da ambo le parti ha consentito lo svolgimento dell'evento senza compromessi in merito alla piacevolezza della guida. Ad ogni modo, la prossima incarnazione dell'IP ci ha lasciato con sensazioni positive e adesso vi spieghiamo il perché.

    Il giro del mondo in un pieno di benzina

    Già dall'incipit dell'esperienza è evidente l'attenzione riposta nella realizzazione di un open world vario e accattivante. A differenza delle precedenti iterazioni, Ubisoft ha "rimpicciolito e addensato" la mappa, offrendo ai giocatori un'isola hawaiana di dimensioni meno impressionanti, ma che vale la pena esplorare anche solo per scovare scorci mozzafiato a ogni curva.

    La caratterizzazione estetica non è basata solo sulla cultura polinesiana, bensì sulle meraviglie del mondo intero. La "Motorfest" del titolo è infatti una fiera organizzata da e per amanti dei cilindri, dell'olio motore e degli pneumatici, pensata per offrire suggestioni cosmopolite ricostruite come in un gigantesco parco a tema.

    Ciascun elemento della produzione contribuisce ad alimentare questo sentore, come i filmati composti da scene reali, che introducono sfide e modalità, e che ritraggono location varie da tutto il pianeta e le vetture che meglio le identificano. Per certi versi, l'atmosfera generale ci ha ricordato quella spensierata di un altro prodotto a marchio Ubisoft: Riders Republic (qui la recensione di Riders Republic).

    Proprio come nel festival dello sport estremo, la Motorfest non vuole offrirci semplici biomi, come foreste e zone montane: preferisce tematizzare le regioni della sua cartina con infrastrutture e decorazioni che mimano "luoghi e culture". Per esempio, labirintiche città giapponesi illuminate da neon colorati e lanterne, si alternano alle Highway statunitensi circondate dal deserto, o a una fangosa giungla brasiliana. L'avvicendarsi del giorno e della notte, inoltre, è una chicca che valorizza ancor di più ogni inquadratura, aumentando il desiderio di sfrecciare dappertutto in diversi momenti per ottenere scatti con quella che ci è parsa una ricca modalità foto. Tuttavia, non si tratta solo di far sentire i piloti "in viaggio" attraverso paesi differenti, perché a ciascuna area corrisponde anche un gameplay peculiare, costruito sullo stile di guida e sui grandi marchi automobilistici stanziati nello stato di riferimento. Nel nucleo abitato che imita Tokyo sarà intuitivo cercare di sgommare tra le pozzanghere del centro, magari a bordo di una Nissan Skyline o di una Mazda RX-7.

    Buona fortuna, poi, a chi proverà a condurre una supercar pensata per l'asfalto su sabbiose spiagge o sullo sterrato: in queste zone è consigliabile munirsi di moto da cross o di una iconica Dune Buggy, dunque veicoli dalla tenuta e trazione più adatta al tipo di terreno tipico di quelle aree geografiche. Infine, ci siamo divertiti anche a scovare le installazioni "neutrali", edificate per essere divertenti a prescindere. Le più spettacolari sono enormi doppi giri della morte, gli stessi che formano la "M" di "Motorfest" nel logo del gioco.

    Playlist, sfide e Main Stage

    Nelle ore a nostra disposizione abbiamo attraversato buona parte dell'open world, sfruttando mezzi terrestri, aerei e motoscafi. Tutti i giocatori potranno passare in tempo reale dall'esplorazione stradale a quella aerea o navale, per divertirsi con manovre differenti o solo per gustare un panorama che diventa più evocativo dall'oblò di un bielica.

    Il discorso è che i bolidi acquatici ci sono parsi sin troppo simili in materia di manovrabilità e, a dirla tutta, un po' rigidi nelle virate. Molto meglio godersi i voli a bordo degli agili monoposto di Motorfest, che permettono di raggiungere rapidamente, viaggiando in linea retta, gli obiettivi segnati sulla mappa, e in più si pilotano agevolmente. Inoltre ci è sembrato che la cartina dell'isola sia stata disegnata anche in verticale, con edifici pensati per invogliare a esibirsi in acrobazie sotto a ponti o tra grattacieli, giri della morte e atterraggi all'ultimo secondo.

    Certo, il focus di The Crew sono proprio le macchine, la cui fisica, le animazioni di movimento e gli impatti, ci sono parsi i più curati del pacchetto. Abbiamo avuto la sensazione che mancasse ancora un vero scopo all'esperienza volante e acquatica, che quasi sicuramente sperimenteremo appieno grazie a sfide e playlist varie. The Crew Motorfest propone una trama di fondo semplice, cioè una competizione tra gli avventori della fiera, articolata in eventi tematici chiamati "Playlist".

    Si tratta di una serie di gare con auto prese in prestito e premi in denaro o legati a parti intercambiabili per le vetture. Quanto alle macchine intere, in colorazioni alternative o con statistiche eccellenti, sono reperibili in palio per chi arriva in fondo alla Playlist, o acquistabili presso il negozio. Le raccolte più lunghe possono durare anche un'ora a spasso per strade in cerca della prossima tappa dell'evento, ben segnalata da parcheggi con infrastrutture inequivocabili. Abbiamo portato a termine solo tre playlist di Motorfest, tutte ben congegnate e adatte alla tematica principale, cioè alla location "mondiale" a cui sono dedicate. Gli obiettivi delle gare possono differire dall'arrivare primi. Alcuni test ci hanno costretto per esempio a derapare alla perfezione in un circuito a 8 entro un tempo limite. Altri sono stati persino semplici "tour di piacere", con l'incarico di tagliare il traguardo. In quest'ultimo caso la corsa era parte di una Playlist dell'early game, progettata per farci ammirare i suoi paesaggi del gioco. Mentre ci spostiamo tra le tappe, infine, volendo si può mettere alla prova il proprio bolide con sfide brevi, comunque abbastanza tradizionali per il genere, si pensi a "scappa dalla polizia" o "batti il record dell'autovelox".

    Negli ultimi 40 minuti della demo, ci sono state spalancate le porte del Main Stage di The Crew Motorfest. Nel menù dedicato a questa modalità si può accedere a sfide simili alle singole challenge delle playlist hawaiane, ma senza restrizione nell'ordine di completamento, e disponibili senza dover raggiungere location sulla mappa alla guida del mezzo appropriato. I circuiti erano a volte gli stessi, a volte diversi da quelli presenti a Oahu, tutti a tema "Francia".

    Tuttavia, nel gioco completo la nazione ospitante del Main Stage varierà di settimana in settimana, così come i premi in palio. Lo scopo di questa porzione dell'esperienza è chiaro: rappresenta una valvola di sfogo lontana dal setting polinesiano e consente agli sviluppatori di progettare Playlist estemporanee, per supportare il prodotto a lungo termine. Tuttavia, ci siamo divertiti di più muovendoci per le strade hawaiane, ma forse è solo perché sapevamo dal principio che non avremmo potuto esplorare l'isola per molto ancora...

    Un garage invidiabile

    Se mai servisse, mettiamo di nuovo bene in chiaro che The Crew Motorfest è un racing game arcade (qui la recensione di Forza Horizon 5), non un simulativo, proprio come i capitoli precedenti. La fisica e i comportamenti delle auto si limitano perciò a essere coerenti con gli input ricevuti, con le condizioni della pavimentazione e con il tipo di macchina guidata, verosimili ma non tendenti a riprodurre la realtà: al primo posto nelle priorità del gioco c'è l'"essere divertente".

    In passato né The Crew né il suo sequel erano riusciti a trovare il giusto equilibrio tra piacere e sfida, o tra realismo e spettacolo. Stavolta, sembra che gli sviluppatori Ubisoft siano sulla strada giusta per regalarci sensazioni più piacevoli e soddisfacenti al volante dei bolidi presenti. I feedback basilari sono restituiti con efficacia al giocatore, come la velocità estrema o l'accelerazione graduale, che segue il cambio (automatico) delle marce, il tutto a prescindere dalla vettura scelta.

    Abbiamo gradito il fatto che lo slittamento delle ruote durante un drift ci sia apparso differente da quello "involontario" dovuto al contatto con una superficie sdrucciolevole, cosicché anche l'autista meno esperto sia in grado di distinguere una manovra intenzionale dal momento in cui una curva in derapata non sta andando per il verso giusto. Tuttavia, riteniamo che ci sia ancora da mettere in atto un bilanciamento delle forze in azione, dato che ci sono stati momenti in cui il nostro mezzo è diventato inutilizzabile, finendo in testacoda dopo aver solo sfiorato con uno pneumatico su quattro lo sterrato a bordo pista.

    Anche il freno a mano ci è parso un po' troppo sensibile, persino nelle auto con il miglior servosterzo e baricentro basso. Per fortuna, in quei casi, il comodo pulsante di "rewind" ci ha sempre permesso di tornare indietro nel tempo e riprovare la curva finita male. Abbiamo potuto usarlo perché non gareggiavamo con altri piloti reali, bensì con l'IA, che a proposito sembra comportarsi in modo adeguato. A livelli di sfida più alti (ce ne sono sei in tutto) diventa pressoché inafferrabile, a meno di non guidare alla perfezione senza mai commettere errori di distrazione. A impressionarci non sono stati però questi aspetti più generali, validi per ogni vettura in gioco, bensì, l'unicità del feeling su pista dei mezzi. Tenuta di strada, accelerazione, frenata, angolo di sterzata: ciascun aspetto della manovrabilità è influenzato dalle caratteristiche di modelli e marchi specifici, prima ancora che dal tuning operato con i pezzi di ricambio. Questi elementi sono montabili e smontabili a piacimento, disponibili in più rarità che ne qualificano l'efficienza e sono divisi in sei categorie: freni, cambio, centralina, testata, sospensioni e pneumatici. A causa del poco tempo a disposizione non abbiamo potuto valutare con esattezza l'impatto delle modifiche, che ci riserviamo di studiare nella recensione completa.

    Ci siamo accontentati di godere delle differenze standard ben evidenti al volante delle supercar. come l'accelerazione bruciante della Aston Martin Vulcan del 2016 che abbiamo sbloccato nel negozio per sentirci più "007". Anche la velocità massima elevatissima (oltre 400km/h!) della Bugatti Chiron del 2017 ci ha lasciato letteralmente senza fiato, tra i fomentanti scoppiettii del motore al cambio marcia e un rombo sordo, quando si pigia sul pedale, che pareva quello di un tuono.

    Insomma, tutte le automobili, non solo le Lamborghini e le Ferrari, hanno voce in capitolo nel nuovo titolo di Ubisoft. Pensate che in una playlist più "rilassata" abbiamo iniettato NOS puro persino nei cilindri di un furgoncino Volkswagen giallo a fiori! Detto questo, è chiaro che dovremo passare molte ore in compagnia di The Crew Motorfest per esprimerci con toni di certezza sull'efficacia del modello di guida.

    In compenso, abbiamo speso volentieri qualche minuto nel garage, per capire quanto fossero "pimpabili" le auto anche solo esteticamente: non siamo rimasti delusi. Si possono sostituire cofani e cerchioni, alettoni e portiere, mettere vetri oscurati o colorati, applicare decalcomanie sulla livrea e altro ancora. Menzione d'onore per le colonne sonore e il sound design: il rombo dei motori a benzina più potenti, lo scarico del NOS, persino il silenzioso sibilare delle Full Electric ci hanno davvero convinto.

    Concludiamo con un'ottima notizia per tutti i giocatori di ritorno da The Crew 2: il vostro parco auto sarà trasferibile in Motorfest sin dalla pubblicazione, con tutte le personalizzazioni estetiche comprese e al solo costo dei potenziamenti pratici, che dovrete abbandonare nel passaggio poiché nel nuovo episodio, come vi abbiamo raccontato, sono strutturati in modo diverso.

    The Crew Motorfest Non abbiamo trascorso tanto tempo con The Crew Motorfest, ma per adesso ci siamo divertiti in sua compagnia. La mappa open world è compatta ma non “piccola”, densa di attività e soprattutto di scorci fotografabili degni di nota. Il level design delle aree visitabili sembra ben pensato, coerente con il tema di ogni area della regione, cucito sulle sfide e sulle playlist, nonché sulle automobili e sulla loro guidabilità. Dulcis in fundo, le macchine che abbiamo testato sono state rappresentate con dovizia di particolari sia nell’estetica che nella resa su strada. Non ci pronunciamo sulla resa grafica né sulla stabilità tecnica, data la natura della prova in streaming full HD che ci ha impedito di alzare la risoluzione e il livello di dettagli. Tuttavia, il gioco Ubisoft pare essere sulla strada giusta per rinfrescare un franchise che, in effetti, aveva bisogno di un tagliando approfondito.

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