The Elder Scrolls Online: Harrowstorm, preludio a Greymoor

Abbiamo provato il mini DLC Harrowstorm per The Elder Scrolls Online insieme al team di sviluppo. Un gustoso antipasto in attesa della nuova espansione.

The Elder Scrolls Online: Harrowstorm, preludio a Greymoor
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Con l'arrivo di Greymoor (l'espansione che introdurrà la parte occidentale di Skyrim) fissato tra qualche mese, ZeniMax sta iniziando a preparare il terreno per la nuova stagione di The Elder Scrolls: Online pubblicando, come di consueto, un mini DLC contenente due nuovi dungeon. Il contenuto si chiama Harrowstorm, sarà diviso in due aree (Unhallowed Grave e Icereach) e fungerà da introduzione alle vicende narrative di Greymoor.

    Bethesda ci ha dato la possibilità di giocare parte dei nuovi contenuti in anteprima e con la compagnia di tre membri del team di sviluppo. Prima di cominciare, Rich Lambert, creative director di The Elder Scrolls: Online, ci ha tenuto a presentare la nuova stagione introdurrà una serie di migliorie tecniche da tempo richieste dalla community, dalla riduzione dei tempi di caricamento fino all'aumento del framerate medio. Per usufruire di queste novità servirà riscaricare il gioco da zero, ma ZeniMax ci ha avvertito che il peso sarà nettamente inferiore a quello originale. Terminati i dovuti preamboli, ci siamo messi in viaggio per Unhollowed Grave, un antico luogo di sepoltura nascosto tra i caldi deserti di Bangkorai.

    Nuove minacce

    In Unhallowed Grave si deve porre rimedio a un'aggressiva intrusione dei Draugrkin in un sito di sepoltura custodito per secoli dalle Pyrewatch, guardiani il cui destino era mantenere inviolate le sale di quel luogo.

    I Draugr Kin sono però un gruppo di mercenari ben più pericoloso della media: un manipolo di uomini del nord con capacità negromantiche in grado di trasformare ossa e cadaveri custoditi nelle sale dell'Unhallowed Grave in obbedienti soldati. Le minacce principali del dungeon sono dunque guerrieri scheletrici, lupi mannari scarnificati, golem di ossa e giganti marcescenti; un campionario di nemici che introduce a dovere le tematiche più mature e gotiche che compariranno in Greymoor e in tutto il corso della nuova stagione. Il primo boss, Hakgrym the Howler, alterna perfettamente momenti di furia marziale nordica all'esibizione dei suoi poteri magici: combatte a torso nudo impugnando due lame, mentre sullo sfondo attendono impazienti di unirsi alla battaglia due abomini di carne incatenati. La bossfight non è particolarmente interessante nel design, ma spettacolare e dinamica, visto che - arrivato al termine della sua prima barra vitale - Hakgrym si trasforma in un gigantesco lupo mannaro con un set di mosse più fisico e brutale.

    Le boss fight

    Superata quella che può essere definita l'introduzione, si accede al tempio vero e proprio. Gli sviluppatori ci hanno detto che le aree di Unhallowed Grave sono piene di segreti e che, per la prima volta in un dungeon, è possibile scoprire dei contenuti secondari facendo attenzione a eventuali passaggi nascosti.

    L'esplorazione è facilitata anche da un corposo utilizzo del rampino (già sfruttato nell'espansione Dragonhold), che però può essere attivato solo in prossimità di alcuni paletti di legno a cui agganciarsi. Il rampino non è solo uno strumento utile per l'esplorazione, ma anche la chiave per superare alcune boss fight più avanzate. Come la seconda, la quale ci vede affrontare delle statue rianimate che combattono in un salone periodicamente invaso da fiamme ardenti: i membri del team devono così sfruttare il rampino per portarsi in punti sopraelevati e distruggere una runa, in modo da riportare la situazione a una relativa normalità.

    Con l'avanzare del dungeon, ci si rende conto sempre di più del buon lavoro svolto dagli artisti relativo non solo alla creazione dei luoghi, ma soprattutto dei nemici. L'Eternal Aegis, un guardiano millenario che controlla l'accesso alle sale più profonde del tempio, è un'armatura rianimata che dispone di tre paia di braccia e altrettante spade.

    I suoi attacchi consistono in una selva di sferzate capace di intimorire chiunque si trovi nel raggio d'azione dei suoi rapidi movimenti. Eternal Aegis è però un boss relativamente breve e semplice, messo a confronto con Ondagore the Mad, protagonista dello scontro più tecnico di tutto Unhallowed Grave. Il potente negromante si trova in un'isola di roccia circondata dal vuoto e ha la nociva abitudine di evocare poteri spettrali in grado di infliggere insostenibili danni ad area. A cadenza regolare, dunque, il gruppo deve usare il rampino e rifugiarsi nei bordi dell'arena, facendo attenzione di raggiungere nuovamente la parte centrale prima che Ondagore renda impossibile tornare indietro.

    Il boss finale si combatte in un luogo del nome eloquente: il Pit of Sorrow, un grosso pozzo oscuro da cui Kjalnar Tombskald, leader dei Draugrkin, evoca un immenso colosso di ossa che lo aiuta nel combattimento. Quest'ultima è sicuramente una delle boss fight più spettacolari, visivamente parlando, a cui ci è capitato di assistere in The Elder Scrolls: Online, ma la cui risoluzione è piuttosto semplice. Basta picchiare il possente Tomskald e impedire che degli scheletri rianimati potenzino il suo gigantesco compare, un'impresa che, grazie soprattutto alla bravura dei ragazzi di Obsidian, siamo riusciti a compiere senza alcun patema.

    Unhallowed Grave, ha concluso il dungeon designer Mike Finnigan, aiuta a capire parte delle vicende che saranno protagoniste in Greymoore e sarà complementare a Icereach (dove si scoprirà l'origine delle tempeste magiche che stanno colpendo Skyrim).

    In generale, tuttavia, il pacchetto di Harrowstorm non sarà essenziale per comprendere appieno la storia della nuova stagione. Rimane comunque un contenuto curato e piuttosto interessante per i veterani di The Elder Scrolls: Online, ricco di coinvolgenti bossfight, di meccaniche interessanti e con un gradito focus sull'esplorazione (che ricompenserà i curiosi con elementi estetici per il proprio eroe); un po' meno per chi si dedica espressamente al singleplayer o non ha un gruppo di amici con cui condividere l'esperienza online.

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