Chi segue gli aggiornamenti su The Elder Scrolls Online saprà già cos'è High Isle e la stagione Legacy of the Bretons. Facciamo comunque una breve introduzione per quelli che dovessero imbattersi in questi nomi per la prima volta. Legacy of the Bretons è la nuova stagione di espansioni che durerà per tutto il 2022. High Isle è il primo grande contenuto (prima di lui c'è stato Ascending tide, di cui abbiamo parlato nel provato di Coral Aerie) e includerà una nuova area riempita da elementi piuttosto tradizionali: dungeon, missioni, un trial (un dungeon più complesso in cui si gioca con gruppi di dodici persone) e due compagni aggiuntivi.
A fianco di essi c'è un minigioco di carte chiamato Tales of Tribute con cui sfidare altri giocatori oppure seguire una missione impegnandosi in partite contro l'intelligenza artificiale. ZeniMax Online ha presentato High Isle come un capitolo maggiormente legato a questioni politiche piuttosto che a storie sul dominio o sulla salvezza del mondo. Per la prima volta, inoltre, si scoprirà la cultura dei Breton, una delle razze meno esplorate dell'universo di The Elder Scrolls, caratterizzata da ZeniMax grazie a un proficuo confronto con i loremaster di Bethesda. In questo articolo riporteremo dettagli e impressioni raccolte durante una fase di prova di High Isle concessa alla stampa di settore. Un paragrafo sarà interamente dedicato a Tales of Tribute, del quale proveremo a spiegare il regolamento.
High Isle
La nuova zona consiste in un arcipelago di due isole. La prima è High Isle, una sorta di luogo di villeggiatura per ricchi e nobili. La seconda è Amenos, una giungla selvaggia che funge da prigione politica. In High Isle si ritrovano fonti d'ispirazione molteplici: la capitale, Gonfalon Bay, è una città ispirata alle architetture tardo medievali pennellate da tocchi fiabeschi che potrebbero ricordare il Toussaint di The Witcher 3.
Oltre il porto c'è un colosso enorme che sottolinea il potere dei nobili Breton; sullo sfondo passano grossi galeoni forse un po' anacronistici se consideriamo l'atmosfera medievaleggiante, ma che funzionano come artificio narrativo per comunicare la ricchezza di quel posto da fiaba. Usciti fuori dall'ambiente cittadino c'è la wilderness di The Elder Scrolls Online: una zona in cui scorrazzano creature aggressive da eliminare o da evitare. Un binomio tipico di molti giochi, specialmente degli MMO. Trovarsi nella wilderness di High Isle risulta però in un contrasto evidente: il paradiso dei nobili non è poi così tanto tale se appena fuori dalla città si diviene preda di qualche creatura affamata o di banditi che hanno fatto di una grotta la loro base operativa.
La wilderness ospita culture e costruzioni divergenti da quelle dei grandi centri abitati. Alcuni gruppi vivono in case ricavate nella roccia assiepate in villaggi tribali. In essi operano druidi e sciamani, l'altra faccia della cultura dei Breton, quella legata alla magia e alla natura, che conduce una vita semplice e in contatto con l'ambiente invece che nei palazzi scintillanti della capitale.
L'ambiente naturale è incontaminato laddove l'uomo non ha messo radici. Il paesaggio è collinare, con qualche monte e alcune praterie. Le scogliere di roccia hanno un profilo aguzzo e scendono con tagli netti fino a incontrare delle calette. La natura non è dominata come a Summerset, dove l'orgoglio degli Alti Elfi aveva sagomato il paesaggio trasformandolo in un giardino. High Isle è più selvaggia e disabitata.
Della missione principale abbiamo avuto solo un assaggio, comunque bastevole per confermare l'impostazione politica del racconto e per capire che si ricollegherà alle vicende della Three Banners War, la guerra tra le fazioni introdotta nel gioco base e poi messa in pausa per lungo tempo. La struttura delle missioni è la solita, pensata più per l'individuo che per il gruppo. L'esistenza di una trama principale di questo tipo è una caratteristica che gli sviluppatori di The Elder Scrolls Online vogliono mantenere e coltivare: apprezzabile o meno che sia, questa impostazione è gradita a un gran numero di utenti.
Trial e compagni
Il nuovo trial si chiama Dreadsail Rift ed è a tema piratesco: siamo riusciti a provarlo grazie a una sessione organizzata da Arvendir, della gilda italiana l'Ordine di Shor. Ci sono tre boss affiancati da due mini-boss che devono essere sconfitti per progredire. Come ci si può aspettare da un trial, la cooperazione e la ripartizione dei ruoli è imperativa per la sopravvivenza.
Sono situazioni in cui, ora è il caso di dirlo, emerge davvero la vera natura di un titolo multigiocatore: la sinergia, l'aiutarsi reciprocamente, il dialogo, il simpatico motteggio. Su Dreadsail Rift non c'è molto da dire, poiché si tratta di un contenuto dal concept simile a quelli che l'hanno preceduto. Il primo boss ha delle meccaniche mediamente più complesse e probabilmente richiederà qualche tentativo a vuoto prima di essere padroneggiato. Gli altri due sono anch'essi impegnativi, ma più facili da leggere. Probabilmente il Trial si ritaglierà il solito ruolo di attività utile ai giocatori più navigati per ottenere oggetti preziosi e mettere alla prova le proprie abilità nella modalità difficile.Sul sistema di compagni non abbiamo nascosto i nostri dubbi ai tempi in cui furono introdotti (recuperate il provato di Blackwood se volete approfondire). In sintesi, crediamo che siano un modo per migliorare l'indipendenza dei giocatori e dunque rafforzare l'impostazione individualistica di molti contenuti. Il primo compagno con cui siamo venuti in contatto è Ember, una maga che sta cercando di risolvere un problema magico che ha trasformato degli animali di una fattoria in umani e degli umani in animali.
Una missione nella media, ma con qualche simpatico riferimento alla magia fiabesca ben integrato col clima di High Isle. La trama dedicata alla dama Isobel è invece un chiaro riferimento all'epica cavalleresca e alla ricerca del sacro Graal. La missione richiede di trovare tre manufatti in una competizione con altri cavalieri per impedire che la protetta di Isobel vada a nozze con un uomo che non ama.
Tales of Tribute
Tales of Tribute è il primo gioco di carte interno all'universo di The Elder Scrolls. A dirla tutta ci sarebbe anche Legends (ve lo ricordate? Ecco la recensione di The Elder Scrolls Online Legends), ma in quel caso si tratta di un card game di The Elder Scrolls non inserito all'interno dell'esperienza come accade invece per il Gwent di The Witcher 3.
L'aggiunta è gradita e sorprende che un'operazione del genere non sia stata tentata prima: con tutte le taverne, bische e luoghi di ritrovo era improbabile che gli abitanti di Tamriel non avessero alcunché con cui svagarsi. Rich Lambert ha confessato che l'idea di Tales of Tribute arriva da molto lontano, dagli albori di The Elder Scrolls Online, ma solo ora il card game è riuscito a vedere la luce.
È un gioco che abbraccia tutto il continente, anche se i nobili di High Isle hanno abbastanza denaro e tempo libero da potersi permettere di competere e scommettere in abbondanza. Il processo per acquisire un mazzo inizia infatti proprio nei pressi di Gonfalon Bay, in un locale dove si riuniscono i giocatori di High Isle. Seguire passo passo la missione è l'unico modo di ottenere i mazzi, che quindi non possono essere acquistati in altre maniere o scambiati con altre persone. In totale i mazzi sono otto, ciascuno con un "seme" (denominato Patron) e caratteristiche specifiche.
Proveremo a spiegare le regole senza entrare troppo nel dettaglio. All'inizio della partita ciascun giocatore seleziona due mazzi: i quattro mazzi scelti vengono mischiati e posti a faccia in giù in una zona di campo neutrale, denominata Taverna. Sempre nella Taverna ci saranno cinque carte scoperte pescate casualmente tra i deck scelti all'inizio. L'obiettivo di ogni partecipante è costruire il proprio mazzo acquistando delle carte dal centro del tavolo da gioco.
Tales of Tribute si gioca quasi completamente a carte scoperte. Ogni giocatore può vedere la mano dell'altro e conosce la composizione del mazzo altrui. Le strategie dovranno quindi tenere conto di questo elemento, e di un altro molto importante: tutte le carte presenti nella propria mano alla fine del turno vengono scartate, e così come vengono quasi del tutto azzerate le risorse guadagnate.Le risorse sono di tre tipi: il denaro, che si accumula tramite le carte starter, serve per acquistare dalla taverna. È importante spenderlo tutto, perché non si conserva tra un turno e un altro. Il potere viene generato da carte speciali ed è utile per due motivi principali: può essere sottratto per eliminare alcune carte posizionate sulla board dell'altro giocatore (queste carte si chiamano Agenti e rimangono attive finché non sono rimosse dall'avversario) oppure per lasciare che alla fine del turno venga convertito in prestigio, valuta che, quando accumulata in quaranta unità, permette di vincere la partita.
Un altro modo di vincere è ottenere il favore dei quattro Patron che appaiono al bordo destro del tavolo. La loro posizione nei confronti del giocatore può essere di tre tipi: neutrale, favorevole oppure avversa. Per guadagnare il favore vanno soddisfatti dei requisiti: pagare oro, potere, sacrificare una carta, e può essere fatto solo una volta per turno. Avere il favore dei Patron non garantisce nessun vantaggio, a meno che, ovviamente, non siano tutti e quattro favorevoli contemporaneamente.
Occuparsi di loro è comunque importante per disturbare i piani dell'avversario, dato che una vittoria per favore è generalmente più rapida e semplice da ottenere di una per prestigio. Ci sono altri dettagli più specifici che si possono sorvolare in questa sede. Citiamo solo quello più importante: quasi tutte le carte hanno degli effetti combo che si attivano giocandole nel giusto ordine. Per esempio, giocare una carta viola con un effetto "Combo 2" subito dopo un'altra carta viola attiverà l'effetto di base più quello descritto sotto Combo 2.
È ancora presto per fornire impressioni su Tales of Tribute considerata la nostra limitata esperienza in game, gran parte della quale passata affrontando un'intelligenza artificiale ancora molto deficitaria. È un'attività configurata per coloro che vogliono dedicarsi ad altro rispetto al completare missioni e uccidere mostri, simbolo di quel costante interesse nei confronti di utenti alternativi alla classica utenza hardcore.
Da segnalare inoltre che le ricompense non includono pezzi d'equipaggiamento, bensì oro, cosmetici e abbellimenti per la propria dimora: elementi poco allettanti per i veterani, ma che, paradossalmente, è bene rimangano così - poiché vorrà dire che chi si dedicherà a Tales of Tribute lo farà in quanto genuinamente interessato alla competizione, e non come mero strumento di guadagno.
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The Elder Scrolls Online: prime impressioni su High Isle e Tales of Tribute
Grazie a un evento organizzato da Bethesda abbiamo provato in anteprima High Isle, il primo capitolo della nuova stagione di The Elder Scrolls Online.
Chi segue gli aggiornamenti su The Elder Scrolls Online saprà già cos'è High Isle e la stagione Legacy of the Bretons. Facciamo comunque una breve introduzione per quelli che dovessero imbattersi in questi nomi per la prima volta. Legacy of the Bretons è la nuova stagione di espansioni che durerà per tutto il 2022. High Isle è il primo grande contenuto (prima di lui c'è stato Ascending tide, di cui abbiamo parlato nel provato di Coral Aerie) e includerà una nuova area riempita da elementi piuttosto tradizionali: dungeon, missioni, un trial (un dungeon più complesso in cui si gioca con gruppi di dodici persone) e due compagni aggiuntivi.
A fianco di essi c'è un minigioco di carte chiamato Tales of Tribute con cui sfidare altri giocatori oppure seguire una missione impegnandosi in partite contro l'intelligenza artificiale. ZeniMax Online ha presentato High Isle come un capitolo maggiormente legato a questioni politiche piuttosto che a storie sul dominio o sulla salvezza del mondo. Per la prima volta, inoltre, si scoprirà la cultura dei Breton, una delle razze meno esplorate dell'universo di The Elder Scrolls, caratterizzata da ZeniMax grazie a un proficuo confronto con i loremaster di Bethesda. In questo articolo riporteremo dettagli e impressioni raccolte durante una fase di prova di High Isle concessa alla stampa di settore. Un paragrafo sarà interamente dedicato a Tales of Tribute, del quale proveremo a spiegare il regolamento.
High Isle
La nuova zona consiste in un arcipelago di due isole. La prima è High Isle, una sorta di luogo di villeggiatura per ricchi e nobili. La seconda è Amenos, una giungla selvaggia che funge da prigione politica. In High Isle si ritrovano fonti d'ispirazione molteplici: la capitale, Gonfalon Bay, è una città ispirata alle architetture tardo medievali pennellate da tocchi fiabeschi che potrebbero ricordare il Toussaint di The Witcher 3.
Oltre il porto c'è un colosso enorme che sottolinea il potere dei nobili Breton; sullo sfondo passano grossi galeoni forse un po' anacronistici se consideriamo l'atmosfera medievaleggiante, ma che funzionano come artificio narrativo per comunicare la ricchezza di quel posto da fiaba. Usciti fuori dall'ambiente cittadino c'è la wilderness di The Elder Scrolls Online: una zona in cui scorrazzano creature aggressive da eliminare o da evitare. Un binomio tipico di molti giochi, specialmente degli MMO. Trovarsi nella wilderness di High Isle risulta però in un contrasto evidente: il paradiso dei nobili non è poi così tanto tale se appena fuori dalla città si diviene preda di qualche creatura affamata o di banditi che hanno fatto di una grotta la loro base operativa.
La wilderness ospita culture e costruzioni divergenti da quelle dei grandi centri abitati. Alcuni gruppi vivono in case ricavate nella roccia assiepate in villaggi tribali. In essi operano druidi e sciamani, l'altra faccia della cultura dei Breton, quella legata alla magia e alla natura, che conduce una vita semplice e in contatto con l'ambiente invece che nei palazzi scintillanti della capitale.
L'ambiente naturale è incontaminato laddove l'uomo non ha messo radici. Il paesaggio è collinare, con qualche monte e alcune praterie. Le scogliere di roccia hanno un profilo aguzzo e scendono con tagli netti fino a incontrare delle calette. La natura non è dominata come a Summerset, dove l'orgoglio degli Alti Elfi aveva sagomato il paesaggio trasformandolo in un giardino. High Isle è più selvaggia e disabitata.
Della missione principale abbiamo avuto solo un assaggio, comunque bastevole per confermare l'impostazione politica del racconto e per capire che si ricollegherà alle vicende della Three Banners War, la guerra tra le fazioni introdotta nel gioco base e poi messa in pausa per lungo tempo. La struttura delle missioni è la solita, pensata più per l'individuo che per il gruppo. L'esistenza di una trama principale di questo tipo è una caratteristica che gli sviluppatori di The Elder Scrolls Online vogliono mantenere e coltivare: apprezzabile o meno che sia, questa impostazione è gradita a un gran numero di utenti.
Trial e compagni
Il nuovo trial si chiama Dreadsail Rift ed è a tema piratesco: siamo riusciti a provarlo grazie a una sessione organizzata da Arvendir, della gilda italiana l'Ordine di Shor. Ci sono tre boss affiancati da due mini-boss che devono essere sconfitti per progredire. Come ci si può aspettare da un trial, la cooperazione e la ripartizione dei ruoli è imperativa per la sopravvivenza.
Sono situazioni in cui, ora è il caso di dirlo, emerge davvero la vera natura di un titolo multigiocatore: la sinergia, l'aiutarsi reciprocamente, il dialogo, il simpatico motteggio. Su Dreadsail Rift non c'è molto da dire, poiché si tratta di un contenuto dal concept simile a quelli che l'hanno preceduto. Il primo boss ha delle meccaniche mediamente più complesse e probabilmente richiederà qualche tentativo a vuoto prima di essere padroneggiato. Gli altri due sono anch'essi impegnativi, ma più facili da leggere. Probabilmente il Trial si ritaglierà il solito ruolo di attività utile ai giocatori più navigati per ottenere oggetti preziosi e mettere alla prova le proprie abilità nella modalità difficile.Sul sistema di compagni non abbiamo nascosto i nostri dubbi ai tempi in cui furono introdotti (recuperate il provato di Blackwood se volete approfondire). In sintesi, crediamo che siano un modo per migliorare l'indipendenza dei giocatori e dunque rafforzare l'impostazione individualistica di molti contenuti. Il primo compagno con cui siamo venuti in contatto è Ember, una maga che sta cercando di risolvere un problema magico che ha trasformato degli animali di una fattoria in umani e degli umani in animali.
Una missione nella media, ma con qualche simpatico riferimento alla magia fiabesca ben integrato col clima di High Isle. La trama dedicata alla dama Isobel è invece un chiaro riferimento all'epica cavalleresca e alla ricerca del sacro Graal. La missione richiede di trovare tre manufatti in una competizione con altri cavalieri per impedire che la protetta di Isobel vada a nozze con un uomo che non ama.
Tales of Tribute
Tales of Tribute è il primo gioco di carte interno all'universo di The Elder Scrolls. A dirla tutta ci sarebbe anche Legends (ve lo ricordate? Ecco la recensione di The Elder Scrolls Online Legends), ma in quel caso si tratta di un card game di The Elder Scrolls non inserito all'interno dell'esperienza come accade invece per il Gwent di The Witcher 3.
L'aggiunta è gradita e sorprende che un'operazione del genere non sia stata tentata prima: con tutte le taverne, bische e luoghi di ritrovo era improbabile che gli abitanti di Tamriel non avessero alcunché con cui svagarsi. Rich Lambert ha confessato che l'idea di Tales of Tribute arriva da molto lontano, dagli albori di The Elder Scrolls Online, ma solo ora il card game è riuscito a vedere la luce.
È un gioco che abbraccia tutto il continente, anche se i nobili di High Isle hanno abbastanza denaro e tempo libero da potersi permettere di competere e scommettere in abbondanza. Il processo per acquisire un mazzo inizia infatti proprio nei pressi di Gonfalon Bay, in un locale dove si riuniscono i giocatori di High Isle. Seguire passo passo la missione è l'unico modo di ottenere i mazzi, che quindi non possono essere acquistati in altre maniere o scambiati con altre persone. In totale i mazzi sono otto, ciascuno con un "seme" (denominato Patron) e caratteristiche specifiche.
Proveremo a spiegare le regole senza entrare troppo nel dettaglio. All'inizio della partita ciascun giocatore seleziona due mazzi: i quattro mazzi scelti vengono mischiati e posti a faccia in giù in una zona di campo neutrale, denominata Taverna. Sempre nella Taverna ci saranno cinque carte scoperte pescate casualmente tra i deck scelti all'inizio. L'obiettivo di ogni partecipante è costruire il proprio mazzo acquistando delle carte dal centro del tavolo da gioco.
Tales of Tribute si gioca quasi completamente a carte scoperte. Ogni giocatore può vedere la mano dell'altro e conosce la composizione del mazzo altrui. Le strategie dovranno quindi tenere conto di questo elemento, e di un altro molto importante: tutte le carte presenti nella propria mano alla fine del turno vengono scartate, e così come vengono quasi del tutto azzerate le risorse guadagnate.Le risorse sono di tre tipi: il denaro, che si accumula tramite le carte starter, serve per acquistare dalla taverna. È importante spenderlo tutto, perché non si conserva tra un turno e un altro. Il potere viene generato da carte speciali ed è utile per due motivi principali: può essere sottratto per eliminare alcune carte posizionate sulla board dell'altro giocatore (queste carte si chiamano Agenti e rimangono attive finché non sono rimosse dall'avversario) oppure per lasciare che alla fine del turno venga convertito in prestigio, valuta che, quando accumulata in quaranta unità, permette di vincere la partita.
Un altro modo di vincere è ottenere il favore dei quattro Patron che appaiono al bordo destro del tavolo. La loro posizione nei confronti del giocatore può essere di tre tipi: neutrale, favorevole oppure avversa. Per guadagnare il favore vanno soddisfatti dei requisiti: pagare oro, potere, sacrificare una carta, e può essere fatto solo una volta per turno. Avere il favore dei Patron non garantisce nessun vantaggio, a meno che, ovviamente, non siano tutti e quattro favorevoli contemporaneamente.
Occuparsi di loro è comunque importante per disturbare i piani dell'avversario, dato che una vittoria per favore è generalmente più rapida e semplice da ottenere di una per prestigio. Ci sono altri dettagli più specifici che si possono sorvolare in questa sede. Citiamo solo quello più importante: quasi tutte le carte hanno degli effetti combo che si attivano giocandole nel giusto ordine. Per esempio, giocare una carta viola con un effetto "Combo 2" subito dopo un'altra carta viola attiverà l'effetto di base più quello descritto sotto Combo 2.
È ancora presto per fornire impressioni su Tales of Tribute considerata la nostra limitata esperienza in game, gran parte della quale passata affrontando un'intelligenza artificiale ancora molto deficitaria. È un'attività configurata per coloro che vogliono dedicarsi ad altro rispetto al completare missioni e uccidere mostri, simbolo di quel costante interesse nei confronti di utenti alternativi alla classica utenza hardcore.
Da segnalare inoltre che le ricompense non includono pezzi d'equipaggiamento, bensì oro, cosmetici e abbellimenti per la propria dimora: elementi poco allettanti per i veterani, ma che, paradossalmente, è bene rimangano così - poiché vorrà dire che chi si dedicherà a Tales of Tribute lo farà in quanto genuinamente interessato alla competizione, e non come mero strumento di guadagno.
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