The Great Ace Attorney Chronicles: un viaggio nel passato

A oltre cinque anni dal lancio in Giappone, The Great Ace Attorney Chronicles si prepara a debuttare per la prima volta in Occidente.

The Great Ace Attorney Chronicles: un viaggio nel passato
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Switch
  • PS4 Pro
  • Siamo nel pieno fermento del Periodo Meiji, a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900. Immaginate: il Giappone che si apre all'occidente, usi, costumi e architetture che cominciano a mescolarsi e contaminarsi, nell'aria quell'eccitazione tipica del cambiamento, dei momenti in cui si scrive la Storia, mentre nei palazzi del potere si firmano trattati, si bisbiglia, si creano alleanze e talvolta aleggiano cospirazioni. Al La Carneval, ristorante occidentale molto in voga nella Tokyo "aperta", un gentiluomo inglese viene brutalmente ucciso al suo tavolo con un colpo di pistola in pieno petto. BANG. Ryunosuke è lì di fianco, gli occhi sbarrati e una pistola in mano, perfetto capro espiatorio per un processo lampo che non avrà neanche il tempo di diventare caso diplomatico.

    Ma dietro il banco della difesa non si può far altro che lottare, anche davanti alle prove più schiaccianti; un picchiaduro a distanza, verbale, a volte disperato e spesso esilarante, nobilitato dagli spettacolari botta e risposta scritti da Shu Takumi, capaci di dare vita a una caciara come neanche a Forum, tra avvocati, procuratori, giudici, testimoni e giuria. Cinque anni senza sentire il profumo del tribunale, quello tipico di incartamenti misto a tensione crescente, e il suono assordante delle obiezioni urlate a squarciagola sono stati veramente troppi dall'ottimo Spirit of Justice su 3DS e, finalmente, Capcom ha deciso di portare in occidente i due capitoli mancanti, impacchettati nella raccolta The Great Ace Attorney Chronicles, per farci scoprire una nuova epoca, dove i processi erano decisamente più eleganti e solenni, ma non per questo meno matti!

    Contraddizioni e tradizioni

    Ladies and Gentleman, intrighi, omicidi, colpi di scena, famigerati investigatori e maledetti procuratori in un viaggio dall'estremo oriente alla Londra "capitale del mondo" della Regina Vittoria, per carpire i segreti del sistema giuridico britannico finendo invischiati, ovviamente, in qualcosa di molto più grosso, con Takumi a prendersi ovvie libertà storiche per plasmare quell'epoca attorno alla sua opera. Questi gli ingredienti principali di The Great Ace Attorney Adventures (il capitolo oggetto della nostra anteprima), provato grazie a un codice in accesso anticipato fornito da Capcom, che parte subito fortissimo senza sprecare neanche una linea di dialogo, buttandoci al cospetto del giudice nella posizione più scomoda possibile, quella di accusati e difensori, contemporaneamente.

    La situazione è tesissima, una scalata vertiginosa verso un verdetto di non colpevolezza che pare l'Everest, la colonna sonora che si conferma subito il primo alleato della narrativa, sottolineando ogni momento con una traccia che sembra composta di emozioni più che di note. E dietro quel banco, per chi ama la serie, ci si sente già a casa, lì a spulciare il registro processuale in cerca di prove, indizi, suggestioni, mentre i testimoni si susseguono dall'altra parte della barricata e il continuo pressarli porta alla nascita di incongruenze che diventano musica per le nostre orecchie, fino al momento più esaltante, quello dell'obiezione. Il dito puntato, lo sguardo fiero, quelle animazioni esagerate, fluide, belle rotonde nonostante un comparto tecnico che, soprattutto se giocato su uno schermo importante, mostra le sue radici ancorate a 3DS soprattutto nella qualità delle texture, nonostante il lifting in HD di questa edizione. Un primo caso che mette a proprio agio tutti, sia chi sceglierà questi episodi per tuffarsi nella serie (e andrebbe benissimo, visto il secolo che li separa dagli altri capitoli) sia chi di clienti ne ha già difesi decine nei panni di Phoenix, Apollo e Athena.

    La base visual novel con elementi di investigazione/deduzione è una formula ormai vincente, consolidata, ma è dai casi successivi che le cose si fanno più frizzanti lato gameplay. Non potendo sfruttare per ovvi motivi gli strumenti hi-tech di Athena come in Dual Destinies e Spirit of Justice o i rituali esoterici di Maya Fey, ecco tornare le deposizioni multiple del bizzarro spin-off Professor Layton vs Phoenix Wright Ace Attorney (ve lo ricordate? Ecco la recensione di Professor Layton vs Phoenix Wright Ace Attorney). Più testimoni contemporaneamente al banco e la necessità di osservarne le reazioni alle rispettive dichiarazioni, ma soprattutto l'introduzione della giuria popolare capace di far pendere, letteralmente, la bilancia del giudizio da una parte o dall'altra.

    Una novità molto interessante soprattutto a livello di coinvolgimento emotivo, laddove il suo meccanismo ludico non si discosta molto dai classici contro-interrogatori ma aggiunge pepe e divertimento alle situazioni più disperate. I giurati spiegheranno su che basi, impressioni e convinzioni personali pensano che il nostro assistito sia colpevole, mentre noi dovremo metterli uno contro l'altro per convincerli del contrario, affidandoci al potere della dialettica.

    E portarli dalla nostra parte è una soddisfazione, vedere il ripensamento sui loro volti e poi la decisione, il sospiro di sollievo, mentre il terribile procuratore Barok van Zieks (soprannominato "Grim Reaper of the Old Bailey" perché tutti i processi a cui partecipa si concludono con la condanna a morte dell'imputato) si versa un calice di buon rosso per poi scagliarlo verso il candeliere in uno scatto d'ira. E qui continua anche la tradizione dei "prosecutor" della serie, sempre tra i migliori personaggi scritti da Takumi, per distacco, veri e propri villain con un passato da scoprire e delle motivazioni da capire.

    Un investigatore matto

    E se parliamo di personaggi una menzione va fatta per Herlock Sholmes (ehm), famigerato investigatore al servizio della Regina e protagonista, guarda caso, di una serie di romanzi a lui dedicati. Talentuoso, dotato di un sacco di gadget steampunk bizzarri, ma decisamente un po' avventato nel formulare le sue teorie. Infatti se anche la base dell'investigazione rimane quella tipica della serie, con schermate fisse da setacciare per raccogliere ogni oggetto utile e farsi un'idea del crimine commesso, sarà poi in compagnia del detective che si tireranno le fila, mettendo i sospetti con le spalle al muro senza neanche bisogno di passare dal tribunale.

    A una prima ipotesi piena di falle e assurdità irresistibili seguirà quindi la revisione di Ryunosuke (ovvero la nostra), molto più centrato e con la testa sulle spalle, dove servirà un occhio attento per notare dettagli, espressioni, elementi fuori posto per poi correggere Herlock in una danza molto teatrale, simpaticissima e avvincente, trasformando l'atmosfera quasi in un musical. Certo, finora non ho trovato alcun enigma che mi tenesse fermo per più di qualche secondo, fuori o dentro l'aula, ma sinceramente è dalla trilogia originale che il livello di difficoltà (neanche allora particolarmente elevato) si è ammorbidito per favorire la fluidità narrativa, quindi non c'è da sorprendersi più di tanto. E da quel punto di vista The Great Ace Attorney Adventures rispetta decisamente gli standard della serie, con una sceneggiatura frizzantissima, un mondo affascinante e dei dialoghi capaci di trasformare la cronaca nera in commedia ma mai in farsa, che è poi l'aspetto più adorabile della serie Capcom.

    Bello da leggere e sfizioso da giocare: insomma, le premesse ci sono tutte perché questa doppietta possa finalmente solleticare i palati occidentali con qualche anno di ritardo. Segnate sul calendario il 27 luglio (dei primi del ‘900) e preparatevi all'ennesimo processo all'ultimo grido!

    The Great Ace Attorney Chronicles The Great Ace Attorney Chronicles si preannuncia un capitolo squisitamente tradizionale impreziosito da qualche sfiziosa novità. Nella nostra prova del capitolo Adventures abbiamo dovuto fare i conti con la nuova e interessante meccanica della giuria, mentre fuori dall’aula sarà il detective Herlock Sholmes a proporre ipotesi bizzarre da correggere con le nostre capacità deduttive, dando una scossa alle classiche fasi esplorative, solitamente dedicate alla raccolta di indizi. La mano di Shu Takumi è inconfondibile nel tratteggiare situazioni e personaggi, protagonisti e antagonisti, dando vita a mondi sempre colorati e bellissimi da vivere, in un’affascinante ambientazione vittoriana, viaggiando dal Giappone all’Inghilterra. Ottimo per chi vuole affacciarsi alla saga senza partire in ordine cronologico e attesissimo dai fan in astinenza dall’uscita di Spirit of Justice. Le premesse per una gran doppietta ci sono tutte.

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