Quando siamo stati ad Amburgo per provare i giochi Daedalic oltre Gollum non vedevamo l'ora di saggiare la portata principale del press tour tedesco, ossia l'avventura ambientata nell'universo de Il Signore degli Anelli con protagonista l'ambigua creatura ossessionata dall'Unico. Finalmente possiamo raccontarvi com'è andato il nostro primo contatto con The Lord of the Rings: Gollum, un'opera che ci è parsa ben inserita nel contesto narrativo della mitologia tolkeniana ma anche abbastanza problematica da un punto di vista strettamente tecnico.
Le avventure di Gollum
L'opera di Daedalic è ispirata solo in parte all'immaginario dei film di Peter Jackson ed è più orientata verso una rielaborazione tutta personale della Terra di Mezzo. L'elemento di spicco della produzione è proprio l'atmosfera, che restituisce sensazioni piacevoli e familiari, soprattutto per i fan del fantasy di J.R.R. Tolkien, i quali potrebbero trovare in questo Gollum addirittura terreno fertile approfondire la mitologia imbastita dal grande scrittore inglese.

Il gioco è infatti ambientato durante i 60 anni che intercorrono tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, un tempo che corrisponde alle decadi in cui lo schiavo dell'Anello ha vagato in lungo e in largo nella Terra di Mezzo, alla ricerca del suo prezioso "Tesoro", sottrattogli dal giovane Bilbo Baggins. Molte sono state le peripezie e soprattutto le disavventure del "fu" Smeagol in quegli anni: la vita solitaria, l'ossessione e la pazzia derivate dalla sua doppia personalità, la prigionia presso gli elfi e infine le indicibili torture subite da parte degli sgherri di Sauron a Mordor. Insomma, Daedalic ha scelto un preciso arco temporale in cui ha potuto sbizzarrirsi senza perdere di vista lo spirito e i contenuti dell'opera di partenza.
Azione, avventura e stealth
Il team ci ha concesso di provare due capitoli della storia, molto diversi tra loro per ambientazione e obiettivi da raggiungere. Stando ai menù, pare che l'opera sarà divisa in dieci atti e, se ciascuno di essi avrà una durata simile a quelli da noi giocati, probabilmente l'avventura si attesterà intorno alle dieci o dodici ore complessive.
Tornando alla nostra prova, siamo partiti dal capitolo 7, posizionato dunque in una porzione più avanzata del racconto: in questo frangente il protagonista era prigioniero all'interno di un villaggio di elfi boschivi, e si è trovato nientemeno che al cospetto di Gandalf il Grigio. Un elemento su cui vale la pena porre la giusta attenzione è indubbiamente la scrittura, tra dialoghi ben confezionati e piccole ma piacevoli accortezze che hanno amplificato il senso di immedesimazione nei panni di Gollum: l'intera narrazione è infatti vissuta dalla prospettiva dello Sturoi corrotto, che appella i suoi interlocutori con termini dispregiativi e misteriosi. Nella fase in questione, dopo aver convinto i nostri carcerieri a concederci un'ora d'aria al di fuori della cella, abbiamo tentato la fuga dall'accampamento elfico, strisciando nell'ombra e cercando di non allertare le guardie. Il gameplay è definito da Daedalic come un action adventure in cui lo stealth non rappresenta l'elemento cardine dell'esperienza: essere Gollum significa sì serpeggiare nell'ombra ed evitare possibili minacce, ma anche sopravvivere in un mondo ostile, nonché farsi strada attraverso cunicoli, costoni e passi di montagna.
In seguito abbiamo potuto provare un altro atto, posizionato in una sezione iniziale della campagna. Qui il nostro protagonista era un ospite forzato delle legioni di Sauron, rinchiuso in una torre di Mordor che ci ha permesso di apprezzare come il team abbia rielaborato in chiave originale la simbologia e l'architettura associate al temibile Signore Oscuro di Arda.
Questo capitolo ha poi evidenziato il carattere ambivalente del personaggio chiave, così come la sua capacità nell'arte dell'inganno e un ulteriore elemento di gameplay legato alla risoluzione di puzzle. Per convincere i suoi aguzzini a fidarsi di lui, Gollum ha dovuto infatti collaborare alla risoluzione di un piccolo enigma, che consisteva nell'inserire gli ingredienti all'interno di una fornace nella successione indicata da una serie di indizi visivi.
Non sappiamo concretamente quali saranno le conseguenze di quest'azione, poiché è proprio qui che è terminato il nostro hands on, con il protagonista pronto a sfruttare la fiducia concessagli per i propri oscuri propositi. Questi specifici atti del racconto ci hanno permesso di ammirare due iconiche location della Terra di Mezzo, ma ci hanno anche confermato la presenza di un buon numero di luci e ombre sia sul fronte ludico che su quello prettamente tecnico.
Essere Gollum
Come già detto, The Lord of the Rings: Gollum è anzitutto un action adventure basato in larga parte sull'interazione con l'ambiente circostante. Non mancano comunque diverse fasi stealth in presenza di personaggi ostili, necessarie per sopperire alle scarse capacità fisiche del protagonista.
Dando per scontato che la struttura dei capitoli giocati durante l'hands on non muterà in altri frangenti, l'avventura ci chiederà di attraversare porzioni di mappa più o meno grandi, raccogliendo risorse lungo il tragitto, sfruttando gli appigli per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili e soprattutto evitando di allertare pattuglie nemiche. In tal senso abbiamo notato che, almeno nei due stage testati, il livello di sfida è tutt'altro che basso. I comportamenti e la densità dei nemici ci saranno di grande intralcio, e un passo nella direzione sbagliata rischia di mettere in allarme svariati gruppi di avversari, aprendo le porte al game over. Non di sola codardia vive un Hobbit: durante il suo viaggio Smeagol avrà anche l'opportunità di difendersi dalle creature alla sua portata, ma in questa sede non ci è stata data l'opportunità di testare il combattimento o le tecniche offensive della creatura. Il protagonista era d'altronde alle prese con minacce troppo grandi per le sue capacità, dal momento che i guerrieri elfici che ci davano la caccia avrebbero potuto sgominarci all'istante. In molti casi, sarà opportuno scegliere con attenzione il percorso da intraprendere per non essere scoperti.
Il nostro piccolo e funambolico Hobbit ha anche la facoltà di dotarsi di oggetti che possono essere lanciati per distrarre le guardie, o può nascondersi nei ciuffi d'erba per passare inosservato allo sguardo altrui. Una soluzione ludica semplice e basilare, insomma, che non introduce alcunché di davvero rilevante nel panorama dei giochi basati sulla furtività, e che anzi concede ampio spazio al platform.

Il level design richiede infatti di sfruttare l'agilità di Gollum per saltare da una sporgenza all'altra, scalare pareti e raggiungere indisturbato la meta prestabilita. Ma è in questo frangente che la produzione, pur mettendo in mostra una piacevole direzione artistica, palesa dei limiti perlopiù strutturali: si parte da una conformazione dei livelli a tratti confusionaria, che fornisce sì un'apparente libertà di movimento, ma che durante la nostra prova ci ha quasi costretto a intraprendere improbabili percorsi secondari; si arriva poi una realizzazione tecnica tutt'altro che sopraffina, con i movimenti di Gollum appesantiti da animazioni farraginose e azioni poco fluide.
Simili limiti in diverse occasioni hanno rallentato e appesantito non poco il nostro avanzamento verso l'obiettivo principale, rendendo le sezioni dedicate alla all'arrampicata più problematiche del previsto, e per i motivi sbagliati. Ci sembra comunque doveroso, per scrupolo di chiarezza, specificare che le sensazioni sin qui descritte si basano su una versione non definitiva del gioco, che in vista della release potrebbe essere ulteriormente smussata per garantire la migliore qualità possibile.
Al momento non possiamo dire molto altro dell'intelaiatura ludica del titolo. Nel corso del nostro cammino solo stati accennati ulteriori elementi di gameplay che non ci è stato dato modo di approfondire: sappiamo che Gollum può accumulare risorse reperibili nell'area circostante, come pesci ed erbe, ma soprattutto può sfruttare la sua personalità ambivalente per volgere alcune situazioni scomode a proprio favore. Durante alcune sequenze di dialogo, infatti, si viene posti dinanzi a scelte multiple, e il giocatore può decidere se fornire una risposta più accondiscendente e compassionevole per aderire al carattere di Smeagol o piuttosto optare per una frase più sibillina e tendente all'inganno. In questi frangenti, a seconda dell'opzione selezionata, è possibile influenzare o meno il proprio interlocutore. Non ci è dato sapere se tale meccanica implica anche un sistema di dilemmi morali più complessi, con annesse variazioni ludiche, o se in fondo si tratta di un'aggiunta di contorno, utile perlopiù a sottolineare il fragile dualismo psicologico dell'ex Hobbit.
Segnaliamo poi una cornice grafica al di sotto delle capacità degli hardware attuali, per quanto ci sia da ammettere che nella composizione degli scenari il team di sviluppo abbia offerto una messinscena abbastanza gradevole. Una caratteristica che, per capacità produttive, rientra comunque negli standard dei titoli di Daedalic. In ogni caso, se la sceneggiatura e le atmosfere tolkeniane sapranno colpirci, saremo ben disposti a chiudere un occhio sui difetti più evidenti del titolo. Soltanto il tempo, però, saprà dirci se questo Gollum si rivelerà una delusione o un sorprendente "tesssssoro".