The Witcher 2 Assassins of Kings, provata la versione Xbox 360: un porting da urlo!

Un porting da urlo

The Witcher 2 Assassins of Kings, provata la versione Xbox 360: un porting da urlo!
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • A pieni polmoni, l'abbiamo già gridato ai quattro venti lo scorso anno, e senza paura. L'abbiamo bollato come miglior RPG del 2011. Amato e coccolato come si conviene ad un autentico capolavoro generazionale. E siamo pronti a rifarlo.
    The Witcher 2
    è una gemma splendida, un'opera che trasuda passione e competenza ad un tempo. Va giocato, poiché il bilanciamento del gameplay regala sorrisi beati; va vissuto, perché la narrazione titilla corde tematiche e motivi emozionali vivissimi, intensi e profondamente umani; va studiato, perché una maglia narrativa non lineare così intricata, eppure precisissima nel sorprendere chi gioca riannodandosi su colpi di scena impietosi, tiene testa a qualsivoglia prodotto presente sul mercato.
    The Witcher 2 merita l'appoggio incondizionato di chi ama questo medium. Una killer application d'altri tempi finora appannaggio esclusivo dell'utenza PC. Ma dal mese prossimo, il 17 Aprile per l'esattezza, le cose butteranno al meglio anche per chi si sollazza sul divano davanti ad una console. Microsoft, nella fattispecie.
    Siamo volati a Francoforte per accertare, ad uno schioppo di fucile dalla release, l'eccellenza di un porting semplicemente da urlo.

    Passione

    Andando al sodo, CD Projekt e Namco Bandai hanno confezionato un'offerta invero appetitosa. Il 17 Aprile faranno capolino sugli scaffali due versioni di The Witcher 2, Enhanced e Dark Edition. La prima conterrà guida strategica, mappa e colonna sonora, che ritroveremo insieme al medaglione di Geralt, ad un artbook da 200 e passa pagine, al making of spalmato su due dvd e a tre adesivi nella seconda e più completa edizione. Tanta roba, insomma.
    Gli sviluppatori hanno più volte affermato di amare la loro opera come un figlio. Può sembrare un'affermazione ardita a chi non è dell'ambiente, un bel claim pubbliciatario per chi dipinge l'industria del videogioco come uno spietato marchingegno divora-soldi. Prendendoci, a onor del vero, spesso e volentieri. Ma non è questo il caso. In questi anni, abbiamo incrociato le menti dietro a questa saga diverse volte, ed è sempre stata una piacevole scoperta. Monetizzare e rientrare nei costi è fondamentale, certo, ma quello è compito del reparto marketing. Chi sviluppa, chi ci sbatte la testa per giorni interi, settimane, mesi e anni su righe di codice, fonti narrative e concetti di design vuole solo rendere l'esperienza di gioco qualcosa di totalizzante. Che rimanga nel tempo. Che soddisfi pienamente chi ha investito i propri soldi ed il proprio tempo libero. Sguazziamo nella retorica? Anche no. Se fossero diversi gli operatori del settore ad imitare il modus operandi di CD Projekt, il videogiocatore potrebbe dormire sonni molto più tranquilli. Perché non tutti, in un porting, immettono quattro ore quattro di gameplay, più di mezz'ora di cut-scene aggiuntive, due macro-avventure inedite, nuovi personaggi e locazioni, linee di dialogo e sequenze finali mai viste. Un quid che può fa la differenza, senza se e senza ma.
    E gli utenti PC? C'è un regalino anche per loro. Per chi è già in possesso della sua brava copia di The Witcher 2, i contenuti aggiuntivi saranno scaricabili gratuitamente sempre dal 17 Aprile. E la mente corre veloce alle politiche sui DLC che molti publisher applicano senza criterio. E senza pudore.
    Agli apporti quantitativi, si affiancano quelli qualitativi. In primis, la telecamera. Riveduta e corretta, segue sempre Geralt da vicino in maniera più che efficiente anche negli spazi angusti, con tanti saluti all'approssimazione della versione PC pre-patch.
    Il sistema di targeting è stato riscritto per meglio adattarsi al palato di chi impugna il pad. Lock on con il grilletto sinistro, con lo switch da un bersaglio all'altro mediante lo stick destro. Semplice e immediato, il sistema si rivela estremamente funzionale, regalando soddisfazioni più piene durante gli scontri. Rifinita anche la mappa di navigazione e la gestione dell'inventario. Ad ora non è presente lo stravolgimento auspicato (atto magari a contenere la mole di sottomenù presente nella versione PC), sebbene lo snellimento potrebbe comportare, stando a quanto dichiarato dei producer, opzioni volte a facilitare l'ordinamento degli oggetti e degli schemi con cognizione.
    Per il resto, The Witcher 2 rimane lo splendido RPG ammirato lo scorso anno. Forte di un evidente bilanciamento fra istanze action e dinamiche da autentico gioco di ruolo, con una gestione davvero approfondita delle abilità, dei cinque segni, dei talenti e quindi dello skill tree.
    I combattimenti sono semplicemente affascinanti, con un control scheme classicheggiante (attacco veloce o potente; parata; schivata; tasto deputato alla magia; oggetto) che si sposa giocoforza a dovere col pad di Xbox 360, e la necessità di ricorrere a stratagemmi tattici differenti per avere la meglio sui nemici, utilizzando l'intero spettro di possibilità del Witcher (come dimenticare le trappole?) e tenendo ben stampato nel cervello che il ricorso alle pozioni guaritrici è consentito solo in fase di meditazione, perciò lontano dal tintinnio delle spade.
    Eccezionale a dir poco, l'albero dei talenti, che si bea di quattro rami principali (addestramento, magia, alchimia e spada), suddivisi in due livelli di profondità e modificabili via mutageni negli appositi slot. La customizzazione è quindi salvaguardata e anzi caldeggiata, in un amplesso di dinamiche RPG che ha davvero pochi eguali.
    Impossibile, al momento, parlare degli annunciati miglioramenti nel campo della IA. Il nostro hands on verteva unicamente sul prorompente prologo. Ne sapremo di più in sede di recensione.

    Di bell'aspetto

    La narrazione, come detto in apertura, è parte integrante del successo dell'opera. Da qui anche la scelta per un mondo di gioco moderatamente grande, benché delimitato da confini specifici per ogni singolo Atto. Adagiandosi sul costrutto partorito dalla mente di Andrzej Sapkowski, The Witcher 2 è una scommessa continua. Tra il prologo diviso in quattro, splendide, parti, e i sedici finali previsti, in mezzo corre una intreccio vivido, mai banale ed affascinante. Perché ogni dialogo, ogni azione, l'epilogo di un combattimento o di una sub quest, oppure ancora di un QTE estemporaneo, può causare lo stravolgimento del percorso originale, portandoci lontano da dove avremmo sperato.
    Una causalità diretta -e tuttavia inestricabile perché alcuni risvolti diventano effettivi solo più in là nell'avventura- sinceramente emozionante, che non lesina sui colpi bassi andando a rappresentare un mondo sfigurato dalle bassezze umane, dagli imbrogli e dell'avidità più bieca. E sì, anche dall'amore. Che stavolta ritorna in una forma scenica davvero prorompente.
    I Regni del Nord sono moderatamente fregati. Re Demaved è bello che andato. Temeria e il suo Re non sono messi meglio. Tocca a Geralt di Rivia proteggerlo. Almeno sulla carta. Perché già nel prologo, tra l'assalto al traditore La Vallette e il caldo saluto di un drago, le carte si mischiano in maniera vorticosa, lasciando il giocatore stranito da uno spessore narrativo imponente.
    Il RED Engine è stato studiato fin dall'inizio per poter essere gestito anche da Xbox 360. Il risultato del porting è a dir poco eccezionale, con un colpo d'occhio che regge tranquillamente il passo con un PC in configurazione media. In primis, la fluidità. The Witcher 2 corre sui 30fps senza tentennamenti, ostentando una cura per il dettaglio eccellente.
    L'enorme spettro cromatico ricama una scena degna di essere ammirata, con texture mediamente ottime (alcune, in bassa risoluzione, fanno capolino, senza per questo minare l'esperienza visiva), una gestione accorta delle luci dinamiche, che dipingono anche una profondità di campo da togliere semplicemente il fiato. Difficile pensare che su Xbox 360 si possa assistere ad un'ottimizzazione più performante.
    Due punti neri: l'aliasiang (scordatevi il MSAA dei cugini armati di mouse e tastiera), che non deturpa la cifra stilistica globale ma che comunque si fa sentire, ed il tearing che talvolta entra in scena. Considerando lo stato della build testata (metà Febbraio), possiamo dare credito alle parole degli sviluppatori, che promettono ragguagli interessanti, perlomeno su ciò che attiene al secondo problemino.
    Per colpo d'occhio e gestione artistica della scena (cut scene, rappresentazione degli amplessi, interazioni con gli NPC) The Witcher 2 è uno dei biglietti da visita più impressionanti della libreria di Xbox 360.

    The Witcher 2: Assassins of Kings The Witcher 2 si conferma come un titolo imperdibile. Una meccanica profonda, squisitamente ruolistica, splendidamente totalizzante, con le istanze action abbracciate ad uno spettro di specializzazioni davvero significativo, rendono l’esperienza ludica invero affascinante. Lo storytelling colpisce per la sua innata capacità di sorprendere, giocando sulle aspettative del giocatore attratto da una struttura non lineare, non fissata, ma che può cambiare percorrendo sentieri del tutto diversificati. In più, un apparato cosmetico che sfrutta quello che Xbox 360 ha ancora da offrire, a dispetto degli anni, della sbandierata obsolescenza tecnica e di una next gen che sbuffa da dietro l’angolo. Da prenotare al volo.

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