Through the Darkest of Times: Una Seconda guerra mondiale tutta nuova

Through the Darkest of Times racconta la Seconda Guerra Mondiale da una prospettiva originale: quella dei tedeschi che cercarono di resistere al nazismo.

Through the Darkest of Times: Una Seconda guerra mondiale tutta nuova
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  • Dopo la breve prova giocabile per il pubblico alla Gamescom del 2018, Through the darkest of times si è mostrato nuovamente con una corposa demo nell'Indie Mega Booth dell'edizione più recente della fiera tedesca, confermando le impressioni positive dell'anno scorso in quanto a direzione artistica, scelte ludiche e cura narrativa.
    Lo studio berlinese di Paintbucket Games ha deciso di raccontare la storia della Germania della Seconda Guerra Mondiale da una prospettiva incredibilmente originale: quella dei tedeschi che cercarono di resistere, di limitare la diffusione del nazismo e delle sue conseguenze. Sebbene infatti l'ambientazione storica sia una delle più ricorrenti (forse troppo) del mondo videoludico, è quasi impossibile ricordare un'esperienza interattiva in cui non impersoniamo il B. J. Blazkowicz di turno che affronta a viso aperto e pistola carica orde inferocite di nazisti instupiditi. L'obiettivo di Through the darkest of times è proprio quello di offrire una prospettiva che sia sempre ludica ma anche sistemica su quell'epoca storica, che non si basi sulla semplice riproposizione degli eventi storici ma sulla loro reinterpretazione, permettendoci di "giocare" con le tragedie dell'evento.

    Sopravvivere a Berlino

    L'anno è il 1933, ben prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e Hitler è appena stato eletto Cancelliere: qui inizia il nostro viaggio nella Resistenza, che potremo impostare in tanti modi diversi e dinamici, senza dover obbligatoriamente limitarci a un solo approccio ma decidendo di volta in volta, a seconda delle esigenze dei nostri gruppi di resistenza.

    Innanzitutto, il nostro ruolo sarà quello di coordinatore delle forze in opposizione al regime, che non controlleremo direttamente in azione, ma a cui dovremo affidarci per l'esecuzione effettiva delle varie missioni. In compenso, avremo il compito di gestire il morale di tutti i membri e dei vari gruppi, dovremo gestire le risorse necessarie a sopravvivere e, soprattutto, dovremo evitare in ogni modo di essere scoperti dalla Gestapo.

    Come detto nell'introduzione, il gioco non ripropone in modo assolutamente esatto gli eventi storici che delineano quell'epoca, quindi non potremo gestire gruppi come la Rosa Bianca o coordinare missioni come Operazione Anthropoid e Operazione Valchiria.

    La resistenza sarà infatti formata in modo procedurale all'inizio di ogni partita, e i suoi membri avranno non solo diverse abilità e personalità, ma anche prospettive e idee diverse sui modi per resistere: nostro compito sarà anche quello di coordinare il tutto mentre cercheremo di tenere unito e stabile il gruppo. Anche il nostro avatar principale, il coordinatore dell'intera resistenza, sarà generato proceduralmente, e potremo scegliere tra un democratico liberale e un anarchico, e ciò cambierà sin dall'inizio gli approcci possibili. In ogni caso, i gruppi a cui si sono ispirati gli sviluppatori per la ricostruzione delle tipologie di resistenza sono effettivamente esistiti, come quello vicino a Herbert Baum o lo Schulze-Boysen-Harnack.

    I tempi della Resistenza

    Nonostante presenti apparentemente una struttura ludica alquanto particolare, una volta approfondito Through the darkest of times si mostra come uno strategico abbastanza tradizionale, in cui ogni turno di gioco rappresenta una delle numerose settimane in cui si verificano gli eventi narrati, che sa loro volta si suddividono in quattro capitoli principali: "la presa del potere"(1933), "Il picco del potere (1936), "la guerra" (1940/41), "Il Collasso" (1944/1945).

    Ogni membro della Resistenza avrà delle statistiche e un massimo di energia, che verrà utilizzato durante la settimana (il turno) e che si potrà recuperare in base a quanto faremo riposare ognuno dei nostri alleati. Ognuno dei membri avrà dei parametri numerici che ci indicheranno quanto possano essere utili in contesti di "propaganda", "empatia" e "infiltrazione".

    Come prevedibile, il primo si rivolge al danneggiare i media del regime, il secondo alla capacità di convincere nuovi membri a unirsi alla resistenza, mentre il terzo guarda le azioni di opposizione alle operazioni naziste.

    Ogni missione prevede la possibilità di inviare uno o più membri, e ciò aumenterà le percentuali di vittoria, a seconda delle caratteristiche di ognuno, e inoltre potremo anche gestire un inventario di missione da distribuire ai combattenti, per aumentarne le chance e per fare in modo che possano eventualmente salvarsi in caso le cose vadano male. Dalle semplici richieste di supporto economico ai membri del quartiere fino agli attentati ai gerarchi del partito, rivivremo in modo sistemico alcune delle fasi più buie e cupe della nostra storia.

    Prima delle armi, le parole

    Oltre alle meccaniche strategiche e gestionali, assolutamente preponderanti nel nell'economia ludica del gioco, Through the darkest of times offre anche una serie abbastanza corposa, da quel che abbiamo potuto provare, di scene d'intermezzo in cui potremo scegliere diverse risposte in base alle situazioni narrative in cui ci imbatteremo, spostandoci da un lato all'altro della splendida e cupa Berlino.

    Ad esempio, dovremo scegliere se rischiare la nostra copertura per permettere a un cittadino di religione ebraica di fuggire, se fare finta di niente e osservare il tutto impotenti, o cercare con l'inganno di raggirare la banda di nazisti. Tutto questo, ovviamente, avrà delle ripercussioni ludiche, che però a prima vista sembrano essere alquanto leggere, forse più interessate a far provare qualcosa al giocatore che non ad avere un impatto evidente sul gioco.

    Through the Darkest of Times Gli sviluppatori di Paintbucket Games hanno intervistato numerosi sopravvissuti e consultato alcuni storici per ricostruire un percorso che, nelle azioni e nel contesto, sia il più credibile e coerente possibile con il periodo storico di riferimento. Al contempo, le numerose opportunità di cambiare la storia e i percorsi della resistenza berlinese offrono una varietà ludica che ha il potenziale di descrivere quell’epoca e quelle vicende con prospettive nuove e originali. Non ci resta che attendere quest’inverno per capire come e se lo studio tedesco avrà dato seguito e corpo a queste premesse.

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