Total War Three Kingdoms: alla conquista della Cina

Dopo il setting fantasy di Total War Warhammer, la serie strategica di SEGA e Creative Assembly torna alla ricostruzione storica insieme a tante novità.

Total War Three Kingdoms: alla conquista della Cina
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  • Con Total War si va sul sicuro. Anche davanti ai capitoli peggiori la formula di gioco ideata da Creative Assembly è talmente interessante, se vogliamo addirittura immortale, che nessun amante della strategia può rimanere indifferente. Per chi magari ancora non conoscesse la saga, per esempio coloro che sono entrati nel fantastico mondo del gaming su PC solo di recente, un piccolo ripasso è doveroso. Total War è un gioco diviso in due: da una parte abbiamo una visuale strategica con la quale gestire il nostro impero, e dall'altra una porzione tattica dove in rigoroso tempo reale dovremo guidare le truppe alla vittoria. Nel corso degli anni gli sviluppatori hanno esplorato molte epoche storiche e diverse ambientazioni: il Giappone feudale degli Shogun, il mondo antico dell'impero romano nei due amatissimi Rome, passando per le campagne napoleoniche e addirittura attraverso una breve ma straordinaria parentesi fantasy, con i recenti Total War dedicati all'universo di Warhammer. Three Kingdoms è un ritorno alla rigorosa ricostruzione storica del passato, che punta la sua lente d'ingrandimento per la prima volta all'antica Cina, territorio strattonato da tre diversi regni costantemente in guerra, e di conseguenza scenario perfetto per un nuovo capitolo della serie.

    Guerra dinastica

    All'E3, lo strategico Creative Assembly emerge dalle luci degli stand come una sorta di miraggio, del resto a quanto ci è dato sapere si tratta di una delle pochissime (l'unica?) esclusiva di peso per PC presente sullo showfloor della fiera (i giochi mostrati nelle meeting room in questo caso non fanno testo).

    Dopo esserci presentati al desk di Sega veniamo portati in una piccola stanza sul retro dove due sviluppatori ci accolgono mettendoci davanti a un super pc assemblato per l'occasione.
    Dopo un caffé triplo viene lanciato un video che ci introduce finalmente alla nuova ambientazione, fatta di intrighi e vallate sospese nel tempo, potenti famiglie e fortezze immerse nella nebbia. Stilisticamente non siamo molto lontani da quanto visto in Shogun, ma i ragazzi di Creative Assembly promettono una geografia molto più varia. Graficamente nel frattempo sono stati fatti passi da gigante, e questo si riflette nel colpo d'occhio di scorci che in un primo momento non sembravano affatto parte del gioco ma artwork in punta di pennello, acquerelli. Capita per bene la complessità geopolitica della situazione, veniamo finalmente catapultati nell'azione. In questa occasione non vedremo nessuna mappa strategica all'opera, ma dovremo accontentarci di un potentissimo assedio a una fortezza nemica. Nelle nostre fila abbiamo due gruppi di baliste, diversi arcieri e numerose unità di fanteria divise tra lancieri e spadaccini. La cavalleria invece latita, ma gli stretti spazi tra cui a breve marceremo la rende una mancanza accettabile. Guardando le unità a nostra disposizione emerge la prima grandissima novità di questo Three Kingdoms: la possibilità di schierare liberamente più generali contemporaneamente in battaglia, cosa che accadeva anche prima ma solo in situazioni particolari, mentre qui il sistema è molto più integrato. I generali non solo aumentano forza, morale e resistenza delle unità nei paraggi, e come sempre hanno le loro abilità speciali che possono trasformare una possibile sconfitta in una vittoria. Eppure, nel caso di Three Kingdoms la loro importanza è triplicata. Queste unità speciali hanno anche un'altra funzione legata alle battaglie, ovvero la possibilità, una volta nelle vicinanze di un generale nemico, di ingaggiare epici duelli uno contro uno.
    Il loro ruolo non si esaurisce spada alla mano: sono loro infatti i veri "proprietari" degli eserciti, ed è attraverso di loro quindi che potremo arruolare nuove unità, mentre negli altri Total War era necessario passare obbligatoriamente per il classico menù delle città e degli avamposti.

    E non è finita qua, perché tutti i generali presenti nel gioco vengono pescati da un intreccio di parentele, amicizie, rivalità che si ripercuoteranno nello svolgimento dell'intera campagna, dando vita a un balletto di colpi di scena sociopolitici che sembra avvicinare Total War alle caratteristiche più amate di un gioco come Crusader Kings: praticamente un simulatore di dinastie, anche se qui riproposto per fare da spalla alle normali meccaniche della serie Creative Assembly.

    Total War Three Kingdoms Total War: Warhammer è stata una parentesi divertente e a tratti geniale, ma tornare a un Total War canonico, anche solo per 30 minuti, ci ha fatto capire quanto ne sentivamo la mancanza. Three Kingdoms sembra poi un capitolo pieno di novità, e con un' intelligenza artificiale in grado di reagire come non mai alle sollecitazioni del giocatori, attirandolo persino verso trappole che potrebbero rivelarsi mortali. Se tutto andrà bene, non lo scorderemo tanto facilmente.

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