Under the Waves: gli abissi del mare e quelli della mente

Negli studi di Quantic Dream abbiamo provato anche Under the Waves, esplorando gli abissi del Mare del Nord, e adesso possiamo parlarvene.

Under the Waves: gli abissi del mare e quelli della mente
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • L'etichetta QD Spotlight è nata col preciso scopo di porre sotto "la luce dei riflettori" produzioni di stampo indipendente, e si muove in parallelo alle opere Tripla A realizzate dall'azienda principale, ben nota per giochi dal piglio squisitamente narrativo (qui il nostro speciale sui 25 anni di Quantic Dream). Come ci tiene a sottolineare il team stesso, Spotlight non si prefigge però l'obiettivo di dar risalto solo a produzioni in cui la componente del racconto rappresenta l'elemento fondante.

    Under the Waves ne è un esempio pratico: un'avventura dove la storia riveste sì un ruolo molto importante, ma nella quale il gameplay non passa in alcun modo in secondo piano. Quando a Parigi abbiamo potuto visitare i nuovi studi di Quantic Dream, ci è stata fornita anche l'opportunità di provare una demo di circa mezz'ora di questa esperienza nei freddi fondali del Mare del Nord. Un gioco dove l'abisso da esplorare assume dimensioni profondamente psicologiche.

    Proteggere l'ambiente

    Parallel Studio, autore di Under the Waves, si è avvalso della collaborazione con Surfrider Foundation, un'organizzazione no-profit per la salvaguardia e la protezione degli oceani. Una partnership volta a rendere più verosimile i fondali esplorabili, e anche a sensibilizzare i giocatori sugli effettivi pericoli dell'inquinamento. Non è un caso, d'altronde, che gli abissi di Under the Waves siano pieni di plastica, come le bottigliette che una adorabile foca, incontrabile di tanto in tanto nel corso del nostro scandaglio subacqueo, ci aiuterà a recuperare, per creare nuove bombolette d'ossigeno e riciclare i materiali.

    Surfrider e Parallel Studio seguono dunque il medesimo fine etico, mossi dalla stessa sensibilità per la preservazione dell'ambiente. Eppure, Under the Waves non ambisce a essere un titolo pensato soltanto per veicolare valori ambientalisti: si tratta certo di uno dei temi che accompagnano lo sviluppo della trama, ma è un'ideologia che resta sottotraccia, e non desidera emergere in maniera troppo diretta. D'altronde, Under the Waves vuole raccontare una storia di dolore, e lutto.

    Il silenzio dell'abisso, il rumore della mente

    "A story about grief" (una storia che parla di dolore): è così che Parallel Studio ha presentato la sua opera. "Grief" non è un termine traducibile in italiano semplicemente come "sofferenza".

    O meglio, si può fare, ma se ne perde la sfumatura più importante. È infatti perlopiù legato al sentimento della perdita: è il dolore per una mancanza, per un lutto. Non poteva ovviamente non tornarci in mente la meravigliosa citazione tratta da Wandavision: "What is grief, if not love persevering?" (cos'è il dolore, se non amore perseverante?). E l'amore che persevera è quello provato da Stan, il protagonista del gioco, un esperto tecnico subacqueo al lavoro per una importantissima compagnia petrolifera, alle prese con le sue mansioni di routine nel tumultuoso mare del Nord, in un contesto che il team definisce "tecno-futurista" anni 70. Spento e stanco, appesantito da un malessere esistenziale, l'uomo porta dentro di sé le ferite ancora aperte di una perdita tremenda. Una foto, caduta a terra accanto al letto della sua cabina, ci fornisce qualche indizio sull'origine di questo dolore. Ritrae due donne: sua moglie e sua figlia. Ed è proprio il ricordo della bambina, evanescente come la silhouette di una medusa nel buio dell'oceano, a riemergere di tanto in tanto dalle profondità dell'inconscio. Nel cupo silenzio che ovatta ogni suono, tra alghe, pesci e rifiuti, il rumore della mente si fa sempre più forte.

    I sogni vividi e lucidi che Stan compie di tanto in tanto, al termine di alcune missioni, sono probabilmente il sintomo di una psiche compromessa, piegata dalla perdita. Under the Waves diventa così l'avventura nelle profondità di due differenti abissi: oceanici e intimi. Un viaggio psicologico oltre che ambientalista, la cui portata emozionale è ancora tutta da valutare.

    Esplorando il mare

    In base a quanto rivelatoci dal team, ci vorranno circa quindici ore per raggiungere i titoli di coda, senza dilungarsi troppo nel completamento delle attività secondarie. Under the Waves propone del resto una struttura ludica non propriamente open world, ma composta da diverse macro aree esplorabili, al cui interno è possibile dedicarsi a missioni opzionali, come il recupero di risorse con cui creare materiali utili all'avanzamento, la risoluzione di piccoli puzzle e la ricerca di diverse specie di pesci da fotografare.

    La routine giornaliera di Stan inizia all'interno della struttura sottomarina, nella quale è chiamato a compiere sulle prime una serie di lente mansioni, dal controllo della pressione dell'ossigeno fino alla comunicazione con la Compagnia per cui lavora. Quando arriva il momento di avventurarsi negli abissi, il protagonista può nuotare, camminare sui fondali e interagire con gli elementi circostanti, stando sempre ben attento a non esaurire la sua riserva di aria.

    L'esplorazione è caratterizzata da un ritmo volutamente flemmatico: Under The Waves è l'opposto di un'esperienza dinamica e movimentata, figlia di un andamento contemplativo e riflessivo, fatto di piccoli gesti abitudinari, di silenzi, di solitudine, di meraviglia, alla scoperta delle bellezze del mondo sommerso. Data l'ampiezza delle mappe, e la necessità di tener d'occhio le risorse a disposizione, Stan potrà dedicarsi a uno scandaglio più oculato a bordo di un piccolo sottomarino, grazie al quale sarà possibile anche risalire in superficie, al di sopra delle onde. Il team non ha voluto raccontarci quale ruolo rivestirà la "parte emersa" nell'economia ludica di Under The Waves, ma di certo non sarà un elemento del tutto secondario.

    Di tanto in tanto sarà possibile anche imbattersi in caverne, sentieri opzionali e segreti nascosi, in cui addentrarci per raccogliere collezionabili e scoprire così nuovi scorci dei panorami subacquei (a proposito di abissi, qui la recensione di Subnautica Below Zero). Parallel Studio sembra intenzionata a coordinare sia un'esperienza legata alle esigenze della narrazione, in cui il giocatore segue eventi predeterminati, sia un'avventura dove l'analisi dell'ambiente è a libera discrezione dell'utente.

    Come gli sviluppatori bilanceranno la componente esplorativa e quella narrativa è ancora tutto da scoprire. Gran parte della riuscita del progetto, a nostro avviso, risiederà nella forza trainante del racconto, nel coinvolgimento che sarà capace di trasmettere. Il lato più ludico di Under the Waves lascia d'altronde qualche margine di dubbio, connesso a un insieme di interazioni molto guidate, a qualche inciampo nella gestione dell'inquadratura negli anfratti più stretti, e a un comparto grafico claudicante nella resa dell'espressività facciale.

    L'elemento distintivo della direzione artistica consiste in una peculiare scelta stilistica, che contrappone il realismo della scenografia negli abissi al tratto più spigoloso che contraddistingue la modellazione di Stan. Ci auguriamo quindi che le due anime di Under the Waves, quella emotiva e quella interattiva, si amalgamino in modo coeso, nella speranza che le profondità degli oceani e quelli della psiche si rivelino egualmente coinvolgenti.

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