Recensione 8-Bit Armies

Dalle ceneri di Command & Conquer torna uno strategico dal sapore anni '90. Ma il team di sviluppo, a quanto pare, si è dimenticato di ciò che rendeva così grandi gli RTS di una volta.

Recensione 8-Bit Armies
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  • In un'epoca lontana, quando dei MOBA non si sentiva neanche lontanamente parlare, a farla da padrone sul competitivo erano gli strategici in tempo reale. Warcraft, Starcraft, Age of Empire e KKND erano titoli molto noti, ai tempi, ma se dovessimo eleggere una serie che in particolare è riuscita a segnare profondamente l'industria, indicheremmo senza dubbio: Command & Conquer. Le produzioni Westwood erano quelle più apprezzate, con un gestione tattica delle unità sopraffina e una storia particolarmente interessante a costituire i pilastri portanti. Petroglyph ha raccolto parte di questa eredità accogliendo al suo interno alcuni EX sviluppatori di Command & Conquer, fuggiti da Westwood dopo la chiusura della società da parte di Electronic Arts. Il loro precedente lavoro, quel Grey Goo che ha fatto tanto parlare di sé lo scorso anno, aveva indubbiamente lasciato intravedere la possibilità di una ripresa per il genere, e con l'arrivo di 8-Bit Armies su Steam aspettavamo solo la consacrazione del team. Qualcosa però non deve essere andato secondo i piani, infrangendo brutalmente le nostre speranze.

    Solo GDI, niente NOD

    La prima cosa che colpisce negativamente di 8-Bit Armies è la completa assenza di fazioni. Un solo esercito identico per tutti i giocatori lascia l'amaro in bocca e da subito fa capire che la produzione, allo stato attuale delle cose, non può andare molto lontano. Dimenticatevi quindi varietà di approccio o partite mutevoli e imprevedibili: con le medesime unità a disposizione i match vengono spesso vinti da chi sa raccogliere più velocemente risorse e sviluppare più in fretta le unità, portando avanti una semplice tattica "sciame" che funziona fin troppo bene.

    Il sistema di gioco è quello classico dei titoli anni '90, con una sola struttura addetta alla raccolta di petrolio e una fila di furgoni che fanno la spola dai siti di estrazione alla base per fornirci il prezioso combustibile. La scelta di avere un solo elemento per la creazione di unità e strutture appiattisce di molto il gioco, soprattutto se consideriamo che i pozzi di petrolio sono spesso facilmente raggiungibili e che solo due camion alla volta possono avvicendarsi nella raccolta. Con questo sistema l'intera economia produttiva diventa troppo semplice da gestire, togliendo una parte importantissima nella pianificazione della strategia di attacco. Le stesse autocisterne poi si rivelano utili a falciare senza pietà la fanteria, negando sostanzialmente qualsiasi possibilità di assalti fulminei all'inizio delle partite, e quindi rimandando lo scontro nel mid e late game. Con un quadro base così disastroso e davvero difficile riuscire a dare profondità a tutto il sistema di gioco e, infatti, 8-Bit Armies conferma nel giro di un paio di partite la paura di trovarsi di fronte ad un prodotto strategicamente piatto e stantio.
    Le unità, per altro, sono profondamente sbilanciate e data la completa assenza di uno studio approfondito sulle meccaniche base ci si ritrova senza la possibilità di creare vere e proprie strategie per rispondere efficacemente agli avversari. Se il vostro nemico sarà più veloce a creare un esercito di elicotteri, abbandonate pure mouse e tastiera perché non avrete nessun modo di controbattere la sua avanzata. Sono pochissime le unità Anti Aeree e persino le torrette lanciamissili soccombono troppo velocemente al fuoco diretto, venendo spazzate via nel giro di pochissimi istanti. Mancano i diversi tier di unità, così come per gli edifici, con un minimo abbozzo di questa feature solo per quanto concerne artiglieria e meccanici.
    Il secondo elemento che affossa la produzione è la completa insensatezza di una produzione multipla di caserme militari ed edifici in generale. 8-Bit Armies permette di costruire una quantità notevole di edifici identici ma, anziché permettervi di generare più truppe contemporaneamente o di differente tipologia, ne aumenta unicamente la velocità di produzione. In questo modo anziché creare una coda di generazione delle unità complessa vi troverete semplicemente a rigurgitare soldati e mezzi sul campo di battaglia senza soluzione di continuità, con meccaniche che di strategico hanno davvero poco, ed un concept distante anni luce da quello che ha resto grandi i colossi del passato.

    IA dove sei?

    Se già il fulcro del gioco presenta grossi limiti, a trascinare verso il fondo del tutto la produzione ci si mette anche una poca cura per i dettagli e un'intelligenza artificiale estremamente povera. Partiamo dal comparto tecnico, che vuole tentare di dare un aspetto quasi giocattoloso al titolo Petroglyph, finendo invece per rendere anonimi i soldati e le strutture. Non ci sono dialoghi quando se ne prende il controllo, niente battutine sarcastiche come Starcraft ci ha abituato, né tanto meno animazioni di costruzione o di movimento degne di questo nome. Tutto risulta molto piatto e anonimo, facendo disaffezionare velocemente il giocatore al suo esercito giocattolo in miniatura. Lo stesso problema si ripresenta per i venticinque livelli della campagna principale, ripetitivi e monotoni, dove ammassare unità e caricare il QG nemico basta e avanza come tattica per vincere ogni singola sfida.

    La causa è da ricercarsi in un'IA che non prova nemmeno a sorprendere il giocatore, rimanendo ancorata a pattern preimpostati per strategie di difesa e attacco, tutte estremamente prevedibili. Anche le nostre unità, tuttavia, non brillano, e il micro management dei singoli soldati funziona pessimamente: l'interfaccia è appena abbozzata, ed è impossibile richiamare velocemente tipologie di unità diverse o gruppi d'assalto, lasciando il giocatore in balia delle macro da tastiera. Manca altresì un limite di costruzione per le unità, mentre per le strutture tutto ciò che dovremo tenere sotto controllo sarà l'energia elettrica, generata da speciali edifici che ne aumenteranno la portata totale. Chiude la brutta parentesi di 8-Bit Armies il multiplayer, praticamente deserto a solo un mese dal lancio, con meno di dieci giocatori online a qualsiasi ora del giorno: un segnale che qualcosa, anche nella community, non deve aver funzionato al meglio. Petroglyph dovrà rivedere pesantemente i piani per il supporto futuro di questo titolo, ma dubitiamo che con una partenza così sottotono questo strategico atipico riuscirà mai a risollevarsi.

    8-Bit Armies 8-Bit ArmiesVersione Analizzata PCCon l'ottima esperienza degli sviluppatori Petroglyph e, soprattutto, dopo il riuscito Grey Goo ci aspettavamo un titolo che sapesse riportare luce sul genere degli RTS. Purtroppo 8-Bit Armies fallisce nel suo intento, con una cura generale approssimativa, meccaniche senza alcuna profondità e un'intelligenza artificiale non particolarmente brillante. Sono previsti aggiornamenti futuri ma dubitiamo che i cambiamenti in arrivo saranno tali da riuscire a riportare la produzione su livelli ottimali.

    5.5

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