Recensione Advance Wars: Dark Conflict

La guerra di Intelligent System si fa mondiale sul portatile Nintendo

Recensione Advance Wars: Dark Conflict
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    Eliminare in un sol colpo quasi ogni tratto distintivo di una saga, all'uscita di un sequel, è una mossa che equivale potenzialmente al suicidio mediatico. Una mossa talmente rischiosa che soltanto un idiota presuntuoso o un genio perfettamente conscio delle proprie capacità può permettersi di tentare.
    Ma se il prezzo che un giocatore deve pagare è il totale straniamento per godere di un titolo del calibro di Advance Wars Dark Conflict (aka Days of Ruin), allora ben vengano genio, o persino idiozia. Dimenticate Dual Strike, Andy, Grit, Eagle, tutto quello che c'era prima. Dimenticate i rassicuranti menu dai colori caldi, le musiche scoppiettanti, i dialoghi divertenti. Quello che è rimasto dopo la catastrofe di cui sono stati protagonisti i due schermi del Nintendo DS sono il gameplay complesso e la difficoltà elevatissima.

    Quindi disertai, era il '43

    Will è un giovane cadetto dell'ex accademia militare di Laurentia, scampato miracolosamente all'apocalittica pioggia di meteore che ha cambiato per sempre l'ecosistema terrestre, riducendo in rovina il pianeta e decimandone la popolazione.
    Eppure, anche in un momento così critico, l'umanità ancora si strugge in futili conflitti. Alcuni combattono per sopravvivere, altri per vendetta. Altri ancora razziano gli sparuti accampamenti di sopravvissuti per il solo piacere di uccidere.
    Non è un mondo facile quello in cui Will è costretto a combattere ma per fortuna sulla sua strada incontra O'Brian, il leggendario ufficiale dell'esercito Laurentiano, ora a capo di un battaglione indipendente li cui scopo è salvaguardare i civili rimasti e tentare di ripristinare l'ordine, portando sempre li conforto e la speranza, il messaggio che essere sopravvissuti ad una simile catastrofe è una dono, non una maledizione.
    Così il gruppo di liberazione marcia da una città all'altra, cercando tra le rovine altri compagni assieme a cui guardare la fitta coltre di polvere che oscura il cielo, in attesa che la luce del sole torni a farsi largo sulla terra. Ma il viaggio non sarà privo di minacce, e mentre Will maturerà trovando un significato alle sue battaglie, ci penseranno banditi, militari invasati, mercenari ribelli civili disillusi e virus mortali a rendere la vita ancor più difficile.
    I temi toccati da Dark Conflict, sapientemente veicolati da un clichè all'altro, sono i più duri e maturi visti in un capitolo della serie Advance Wars.
    Colgono di sorpresa e regalano un impianto narrativo notevole, teso, perpetuamente stravolto da colpi di scena, proprio come ci si aspetterebbe da ogni strategico che si rispetti, e da un cast di personaggi del tutto nuovo, che miscela di stereotipi della narrativa per ragazzi e del mondo militare con una caratterizzazione grafica tagliente, il cui effetto finale è in grado di rimanere impresso all'istante nel cuore del giocatore, a cui non resterà che ammettere sommessamente che i bellissimi protagonisti dei vecchi, colorati episodi, hanno trovato dei degni sostituti.

    Maledetta artiglieria

    La base del sistema di gioco è rimasta fondamentalmente intatta, anche se le poche modifiche che sono state apportate si rivelano immediatamente significative. In effetti la mole di cambiamenti è esigua, eppure si tratta di scelte chirurgiche che hanno reso il gameplay ancora più complesso e profondo.
    Scopo del gioco è nella quasi totalità dei casi annientare l'armata (o le armate) avversaria con la propria, muovendo “miniature” di veicoli e truppe di vario genere contro quelle nemiche, sfruttando un complicatissimo sistema di attacchi prioritari e vulnerabilità, che dipendono dalla tipologia di ogni veicolo. Proprio l'eliminazione di alcune unità a favore del bilanciamento del gameplay (via i devastanti Neotank, ad esempio) e l'aggiunta di altre dalle spiccate capacità tattiche donano al titolo una profondità ancor superiore.
    Si pensi ad unità come il motociclo, che sopperisce ad una capacità difensiva ridicola un'elevata mobilità, che se sfruttata a dovere permette di conquistare le basi più distanti in gran velocità.
    O ancora all'Autobase, sostituto dell'APC, che rifornisce le unità alleate di proiettili e carburante, ma anche di costruire basi per facilitare l'operazione di recupero di unità navali e aeree.
    La timida introduzione di unità in grado di costruirne altre è una grande rivoluzione nel gameplay, in grado di generare situazioni del tutto inedite, utile combustibile per alimentare l'interesse di chi ad Advance Wars ci gioca dagli esordi su GBA, o magari ancora prima ricorrendo al mercato d'importazione.
    In alcune mappe si dispone di un esercito pre-determinato, mentre in altre sono inclusi degli edifici in grado di costruirne svariati modelli (porti, fabbriche, aeroporti) utilizzando i fondi che di turno in turno si accumulano in base al numero di basi conquistate da ogni sfidante in campo.
    Completamente rinnovato il sistema degli Ufficiali, che ora non sono più deus ex machina al comando degli eserciti: l'UC selezionato può scendere in campo all'interno di un'unità (che sarà subito contrassegnata da una particolare icona), potenziando tutti gli alleati all'interno dell'area circostante. Inoltre, abbattendo gli avversari con mezzi all'interno dell'aria d'influenza di un UC, si caricherà una barra in grado di scatenare attacchi speciali che variano da personaggio a personaggio, proprio come accade negli altri titoli della serie. Questa volta però i power up sono decisamente più ragionevoli, ed è impossibile ribaltare l'esito di una partita affidandosi solo ad essi.

    Ridimensionata la mole di modalità di gioco: Dark Conflict offre solo partite ad UC e schermo singolo. Dimenticate dunque le doppie-mappe di Dual Strike e concentrate invece l'attenzione sul più gran numero di livelli (che includono anche i più difficili mai affrontati) mai inclusi in un episodio della serie. Già senza giocare la campagna in singolo, l'opzione “Sfida” permette di accedere a tantissimi scenari (alcuni dei quali già visti in passato) dalle dimensioni più disparate, e scendere in campo contro un massimo di altri tre eserciti, rigorosamente controllati dalla CPU.
    Avanzando nella campagna invece, oltre alle mappe indispensabili per proseguire con la trama, si renderanno disponibili moltissimi altri stage, che sapranno mettere a dura prova anche l'abilità strategica dei giocatori più navigati.
    La longevità è insomma garantita, e sebbene gli extra inclusi non siano così numerosi (cosa a cui i fan si abitueranno ben presto) e siano piuttosto semplici da sbloccare, è proprio il numero di missioni smodato ad assicurare a lungo l'interesse verso il titolo, assieme all'immancabile collezione di medaglie di cui far sfoggio con gli amici, sbloccabili soddisfacendo i requisiti più disparati.
    Ovviamente c'è poi la modalità multiplayer e, sopratutto, quella che è forse la più importante tra le nuove opzioni introdotte: il supporto della Nintendo Wi-Fi Connection.

    Guerre senza fili

    Giocare con quattro amici in locale regala un divertimento senza prezzo, sia in partite cooperative che tutti contro tutti, ma ancor più divertente è sfruttare la possibilità di giocare online, contro sconosciuti o scambiando codici con gli amici.
    Purtroppo via etere è possibile solo giocare in due (più, volendo, altre due fazioni comandate dalla CPU), ma si tratta di un disguido tutto sommato perdonabile, specie visto non solo il numero di mappe ed il perfetto funzionamento del netcode, che fila liscio anche giocando con utenti con connessioni dalla velocità più modesta, ma anche la presenza della chat vocale, che può essere attivata in qualunque momento premendo il tasto Y.
    I server online permettono inoltre di postare e scaricare livelli creati utilizzando il completissimo editor (è possibile salvarne fino a 50 sulla cartuccia): con tali premesse la sfida è veramente, e finalmente, infinita e senza frontiere.
    Qualunque appassionato della serie non poteva auspicare di meglio, e di fronte a simili possibilità metterà da parte tutte le incertezze causate dal cambio di registro e dalle modifiche al gameplay, che anzi risulta perfettamente ottimizzato proprio per rendere più appassionanti ed appaganti le sfide online.

    Rovine rovinate

    Il rinnovamento del gameplay e della direzione artistica hanno coinciso solo marginalmente con un restyle del motore grafico del gioco, che non solo è praticamente lo stesso visto su GBA ormai troppi anni fa, ma in questo caso risulta ulteriormente sottotono, a causa della scelta di ridisegnare la maggiorparte delle unità in modo da renderle più consone ai toni dell'ambientazione.
    Prendendo in esame unicamente il lavoro di rifacimento degli sprite, generalmente si può restare soddisfatti, specie grazie alla scelta di rendere le inquadrature durante gli scontri più dinamiche grazie all'uso di un effetto di sfocatura e spixellamento voluti e tutto sommato efficaci. Il problema sono invece le animazioni, praticamente assenti, che danno al combattimento un look quasi da libro pop-up. Un passo indietro, dicevamo, ma che riguarda un aspetto pur sempre marginale.
    I tileset delle mappe invece, a parte l'inserimento di qualche nuovo elemento come rovine e pozze fangose, e l'ovvia virata della palette dei colori verso sfumature più sporche, scure, è identico al passato, funzionale, simbolico, sempre chiaro da leggere. In più è stata ora aggiunta una funzione di Zoom, praticamente inutile ai fini del gameplay, ma in grado di fornire una panoramica più dettagliata delle aree di gioco e dei modellini sul campo.
    Dovendo mantenere un certo contegno e atmosfera, la colonna sonora non può chiaramente competere con la varietà di temi contenuti in Dual Strike (ricordiamo inoltre che i personaggi giocabili in Dark Conflict sono solo 12, un numero esiguo se confrontato con il roster del capitolo precedente), eppure il comparto audio spicca fin da subito, presentando brani energici ma al tempo stesso velati di tristezza a metà strada tra il l'hard rock e l'elettronica, perfetti per rendere le personalità dei protagonisti e per dipingere la buia tela del conflitto che lentamente si dipana sotto gli occhi del giocatore.
    Tra una missione dello story mode e l'altra, numerosissimi intermezzi a base di dialoghi (conditi tra l'altro da bellissimi artwork) sveleranno il procedere della storia. Settando il DS in italiano, sarà possibile fruire di una localizzazione completa nel nostro idioma, purtroppo pessima sotto tutti i punti di vista: per evitare di leggere una versione errata e stravolta delle vicende, è quindi consigliabile di giocare Dark Conflict in lingua inglese.

    In molti si erano lamentati dell'imprecisione nel rilevamento del pennino sul touch screen in Dual Strike: i ragazzi di Intelligent System hanno fatto tesoro del feedback degli utenti, migliorando notevolmente l'interfaccia dei comandi, grazie alla semplice introduzione di pulsanti più grandi, molto più facili da premere con lo stylus.
    Sebbene il touch screen ben si presta al gameplay del genere strategico, estremamente comodo è anche affidarsi ai tasti e alla croce direzionale, che restano sicuramente ancora il mezzo di controllo più preciso e pratico, sebbene meno intuitivo.
    Lo schermo superiore del DS, libero questa volta da mappe secondarie, mostra costantemente, durante le partite, informazioni sulle unità e sullo stato degli eserciti in campo, mentre nei menu spiega in dettaglio il funzionamento delle varie opzioni.

    Advance Wars: Days of Ruin Advance Wars: Days of RuinVersione Analizzata Nintendo DSLe modifiche al gameplay e la nuova direzione artistica sono novità a cui anche i più intransigenti sostenitori del “vecchio” Advance Wars dovranno piegarsi: dopo qualche partita è evidente che tutte queste variazioni sono veicolate al raggiungimento di uno stadio evolutivo superiore della serie. Dark Conflict è forse il passo più coraggioso compiuto da Intelligent System. Sicuramente gli amanti del single player e delle atmosfere spensierate faranno bene a continuare a rivolgersi a Dual Strike (o a sperare in un sequel diretto), ma l'esperienza che questo nuovo capitolo offre è diversa, matura, semplice e perfetta, dotata del potenziale di catturare l'interesse di chi ancora non aveva avuto modo di avvicinarsi a questa bellissima serie. Lo scopo dei programmatori era chiaramente quello di bilanciare il titolo in modo da renderne ineccepibile il funzionamento online. Il bersaglio è stato centrato in pieno, ma non solo: Dark Conflict è comunque dotato di un numero soddisfacente di compiti collaterali, perfetti per appassionare un pubblico esteso, composto tanto da novizi (quelli coraggiosi, però, che non temono la difficoltà elevatissima del titolo) quanto da veterani della strategia, e prepararli agli scontri via Nintendo Wi-Fi Connection, tra nozioni di tattica, personaggi ben caraterizzati ed una trama appassionante. Peccato che non si sia osato più di tanto con il comparto grafico, e, sopratutto per la pessima localizzazione italiana.

    8

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