Adventure Time I Pirati dell'Enchiridion Recensione: tra gioco e serie animata

Outright Games firma un tie-in in salsa ruolistica profondamente rispettoso dell'immaginario del cartoon, ma presta il fianco a una semplicità di fondo.

Adventure Time I Pirati dell'Enchiridion Recensione: tra gioco e serie animata
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Adventure Time è una delle serie di animazione occidentale più apprezzate degli ultimi anni. Un immaginario fantastico, condito dalla sua ironia e dall'esplosione vivida di colori, ha reso il franchise creato da Pendleton Ward per Cartoon Network un prodotto fresco, divertente e godibile per grandi e piccoli. Nel mese di agosto la serie televisiva si concluderà con gli ultimi episodi della decima stagione e, per l'occasione, Outright Games e Bandai Namco portano sui nostri scaffali il videogioco ispirato al cartone: Adventure Time: I pirati dell'Enchiridion uscirà su PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch il 19 luglio prossimo e ci porta in un'avventura inedita al fianco di Finn, Jake e di tutti gli eroi più iconici che abbiamo imparato ad amare dalle origini ad oggi.

    Avventura a Ooo

    I Pirati dell'Enchiridion propone una storia inedita rispetto al franchise di animazione che abbiamo ammirato in TV nell'ultimo decennio, ma senza disdegnare l'immaginario fantasy altamente pittoresco che la serie ci ha proposto finora: anzi, nel corso dell'avventura, che inizierà ovviamente con i protagonisti indiscussi (Finn e Jake) si potrà incontrare e interagire con tutti i principali comprimari di Adventure Time: da Marceline a BMO, passando per la Principessa Gommarosa, il Re Ghiaccio e tanti altri. La narrazione, come già asserito, si dipana attraverso scenari e situazioni inedite, il tutto calato nelle ambientazioni più iconiche proposte dalla serie originale: il risultato è una trama profondamente fedele e rispettosa del materiale di riferimento, ma che rappresenterà un elemento di freschezza per tutti gli appassionati di Adventure Time.
    Le premesse dell'epopea di Finn e Jake in salsa videoludica, infatti, partono da una grave inondazione che ha colpito la Terra di Ooo e ha diviso i Regni che compongono il worldbuilding con delle immense distese acquatiche, che si stagliano per numerose leghe tra una location e l'altra. I due protagonisti, quindi, decidono di partire a bordo di un'imbarcazione per viaggiare attraverso i vari Regni e scoprire la verità su quanto è accaduto, interagendo con i sovrani e gli abitanti di ogni realtà e intraprendendo un viaggio volto a ripristinare il mondo di Ooo com'era in precedenza.

    Adventure Time: I pirati dell'Enchiridion prende vita in un vasto open world, percorribile interamente sia grazie all'imbarcazione dei due eroi che a piedi, una volta raggiunto ogni Regno e attraccato per esplorare le terre dilaniate dall'inondazione. Il mondo di gioco risulta ben caratterizzato, rispettoso dei canoni visivi della serie animata originale ed estremamente caratterizzato, capace di portarci tanto nel regno del Ghiaccio quanto in uno fatto di dolciumi, ma anche negli anfratti di foreste oscure e una sfilza di altre iconiche location: lungo tutta la mappa, piuttosto estesa considerando le ambizioni della produzione, sarà possibile ingaggiare tanto le missioni principali della storia quanto gli incarichi secondari, che il più delle volte consisterà nell'eliminare nemici o boss minori o di recuperare comprimari e oggetti da un regno a un altro. Anche l'esplorazione risulta piuttosto suggestiva, in quanto diversi elementi su schermo risulteranno distruttibili (tra cespugli, tronchi o forzieri chiusi a chiave) per recuperare consumabili o monete d'oro utili per la progressione su più fronti.

    All'arrembaggio!

    Il fulcro dell'esperienza di gioco di Adventure Time: I pirati dell'Enchiridion risiede tutto nella dimensione ruolistica: il titolo sviluppato dai ragazzi di Climax Studios è un RPG adventure con battaglie a turni che cerca di omaggiare i grandi esponenti del genere (soprattutto quelli nipponici, à la Final Fantasy) percorrendo una strada simile a quella di altri ottimi tie-in occidentali in salsa GDR. Pensiamo soprattutto alle trasposizioni videoludiche di South Park, capaci di rimanere profondamente fedeli allo spirito del cartoon di riferimento e di proporre, al tempo stesso, una formula ludica stratificata, solida e convincente.

    I pirati dell'Enchiridion non riesce a compiere lo stesso miracolo in termini di complessità e respiro dell'esperienza ludica e ruolistica ma, pur risultando piuttosto derivativo nelle sue meccaniche principali, il risultato può definirsi comunque soddisfacente e in grado di dire la sua: a cominciare dal "bestiario", poiché ogni Regno esplorabile proporrà un parco di nemici sufficientemente variegato, ciascuno peraltro con un grado di difficoltà diverso. Sarà possibile tanto imbattersi in avversari che risulteranno ampiamente alla portata del livello dei membri del vostro party quanto incontrarne, invece, di altri decisamente più ostici e contrassegnati da un teschio rosso: in tal caso vi converrà starne alla larga a meno che non siate sufficientemente equipaggiati.

    L'esperienza di gioco si esplica principalmente in due meccaniche: la prima, ovviamente, è il sistema di combattimento a turni, che mette il proprio party - inizialmente composto dai soli Finn e Jake, ma destinato ad ampliarsi con altri compagni di avventura come Marceline e BMO - contro gruppi di nemici o creature singole, soprattutto in caso di boss fight, da sconfiggere. Le possibilità offerte dal combat system prevedono un attacco di base, la gestione dell'inventario da cui utilizzare i consumabili, un'abilità speciale (che può consistere in azioni di difesa o di rigenerazione) e una serie di tecniche, disponibili su più livelli di potenza che diventeranno sbloccabili con la progressione delle statistiche dei protagonisti: Finn, ad esempio, potrà utilizzare versioni sempre più devastanti della spada di ghiaccio, mentre Jake darà vita a un vortice che può investire anche più nemici contemporaneamente, Marceline potrà sferrare fendenti infuocati con la sua ascia e così via. Il sistema a turni, però, impone anche delle regole precise, come la possibilità di usufruire al massimo di due azioni per turno, una di attacco/difesa/potenziamento e una di supporto con gli oggetti dell'inventario: occorre quindi gestire al meglio le proprie possibilità durante le battaglie. Infine, ciascun eroe è in possesso di una tecnica suprema, attivabile nel momento in cui una barra speciale al di sotto dell'icona del personaggio si riempie totalmente.
    La componente ruolistica di Adventure Time: I pirati dell'Enchiridion non propone elementi particolarmente innovativi per il genere, né il sistema si rivela particolarmente stratificato o profondo al di là del sistema di combattimento: sia l'acquisto di oggetti consumabili che la progressione del personaggio hanno un'unica valuta in-game, ovvero le monete d'oro ottenibili al termine degli scontri o scovabili in giro distruggendo gli oggetti presenti su schermo.

    Nonostante la valuta comune, tuttavia, l'enorme disponibilità di denaro presente nel mondo di gioco permette sia di potenziare velocemente i protagonisti che di acquistare tutte le item del caso per non essere mai a corto di potenziamenti o elementi curativi, rendendo la il tasso di sfida molto minore di quanto il titolo voglia dare a vedere.
    Il secondo elemento fondante del gameplay si esplica negli interrogatori: nel corso della storia principale, infatti, i comprimari in possesso di informazioni potranno essere torchiati a dovere da Jake e Finn, in una sorta di mini-gioco in cui una lancetta oscilla continuamente in quattro quadranti, ciascuno dedicato a un rispettivo stato d'animo dei due protagonisti, divisi tra un atteggiamento aggressivo e uno pacato. A seconda delle risposte fornite dagli interlocutori, bisognerà quindi assumere atteggiamenti calmi o minacciosi in una specie di gioco al poliziotto buono e al poliziotto cattivo: anche questa feature, tuttavia, presta il fianco a una difficoltà quasi minima, poiché il più delle volte il comportamento giusto sarà suggerito proprio dai bisbigli che si scambiano i due eroi, che ragionano progressivamente su come approcciare il poveretto finito sotto il terzo grado.
    Sul fronte visivo, I pirati dell'Enchiridion fa ovviamente eco alla serie animata originale, prestandosi a quella stessa semplicità visiva che permea gli episodi televisivi: la computer grafica rende ancora netto il passaggio dall'animazione al videogioco, facendo risultare i movimenti piuttosto legnosi rispetto al materiale di riferimento. Il tutto, nel momento in cui scriviamo, risulta appesantito da un comparto tecnico traballante, caratterizzato da un frame rate fin troppo ballerino e qualche piccolo glitch che non ha compromesso più di tanto la nostra run: problematiche che, in ogni caso, dovrebbero venir risolte con una patch correttiva che sarà rilasciata nel giorno del lancio del gioco. Il risultato, in ogni caso, resta estremamente pragmatico e il comparto visivo regala comunque soddisfazione e nostalgia, riuscendo a riproporre gli stessi cromatismi accesi che abbiamo potuto ammirare in TV nell'ultima decade.

    Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion Adventure Time: I Pirati dell'EnchiridionVersione Analizzata PlayStation 4Adventure Time: I pirati dell'Enchiridion è un tie-in ruolistico derivativo: il prodotto finale non si pone al livello delle vette eccellenti raggiunte da altre, recenti trasposizioni occidentali in salsa GDR - si legga alla voce South Park - ma risulta ugualmente godibile e a suo modo stratificato. Il titolo presta il fianco a una certa semplicità di fondo, contenutistica e tecnica, che rende la progressione eccessivamente veloce ed elementare. Nel computo finale, la produzione riesce a rispettare profondamente i canoni estetici e narrativi della serie animata originale, portando i giocatori alla scoperta di una storia inedita ma in cui sarà facile riconoscere i personaggi più iconici creati dal buon Pendleton Word nell'ormai lontano 2010. È l'ora dell'avventura!

    7.5

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