Air Conflicts Collection Recensione: un atterraggio disastroso su Switch

Una quantità di contenuti piuttosto ampia non basta a salvare questa raccolta di Air Conflicts, troppo arretrata sul piano ludico e visivo.

Air Conflicts Collection Recensione: un atterraggio disastroso su Switch
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  • Pc
  • Switch
  • Quello dei "giochi di volo arcade" è un genere stravagante, che esiste praticamente da sempre, ma non si è mai lasciato ammaliare dal fascino del mainstream. Sulla carta, questa collection dedicata ad Air Conflicts sarebbe potuta diventare - sia per estensione che per mancanza di degni rivali all'interno della sua specifica nicchia di mercato - un must-have per ogni appassionato di guerra o di simulatori di volo munito di Nintendo Switch. Purtroppo però qualcosa sembra essere andato storto: sebbene Pacific Carriers - il capitolo più recente della raccolta - appaia sensibilmente meno desueto e malconcio del collega Secret Wars, il bilancio complessivo di questa operazione commerciale resta pressoché disastroso, affossato senza appello da un mission design povero e incerto, palesemente ancorato a stilemi ludici ormai desueti e fondamentalmente incompatibili con un mercato in continua evoluzione come quello del nostro medium preferito. Purtroppo siamo di fronte a una raccolta decisamente insipida, che potrebbe risultare indigesta anche per i fan più accaniti dei "simulatori di volo bellici" di stampo arcade.

    Volo a bassa quota

    Le note positive arrivano quasi tutte dalla mole contenutistica messa in campo dai due giochi. L'assortimento è pressoché perfetto, e combinando le campagne di entrambi (che in digitale possono comunque essere acquistati anche in maniera disgiunta e indipendente) ci troveremmo sommersi da una valanga di missioni che abbracciano entrambe le guerre mondiali, e non solo.

    Pacific Carriers prevede addirittura una doppia campagna speculare, che affonda le proprie radici nello scontro tra Giappone e Stati Uniti durante la guerra del Pacifico, resa famosa soprattutto dalla battaglia di Pearl Harbor. Air Conflicts: Secret Wars, il capitolo più datato della coppia, presenta invece una struttura più tradizionale e lineare, la quale oltre ad abbracciare entrambi i conflitti mondiali, cerca di mettere in campo, con l'ausilio della protagonista "DeeDee", una narrazione meno canonica e stereotipata, in cui ben 49 missioni sono unite da un filone narrativo gestito interamente attraverso scene d'intermezzo animate con lo stile tipico delle graphic novel. Sfortunatamente niente di tutto ciò che vi abbiamo elencato finora riesce a funzionare come dovrebbe: le missioni saranno anche numerosissime e le rispettive campagne estremamente longeve, ma entrambi i prodotti presentano evidenti problemi di bilanciamento.

    Secret Wars ha dalla sua l'immediatezza di un sistema di controllo prettamente arcade e senza troppi fronzoli, ma riesce a sbagliare clamorosamente tutta la prima porzione della campagna. Le missioni introduttive sono fin troppo semplici e poco ispirate, e spesso finiscono quasi per annoiare il giocatore. Si passa con disinvoltura da brevi e poco incisivi scontri a fuoco a missioni stealth a tratti incomprensibili, che al primo errore si trasformano istantaneamente nella classica guerra all'ultimo colpo di mitragliatrice.

    Altro aspetto critico è quello legato alla difficoltà, mediamente troppo bassa per garantire un tasso di sfida adeguato e ben bilanciato. Il nostro consiglio è quello di partire fin da subito scegliendo la modalità più difficile tra quelle disponibili. Discorso ben diverso per Air Conflicts: Pacific Carriers, che invece appare più complesso da gestire, macchinoso nell'approccio e nell'esecuzione.

    La proposta più giovane (ha solo 7 anni) della raccolta presenta inoltre un doppio sistema di controllo: uno prettamente arcade - simile a quello del predecessore ma non altrettanto banale - e uno teoricamente più simulativo. Non lasciatevi fuorviare dalla cosa, tuttavia, perché stiamo sempre e comunque parlando di giochi dichiaratamente arcade: di fatto, giocando non siamo neanche stati in grado di comprendere a pieno la differenza.

    Il divario tra i due prodotti è comunque abissale: prima di addentrarci nelle isole del pacifico verremo catapultati in un tutorial abbastanza denso, composto da numerosi step e privo di checkpoint intermedi. Per un errore nell'ultima fase della "missione", ad esempio, ci siamo ritrovati a dover ripetere circa venti (soporiferi) minuti di addestramento.

    Dopo un gioco sbrigativo e - almeno nelle fasi iniziali - conciso come Secret Wars, gli sviluppatori sembrano aver pensato bene di invertire la tendenza, impegnando il giocare in missioni mediamente lunghe e tediose. Gli obiettivi, tra l'altro, in alcuni frangenti riescono a risultare persino più ripetitivi di quelli del predecessore. Si tratta come sempre di affondare questa o quella portaerei, distruggere qualche struttura particolare oppure abbattere un certo numero di bersagli. Il risultato è un gioco sicuramente migliore di Secret Wars, eppure ampiamente insufficiente: ricco di spunti interessanti penalizzati purtroppo da un'esecuzione approssimativa. Tecnicamente parlando, entrambi i titoli mostrano inequivocabilmente la propria veneranda età. Sono produzioni progettate più di sette anni fa, e si vede in ogni singolo fotogramma. Per quanto Switch non sia una delle console più potenti sul mercato, in questo caso non sembra certo essere quello il problema. I fondali sono inesistenti, ed il mondo di gioco è formato soltanto da enormi distese di desolazione. I modelli degli aerei sono forse l'unico elemento che riesce a salvarsi dalla mediocrità, ma neanche loro brillano particolarmente per definizione e numero di poligoni.

    A rendere il quadro ancora più disastroso ci pensa la presenza di un aliasing , ben visibile sia in modalità portatile che su TV. Neanche il comparto audio, teoricamente fondamentale per aumentare l'immersione, non pare in grado di lasciare il segno. Insomma, l'unico aspetto piuttosto solido è il framerate, sempre stabile anche quando il numero di elementi a schermo inizia a salire un po'.

    Decisamente gradita, infine, l'inclusione di una consistenza componente multiplayer: entrambi i giochi hanno svariate modalità dedicate al multigiocatore online, sebbene la varietà, anche in questo caso, non sia affatto ai massimi livelli.

    Air Conflicts Collection Air Conflicts CollectionVersione Analizzata Nintendo SwitchLa Air Conflicts Collection è un prodotto vecchio, visibilmente arretrato sia dal punto di vista tecnico che da quello ludico. Sebbene possano contare su un quantitativo di velivoli degno di nota e su campagne single player articolate e corpose, entrambe le produzioni sono ben lontane dalla sufficienza. Anche riuscendo a chiudere un occhio sul fatiscente comparto tecnico, risulta difficile non restare contrariati di fronte a un design delle missioni poco ispirato, alla lentezza della campagna di Pacific Carriers e alle iper-semplificate missioni mordi e fuggi di Secret Wars. Inutile girarci intorno: questa raccolta non è riuscita a salvarsi da un atterraggio disastroso.

    4.8

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