Recensione Alias

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Recensione Alias
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Pc
  • Alias

    Liberamente tratto
    dalle vicende di una serie televisiva di dubbio successo americano e (quasi)
    totale anonimato peninsulare, Alias giunge tuttavia in Italia senza la pretesa
    di arricchire in alcun modo il panorama della ludicità odierna. Come la serie
    originale sembra collocarsi in un incostante limbo fra Thriller e Azione, così
    il titolo per console mescola con ben poca sapienza l'eredità consolidata degli
    Stealth Game con qualche sconclusionato combattimento dall'esasperante
    facilità. Le vicende raccontate nel titolo, come ovvio, collocandosi attorno
    alla ventesima puntata della scorsa serie del Telefilm, ben poco potranno essere
    apprezzate da chi non segue regolarmente gli episodi. Personaggi e interpreti,
    con relative voci originali, non avranno molto da dire agli acquirenti del
    titolo che non conoscono l'opera di J.J. Abrams, così come la trama,
    confusionaria e lasciata nell'impossibilità di comprendere ogni riferimento
    contestuale. Poco male, certo, se le meccaniche e l'aspetto visivo del gioco lo
    elevassero dalla folta schiera di produzioni troppo costose anche per gli
    aficionados del genere. La mobilità che contraddistingue le movenze di Sydney
    Bristow, protagonista del gioco, contano di una serie ormai esaurita di
    soluzioni ludiche. Finanche a sprofondare nella noia: strisciare, camminare di
    soppiatto, eseguire qualche “Stealth Kill” alla maniera di “The Mark of Kri”. E
    sebbene in quest'ultimo aspetto l'eleganza e la precisione di movimento,
    affiancate ad una varietà stilistica comunque apprezzabile siano aspetti
    lodevoli, solo di ciò consiste l'unica fortuna che tocca da Alias nel campo
    della furtività d'esecuzione. Difatti, la totale assenza di sfida mina
    costantemente il divertimento: l'IA dei nemici sembra progettata per facilitare
    al massimo il compito del giocatore, e la loro sensibilità visiva e auditiva li
    rende nient'altro che inermi masse di carne semoventi. Probabilmente, dopo
    pochi livelli, il giocatore cercherà di trovare una minaccia più costante nelle
    capacità fisiche degli avversari. Tuttavia, dovrà presto rendersi conto che
    anche l'aspetto più puramente dedicato al combattimento rimane appena abbozzato
    e dannatamente impreciso. Senza contare che uno scontro a mani nude (o armate)
    assolve con massima funzionalità il compito di portarvi al termine dell'area
    designata, senza per questo aumentare in grado di sfida e, anzi, facendovi
    guadagnare del tempo; il meccanismo di attacco, definito in base all'ambiente
    circostante e controllato tramite la pressione (casuale) di due soli tasti, è
    sfuggevole e mai riconducibile ad una logica strategica d'azione. All'attacco
    classico (che alterna pugni e calci in una sequenza spesso indeterminabile), si
    aggiunge un attacco speciale, per cui Sydney è in rado di afferrare
    l'avversario, scagliarlo contro pareti o colpirlo con efferata violenza. Anche
    quest'ultimo, tuttavia, risulta rispondere a dei parametri che solo il genio
    (?) creatore del gioco può permettersi di comprendere appieno. Non resta che
    affidarsi alle meraviglie delle armi occasionali: un buon arsenale, in cui ogni
    pezzo è assaltato da graduale logoramento, costringendo il giocatore ad una
    continua ricerca. In definitiva, Alias non propone alcuno spunto interessante, e
    non aggiunge alcuna opzione a quelle, ormai svalutate, che accorrono a formare
    il gameplay dell'80% di action game recentemente concepiti. Per di più, Alias
    risulta fin troppo facile, anche in mani non troppo esperte. Nelle dieci ore di
    gioco che Activision offre, quindi, sarà poco probabile che i veterani del
    genere provino il benché minimo divertimento. A livello tecnico, Alias si
    conforma alla norma di scarsa creatività e opportunità che ormai sembra
    appartenergli. Benché le strutture poligonali siano costruite con attenzione e,
    se del caso, animate più o meno fluidamente, la resa grafica finale non regge il
    confronto con i tempi. Le texture sono poco ispirate, e illuminate da effetti
    per niente brillanti. La colonna sonora che accompagna le sparute sequenze di
    dubbia furtività non è in grado di emozionare, né di sottolineare, come le
    sarebbe spettato, la tensione che certe situazione avrebbero dovuto trasmettere.
    La campionatura degli effetti è, infine, ben misera. Persino il vetusto Time
    Crisis 2 presentava al tempo una varietà di suoni metallici e esplosioni che
    può, in ogni situazione, surclassare ogni opzione sonora di Alias. E' dunque
    inevitabile un giudizio complessivo avvicinabile appena alla sufficienza, almeno
    per coloro che non riescono a stare lontani dall'azione. Chi cerca novità o
    sfida, invece, può senz'altro considerare insoddisfacente la produzione. Alias
    avrebbe avuto senso di essere esportato, con infinite riserve e dubbi, se
    l'utenza italiana avesse accolto con furore la serie televisiva. La situazione
    in cui è proposto, invece, getta una solida ombra sulla sua effettiva ragion
    d'essere.

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