Aliens Fireteam Elite Recensione: un frenetico sparatutto co-op

Analizziamo la versione finale di Aliens Fireteam Elite, lo sparatutto cooperativo nel quale si affrontano orde di Sintetici e Xenomorfi.

Aliens Fireteam Elite
Recensione: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • È trascorso solo un mese dal 35° anniversario di Aliens, la pellicola cinematografica scritta e diretta da James Cameron (regista noto anche per aver realizzato Titanic e Avatar) che in quel lontano 18 luglio 1986 è arrivata nelle sale americane per poi giungere anche in Italia il successivo ottobre con il sottotitolo Scontro finale. Se il mondo dei fumetti ha celebrato tale evento con Aliens Aftermath (pubblicato da Marvel) e Nerf ha annunciato l'arrivo di una replica giocattolosa dell'iconico fucile d'assalto, anche l'industria videoludica ha dedicato al brand un nuovo videogioco sviluppato da Cold Iron Studios e distribuito da Focus Home Interactive, ovvero Aliens Fireteam Elite.

    Il titolo in questione fa parte dei numerosi prodotti più recenti che puntano a riproporre una struttura di gioco basata sulla cooperazione in stile Left 4 Dead e tra i quali troviamo anche Back 4 Blood e Anacrusis (Lo sapevate? Back 4 Blood sarà su Xbox Game Pass a lancio). Dopo un primo contatto con una versione non definitiva del gioco che ci ha permesso di completare solo una fetta della campagna, abbiamo finalmente messo le mani sul titolo completo e possiamo svelarvene pregi e difetti.

    Sì, escono proprio dalle fo**ute pareti

    Sono trascorsi 23 anni dagli avvenimenti narrati in Aliens 3 e a bordo della USS Endeavour arriva una strana richiesta d'aiuto da Katanga, la stazione spaziale che funge anche da raffineria e sulla quale sta accadendo qualcosa. È così che la nostra squadra di Colonial Marines alle prime armi si ritroverà a gestire una minaccia inaspettata e pericolosa che li porterà fino al cuore del complesso. Il giocatore vestirà i panni di un novellino che può essere creato attraverso un editor piuttosto superficiale e le cui scelte possono essere modificate in qualsiasi momento del gioco, persino quelle legate al sesso.

    Conclusa la fase ‘preparatoria', possiamo subito iniziare la campagna di questo sparatutto in terza persona, la quale può essere giocata sia in compagnia di altri due giocatori che di due Sintetici controllati dall'intelligenza artificiale - il cui contributo è relativamente inutile se non alla difficoltà più bassa. Già al momento della selezione della prima missione possiamo notare una peculiarità di questo Aliens Fireteam Elite: ciascun atto della storia principale ha un livello equipaggiamento consigliato e, proprio come in Destiny o in The Division, tale valore è strettamente legato al livello delle armi impugnate, agli accessori montati sulle bocche da fuoco e alle mod della classe.

    Tra una partita e l'altra il nostro Colonial Marine può infatti modificare la classe d'appartenenza tra Demolitore, Dottore, Mitragliere, Ingegnere e Ricognitore (quest'ultima si sblocca solo al completamento della campagna): ciascuna di esse dispone di un livello esperienza individuale che amplia progressivamente il numero di slot disponibili su una griglia, la quale può essere riempita dal giocatore con mod che alterano le abilità, migliorano l'efficacia di alcune classi di armi e così via.

    Oltre a disporre di abilità uniche che possono contribuire sia all'eliminazione di Xenomorfi e ostili di varia natura o supportare il team, le classi hanno anche piccole differenze in termini di armi utilizzabili. È qui che iniziano ad emergere i problemi di bilanciamento di Aliens Fireteam Elite che, al netto di una discreta realizzazione di ciascuna classe, non riesce a rendere adeguatamente utili in combattimento tutte quelle disponibili. Proprio come nella versione di prova che abbiamo giocato qualche settimana fa, il Demolitore continua ad essere una furia a base di proiettili e ignoranza, poiché è l'unico capace di imbracciare armi pesanti come il lanciarazzi o la devastante minigun, molto divertente da utilizzare nelle situazioni più caotiche. In un titolo che spedisce verso il giocatore decine di nemici è difficile contrastare la minaccia che ci si trova di fronte solo con una mitraglietta o un fucile a pompa e, di conseguenza, alcune classi non riescono a tenere il passo rispetto ad altre.

    Tali differenze emergono soprattutto alle difficoltà più basse, quando non vi è necessità costante delle abilità di supporto come quelle di Dottore e Ricognitore e non si può chiedere di meglio che una maggiore potenza di fuoco. In ogni caso il primo completamento della campagna, divisa in quattro atti da tre missioni l'uno, non può essere svolto alle difficoltà più alte sia perché sono bloccate, sia perché richiederebbero equipaggiamento che si ottiene solo dopo diverse ore di gioco.

    Il problema è che, giunti alla fine per la prima volta dopo le circa quattro/cinque ore richieste in base alle abilità del team, i motivi che spingono il giocatore a rivivere l'avventura non sono molti e ciò dipende in buona parte da una serie di scelte poco virtuose da parte di Cold Iron Studios. Sebbene vi sia un cambio di setting in ciascun atto con tre diverse ‘razze' di nemici (di cui non vi sveleremo l'ultima per evitare qualsiasi tipo di spoiler), la campagna di Aliens Fireteam Elite è quanto di più lineare possa esserci e a ben poco servono i piccoli accorgimenti messi in atto dal team di sviluppo come, ad esempio, la presenza di incontri casuali nei percorsi che intercorrono tra un'orda e l'altra.

    Al netto delle problematiche legate al bilanciamento, Aliens Fireteam Elite riesce a divertire, soprattutto se si gioca in compagnia di amici. Le armi, presenti in generosa quantità, vengono supportate da un gunplay arcade piacevole e da una discreta profondità nel sistema di personalizzazione delle armi. Il tutto si traduce in un'esperienza non memorabile ma perfetta per trascorrere del tempo in spensieratezza imbracciando armi automatiche e facendo fuoco su sciami di Xenomorfi.

    La stessa IA, seppur non perfetta, dà vita talvolta a situazioni bizzarre grazie al posizionamento randomico di alcune creature più pericolose in angoli bui della mappa, così che possano avvolgerli in una letale presa alla prima distrazione e, alle difficoltà più alte, mettere a repentaglio l'esito della missione.

    Sempre a proposito di intelligenza artificiale, di tanto in tanto ci si imbatte anche nei droni, ovvero quegli Alien che hanno un approccio al combattimento più subdolo rispetto a quello dei loro compagni e adorano la tattica della toccata e fuga: questi nemici sbucano dai condotti, attaccano i Colonial Marine e poi fanno ritorno nella loro tana, destabilizzando il gruppo mentre è intento ad annientare decine di nemici più fragili.

    Il buon gameplay del gioco non viene però esaltato dalla struttura delle missioni, che alternano lunghi corridoi a stanze più ampie nelle quali attivare un dispositivo e poi combattere un'orda di Sintetici, Xenomorfi e chi più ne ha più ne metta. Se con gli Xenomorfi e il terzo gruppo di nemici si tende ad avere un approccio al combattimento più aggressivo, movimentato e a tratti anche piuttosto divertente per via di alcune tipologie di avversari che braccano il giocatore, la situazione peggiora con l'arrivo degli androidi: tutti i conflitti a fuoco che coinvolgono i nemici robotici trasformano il gioco in un classico third person shooter.

    Mancano però situazioni in grado di spezzare in parte la monotonia o che richiedano la collaborazione dei giocatori per scortare un obiettivo, interagire con lo scenario o eliminare i nemici tramite l'utilizzo di postazioni o veicoli. Il gioco propone situazioni pressoché identiche dal primo all'ultimo minuto. A proposito dell'ultimo minuto, non possiamo che dirci estremamente delusi dalla conclusione dell'avventura, la quale è di fatto un "non finale": eviteremo di addentrarci nella questione per chi non vuole alcun tipo di spoiler, ma la totale assenza di un boss finale o di un filmato conclusivo ci hanno letteralmente spiazzato al punto da rigiocare l'intera missione finale per comprendere se si trattasse o meno di un bug.

    Una carta giocata male

    La stessa meccanica delle Carte Sfida, purtroppo, non riesce ad avere un impatto tale sul gameplay da incidere sulla rigiocabilità. Abbiamo giocato ad Aliens Fireteam Elite abbastanza da completare diverse sfide giornaliere e settimanali per poi investire tutti i proventi nell'acquisto di pacchetti di carte: purtroppo la gran quantità di mod sbloccate ci ha permesso di scoprire la scarsa inventiva degli sviluppatori, i quali non hanno dedicato la giusta attenzione ad una componente del gioco che avrebbe potuto almeno in parte risollevarne le sorti.

    La stragrande maggioranza delle Carte Sfida non è altro che un modificatore di difficoltà: molte si limitano ad alterare il livello di sfida o a ridurre il set di armi e abilità disponibili. Troviamo poi una carta che applica un filtro grafico alla missione, ma nulla di rilevante ai fini del gameplay; le poche che trasformano i nemici e ne aumentano la pericolosità tendono solo a rendere l'esperienza di gioco più frustrante.

    Abbiamo addirittura individuato una carta che gli sviluppatori hanno inserito come ‘malus' (ci si rende conto che appartiene a tale categoria dalla presenza di crediti ed esperienza extra), ma che di fatto ci ha sensibilmente potenziati grazie all'aumento dei danni e alla riduzione della cadenza di fuoco che, applicata alle armi automatiche, ha reso il nostro Demolitore una furia inarrestabile. Insomma, quello che sembrava essere uno dei punti di forza del gioco non è affatto un perno dell'esperienza e difficilmente vi verrà voglia di rigiocare un livello solo per provare l'effetto di una delle Carte Sfida. A provare ad aggiungere qualche ora extra ci pensa poi la modalità Orda, accessibile solo dopo il termine della campagna principale. In simile attività collaterale si affronta una corposa quantità di nemici sempre al fianco di amici o bot, ma in questo caso non vi è la possibilità di attivare le Carte Sfida.

    Bello a metà

    Il nostro test del gioco è avvenuto su una Xbox Series X, console sulla quale Aliens Fireteam Elite si è comportato egregiamente per quello che riguarda la fluidità, dal momento che l'azione si svolgeva senza alcun tipo di impuntamento grazie ad un framerate stabile a 60 fotogrammi al secondo.

    Non possiamo dire lo stesso del comparto grafico, purtroppo ancorato alla scorsa generazione per tutto quello che riguarda la complessità poligonale, l'illuminazione e, più in generale, il supporto a tecnologie come il Ray Tracing e il DLSS (assenti entrambi su PC per chi possiede una GPU Nvidia).

    Se il level design risulta essere piatto per l'intero arco della campagna, bisogna ammettere che la direzione artistica riesce a proporre qualcosa di interessante nella seconda metà dell'avventura grazie ad ambientazioni più suggestive dal punto di vista puramente estetico. Anche per quello che concerne l'aspetto dei nemici non sono stati messi in atto sforzi visibili e per la quasi totalità dei casi ci si ritrova di fronte a creature il cui design è pressoché identico a quello delle opere di riferimento, senza alcun guizzo di creatività che avrebbe potuto dar vita a nemici unici. Non è chiaro se tale limite del gioco sia dovuto a paletti imposti dai licenziatari, ma ci saremmo aspettati qualcosa di più in tal senso.

    Aliens Fireteam Elite Aliens Fireteam EliteVersione Analizzata Xbox Series XAliens Fireteam Elite è uno sparatutto cooperativo senza infamia e senza lode che, ad un prezzo budget, permette di trascorrere qualche ora immersi nelle atmosfere tipiche delle pellicole a base di Xenomorfi in compagnia di un paio di amici. Non aspettatevi però un prodotto in grado di intrattenervi a lungo a causa di una ripetitività di fondo e ad una scarsa varietà di situazioni che tende a stancare piuttosto in fretta, senza contare la presenza di un'IA alleata tutt'altro che perfetta, la quale rende il titolo difficilmente godibile per chi vuole vivere l'esperienza in solitaria. La speranza è che i contenuti aggiuntivi gratuiti promessi dal team possano in qualche modo rivitalizzare il prodotto e magari rendere giustizia al sistema delle Carte Sfida.

    6.8

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