Recensione American Conquest: Divided Nation

Per chi crede che la storia non si ripeta mai...

Recensione American Conquest: Divided Nation
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  • Nel 2003 CDV, passata alla storia per la serie “Cossaks”, immise sul mercato il primo prodotto della serie “American Conquest”, uno strategico con componente simulativa abbastanza elaborata, che riprendeva le vicende storiche della guerra civile americana con uno stile tutto suo. Il titolo ebbe un successo notevole ma la mancanza di espansioni corpose, modification da parte degli utenti e cura da parte della stessa software house, finirono col far dimenticare l’ esistenza del titolo stesso. Dopo 3 anni di silenzio, CDV ha deciso di pubblicare un seguito della serie, che in realtà potrebbe essere definito come espansione sempre attesa e mai ottenuta. CDV quindi ripresenta la guerra civile americana tramite il suo nuovo titolo: American Conquest: Divided Nation

    Fuoco alle polveri!

    La cosa che noteremo abbastanza presto giocando a questo titolo è la decisione della Casa di sviluppo di mantenere le linee guida del primo American Conquest, comunque a vantaggio del gameplay che ha subito maggiori attenzioni durante lo sviluppo del titolo.
    Per la componente single player del gioco potremo cimentarci sin da subito nella modalità storia o optare per la modalità skirmish presente ormai in ogni titolo del genere. La modalità storia è la principale di tutto il gioco e ci metterà nei panni dei più famosi comandanti della guerra civile americana, facendoci rivivere situazioni realmente accadute e fedelmente ricostruite dagli sviluppatori. La maggior parte degli scenari che affronteremo avrà come obiettivo la totale sconfitta del nemico tramite ritirata o annientamento delle truppe avversarie, o la conquista di punti strategici all’ interno della mappa e la loro successiva difesa. Le unità a disposizione per la battaglia saranno molte e andranno dal semplice pioniere alle unità a cavallo corazzate, fino ai cannoni e all’ artiglieria pesante, mentre le nazioni a disposizione saranno 5 (Confederati, Forze dell’ Unione, Messico, Texas e soldati Americani di New Orleans)
    Per quanto riguarda la modalità skirmish le cose sono ben diverse: non dovremo più limitarci a dare ordini alle unità dicendo loro dove sparare ma, dopo aver creato uno scenario personalizzabile ai minimi termini tramite un semplice editor, cureremo anche la parte strategica e sociale del gioco, caratterizzata da edifici da costruire e avanzamenti tecnologici da sfruttare per migliorare le nostre truppe e la nostra città. Giocando questa modalità potremo assaporare la parte del titolo che più si avvicina ai classici del genere, come Age of Empires e Cossaks.
    Rispetto al primo American Conquest sono molte le innovazioni a livello di gameplay, anche se non tutte sono state introdotte in modo tale da permettere al giocatore di gustarle pienamente. La prima componente ad aver subito "danni" è l’ intelligenza artificiale, che non è stata curata abbastanza da fornire il realismo consono alle unità in campo: durante il gioco vedremo le nostre unità cominciare a sparare alla fauna locale senza motivo o fermarsi a sparare a vuoto rischiando anche di danneggiare edifici o unità alleate.
    A parte questo piccolo problema di intelligenza artificiale l’ unico colossale errore compiuto dalla software house è stato quello di mantenere la stessa grafica del menù del primo American Conquest, che a risoluzioni molto alte risulta abbastanza difficile da “interpretare", specialmente per i neofiti del genere, causa una eccessiva riduzione delle scritte.
    Molto ben curata, invece, è la componente tattica e militare del gioco: ogni esercito avrà unità specializzate nei vari compiti, che possono spaziare dalla costruzione di edifici militari al comando di interi battaglioni di soldati, all’uso dell’ artiglieria.
    Tra le varie novità possiamo trovare la possibilità di costruire accampamenti per le truppe comprensivi di ospedali da campo e cucine anche se -ospedale a parte- risultano abbastanza futili ai fini stessi del gioco.
    Un altro miglioramento di Divided Nation è certamente dato dalla la possibilità di condurre le proprie unità nel modo più tattico possibile attraverso varie formazioni da guerra e comandi speciali, eseguibili dagli ufficiali di linea e dai comandanti a cavallo, dettaglio che contribuisce ad aumentare il realismo del titolo.
    Il gameplay quindi ha subito vari cambiamenti, alcuni buoni alcuni meno buoni, ma sicuramente mantiene intatto lo stile di gioco che ha caratterizzato e reso famosa la serie, dando al titolo nuova enfasi e appagando le richieste di tutti i fan degli strategici targati CDV.

    Mai visti nordisti multiplayer...

    Per quanto riguarda la componente multiplayer del gioco non ci sono innovazioni molto significative rispetto agli altri titoli del genere. Le modalità giocabili sono le solite e vanno dal cattura la bandiera alla modalità cooperativa, fino al puro deathmatch. Potranno essere affrontate sfidando da 2 a 8 giocatori. Il sistema di gioco multy è molto ben curato ed offre lo stesso sistema a lobby già visto nei titoli Ubisoft.
    Uno difetto degno di nota è dato da una pesante non curanza nella programmazione del codice per il gioco via LAN: spesso si inciampa in errori che portano al prematuro ritorno al desktop e, nei casi più gravi, anche a pesanti crash di sistema: ci auguriamo che gli sviluppatori rilascino quanto prima una patch per risolvere questi fastidiosi bug.


    L’ aspetto che lascia più perplessi è la decisione degli sviluppatori di non modificare in nessuna delle sue parti il motore grafico, che è rimasto invariato in ogni sua forma ed ha subito solo i cambiamenti necessari all’ introduzione di nuovi edifici e unità. Questa non è una decisione del tutto insensata, infatti le unità in movimento sullo schermo potranno arrivare ad essere 16.000 mettendo a dura prova anche i computer più moderni.
    Non ci sono quindi molte novità a livello tecnico: i soliti fondali 2D arricchiti dalle stesse texture di sempre.
    Per quanto riguarda l’ audio e la colonna sonora invece non c’è nulla di cui lamentarsi: è stato introdotto il supporto EAX 2.0 con hardware 3D e la colonna sonora contiene i temi originali che tutti abbiamo fischiettato almeno una volta nella vita.

    American Conquest: Divided Nation American Conquest: Divided NationVersione Analizzata PCAmerican Conquest: Divided Nation non è di certo un titolo che segnerà la storia del genere, ma sicuramente ci può dimostrare come un gameplay ben curato possa sopperire alla mancanza di un motore grafico all’ avanguardia e ad alcuni “bug” che il motore stesso si porta avanti fin dalla prima versione. Anche questa volta CDV ha messo in commercio un prodotto valido sotto molti punti di vista, che gli amanti della strategia e della tattica potranno giocare in tutta tranquillità ma che gli estimatori di super motori grafici come quelli di Half Life 2, F.E.A.R. e Doom3 non gradiranno in pieno.

    6.8

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