Anno 1800 Recensione: la rivoluzione industriale secondo Blue Byte

La serie Anno torna finalmente al contesto storico dopo le declinazioni futuristiche degli scorsi episodi. La rivoluzione industriale avrà portato bene?

Anno 1800 Recensione: la rivoluzione industriale secondo Blue Byte
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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Nove è un numero magico per i ragazzi di Blue Byte; una sorta di augurio alla buona riuscita della loro nuova creatura.
    Il nove, nella simbologia numerologica rappresenta l'inizio e la fine di tutto. Un ciclo che si completa, morendo e rinascendo senza soluzione di continuità. Da dove deriva questo numero, visto che stiamo parlando di Anno 1800? Beh, basta fare la somma dei numeri che ne compongono la cifra. Il medesimo risultato lo avrete sommando quelle di ogni singolo episodio uscito sino a oggi, da Anno 1602 a 2205 fino, ovviamente, alla nuovissima declinazione della celeberrima serie pubblicata da Ubisoft. Un vezzo scaramantico, per i ragazzi di Blue Byte (in cui, peraltro, sono tornati un bel po' di sviluppatori della vecchia guardia), che ha quasi sempre portato bene.

    Sono passati ormai più di vent'anni dalla prima release e, se togliamo qualche proposta meno efficace, la serie gode di un ottimo seguito tra gli appassionati costruttori di città virtuali. La commistione tra meccaniche gestionali e contesto storico ha infatti sempre prodotto un'attrattiva non indifferente nei giocatori, ad eccezione, forse, della recente incursione nei lidi futuristici di Anno 2205 e 2070. Per il loro nuovo capitolo, però, il team di sviluppo si è preso un po' di tempo al fine di esplorare le potenzialità offerte dal ritorno al contesto storico e, nel 2017 alla GamesCom di Colonia ci hanno sorpreso con l'annuncio di Anno 1800. La nuova epoca sarà coincisa con un ritorno in grande stile dei Blue Byte?

    In bilico tra passato e futuro

    Siamo abituati a leggere il termine "rivoluzione industriale" nei libri di storia, spesso sottostimando ciò che ha comportato per l'intero pianeta. Come sappiamo, fu un lungo e tumultuoso periodo caratterizzato da incontenibili stravolgimenti economici, sociali e produttivi che ha tracciato una linea di demarcazione netta tra un passato prettamente agricolo e commerciale ed un futuro fatto di repentine innovazioni, ma anche di grande instabilità. Inoltre, il progresso non giunse - o si diffuse - in maniera uniforme in ogni paese, né negli stessi settori economico-produttivi.
    La sfida per i ragazzi di Blue Byte quindi era abbastanza gravosa: fondere due anime agli antipodi. Rendere insomma tangibile e trasmettere al giocatore una commistione tra passato e futuro quanto più coerente e precisa possibile pur mantenendo un'impostazione gestionale tradizionale. E, in base a quanto abbiamo potuto vedere, sono riusciti nel loro intento.
    Nel corso delle molte ore trascorse in compagnia del titolo targato Ubisoft abbiamo toccato con mano l'avvento della rivoluzione industriale, osservato in che modo la società della nostra città si è evoluta sotto ai nostri occhi e sperimentato l'introduzione delle innovazioni tecniche che ne hanno reso possibile il mutamento.
    Anno 1800, in un certo senso, rappresenta un ritorno alle origini per il team di sviluppo ma anche una piacevole novità sotto il profilo della profondità e della cura riposta nello studio delle meccaniche ludiche. Passato e futuro che si intrecciano, per l'appunto.

    Per tutti coloro che non avessero mai avuto l'opportunità di provare un episodio della saga, Anno è fondamentalmente un "city builder" in cui il giocatore ha il compito di fondare una propria città, amministrarla tenendo in debita considerazione parametri come l'economia, la felicità della popolazione, l'espansione territoriale e così via.

    Al contrario di altri colleghi, la serie si è sempre distinta per accessibilità e "leggerezza". Per questo la decisione di voler approcciare e rendere fruibile un periodo storico così tumultuoso e sfaccettato come quello dell'industrializzazione ha comportato l'assunzione di un serio rischio.
    Ciò nonostante, il team di sviluppo è riuscito a raccontarlo senza dover scendere a patti, mantenendo il proprio stile caratteristico fatto di toni leggeri e comparto estetico tondo e gioviale senza per questo rinunciare alla coerenza storica e alla complessità gestionale.

    Torno in patria da reietto

    Anno 1800 accoglie il giocatore con una buona varietà contenutistica. Anzitutto, una campagna single player che, a parer nostro, sarebbe un errore sottovalutare considerandola un mero e superficiale contorno rispetto alle portate principali. Certo è molto utile per apprendere i rudimenti del buon governo, assimilando tutte le informazioni necessarie per cavarsela in altre modalità, ma anche godersi il canovaccio narrativo imbastito rappresenta un piacevole passatempo, condito di missioni secondarie date dagli altri attori comandati dall'IA oppure dagli stessi abitanti (che vi ricompenseranno con oggetti interessanti), in grado di arricchire l'esperienza di gioco.
    Le vicende del nostro alter ego sono quanto di più "vittoriano" possiate immaginare: una immane tragedia familiare ci costringe, richiamati dalla nostra cara e disperata sorella, a tornare velocemente in patria per cercare di risanare le sorti dell'impero commerciale (nonché il buon nome) della famiglia ormai a pezzi e invisa alla corona.

    Il nostro primo insediamento, dunque, non può che poggiare su premesse davvero svantaggiose: difficoltà finanziarie, grossi debiti e assenza totale di infrastrutture.
    Ai ragazzi di Blue Byte va riconosciuto il merito di aver concertato una narrazione semplice ma efficace, in grado di tessere un filo conduttore robusto su cui ancorare l'intrattenimento e la necessità di farci scoprire (e testare) in maniera puntuale e senza grossi scogli tutte le feature del titolo. Attraverso il racconto, infatti, si approfondisce l'iter costruttivo e produttivo del proprio insediamento; si entra in contatto con la componente esplorativa e diplomatica; si comprendono meglio le dinamiche sociali. Soprattutto, nel corso della campagna si impara la difficile arte dell'equilibrio.

    Cos'è il genio se non equilibrio sul bordo dell'impossibile?

    Sia che si affronti la campagna single player, sia che ci si butti a capofitto nella modalità sandbox o nella "competizione" online (a cui dedicheremo uno speciale più approfondito non appena i server saranno popolati a sufficienza) la corretta gestione della città passa attraverso la lettura delle innumerevoli esigenze dei nostri cittadini.
    Per avere successo in Anno 1800, come abbiamo già anticipato, questa operazione non può prescindere dalla comprensione del periodo storico di riferimento. Il primo agglomerato di case che erigiamo, infatti, è composto da umili baracche, adatte a ospitare una forza lavoro prevalentemente agricola, priva di esigenze ricercate. Iniziando a produrre o a commerciare con altre realtà è possibile fornire maggiori servizi ai cittadini.

    Di conseguenza il benessere inizia ad aumentare, così come i "nuovi" bisogni degli abitanti, chiaramente, legati a catene produttive del tutto inedite e molto più complesse rispetto alle esigenze di base.
    Fortunatamente, il team di sviluppo ha studiato un'interfaccia accessibile, chiara e sempre precisa, che permette di comprendere l'iter per ogni bene e di cosa abbiamo bisogno per poterlo produrre. Giusto per fare un esempio, per avere la carne in scatola (uno dei prodotti delle classi più abbienti, gli artigiani) servirà un allevamento di bovini per il manzo, una piantagione di peperoni, una fabbrica in cui produrre lo stufato ed una, invece, dove assemblare le lattine che lo dovranno contenere.

    I primi abitanti quindi "cedono" velocemente il passo a un nuovo tipo di manodopera; le case si espandono accogliendo lavoratori sempre più specializzati e desiderosi di migliorare il proprio status sociale. Così facendo, però, si rischia che venga a mancare la base della piramide e che tutto crolli come un castello di carte.
    Come dicevamo, è una questione di equilibrio: trasformate i contadini in artigiani o imprenditori e i campi rimarranno deserti. I complessi manifatturieri più grandi richiederanno infatti decine di lavoratori specializzati, quindi sarà di fondamentale importanza curare anche la forza lavoro "base" con cui mantenerli.

    Il compito è tutt'altro che facile, anche se è possibile fare evolvere casa per casa, evitando carenze improvvise, scegliendo il momento giusto per l'upgrade. Tutto questo ha un'influenza diretta sulle finanze e sulle risorse da allocare tra mantenimento e commercio. Un solo passo falso e ci si può ritrovare alle prese con un crack finanziario, oppure con tumulti, scioperi e rivolte sindacali da domare con metodi violenti. Le magie del progresso.

    Carta stampata e turismo

    Anno 1800 diviene dunque più complesso, stratificato e storicamente coerente nelle fasi avanzate, quando il denso fumo delle fabbriche inizia ad appestare le periferie in cui si ammassano lavoratori sfruttati e sottopagati, tutto per il dio denaro. Avere un'economia fiorente fatta di fabbriche e campi coltivati non è però l'unica garanzia per assicurare benessere e felicità ai propri cittadini.
    Nell'Ottocento si sviluppa per la prima volta il concetto di "turismo", un parametro che il team non ha tralasciato. Possiamo lavorare infatti sull'attrattiva della città, delocalizzando le industrie in zone lontane, limitando l'inquinamento e la volgarità in città, costruire attracchi per navi di turisti in visita, organizzare fiere e feste.

    Il turismo, insomma, può rivelarsi uno dei settori con cui rimpinguare le casse con pochissimi accorgimenti in fase di pianificazione urbanistica. Un altro metodo per tenere sotto controllo i consumi e guidare gli umori della pancia della città viene dalla diffusione della carta stampata. Con la connivenza del direttore del giornale possiamo edulcorare le notizie, nascondendo scomode verità e spronando i cittadini a spendere di più.

    Al netto di questi preziosismi, però, il titolo dei ragazzi di Blue Byte purtroppo tralascia di approfondire altri aspetti che potevano esser sviluppati decisamente meglio. Prima fra tutti la diplomazia: questa si sostanzia in pochissime opzioni dedicate a rapporti commerciali e operazioni militari, troppo elementari rispetto al resto della produzione, tanto da divenire quasi trascurabili per l'economia di gioco. Inoltre la componente RTS, delimitata ovviamente ai conflitti navali, non è molto curata in confronto agli altri aspetti che compongono l'intelaiatura ludica.

    Infine, il bilancio tra entrate e uscite viene scandito da poche voci che non permettono sempre di comprendere dove agire per tagliare qualche spesa o, al contrario, dove investire per racimolare soldi velocemente senza rischiare il collasso. Forse una semplificazione eccessiva che rischia invece di complicare la vita al giocatore. Si tratta di tre piccoli nei, per un prodotto altrimenti ottimo sotto ogni aspetto.

    Anno 1800 Anno 1800Versione Analizzata PCAnno 1800 ha rappresentato una grande sfida per il team di sviluppo, che si è rimesso in gioco tornando a un contesto storico dopo le incursioni nel futuro remoto di Anno 2070 e Anno 2205. Il periodo prescelto, peraltro, non è nemmeno uno dei più semplici da affrontare. Gli anni della cosiddetta rivoluzione industriale sono stati uno spartiacque fondamentale per la storia dell'intera umanità e i ragazzi di Blue Byte sono stati davvero bravi a trasformare in righe di codice il tumultuoso passaggio tra un passato prettamente agricolo e artigianale e le prime, grandi industrie dedite alla produzione di massa. Anno 1800, sotto il profilo ludico, è un gestionale divertente, profondo, articolato, complesso e curato in maniera maniacale sotto quasi ogni aspetto. Ci sono alcuni aspetti, come la diplomazia e l'eccessiva semplificazione del bilancio, che cozzano con una produzione altrimenti di ottima fattura. Ciononostante, pur non essendo un capitolo rivoluzionario per la serie (al netto del tema trattato), Anno 1800 è un city builder solido e ben strutturato, consigliato a tutti. Nei prossimi giorni vi parleremo anche della componente online, per avere il quadro completo di questo grande ritorno dell'IP targata Ubisoft.

    8.5

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