Recensione Armored Core 5

Un ritorno alle origini tipicamente giappoense

Armored Core 5
Recensione: PlayStation 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Letteralmente esplosa dopo il successo degli ottimi Demon's Souls e Dark Souls, Form Software compie un balzo all'indietro nel tempo, riportando alla luce uno dei brand che ne ha segnato gli esordi. Si tratta di quell'Armored Core a lungo sopito e bistrattato -almeno nella corrente generazione- riesumato con la promessa di recuperarne i migliori fasti del passato, ricollocando la serie secondo le esigenze del gamer moderno. E infatti in Armored Core V non mancheranno vastissime possibilità di personalizzazione del mech, come d'altra parte furenti battaglie tra esoscheletri iper-potenziati. Un occhio di riguardo è stato poi posto alla componente cooperativa e competitiva online, integrando come spesso accade il gaming via etere alla campagna principale.
    Quello che troveremo nei negozi il 29 Marzo sarà però -come vedremo- un titolo fortemente ermetico, dalle connotazioni molto classiche ed adatto, a causa di qualche imperfezione di troppo, solamente ai più assidui fan della saga.

    Ribelli si nasce

    Prima di entrare nel merito del gameplay e dell'offerta ludica di Armored Core V è bene spendere, brevemente, due parole riguardo alla trama, se non altro per constatarne la sostanziale inesistenza. La vicenda è di quelle già sentite. In un futuro non troppo lontano, dove gli esoscheletri meccanici sono diventati parte integrante d'ogni esercito, un fantomatico Padre governa in maniera dittatoriale il Mondo, opprimendo il popolo mediante un pesante regime militarizzato. Un'indomita compagnia di mercenari, raffigurati semplicemente come "I Ribelli", è l'unico baluardo di speranza per sovvertire l'ordine costituito e noi, guarda caso, ne faremo parte come piloti di punta.
    La narrazione, come facilmente immaginabile, fungerà da mero contorno per caratterizzare l'avventura e delinearne un minimo di background. Non ci si presenteranno d'innanzi colpi di scena o svolte particolarmente inattese; tutto si svolgerà secondo un canovaccio ben ipotizzabile sin dal principio. A mancare, inoltre, la caraatterizzazione dei personaggi - buoni e cattivi. Le minimali cut-scene atte a presentare lo svolgimento dei fatti non mostreranno mai i volti (e nemmeno i corpi) dei protagonisti umani, limitandosi a panoramiche sulle location delle missioni o a riprendere gli Armored Core, veri primi attori di una commedia per nulla incisiva.
    Lo scopo del team non era chiaramente quello di focalizzarsi sulla narrazione, è palese; tuttavia, un impianto narrativo più importante e maggiormente ricco e sfaccettato avrebbe sicuramente saputo attirare molti più videogiocatori rispetto ad un'intreccio pensato solo "per far presenza".

    Linearità

    Venendo all'offerta ludica Armored Core V propone una campagna single player suddivisa in dieci missioni principali, alle quali s'affiancano man mano circa un centinaio di incarichi secondari. Tale mole, è bene specificarlo subito, non farà sobbalzare dallo stupore, non dopo aver valutato la caratterizzazione di queste missioni collaterali. Si tratterà infatti di scorci da non più di tre o quattro minuti di gameplay, durante i quali saremo chiamati semplicemente ad avanzare seguendo la rotta prestabilita ed eliminare tutte le forze messe in campo dal nemico. Lo scopo di tali frangenti, per quanto di difficoltà pian piano crescente, sarà il semplice accumulo di esperienza, utile (per non dire indispensabile) per sbloccare nuove parti grazie alle quali personalizzare il nostro fante meccanizzato. Dunque, per quanto possa essere elevata la quantità di tali missioni, il loro layout -bene o male- sarà sempre lo stesso, in maniera talmente palese da risultare dopo poco veramente fastidioso.
    Di non troppo diversa fattura le missioni principali, segnalate sulla mappa del mondo come "Storia". Per quanto più longeve, maggiormente complesse e meglio architettate tratteranno anch'esse gli stessi temi di fondo. Atterrati in una zona appartenente al dominio di Padre dovremo farci strada distruggendo ogni ostile ci si presenterà di fronte, per giungere sul finire all'obiettivo vero e proprio, spesso caratterizzato dallo scontro con un'Armored Core potenziato al nostro (se non più alto) livello. L'enorme ripetitività di fondo viene fortunatamente spezzata da una buona selezione di avversari differenti, con specificità talmente diverse da costringere spesso il videoplayer a mutare l'approccio alla missione, sfruttando anche il territorio oltre all'immenso arsenale a disposizione.

    "L'ermetismo della produzione ragginugerà il suo apice catapultandoci in battaglia senza alcuna informazione, e presentando man mano qualche striminzito tutorial atto forse a rinfrescare la memoria ai fan di vecchia data."

    Queste variabili, alla lunga, si faranno sempre più interessanti, nel computo di una progressione costantemente ritmata dalla necessità di potenziare il proprio mezzo. Missione dopo missione guadagneremo l'accesso ad una miriade di nuove componenti: dagli elementi della "carrozzeria" alle armi finanche ai meri orpelli decorativi. In una vastissima Officina potremo, di volta in volta, personalizzare a fondo la nostra macchina, aggiungendole sino a cinque bocche di fuoco e cambiandone le parti della scocca depletate alla protezione. Dovremo a questo punto tenere conto del peso del nostro mech, che in caso di superamento del carico massimo subirà rallentamenti talmente pesanti da rendere quasi impossibile la prosecuzione nelle missioni.
    La profondità tattica, considerata la mole veramente ampia di personalizzazioni disponibili, risulta in ultima analisi considerevole e necessaria, dato che già al quarto incarico (su dieci) la campagna single player vi porrà di fronte ad ostacoli difficilmente sormontabili con leggerezza. Da questo particolare punto di vista dobbiamo segnalare però un difetto piuttosto grave legato ai continui alti e bassi dell'intelligenza artificiale. Negli scontri che caratterizzeranno lo svolgersi degli incarichi ci troveremo di fronte un'IA abbastanza competitiva ma legata comunque a routine comportamentali predefinite e ripetitive; passati alle "boss battle", invece, sperimenteremo un innalzamento della sfida a dir poco surreale, spesso tale da non riuscire a tenervi testa. La mancanza di checkpoint, da questo punto di vista, concorrerà ad aumentare la frustrazione, specialmente in single player. Ogni missione, proprio per questo, potrà essere completata in cooperativa, invitando sino a tre amici.

    La coop, come abbiamo già detto, non sarà l'unica variante ad una campagna a conti fatti monotona e non certo longeva. Il fulcro della produzione, come abbiamo detto, sarà proprio il multiplayer competitivo. Creato un team mercenario o unitici ad uno già esistente potremo scendere immediatamente in battaglia sfruttando l'intera gamma di componenti sbloccate attraverso le missioni. Ci troveremo di fronte a due possibilità: uno skirmish tutti contro tutti per saggiare il metallo avversario o la ben più approfondita modalità Conquista. In quest'ultimo caso parteciperemo ad una vera e propria guerra persistente tra fazioni, con tanto di territori da conquistare (sconfiggendo le altre quadre in adrenalinici 4 vs 4) e fortificare, ponendovi forze di difesa terrestri e lasciando gli stessi mech guidati dalla CPU come ultimo baluardo. In questa modalità, infatti, potremmo essere attaccati (o attaccare) anche qualora il team avversario non sia "fisicamente" presente, incappando ahinoi in classici problemi di bilanciamento. L'Intelligenza artificiale che sostituirà i giocatori assenti non potrà per forza di cose esserne all'altezza, rischiando di rovinarne le prestazioni. Dunque, per quanto questa particolare game mode risulti interessante, il team avrebbe a nostro avviso dovuto inserire un limite nell'aggredire squadre con troppi bot al loro interno in un determinato istante.
    Ma le problematiche dell'online in Armored Core V non finiscono qui. In maniera del tutto incomprensibile l'elargizione di punti esperienza in multiplayer risulterà estremamente superiore a quella in single, portando i profili giocatore al livello cinquanta (il massimo) in poche ore. A quel punto, con l'armamentario completamente sbloccato, non resterà che un continuo scontrarsi tra mech quasi tutti uguali. Un vero peccato date le ottime idee di fondo, tra le quali segnaliamo l'Operatore - un quinto giocatore che potrà unirsi alla squadra senza combattere, ma agendo da supervisore con ampia visuale tattica dall'alto per guidare i compagni sul campo e dirigerne le tattiche.
    Tirando le somme quella di Armored Core V si presenta come un'offerta ludica dai tanti potenziali, quasi tutti, per un motivo o per l'altro, barbaramente sprecati, forse a causa uno sviluppo troppo frettoloso o non del tutto accurato.

    Così non va

    Proprio questa fretta e questa mancanza di passione vera per la propria opera caratterizzano i difetti più grossi della produzione. Il primo -e più importante- è sicuramente legato al sistema di controllo. From Software pare avere un innato talento per rendere impossibili anche le più semplici delle meccaniche; e così, in Armored Core V, ha preparato meccaniche di movimento che obbligheranno ad attivare e disattivare in continuazione i propulsori (per ricaricarli), utilizzare un tasto per saltare, un'altro per scattare ed un'altro ancora per schivare (un repentino scatto laterale). Tutto questo mentre saremo impegnati a controllare i consumi e a passare in continuazione dalla visuale tattica alla visuale di combattimento (grazie all'ennesimo pulsante): due HUD differenti dedicati -rispettivamente- all'idnividuazione della rotta e dei nemici e allo scontro a fuoco. Ciliegina sulla torta il cambio d'arma, veicolato nientemeno che da una combinazione di front button e gli stessi grilletti utilizzati per colpire il nemico. Un vero e proprio inferno considerata la difficoltà degli scontri presentatici e considerata l'assenza di un tutorial quantomeno degno di questo nome. L'ermetismo della produzione ragginugerà in questo senso il suo apice, catapultandoci in battaglia senza alcuna informazione, e presentando man mano qualche striminzito tutorial, atto forse a rinfrescare la memoria ai fan di vecchia data.

    "In Armored Core V la narrazione, come facilmente immaginabile, fungerà da mero contorno per caratterizzare un minimo l'avventura e delinearne il background."

    L'ennesima di tante scelte discutibili che azzoppano di fatto un gameplay tutto sommato vario e funzionale. Riprendendo una strada interrotta in un recente passato, infatti, questo quinto capitolo ridimensiona gli esoscheletri e i terreni di scontro, ampliando in maniera interessante le possibilità tattiche ed eliminando definitivamente quella "sfida all'ultima schivata" che aveva caratterizzato le ultimissime iterazioni. Tra una copertura e l'altra offerta dai palazzi e la possibilità di arrampicarvisi letteralmente sopra, l'unico ostacolo alla fruizione universale della creatura From Software sarà insomma l'assurdo sistema di controlli, a nostro avviso inadatto ad un joypad.
    L'annoso problema numero due, per quanto non per tutti fondamentale, riguarda il comparto tecnico. Esteticamente Armored Core V è senza dubbio alcuno un prodotto appartenente a due generazioni or sono, con le dovute eccezioni. La modellazione poligonale dei mech è infatti l'unico elemento a salvarsi, con una buona dose di particolari e tantissimi dettagli in costante movimento. Il resto è un disastro totale. Le ambientazioni a parte rarissime eccezioni (ad esempio quando ci si sposta dall'entroterra alla costa) sono caratterizzate da una schiera di parallelepipedi ricoperte da texture di qualità assolutametne inaccettabile. Qui non si parla nemmeno di piattezza o di mancanza di mappe superficiali: si tratta di un vero e proprio tuffo nel passato, nel 1994. Un level design estremamente piatto e lineare non aiuta a distogliere lo sguardo dagli orrori rappresentati anche da un layout riciclato in continuazione e da un'interattività ambientale sì ricca e spettacolare, ma condita da problemi che non vedevamo da anni (modelli che si spezzano sempre alla stessa maniera e spariscono, tanto per fare un esempio).

    Solo una gestione dell'illuminazione a tratti funzionale riesce a regalare qualche scorcio salvifico, rovinato però nel momento in cui si entra nelle più concitate fasi di combattimento. In questi casi una buona mole di effetti particellari -tutto sommato- curati mette letteralmente in crisi il motore, rallentando paurosamente il frame rate. A schermo l'azione diventa dunque molto carica e confusionaria, anche a causa di una palette di colori rafferma sulle tonalità più calde tra il marrone e l'ambrato, dando la sensazione di trovarsi sempre al Tramonto.
    Note sicuramente meno dolenti per quel che concerne il comparto sonoro, caratterizzato da buone campionature ambientali ed una convincente tridimensionalità del suono. Chiudono il cerchio una soundtrack di discreto livello (con diversi recuperi dal passato) ed un doppiaggio inglese di ottima fattura, per quanto la narrazione sia in Armored Core V totalmente marginale.

    Armored Core 5 Armored Core 5Versione Analizzata PlayStation 3Armored Core V è probabilmente il prodotto più estremo e di nicchia si sia mai visto negli ultimi anni. Le scelte estremamente ermetiche legate all’impianto ludico sono totalmente rivolte all’appagamento dei fan più sfegatati, che potranno trovarsi subito a loro agio con la produzione. Per tutti gli altri è una vera e propria sofferenza constatare come diverse idee interessanti, sia in termini di gameplay che di modalità di gioco, siano state palesemente rovinate da scelte capaci di minarne longevità e fruibilità. Ogni reparto dell’ultima creature From Software, con in testa quello tecnico, presenta limiti e problematiche che costringono a moltissimi compromessi. Compromessi che limitano inevitabilmente l’appeal del titolo, consigliato, soprattutto ad un prezzo retail, solo e soltanto ai più grandi estimatori della saga, sin dalle sue origini.

    6.5

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