Recensione Army Corps of Hell
Gli inferi di Entersphere si perdono nel limbo della monotonia.
Tra i tanti titoli PlayStation Vita presenti nella line-up di lancio, Army Corps of Hell ha il vanto di propone ai neo acquirenti della console un genere abbastanza ricercato come quello degli strategici in tempo reale. Prodotto da Square Enix, il titolo è sviluppato da Entersphere, studio nipponico diretto da Motoi Okamoto, lo sceneggiatore del primo, indimenticabile Pikmin per Nintendo Game Cube, dal quale il gioco in oggetto ha recuperato alcune dinamiche. Ma Army Corps of Hell lascia a casa verdi radure e buffe creaturine, per portare sullo schermo di PS Vita tutta la brutalità, il gore e la violenza degli Inferi.
Che Inferno!
In Army Corps of Hell impersoneremo un signore del male che ha perso non solo tutti i suoi poteri, ma anche il suo corpo, ridotto ormai ad un esile mucchio d'ossa. Tutto sembra perduto, ma il potere di controllare la semplici menti di piccoli goblins ci darà la possibilità di costruire un piccolo esercito con il quale partire alla conquista dell'Inferno.
Il comparto narrativo, nonostante le premesse interessanti, è molto esile: Army Corps si adagia su una narrazione che fa solo da pallido sottofondo all'azione di gioco, e sebbene la storia venga presentata tramite ottime illustrazioni statiche, il tutto si riassume in un ripetersi continuo di situazioni già viste e di dialoghi poco incisivi. Un ritmo più dinamico tra un massacro ed un altro, o la presenza di comprimari e antagonisti, avrebbero sicuramente contribuito a mantenere alta l'attenzione del giocatore sulla trama principale.
Go to Hell!
Come futuro Re degli Inferi, comanderemo un esercito di piccoli demoni pronti a tutto (anche a sacrificare la loro insulsa esistenza) pur di saziare la nostra sete di potere. Il gioco è strutturato in 40 livelli, tutti costituiti da una serie di arene di forma quadrata in cui saremo confinati fino a che non avremo eliminato tutte le creature che le popolano. Una volta fatta piazza pulita dei nemici, si aprirà il passaggio verso l'arena successiva. Potremo portare con noi fino a 100 goblins, che circonderanno il nostro personaggio, il cui movimento è controllato dalla leva analogica sinistra. I nostri schiavi potranno specializzarsi in tre classi differenti, ognuna capace di eccellere in diversi aspetti. I Soldati sono la forza più bilanciata, capaci di effettuare attacchi dalla media distanza, e in grado inoltre (se disponibili in gran numero) di eseguire attacchi all'unisono per azzerare in un sol colpo la barra vitale dei mostri. I Lancieri sono invece utili per colpire i nemici più distanti, ma attaccano solo in gruppo: l'unione in questo caso fa la forza, ma questo tipo di sudditi si mostra particolarmente vulnerabile ad attacchi ravvicinati. Infine, i Maghi saranno in grado di lanciare sfere di fuoco o elettriche
"Army Corps si adagia su una narrazione che fa solo da pallido sottofondo all'azione di gioco"
con un raggio d'azione più ampio rispetto alle altre classi, sebbene il loro potere d'attacco sia nettamente inferiore. Impartire gli attacchi risulta davvero semplice: possiamo scegliere quale tipologia di goblin utilizzare premendo uno dei tre tasti assegnati alle classi (Cerchio per i Guerrieri, Triangolo per i Lancieri e quadrato per i Maghi). Premendo il tasto dorsale R scaglieremo le unità verso il nemico: potremo scegliere di attaccare liberamente o in formazione: in quest'ultimo caso dovremo tenere premuto anche il tasto L. Attaccare in formazione modifica il modo di agire dei globlin: ad esempio, i guerrieri si lanceranno a coppie di due invece che singolarmente. Tuttavia, l'aumento di potenza determinato dall'assalto congiunto richiede alcuni compromessi da tenere bene a mente: inviando i guerrieri in formazione, ad esempio, non potremo muoverci durante l'assalto. Avremo dunque modo di modulare le nostre strategie a seconda delle varie situazioni: potremo scegliere di attuare una tattica che punti più sulla potenza, nel caso di nemici più ostici da eliminare ma meno agili nei movimenti, oppure optare per attacchi rapidi, che sebbene siano meno potenti, ci permetteranno di scansare agilmente le mosse avversarie.
I combattimenti dunque si basano sul continuo scambio delle nostre forze a disposizione, mentre ci muoveremo all'interno delle arene. Dovremo spostarci con attenzione, non solo per evitare attacchi combinati dei nemici, ma anche per evitare diverse trappole disseminate nell'area, insidie che trasformeranno i nostri servi in mucchietti di cenere. Quando i nostri goblin saranno colpiti, cadranno privi di sensi e resteranno a terra inermi. Potremo recuperare le unità cadute avvicinandoci a loro prima che sia troppo tardi: se li abbandoneremo per troppo tempo, moriranno. In questo caso, potremo rimpiazzare i goblin morti liberandone degli altri, utilizzando delle gemme rosse che raccoglieremo dai nemici uccisi durante la partita. Army Corps of Hell dispone di diversi elementi che danno valore alla componente strategica delle battaglie. Alcuni nemici disporranno di specifici punti deboli, come ad esempio degli enormi vermi che potranno essere eliminati solo se colpiti alle spalle. Altri saranno invece ricoperti da fiamme eterne, o ancora la loro pelle sarà in grado di lanciare potenti scariche elettriche. Per eliminare tutte queste orribili creature possiamo scegliere di aggirarle, utilizzando maggiormente i goblin maghi (gli unici capaci di eseguire attacchi a distanza), oppure possiamo equipaggiare i nostri combattenti con speciali armature resistenti a fuoco e corrente elettrica.
Oltre al semplice combattimento, Army Corpse of Hell dispone infatti di un sistema di raccolta di oggetti che renderanno i nostri goblin sempre più potenti. Ciò che rimane di ogni nemico ucciso può essere raccolto dal nostro esercito: occhi, ossa, pelli, ed altre viscere potranno essere unite per creare nuove spade, lance e bastoni magici, così come nuovi scudi, elmi e tuniche che conferiranno ai nostri schiavetti abilità e poteri unici. Tutto sembrerebbe ottimamente realizzato, ma in realtà dopo i primi 10 stage, si sente che c'è qualcosa che non va come dovrebbe: l'elaborato gameplay di Army Corpse viene annichilito da un sistema di controllo imperfetto, e da una monotonia generale che offusca tutte le buone idee elaborate da Entersphere. Il sistema di mira attraverso l'uso della leva destra non risulta molto pratico, soprattutto nelle situazioni più caotiche. Riuscire a gestire più di 100 unità sullo schermo è quasi impossibile quando i nemici attaccano da ogni direzione, ed anche i movimenti della telecamera risultano fin troppo macchinosi in momenti in cui si richiede una risposta veloce. Inoltre, il sistema di mira automatica fa troppo spesso confusione sulle priorità di gioco: non è raro che invece di attaccare un nemico, le nostre unità perdano tempo a raccogliere i resti di un mostro già abbattuto solo perchè si trovano nelle vicinanze dell'avversario. Le superfici touch vengono sfruttate in malo modo: lo schermo frontale sarà utile solo per toccare un'icona e utilizzare così uno dei tanti power up a disposizione, la cui efficacia sarà stabilita da un minigioco che sfrutta il pannello posteriore. Dovremo tamburellare a ritmo di musica il touch pad con le dita, ma gli input non sempre vengono registrati correttamente. Ma il difetto che maggiormente penalizza questa produzione è sicuramente la ripetitività dell'azione.
"L'elaborato gameplay di Army Corpse viene annichilito da un sistema di controllo imperfetto, e da una monotonia generale che offusca tutte le buone idee elaborate da Entersphere"
Al contrario della serie Pikmin, Army Corps of Hell non è ambientato in un mondo da esplorare e che possa offrire elementi di gestione e conquista del territorio. Ogni livello è un semplice susseguirsi di arene limitate sia nello spazio che nella forma. Piccoli ponti collegano ogni stanzone, e l'unico elemento che fa affiorare una timida componente esplorativa è la raccolta di alcune chiavi per accedere all'uscita. Inoltre, le tipologie dei nemici non sono tante, ed escludendo alcune varianti, le strategie d'attacco saranno sempre le stesse. Non c'è dunque nulla che spezzi questa tediosa routine, e sebbene osservare fiumi di sangue sgorgare da orchi decapitati sia sempre spassoso, una maggiore varietà delle situazioni avrebbe sicuramente dato più freschezza alla progressione. A salvarsi ci sono i combattimenti con i boss, enormi creature che offrono alla fine di ogni stage un pizzico di novità alle dinamiche fin troppo riciclate all'intero degli stage. Ogni demone ha mosse e punti deboli differenti, e i guardiani sono abbastanza ostici da abbattere. Inoltre, nei livelli più avanzati saremo chiamati ad affrontare anche più demoni alla volta, il che non potrà che far piacere agli amanti delle sfide più complesse. Il sistema di combattimento poco pratico impedisce alle boss battle di raggiungere l'eccellenza, ma sono sicuramente l'aspetto più interessante del gameplay proposto da Army Corps of Hell. Il titolo dispone anche di un comparto multiplayer locale, che permette a 4 giocatori di collaborare insieme per superare i livelli. Ognuno gestisce un esercito di 50 goblin, e sebbene non ci siano elementi che migliorino le dinamiche presenti, il divertimento è comunque assicurato. Tre livelli di difficoltà ed un sistema di punteggi basato su medaglie contribuiscono a mantenere alta la rigiocabilità del titolo. Potremo rigiocare i livelli non solo per ottenere valutazioni più alte, ma anche per recuperare alcuni oggetti utili per potenziare il nostro esercito. Completare tutte le missioni richiederà più di 20 ore di gioco, ma non è da escludere che la noia possa sopraggiungere prima di arrivare all'epilogo.
Anima Rockettara
Il comparto grafico di Army Corps of Hell non aiuta a risollevare la piattezza generale del titolo. I personaggi e le ambientazioni sono ricche di colori, ma povere di dettagli. Inoltre le terre dell'inferno non sono mai apparse così monotone: ogni livello offre sempre gli stessi fondali, e le arene di gioco si mostrano decisamente spoglie. Migliore la colonna sonora del gioco, composta da brani Heavy Metal che catturano perfettamente le atmosfere infernali proposte. Il comparto audio è uno degli aspetti maggiormente ruisciti del titolo, sebbene sia lecito pensare che chi non ama questo genere musicale, possa trovare il sottofondo fin troppo "estremo".
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Army Corps of HellVersione Analizzata PlayStation VitaArmy Corps of Hell nasce da un’ottima idea, ma gli sviluppatori di Entersphere non hanno saputo arricchirla durante il processo di sviluppo. Il gameplay alla base offre grandi soddisfazioni, ma il divertimento si esaurisce presto, a causa di una monotonia di fondo che fa perdere velocemente freschezza alle dinamiche di gioco. Più che negli Inferi, il giocatore è relegato in un purgatorio diviso tra le gioie nell’annientare orde di creature demoniache, e la noia di compiere sempre le stesse azioni lungo tutta l’avventura.