Recensione Arthur e i Minimei

La rivincita del piccolo popolo

Recensione Arthur e i Minimei
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  • PS2
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  • Mobile
  • Pc
  • Psp
  • Davide contro Golia

    Lo spirito avventuriero di Luc Besson non ha limiti: dopo aver diretto e prodotto alcuni colossal hollywoodiani (come ad esempio «Il quinto elemento» e «The Transporter») e aver dimostrato come anche il cinema francese possa sfornare titoli di azione dinamici e frizzanti (vedi la serie “Taxxi”), il polivalente artista transalpino ha deciso di dedicarsi al cinema digitale. Nasce così “Arthur e i Minimei”, il lungometraggio uscito qualche giorno fa che miscela attori veri e virtuali in un cocktail di buona fattura. Il progetto “Arthur” prevede almeno due seguiti, in modo da completare una trilogia entro il 2010. L’ennesima dimostrazione di come Davide (in questo caso Besson) possa contrastare i vari Golia delle majors statunitensi (Disney e Pixar su tutti).
    In abbinamento al film, non poteva mancare un videogioco: l’omonimo titolo per Ps2 promette di prolungare per diverse ore le emozioni vissute al cinema da grandi e piccini.

    Un mondo fantastico

    Arthur è un bambino di 10 anni, che vive spensierato e vivace nella fattoria dei nonni. L’idillio viene però minacciato dai malvagi intenti di Davido, un imprenditore pronto a tutto pur di conquistare i terreni della famiglia di Arthur. Per evitare lo sfratto, bisogna saldare i numerosi debiti contratti nel corso degli anni. Arthur si mette così alla ricerca del fiabesco tesoro del nonno, nascosto chissà dove sulle sue proprietà. Un’avventura che lo porterà a scoprire un mondo fantastico fatto di magia, amicizia e rispetto per creature tanto piccole fuori, ma tanto grandi dentro: in una parola, i Minimei.
    Lo sviluppo del gioco (che ripercorre fedelmente le vicende del film) è stato affidato al team francese Etranges Libellules, già artefice dei due Asterix e Obelix XXL.

    "Arthur e i Minimei" è sostanzialmente un Action/Adventure di stampo piuttosto classico, le cui fasi principali consistono nell'esplorazione, nel combattimento e nel puzzle solving (quest'ultimo giocato sulle differenti caratteristiche dei tre protagonisti).
    Dopo un breve e pratico tutorial, infatti, il giocatore dovrà fin da subito imparare a destreggiarsi tra i tre personaggi a sua disposizione: Arthur (ovviamente), la principessa dei Minmei Selenia e suo fratello Betameche. Il primo sarà dotato di eccezionali qualità atletiche, ottime per salire e scalare cordate e montagne; la seconda, più riottosa e caratterialmente forte, è consigliata nei combattimenti grazie alla sua spada ed è in grado di liberare la strada dai fastidiosi rovi; il terzo potrà intrufolarsi in spazi all’apparenza inaccessibili e possiede un’arma dalla lunga gittata. Il "passaggio di staffetta" fra i vari personaggi costituisce dunque uno degli elementi portanti del gameplay, ed impone di scegliere l'eroe migliore in base al contesto e allo stage da affrontare. Tuttavia è bene sottolineare che le variazioni in termini di gameplay sono minime, e l'alternanza dei tre impavidi non serve a variegare una meccanica di gioco già collaudata da intere generazioni ludiche.
    Anche i combattimenti, pur essendo piuttosto numerosi, risultano sempre alquanto basilari e semplici: una caratteristica rispecchiata dal sistema di controllo. Con il tasto triangolo si entra in posizione difensiva, con quadrato e cerchio si attacca e con X si salta. Il risultato finale è indirizzato alla creazione di alcune semplici combo, da ripetere a oltranza per superare i 12 capitoli di gioco. Una tale operazione è a dire il vero non sempre entusiasmante: l’intelligenza artificiale degli avversari, infatti, lascia piuttosto a desiderare, e l'impegno richiesto per il superamento delle fasi "belliche" è davvero minimo. Ben più soddisfazione deriva, a conti fatti, dalle più pacate meccaniche legate all'esplorazione ed alla risoluzione di enigmi ambientali che, spezzando l'anima action del prodotto, traggono pesante ispirazione da elementi piuttosto canonici (trovare tre pulsanti per aprire una porta, oppure spostare alcuni pesanti blocchi per risolvere dei puzzle).
    Alcune fluttuazioni da quella che è la sostanza principale interessano fasi particolari del gioco; ad esempio durante gli scontri con i boss, che impongono la corretta ripetizione di alcune sequenze di tasti, o ancora in sezioni stile "Platform rush" (ben più creative e gratificanti): vale la pena citare la possibilità di cavalcare una mustik (una sorta di ape) per difendere i propri amici e la fase di gioco alla guida di un modellino Ferrari (al termine del film e quindi della nostra avventura).

    Comparto tecnico

    Molte volte i cosiddetti tie-in (ovvero i videogiochi tratti dai film) presentano comparti tecnici scarni e approssimativi, forti soltanto della propria licenza ma assai poveri in quanto a fondi stanziati per la realizzazione. Si ottengono così prodotti di qualità scadente, che lasciano l’amaro in bocca anche ai fan più sfegatati della fatica vista al cinema.
    “Arthur e i Minimei”, fortunatamente, è un’eccezione. La grafica del gioco è più che buona, quindi in grado di rappresentare al meglio i mondi fantastici del lungometraggio, dal villaggio dei Minimei a Necropoli. Le animazioni e le texture, inoltre, sono piuttosto accurate e realistiche: un ottimo rimpasto di ciò che abbiamo gustato al cinema.
    Il reparto sonoro, allo stesso modo, è molto curato sia nel doppiaggio che negli effetti. Le campionature di suoni naturalistici come il vento, l’acqua e il volo degli insetti ben si sposano con le musiche tratte dal film.
    La giocabilità, come già detto, mischia in modo classico elementi action a puzzle ed enigmi per spezzare il ritmo; purtroppo le incertezze del sistema di telecamere sono piuttosto frequenti, mettendo alla prova la vostra pazienza e riducendo la qualità della struttura ludica portante. La formula di gioco, comunque, sembra essere più o meno azzeccata, ma senza picchi di alcun genere: una volta presa la mano, basta poco per terminare il titolo, a scapito della longevità. L’opzione di rigiocare la produzione francese è del resto molto remota, anche se i bonus sbloccabili sono molti e vari. Il tempo di riuscita si aggira sulle 10-15 ore, in dipendenza delle abilità (e della fretta) del videogiocatore.

    Arthur and the Minimoys Arthur and the MinimoysVersione Analizzata PlayStation 2“Arthur e i Minimei” è un discreto titolo. Inaspettatamente, esso è dotato anzitutto di un comparto tecnico sopra la media. Se infatti la giocabilità si ispira al più classico degli adventure game, con immancabili sezioni dedicate al puzzle solvine ed una marcata attenzione per i combattimenti (invero non troppo complessi), la grafica e il sonoro del titolo sono qualitativamente superiori alla media, e sopratutto ispirati. Del resto siamo tutti ben consapevoli della validità di una proprietà intellettuale legata a valide scenografie cinematografiche, ed Arthur è uno dei pochi adattamenti videoludici che riesce a sfruttarla appieno. Ovviamente il target a cui il prodotto è diretto comprende anche e soprattutto giocatori non navigati, ed è così che il titolo deve venire a patti con una generale facilità di enigmi ed una estrema leggerezza delle fasi d’azione (su cui grava anche l’unico limite tecnico: una limitatissima IA). Un ottimo regalo per il vostro figlio/nipotino entusiasta del film, così da avere la possibilità di sottrarglielo sporadicamente di notte, per ritornare in quel mondo fantastico che, fortunatamente, non appartiene soltanto ai bambini.

    7.0

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