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Atelier Lulua The Scion of Arland Recensione: il mistero dell'alchimia
Un capitolo nuovo che affonda le radici in una precedente trilogia, ma al tempo stesso si rende accessibile a tutti i neofiti.
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Gabriele Laurino
Disponibile perPc
PS4
Switch
PS4 Pro
La longeva saga di Atelier, esponente sempre più raro dei J-RPG "vecchia scuola", vanta un numero di capitoli impressionante, proponendo alla sua nutrita schiera di fan una quantità smisurata di nuove avventure sin dalla fine degli anni Novanta. Da un paio di mesi, Koei Tecmo ha pubblicato in Giappone il ventesimo capitolo della serie, Atelier Lulua: The Scion of Arland, disponibile sul mercato europeo a partire dal 24 maggio, per le piattaforme PS4, Nintendo Switch e PC. Chiuso il ciclo precedente, terminato con The Alchemists and the Mysterious Paintings, è ora tempo di volgere lo sguardo verso nuovi lidi: da tempo, ormai, il franchise sviluppa il suo cammino dividendo i racconti in trilogie, e The Scion of Arland vuol essere al tempo stesso una ripartenza e un ritorno al passato.
Il destino di un regno
Atelier Lulua: The Scion of Arland riprende infatti i temi e le ambientazioni di un ciclo che risale a diversi anni fa, per l'appunto quello di Arland. Il nuovo episodio è dunque un sequel diretto di Atelier Meruru: The Apprentice of Arland e si ambienta diversi anni dopo il capitolo in questione. Torniamo sì in un mondo già noto ma la storia raccontata e i protagonisti di questa nuova avventura sono del tutto inediti: eroina di nuova epopea è infatti Elmerulia Frixell, per gli amici Lulua, la quali altri non è che la figlia di Rorolina Frixell, prima protagonista in assoluto della trilogia di Arland all'interno della serie Atelier.
La storia di Lulua inizia ad Arklys, un ridente villaggio sorto dalle antiche rovine situate al confine della Repubblica di Arland. La ragazza è un apprendista alchimista, che studia sotto il sapiente sguardo di Piana. Lulua vive nell'ombra del ricordo di sua madre e punta a realizzare il proprio sogno, ovvero sorpassare le abilità della leggendaria Rorona e diventare una grande alchimista. Un giorno, mentre è intenta a raccogliere nuovi materiali per aiutare la sua amica Eva, Lulua si imbatte in un misterioso libro.
Col tempo si renderà conto di essere l'unica persona in grado di leggerlo e di decifrare i segreti nascosti al suo interno. Sono arcani che le permettono di acquisire un potere sconosciuto: imparando a scoprire tutti i misteri racchiusi nel tomo finirà con l'apprendere la verità dietro le origini del regno di Arland, dando così inizio al suo viaggio lungo i confini della Repubblica. In linea con le interazioni precedenti, la trama di Atelier Lulua: The Scion of Arland non mette in scena un intreccio particolarmente profondo, proponendo qualche risvolto prevedibile e alcuni cliché narrativi tipici di questo genere.
Eppure, il canovaccio generale risulta comunque godibile e sufficientemente avvincente da soddisfare tanto i fan di vecchia data quanto quelli di primo pelo: nonostante la lore e l'ambientazione siano derivativi dalle trilogie passate, le premesse della storia e la direzione della sceneggiatura garantiscono un approccio piuttosto facile anche per i neofiti.
L'andamento ciclico del franchise, unito alla presenza di nuovi protagonisti, rende insomma alquanto accessibile The Scion of Arland a tutti i giocatori che desiderano cimentarsi in un J-RPG di stampo molto classico, assaporando anche qualcosa di leggermente diverso sul versante del gameplay. Sotto questo punto di vista, il nuovo Atelier è il capitolo giusto per un pubblico più casual, dal momento che cerca di mescolare gli elementi ludici delle saghe precedenti in un'unica formula. Il solo, piccolo neo è che, al netto del suo fascino old school, il gameplay potrebbe iniziare a sentire un po' il peso dei suoi anni.
Full Arland Alchemist
Passando al comparto ludico, il nuovo titolo della saga Atelier propone gran parte delle meccaniche hanno definito il genere J-RPG unendole alle peculiarità di questa saga: tra un open world completamente esplorabile e un'avventura più lineare, il team di sviluppo ha preferito optare per una via di mezzo, suddividendo il mondo in una serie di aree, regioni, città, boschi e dungeon interconnessi tramite una mappa. Ciascuna zona permette a Lulua e ai suoi compagni di accedere in una location più o meno vasta, in cui l'esplorazione degli ambienti assume un'importanza centrale, al pari della progressione narrativa dettata dalla storyline principale.
Muoversi in lungo ed in largo per il setting è d'altronde un'attività imprescindibile, in quanto il gioco basa gran parte del suo gameplay sul fulcro centrale del franchise, ovvero l'utilizzo e la sperimentazione con l'alchimia. Lungo le mappe di gioco, quindi, l'esigenza di ricorrere al farming diventa una corsa agli armamenti sfrenata e imprescindibile: raccogliere qualunque oggetto, ingrediente e utensile propedeutico a realizzare gli intrugli e gli equipaggiamenti più disparati è fondamentale alla stratificazione e alla complessità dell'impianto ludico.
Nelle zone che fungono da hub centrale, il nostro consiglio è quello di recarsi sempre presso il calderone predisposto all'alchimia, così da verificare se il bottino ottenuto dalla vostra precedente scorribanda (rovistando al suolo o pescando dagli oggetti distruttibili presenti su schermo) può permettervi di progredire ulteriormente. Di pari passo con l'avanzamento del vostro personaggio, che può salire di livello acquisendo XP dalle battaglie e accrescendo sia statistiche che abilità, anche l'alchimia ha un suo peculiare "livellamento", che aumenta di pari passo con il crafting compulsivo, attribuendo a ogni creazione un certo quantitativo di altri punti esperienza.
Sul versante del combat system, invece, Atelier Lulua: The Scion of Arland si rivela un J-RPG molto classico, in cui lo scontro con le creature (parte di un bestiario soddisfacente e variegato) viene regolato da un sistema di battaglie a turni nel quale ciascun membro del party ha a disposizione un attacco base ed un ventaglio di mosse speciali previo il dispendio di punti magia, a cui si affianca la possibilità sia di effettuare un azione di guardia sia di utilizzare oggetti volti a danneggiare l'avversario o aiutare la propria squadra.
Voglia di novità
Pur provando a imbastire un gameplay che cerca di rendere omaggio alle componenti tecniche di tutto il brand, è indubbio che il brand di Atelier abbia bisogno di qualche elemento più innovativo per svecchiare una formula molto classica e derivativa. È un'impostazione, quella attuale, che di certo può accontentare tutti i fan più appassionati e fedeli, ma che necessita di un passo in avanti per compiere un definitivo salto di qualità.
Al mancato ammodernamento di questa formula non contribuisce, purtroppo, neanche il comparto visivo dell'opera: sul versante dei personaggi, c'è da dire che il team di sviluppo ha sfoggiato ancora una volta un ottimo character design, tanto per i protagonisti umani quanto (anche se un po' meno) per le creature disseminate nel regno di Arland. Gli artwork presenti nei menù di gioco, ad esempio, sono sempre di alto livello, soprattutto grazie a una concezione artistica in stile anime che da sempre fa la fortuna di tutta la saga. A stonare con questo arcobaleno stilistico e cromatico sono come sempre gli scenari: i fondali risultano davvero poco caratterizzati rispetto ai buoni modelli poligonali del personaggi, e le texture ambientali evidenziano un livello di dettaglio molto scarso, che colloca la componente grafica di Atelier Lulua una spanna al di sotto delle attuali capacità generazionali. Per fortuna il titolo si comporta piuttosto bene dal punto di vista delle performance, con un framerate indubbiamente stabile, sufficiente a regalare un'avventura omogenea e scorrevole.
Per finire, il gioco è doppiato in giapponese ma purtroppo localizzato esclusivamente in lingua inglese; sul versante sonoro, però, menzione d'onore merita come sempre la colonna sonora: dolce e soave al pari dei toni del racconto, sa divenire incalzante e solenne quando la messa in scena richiede un accompagnamento più ritmato.
7.7
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Atelier Lulua: The Scion of ArlandVersione Analizzata PlayStation 4Il nuovo titolo della saga Atelier riuscirà a soddisfare i fan più appassionati del brand, e anche a includere una schiera di neofiti desiderosi di approcciare un titolo molto classico ma dignitoso. La serie avrebbe però bisogno di svecchiare un po' la sua formula di base, proponendo elementi più innovativi rispetto a tutti i crismi ormai abusati della produzione. Chi ama i prodotti "anime style" troverà un character design piacevolmente modellato, ma anche una concept art davvero scarna e poco ispirata a livello ambientale. Per il resto, anche The Scion of Arland, come i suoi predecessori, possiede un fascino dolce e spensierato, caratterizzato da una genuinità irrintracciabile altrove.