Recensione Baten Kaitos: Recensione del Jrpg di Monolith Soft

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Recensione Baten Kaitos: Recensione del Jrpg di Monolith Soft
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  • NGC
  • Eternal Wings and the Lost Ocean...

    Una delle caratteristiche che finora ha maggiormente contraddistinto la piattaforma Sony rispetto le proprie concorrenti è stata la presenza massiccia di JRPG, genere molto apprezzato in Giappone. Grazie all'ottimo Tales of Symphonia, molti appassionati hanno cominciato ad investire anche sulla console marchiata Nintendo; a circa cinque mesi dalla sua pubblicazione sul suolo americano, un altro titolo marchiato Namco sbarca negli States. Sarà un altro capolavoro o uno dei tanti JRPG che affollano il mercato oggigiorno?

    O Mighty Ocean, guide us as we journey through the dark

    Oramai da secoli gli uomini non vivono più sulla terraferma: la loro nuova casa è il cielo, che solcano con delle variopinte ali alla ricerca della libertà. Con queste premesse ci immergiamo nel mondo di Baten Kaitos, e nei panni di un Guardian Spirit accompagneremo Kalas nelle sue vicessitudini. Tutto comincia in maniera quasi casuale... a causa di una disattenzione Kalas viene ridotto all'incoscienza dall'attacco di alcuni mostri, ma viene salvato da un Greythrorne di nome Meemai e da essa condotto al villaggio di Cebalrai. Lì incontrerà Xelhala, la persona che cambierà il suo futuro portandolo a vivere un'epica avventura. Ma dove c'è la luce c'è sempre l'ombra, e sotto la luce innaturale di un sole troppo vicino agli uomini, anche l'oscurità più grande può sembrare luce, mentre nel grande gioco della vita le marionette prendono posizione per combattere battaglie inutili...

    Questa veloce premessa serve a dare una vaga idea della trama di Baten Kaitos; sottolineiamo vaga perchè, almeno inizialmente, la storia prosegue in maniera estremamente lenta, e benchè la qualità non sembri risentirne, il suo ritmo potrebbe apparire fuori luogo ad alcuni. Le cose cambiano drasticamente a metà del primo disco, con una serie di colpi di scena in crescendo che si susseguiranno continuamente; e, badate bene, non colpi di scena "fittizi", ma vere e proprie svolte che metteranno la vicenda sotto tutt'altra luce. Non aggiungeremo altro per non rovinarvi le numerose sorprese.

    A livello di trama, quindi, Baten Kaitos sembra essere un prodotto pregevole. Proseguiamo ora con una analisi del gameplay...

    Gameplay & Battle System

    Il gameplay di Baten Kaitos presenta una struttura molto classica, con qualche cambiamento che ammicca alle scelte del battle system. Anzitutto, molto degli enigmi presenti nel gioco non verranno risolti tramite il normale sistema di "esamina oggetto importante", "l'oggetto importante è aggiunto ai key items" e "usa il key items". Infatti, in virtù delle scelte effettuate sul Battle System, la maggior parte degli enigmi vengono risolti prelevando l'essenza di un oggetto e inserendo la stessa in una Blank Magnus Card (immaginatelo come un contenitore all'interno del quale è possibile racchiudere l'essenza di un oggetto), dopodichè non resta che portare la suddetta Card riempita a dovere a chi ne aveva fatto richiesta, selezionando il Magnus desiderato e parlando al personaggio giusto. Fin qui sembra molto semplice, ma c'è un altro fattore da considerare: molte (e intendiamo davvero molte!) delle essenze che inserirete nei Magnus tendono, dopo un po' di tempo (per alcuni davvero troppo poco), a cambiare forma. Ad esempio, l'acqua di fonte si trasforma in acqua comune e infine in acqua stagnante; se invece lascerete troppo tempo l'acqua di fonte vicino a del sale macinato, le due essenze potrebbero mescolarsi e diventare acqua salata, così come l'essenza del fuoco tenderà man mano ad affievolirsi, insieme all'efficacia dell'effetto ad esso legato.
    Anche per quel che riguarda la crescita di livello, certamente uno dei capisaldi più diffusi negli RPG, Baten Kaitos propone una soluzione estremamente originale: quando avrete raggiunto il tetto necessario per salire di livello continuerete ad accumulare punti esperienza normalmente, mentre per compiere effettivamente il passaggio di livello dovrete recarvi nella Chiesa tramite i Fiori Blu (uno dei due tipi di fiori presenti nel gioco: i fiori blu per salvare e andare alla Chiesa e i fiori rossi che servono solo a salvare) e parlare con il sacerdote, che vi permetterà di far crescere di livello il personaggio che ha raggiunto il numero di punti esperienza necessari.
    E' proprio nel Battle System che emergono le differenze maggiori rispetto ai JRPG più comuni: tutte le azioni vengono infatti tradotte in Card (Carte). Esistono carte per attaccare, per difendersi, per curarsi e anche per far risorgere i personaggi; vi sembra una cosa già vista? Ebbene, sappiate allora che con queste carte dovrete costruirvi dei deck da utilizzare in battaglia, che rimarranno invariati per la sua intera durata... di conseguenza, la scelta delle carte da portare può essere considerato il fulcro del Battle System. E se all'inizio potrete permettervi di mettere nel deck le carte "più potenti", man mano che proseguirete nel gioco dovrete scendere a patti con la potenza a favore invece di una gestione oculata del deck. Se ad esempio vi preparate ad entrare in un Dungeon pieno di lava, sarà molto più utile portare carte di ghiaccio per l'attacco e di fuoco per la difesa, un po' di oggetti di difesa e attacco diretti e qualche oggetto curativo. Per riuscire al meglio dovrete, tuttavia, abituarvi ad affrontare alcuni problemi:
    1) Alcuni personaggi spiccano nell'attacco elementale, per cui sarete costretti a tenerli fuori da particolari aree oppure a modificare pesantemente il loro deck
    2) Alcune carte sono ambivalenti per attacco e difesa, quindi alle volte dovrete mettere nel deck delle carte di attacco che garantiranno un basso attacco (perché mitigato dalle resistenze elementari) e un'alta difesa..
    3) Oltre alle carte "normali" esistono i cosiddetti Final Attack, ovvero delle carte che interrompono bruscamente le vostre combo pur causando un considerevole danno; ma dovrete usarle in maniera attenta, visto che i Final Attack più potenti possono essere usati solo come sesto-settimo attacco di una combo, e inserendo troppi Final Attack di alto livello rischiate di trovarvi in mano molte carte inutili per un determinato turno.

    Il deck delle carte

    Altra nota sul Battle System riguarda il numero di carte giocabili in un turno o presenti nel deck: man mano che potenzierete la classe del personaggio (tramite particolari oggetti che troverete nel gioco e potrete sfruttare nella Chiesa) potrete ampliare il vostro deck e il numero di carte che potrete giocare nel turno. L'aumento delle carte nel deck vi aiuterà a evitare di buttare un turno per lo shuffle: infatti, man mano che giocherete il numero di carte nel mazzo diminuirà fino a raggiungere lo zero, limite dopo il quale perderete un turno col personaggio che ha esaurito il mazzo per lo shuffle, ovvero mischiare il mazzo di carte.
    Le carte che inserirete nel deck avranno generalmente uno o più numeri associati alla carta stessa, detti Spirit Number: questi numeri, pur non modificando la funzione della carta in sé, portano il giocatore ad effettuare un'attenta selezione delle carte da giocare. Sempre nell'ottica dell'aumento della classe vi sono infatti anche diversi aspetti negativi: per quanto sia possibile potenziare una combo giocando carte con lo stesso Spirit Number (se una carta possiede più Spirit Number, potrete scegliere quale usare fra i tanti) o giocando dei Magnus i cui Spirit Number formino una scala crescente o discendente, man mano che la classe aumenta il tempo a disposizione per scegliere e giocare le carte diminuisce, e se è infinito mentre la classe del personaggio è 1 o 2, quando si arriva a classe 5 il tempo diventa sensibilmente più ridotto, mettendo il giocatore di fronte alla necessità di scegliere le carte da giocare molto velocemente, e conseguentemente diminuendo il tempo a disposizione per scegliere le carte da giocare e per osservare i relativi Spirit Number.

    Considerando che la tipologia di attacchi dipende essenzialmente dal deck, per quel che riguarda l'equipaggiamento il gioco tende a limitare grandemente le possibilità: per quanto le armi molte volte possiedano attributi elementali che possono anche interferire con l'attacco da voi scelto, in linea di massima ciò che vi può spingere a cambiare l'arma equipaggiata sono le statistiche. Non tanto quelle di attacco quanto piuttosto le resistenze, che dipendono più che altro dall'equipaggiamento. In teoria, potrete anche utilizzare le carte nel Deck per garantirvi le resistenze da Status alterati, scelta questa che alla lunga non si rivela tuttavia redditizia visto che nelle fasi avanzate del gioco per evitare combattimenti dispendiosi in termini di oggetti curativi sarete spesso costretti a portare un gran numero di Magnus di attacco e quindi a limitare quelli di cura. Tra i Magnus di cura, quelli di cui potrete fare a meno sono indubbiamente quelli di resistenza agli status alterati, poiché generalmente aggiungono solo una percentuale alla resistenza in questione e non vi garantiscono l'immunità; ragion per cui, potrebbe essere preferibile portare carte che curano lo status alterato in questione...

    Vi è inoltre un elemento del Battle System su cui non potrete fare affidamento in maniera costante, ovvero gli Spirit Attack: attacchi molto potenti ma che appaiono casualmente solo nel Deck di Kalas (o Xelha, per un breve periodo) durante un turno, per sparire se non vengono utilizzati. Teoricamente, è possibileo aumentare le probabilità di apparizione di queste carte prendendo decisioni (quando vi viene concessa la possibilità durante il gioco) che seguano il volere di Kalas, ma inizialmente non capendo a i risvolti della trama è molto probabile che optiate per scelte opposte alle idee di Kalas relegando gli Spirit Attack a carte "leggendarie" che non appaiono quasi mai.
    Un altro aspetto positivo del gioco è invece l'assenza del solito paradosso de "l'ameba che lascia soldi": i mostri sconfitti non lasciano mai denaro ma solo Magnus, e questo vi mette di fronte a delle serie necessità monetarie. Per risolvere il problema economico i programmatori hanno scelto di concedere ai giocatori la possibilità di fotografare i nemici (ovviamente solo se avrete inserito nel deck di almeno un personaggio il Magnus che effettua la fotografia e se avrete effettivamente scattato la fotografia durante il combattimento) ma anche in questo non ci si limita al semplice "usa il magnus per fare la foto", costringendo a considerare alcuni dettagli: ogni nemico perturba l'ambiente con un determinato grado di luminosità/oscurità a causa della propria aura e per ottenere delle foto perfette dovrete ovviamente scattarle quando il livello di luminosità è ottimale; che non significa dire luminosità al massimo o al minimo, quanto piuttosto un valore intermedio, per ottenere il quale dovrete utilizzare in maniera efficace gli incantesimi di elemento Dark e Light, ricordando ovviamente che i vari livelli di incantesimi di elemento luce/ombra aumentano/diminuiscono la luminosità in maniera differente.
    A livello di gameplay, l'unica scelta veramente poco condivisibile è la ridotta dimensione delle città, che si limitano generalmente a tre-quattro schermate per la maggior parte degli insediamenti e cinque o sei per le città più grandi; fortunatamente, sono presenti in entrambi i casi svariate case completamente esplorabili.

    Sfondi Bidimensionali e Musiche Epiche

    Con il crescente aumento di potenza delle console, la stragrande maggioranza dei titoli attuali sembrano puntare sempre più sulla moderna grafica tridimensionale; sorprendentemente, per Baten Kaitos gli sviluppatori hanno scelto un approccio più classico. I modelli dei personaggi si muovono infatti in sfondi bidimensionali coloratissimi e splendidamente disegnati e, se si escludono specifiche locazioni in cui le esigenze narrative prescrivono un atmosfera cupa, in linea generale l'ambientazione si presenta come assolutamente radiosa.
    Se lo stile dei fondali pre-renderizzati vi ricorderà qualcosa, non ci sarà da stupirsi: tra i nomi coinvolti nella realizzazione di questo titolo spiccano infatti alcuni membri dello staff che ha partecipato alla realizzazione di Chrono Cross.
    Per quanto riguarda il comparto audio, le musiche si dimostrano davvero orecchiabili, in particolare i vari Battle Theme. L'unico vero difetto è che Sakuruba, già compositore di Valkyrie Profile e Star Ocean, ha il "vizio" di utilizzare gli stessi jingle ritoccati, ottenendo come risultato il fatto che alcune musiche di Baten Kaitos risultano simili ad alcune di Star Ocean. Il che non è necessariamente un problema in sé: il vero problema è che il tocco di Sakuruba si sente e a causare questo senso di deja vu saranno ben più di due o tre musiche.

    Longevità e Conclusioni

    Completare il gioco vi porterà facilmente via venticinque-trenta ore, mentre se si desidera ottenere la collezione di Magnus completa e ultimare tutte le sottoquest si sforano facilmente le quaranta-quarantacinque ore... cosa che può voler dire tutto o anche nulla. Sfortunatamente, infatti, i giochi si sono oramai standardizzati tutti su questa durata, ed'è di conseguenza difficile dire se la longevità sia veramente bassa o veramente alta; per contro, se al posto del numero di ore che il prodotto vi garantisce preferite invece valutare la qualità intrinseca del prodotto stesso, possiamo assicurarvi che è molto difficile rimanere delusi da Baten Kaitos.
    Se infatti escludiamo una trama che all'inizio stenta a decollare, le pecche di Baten Kaitos non dipendono veramente dal gioco quanto dai gusti personali del giocatore: se odiate a pelle i giochi di carte, difficilmente riuscirete a gustarvi appieno questo gioco, mentre se amate i giochi di carte e siete pronti a scendere a patti con la semplificazione operata scoprirete di avere tra le mani un piccolo gioiello. Semplificazione d'altronde inevitabile, visto che una conversione fedele di un gioco di carte in stile Magic:the Gathering sarebbe stata de facto improponibile per via dell'eccessiva flessibilità richiesta dal Battle System stesso.

    Se proprio volessimo essere puntigliosi, un "difetto" di questo gioco può essere rappresentato dalla lunghezza dei combattimenti: se le carte nel vostro deck non sono efficaci contro i nemici che state affrontando, alcuni scontri possono infatti protrarsi molto molto a lungo. Ad esempio, fornendo a Kalas quasi tutte spade elementali di elemento Dark che, supponiamo, infliggono 40 Punti di danno Dark e 10 di danno fisico, mentre affronta dei mostri di elemento Dark i danni che infliggerete saranno generalmente molto ridotti se non addirittura nulli per l'elemento Dark, e vi limiterete ad infliggere unicamente una limitata quantità di danni fisici, dipendenti dal danno fisico intrinseco nel Magnus della spada di elemento Dark.

    Per quanto riguarda il replay value è tuttavia necessario precisare che difficilmente rigiocherete Baten Kaitos dopo averlo terminato una prima volta; se non per completare la collezione, almeno, visto che quasi tutte le quest sono estremamente accessibili e facilmente risolvibili e la difficoltà media del gioco è tutto sommato piuttosto bassa...

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