Recensione Batman Arkham City Armored Edition

Il pipistrello torna su Wii U, ma non è in forma come un anno fa

Recensione Batman Arkham City Armored Edition
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  • Wii U
  • E' passato oltre un anno da quanto Batman Arkham City è arrivato sul mercato, ed il ricordo dell'ultima avventura del pipistrello è ancora fresco. Tanto che preghiamo per un annuncio a sorpresa nella notte degli Spike Award, e saremmo ben lieti se arrivasse un nuovo DLC dedicato al Single Player come quello che sei mesi fa ci ha messo di fronte alla schizofrenica Harley Quinn.
    Arriva in questo contesto “di adorazione” la versione Wii U di Arkham City, nominata Armored Edition in onore della nuova BAT-Tuta del pipistrello. Ed ovviamente non possiamo che accoglierla con favore nella Line-Up della neonata console Nintendo, dal momento che il titolo Rocksteady non è certo invecchiato male. C'è però da dire che l'atteggiamento del team di sviluppo non è dei migliori: il porting è sicuramente buono a livello tecnico, ma per quanto riguarda l'integrazione del GamePad le riserve sono ben più numerose. In questa versione finale sembrano giungere infatti troppe funzionalità studiate in fase di sperimentazione del Tablet, che in fin dei conti non si amalgamano al meglio con l'impianto di gioco complessivo, e alle volte finiscono persino per intaccarne il bilanciamento complessivo. Non diremmo, quindi, pur considerando le funzionalità aggiuntive che il GamePad porta in dote, che quella Wii U è la miglior versione di Arkham City, anche se le eccellenti qualità del prodotto sono difficili da mettere in ombra.

    Un cavaliere Oscuro

    L'avventura di Arkham City prende il via ad un anno dagli eventi che hanno segnato la caduta di Joker, dopo il suo golpe alla prigione di Arkham. Quincy Sharp, presosi il merito per la cattura del malvivente, è diventato sindaco di Gotham ed ha fatto recintare una corposa parte dei bassifondi della città per creare una versione espansa del centro di detenzione, ribattezzato ora Arkham City. A capo della struttura viene messo il dott. Hugo Strange, che pare aver ideato una nuova “cura” per la correzione delle malattie mentali che affliggono la feccia di Gotham. Batman, preoccupato dal recente sviluppo degli eventi, inizia dunque una personalissima indagine che lo porterà alla scoperta di macchinazioni che vanno ben al di là della sua immaginazione, e che implicano -come pedine di un’enorme scacchiera- molti dei super-cattivi che lui stesso ha fatto internare.
    Rimaniamo volutamente stringati riguardo all’intreccio narrativo, poiché in Arkham City ricoprirà un ruolo fondamentale, creando un’interessantissima base per l’entusiasmante crescendo finale. Il grande spettacolo messo in piedi dal team, comunque, non potrebbe avere successo senza un’ottima performance degli attori principali, ed il prodotto Rocksteady getta sul palco una compagnia d’eccezione, dalle performance indiscutibili. I protagonisti della vicenda, da Stange a Ra's al Ghul, dal Pipistrello all'infido Joker, sono caratterizzati in maniera veramente perfetta; nei rapporti reciproci fra i villain, che operano indipendentemente cercando di guadagnare il controllo sul questo “cancro cittadino” che ormai Arkham è diventato, si evidenza la lucida follia delle menti criminali di Gotham. Di contro c'è l'incrollabile determinazione del pipistrello, che resta un personaggio generalmente meno problematico di quello dipinto nella trilogia cinematografica di Nolan, ma non meno oscuro. Cattivo, poco incline ai compromessi, mette in mostra un'anima nera e un'indole aggressiva: le uniche armi da opporre all'insensata malvagità dei suoi nemici. C'è da dire tuttavia che molti dei villain che popolano Arkham City sono a conti fatti inquadrati in maniera un po' superficiale, anche quando si tratta di personalità di spicco dell'universo DC: il Pinguino e persino Due Facce hanno uno spessore sicuramente inferiore rispetto a quello dei protagonisti principali, per non parlare poi di Deadshot, Zsasz e Solomon Grundy, che restano marginalmente in disparte. Probabilmente il team di sviluppo avrebbe dovuto limitarsi un attimo, accettando di avere per le mani qualche avversario in meno, alla ricerca della stessa compostezza narrativa che aveva Arkham Asylum e che sfugge, in ultima analisi, al suo successore. Ma anche allo stato attuale dei fatti non si può che lodare l'eccelsa caratterizzazione dei personaggi e dell'ambientazione: ancora una volta Arkham City è anche lo specchio della società e dell’Io più profondo del suo eroe; sciatta ed abbandonata a se stessa, deserta, non conosce l’abbraccio del sole mattutino, ma soltanto una fitta, gelida ed oscura notte.

    Combattere nell'ombra

    La struttura di Arkham City è totalmente diversa da quella della precedente avventura. Rocksteady ha deciso di ampliare a dismisura i confini della mappa, puntando su un approccio Open World. All'interno del carcere di Strange, comunque, trovano spazio enormi edifici, in cui le menti criminali di Gotham hanno allestito i loro quartier generali. Superando le difese esterne, si ottiene così l'accesso a questi intricati labirinti di stanze e corridoi, pieni di trappole e di gargoyle, e la progressione torna a conformarsi a quella che tanto ci aveva entusiasmato in Arkham Asylum. L'acciaieria che Joker ha trasformato in un lugubre parco giochi, il museo in cui il Pinguino vuole esporre la megalomania dei suoi trofei, e le stazioni della metropolitana dismessa, che si estendono come un cancro sotto la superficie della città, conducendo alle fogne ed alla carcassa marcita di Wonder City, ci aspettano per ricordarci di quanto fosse già affascinante e complessa la struttura messa in piedi dal team di sviluppo.
    L'impatto con Arkham City, in ogni caso, risulta spiazzante per i giocatori di vecchia data, abituati ad un alternarsi più uniforme di fasi Action e momenti Stealth. Fermi restando questi due pilastri del gameplay, Arkham City lascia all'utente una fortissima libertà interpretativa, e gli permette di perdersi per lunghi minuti nelle strade e nei vicoli, alla ricerca dei sempre brillanti rompicapo dell'Enigmista, o delle numerose attività criminali che si consumano sotto il naso del pipistrello.
    Tornando invece alle due anime che caratterizzano il gameplay di Arkham Asylum, entrambe si scoprono arricchite rispetto al vecchio episodio.
    Senza ombra di dubbio è il Free Flow Combat System che più ha beneficiato dell'opera di rifinitura. La danza mortale del pipistrello è piacevole da ammirare e tutta giocata sul giusto tempismo: mentre aumenta il contatore delle combo, bisogna cogliere al volo l'occasione per eseguire contrattacchi, KO e mosse speciali. Una nube di pipistrelli che intontisce i nemici, una tecnica più cattiva del solito per rompere un arto, un balzo indispensabile per scagliare i Batarang e mettere fuori combattimento i nemici a terra: la varietà e la profondità strategica del combattimento sono assolutamente invidiabili, e finalmente spariscono le imprecisioni nelle collisioni e l'ombra di una lieve monotonia che aleggiava negli androni del vecchio manicomio. L'edizione Wii U aggiunge a tutto questo la potenza del BAT, ovvero il Battle Armored Tech mode. La nuova tuta in dotazione al pipistrello, che da il sottotitolo anche a questa conversione, convoglia l'energia cinetica accumulata negli scontri per aumentare la potenza d'attacco. Si tratta di una feature piuttosto superflua, che inspiegabilmente assume rilievo grazie alla titolazione stampata in copertina. Ma la verità è che la modalità B.A.T., attivata tramite un tap sullo schermo o alla pressione simultanea delle due leve analogiche, rovina in parte il bilanciamento degli scontri, che tendono a diventare un po' più caciaroni, lasciando che anche il button mashing più spietato abbia un suo perchè. La formula di Arkham City ha sempre premiato solo i giocatori più attenti, precisi nel direzionare i colpi per non andare mai a vuoto e incrementare il contatore della Combo. Una volta caricata la barra della nuova tuta (evenienza che accade abbastanza spesso), invece, ogni duello si risolve in men che non si dica.
    Per fortuna restano ottime le sequenze stealth. Il team di sviluppo ha migliorato le reazioni degli avversari, posizionando inoltre i Gargoyle in luoghi meno vantaggiosi. Il level design decisamente vario, unito alle possibilità già sperimentate in passato (KO rovesciati da appesi, silenziosi alle spalle, a sorpresa uscendo dalle grate), rende queste sessioni decisamente intrigranti. Le aree in cui dovremo metter fuori gioco gli avversari senza essere visti presentano poi cunicoli e passaggi nascosti, nonché appigli ai quali aggrapparsi mediante rampino: una serie di elementi che ci fornirà molti approcci differenti.
    Un piccolo appunto va mosso nei confronti dei Boss Fight, presenti in numero non troppo elevato e non sempre creativi. I grossi bestioni presenti nell'universo di Batman sono un po' goffi, impacciati, con routine comportamentali abbastanza prevedibili, e di certo gli scontri non appaiono così esemplari.

    GamePad

    L'edizione Wii U di Arkham City non propone soltanto le novità legate al Fighting System, ma si distingue anche sul fronte contenutistico. Include ad esempio la campagna di Cat Woman, il DLC Harley Quinn's Revenge, ed i pacchetti di Robin e Nightwing, che sbloccano Sfide extra nell'apposita modalità. Si tratta di un'offerta identica a quella della Game of The Year Edition, già disponibile da qualche tempo a prezzi anche più contenuti rispetto all'edizione Wii U.
    Le ulteriori aggiunte riguardano l'utilizzo del GamePad, che viene sfruttato per la gestione dei menù e dei gadget. Come dicevamo in apertura alcune di queste novità appaiono purtroppo un po' posticce.
    Ad esempio non siamo pienamente convinti che la gestione dell'inventario tramite touch screen sia una scelta felice, dal momento che aumenta leggermente i tempi morti: non aiutano le icone di piccole dimensioni, e la disposizione un po' caotica dei menù.
    Anche il controllo dei Batarang radiocomandati tramite i Tilt Sensor del GamePad non convince pienamente, e ci ritroveremo quasi sempre ad utilizzare lo stick analogico, cercando però di tenere il controller ben fermo, dal momento che gli input dei sensori continueranno ad interferire.
    Il sonar, che evidenzia sul touchscreen la posizione dei trofei dell'enigmista e dei nemici, è semplicemente un'aggiunta senza senso: la visione del Predatore che si può attivare senza interruzioni mostra con molta più chiarezza ciò che ci sta intorno.
    I rari casi in cui si attiva la modalità detective, è possibile muovere il GamePad per cercare indizi, e fra tutte le aggiunte questa è forse quella più interessante e naturale. Il problema è che queste sezioni non sono state pensate nativamente per questa funzione, e quindi la ricerca delle prove e degli oggetti da esaminare finisce in un lampo, senza impegnare veramente il giocatore, che si trova tutto di fronte.
    Fra le altre opzioni si segnalano scelte insipide (è possibile far detonare gli esplosivi con un Tap sullo schermo) e altre abbastanza frustranti (il minigioco per hackerare le serrature elettroniche è decisamente male implementato).
    In definitiva questa Armored Edition riesce nel difficile intento di rovinare in parte il bilanciamento dei combattimenti e persino i ritmi di gioco, arrivando a frammentare la progressione per via dell'ossessione ad utilizzare lo schermo del GamePad.
    L'unica nota positiva nell'utilizzo del nuovo controller Nintendo è la gestione dell'audio: gli altoparlanti sul controller trasmettono direttamente le comunicazioni, lasciando alle casse dell'impianto principale colonna sonora ed effetti audio. Una trovata che aumenta leggermente l'immersione.
    Anche la possibilità di giocare ad Arkham City sfruttando esclusivamente il piccolo schermo del controller non è male, ma data una leggera compressione dello streaming video e la ridotta diagonale, si perde molto il fascino delle ambientazioni. Quella con Arkham City non è un'esperienza che si adatta facilmente al gioco in mobilità: fanno molto meglio, in questo senso, Mass Effect 3 o New Super Mario Bros U.

    Nuove Texture

    Dal punto di vista tecnico Arkham City è l’ideale prosecuzione di Arkham Asylum, con l’Unreal Engine 3 spremuto all’osso per produrre una modellazione poligonale di ottima fattura ed una caratterizzazione particolareggiata dei personaggi, in molti tratti volutamente caricaturali. Ad impressionare è soprattutto la mole di elementi che figura sulla mappa, ricca di dettagli come non mai e completamente esplorabile sin dal principio. Peccato qualche caricamento tra interni ed esterni ed alcuni sporadici rallentamenti inficino leggermente la qualità di un design davvero fuori dal comune.
    La versione Wii U appare nel complesso non molto diversa rispetto a quella che un anno fa è arrivata su PlayStation 3 e Xbox 360. Vanno sottolineate alcune differenze nel comparto texture: l'edizione Wii U punta tutto sugli effetti di superficie, riducendo leggermente il dettaglio e la definizione di alcune texture. L'effetto si nota soprattutto nei “Close-Up” delle scene d'intermezzo. Globalmente il look dei protagonisti sembra un po' più “stilizzato”, ma non peggiore: gli effetti di riflessione sulle armature bilanciano largamente le semplificazioni. Il cambio di stile che ne segue, però, è forse non del tutto azzeccato. Per quanto riguarda le sessioni open world, la Draw Distance sembra aumentata, e anche i dettagli aggiunti sui modelli degli edifici, segno che comunque il team ha lavorato per adattare il motore all'architettura di Wii U. Permane qualche glitch e texture che caricano in ritardo, ma l'evenienza si verifica solo raramente.
    Il comparto sonoro fa abbondantemente la sua parte, mostrandosi assolutamente azzeccato nella scelta di una colonna sonora in grado di sottolineare con decisione ogni momento focale, e di un doppiaggio in italiano in gran parte riuscitissimo. Solo alcune voci non convincono, lasciando l’amaro in bocca per un lavoro che, nella controparte anglofona, assume un valore completamente diverso. Evidente, infine, il lip sync sballato rispetto alla versione di casa nostra.

    Batman: Arkham City Armored Edition Batman: Arkham City Armored EditionVersione Analizzata Wii UDuole ammetterlo, Arkham City Armored Edition non è proprio lo stesso gioco che è arrivato sugli scaffali un anno fa. A livello ludico la sostanza non cambia, ed il cuore del prodotto è sempre scalpitante. Il plot, la caratterizzazione, l'alternanza fra fasi d'azione e momenti stealth, e persino le fasi Open World compongono un tessuto assolutamente convincente, in grado di appassionare oggi come ieri. Purtroppo la volontà di inserire quasi forzatamente alcune feature legate al GamePad rovina il bilanciamento complessivo dell'esperienza. L'uso del touchscreen per gestione l'inventario e i vari level up di Batman frammenta i ritmi di gioco, mentre la potenza della tecnologia BAT banalizza di molto i combattimenti, sciupando un sistema che era davvero perfetto nella precedente incarnazione. Le “trovate” del team di sviluppo appaiono posticce e male integrate: sarebbe stato molto meglio proporre un porting classico, senza aggiunte abbastanza discutibili. Anche perchè oggi Arkham City si trova ad un prezzo molto ridotto nella sua edizione “Game of the Year”, con tutti i contenuti inclusi anche in questo pacchetto.

    8.5

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