Batman Return To Arkham Recensione

Il Cavaliere Oscuro si rifà il trucco e approda sulle console di ultima generazione forte di un comparto tecnico rinnovato, ma con qualche sbavatura.

Batman Return To Arkham Recensione
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Disponibile per
  • PS4
  • Xbox One
  • Ci siamo appena tolti il visore per la realtà virtuale di Sony grazie al quale abbiamo potuto godere dell'esperienza immersiva di Batman Arkham VR - tra l'altro, uno dei migliori titoli della line up di lancio - ed ecco giungere a stretto giro di posta la rimasterizzazione dei primi due capitoli della saga videoludica dedicata al Cavaliere Oscuro. La collezione, ribattezzata per l'occasione Return to Arkham, ci ripropone sostanzialmente intatta la splendida esperienza ludica presentataci dai talentuosi ragazzi di Rocksteady Studios, tra le migliori della scorsa generazione di hardware da salotto. Per l'occasione, Arkham Asylum e Arkham City non potevano che tornare forti di un comparto tecnico tirato a lucido e dei contenuti rilasciati nel corso del tempo come skin esclusive e tutti i DLC aggiuntivi. Vi sarete accorti che dalla collection manca Origins; ebbene, tralasciando il fatto che quest'ultimo è l'episodio meno riuscito sino a ora (senza considerare il capitolo portatile: Blackgate), il prequel non è stato sviluppato da Rocksteady. Quindi è forse per una questione legata a licenze proprietarie e concessioni che l'episodio estraneo alla timeline canonica non è stato incluso nel lavoro di restauro eseguito dal team cinese Virtuos.
    Comunque, se siete tra quelli che non hanno mai avuto modo di mettere le mani sui primi capitoli della serie, questa è decisamente l'occasione giusta per recuperare in quanto il lavoro di ristrutturazione si può dire riuscito. Non che ci volesse molto, visto che i titoli dedicati all'uomo pipistrello si presentavano già tecnicamente sbalorditivi al momento della loro uscita.

    Pillole di Cavaliere Oscuro

    L'intreccio narrativo che caratterizza i due capitoli compresi in questa collection è noto. A ogni buon conto, un piccolo sunto degli incipit è d'obbligo; mentre vi lasciamo alle recensioni precedenti per ciò che concerne le dinamiche di gioco che qui, ovviamente, vengono riproposte in tutto il loro magnifico splendore senza età.
    Arkham Asylum inizia in modo repentino, asciutto, privo di inutili arabeschi. Questo stile diretto caratterizza l'intera prima fatica di Rocksteady ed evidenzia la conoscenza della sconfinata produzione legata a Bruce Wayne.

    L'uomo pipistrello sta guidando a tutta velocità verso il manicomio di Arkham trasportando un carico alquanto prezioso: Joker. L'infallibile detective col mantello, però, questa volta ha fatto cilecca e non ha considerato il quadro completo. Il maniaco psicopatico dal ghigno sbilenco, prima di tutto, non ha posto la minima resistenza all'arresto e, soprattutto, centinaia dei suoi scagnozzi sono stati trasferiti dal carcere di Blackgate proprio ad Arkham. Coincidenze? Ovviamente no. E infatti il buon Joker ha un piano che definire diabolico è riduttivo e arriva a coinvolgere una folta schiera di super criminali più o meno conosciuti del pantheon DC Comics i quali, però, hanno tutti un obiettivo comune: uccidere Batman nei modi più fantasiosi e crudeli.
    Nell'enorme struttura gotica di Arkham si svelano passo dopo passo storie, retroscena e personalità disturbate del calibro del pluriomicida Zasz, del tormentato Bane, della fida Harley Quinn e poi via via di Poison Ivy, Spaventapasseri, Killer Croc, l'Enigmista. I villain più importanti si alterneranno quindi con molti criminali minori che, magari appariranno di sfuggita o solamente "citati" (come Calendar Man, ad esempio). Tutti quanti, però, con la loro psiche incrinata, le manie, le pulsioni omicide e persino il loro modo di esprimersi, contribuiscono ad arricchire e vivacizzare l'intreccio narrativo con uno spessore non indifferente per un'opera videoludica.
    Arkham City, giunto circa due anni dopo l'immenso successo riscosso dal primo capitolo, offriva un'ambientazione en plein air molto più ampia, un gameplay maggiormente rifinito e ampliato, nonché una ridda di super cattivi ancor più sfaccettata e affascinante, arricchita dalle sporadiche sezioni dedicate alla sensualissima Selina Kyle.
    Questa volta, a capo dell'immensa struttura di detenzione che ingloba buona parte degli oscuri bassifondi di Gotham City c'è il dott. Strange, che pare aver messo a punto una "cura" per la correzione delle malattie mentali che affliggono la peggior feccia di Gotham. Le oscure macchinazioni, ovviamente, sono molto più complicate di quanto non sembrino di primo acchito e il Vigilante mascherato o, meglio, il miliardario Bruce Wayne si trova, suo malgrado, all'interno del caotico e letale regno del dott. Strange.
    Da queste premesse si dipana l'ennesimo intreccio narrativo solido e longevo, condito da una miriade di sfide, attività e missioni secondarie, adagiato alla perfezione su un level design davvero ispirato e congeniale al modus operandi del buon Pipistrello. Il perfetto sfruttamento della "verticalità" del mondo di gioco lascia al giocatore ampia libertà d'azione e dona uno spettacolare scorcio sull'irrimediabile decadenza di Gotham.

    Batman in sala trucco!

    Come abbiamo anticipato all'inizio della nostra disamina, il lavoro di ristrutturazione svolto dal team Virtuos (tra i più importanti del panorama internazionale e già al lavoro su molti titoli tripla A) è risultato nel complesso molto buono.
    Dal punto di vista tecnico, infatti, Arkham Asylum e Arkham City si presentano in ottima forma. Certo, il team al lavoro ha avuto il vantaggio di partire da una base alquanto solida tecnicamente, con soundtrack e doppiaggio originale rimasti sostanzialmente immutati rispetto alle versioni old gen.

    Ciò nonostante, la squadra di sviluppatori ha ben pensato, per il salto generazionale dei due prodotti, di cambiare anche l'engine. Return to Arkham si fregia, infatti, dell'ultima versione dell'Unreal Engine. Sotto questo profilo, l'utilizzo di una versione maggiormente performante del famoso motore grafico migliorando nettamente l'aspetto generale delle due avventure dedicate all'Uomo Pipistrello grazie a effetti particellari e di illuminazione più precisi nonché a texture molto più dettagliate, "tonde" e nitide. La rifinitura tecnica ha l'indubbio merito d'aver reso molto più vividi gli ambienti di gioco e i modelli poligonali dei tanti comprimari che troveremo lungo il cammino. Oltre al buon Batman, infatti, tutti i personaggi principali sono caratterizzati e rifiniti in modo estremamente curato e particolareggiato anche se il nuovo engine, cercando di coprire le sbavature preesistenti, in diverse occasioni (soprattutto durante le cut scene) tende purtroppo a "patinare" i volti e i contorni dei personaggi rimandando un aspetto lievemente plasticoso decisamente poco "dark". Arkham Asylum, ovvero il titolo più datato, soffre inoltre di fastidiosi rallentamenti che colpiscono soprattutto il passaggio da un ambiente all'altro e le fasi di combattimento. Un difetto incomprensibile, dato che entrambi gli episodi girano a 30 fps.

    Batman: Return To Arkham Batman: Return To ArkhamVersione Analizzata PlayStation 4Batman: Return to Arkham ripropone con tutti i crismi i primi due episodi del franchise dedicato al supereroe col super portafoglio, comprensivi ovviamente di tutti i DLC e i contenuti rilasciati sinora. Va detto, se per caso ve lo state chiedendo, che la collection non comprende - forse per una questione di licenze - Arkham Origins, episodio spurio non curato direttamente dal team britannico (nonché quello meno apprezzato). A ogni modo, Arkham Asylum e Arkham City sono passati sotto il bisturi del chirurgo plastico che ne ha saggiamente svecchiato il comparto grafico, tirando le rughe di espressione che iniziavano ad accumularsi sul volto del Pipistrello. Come accade in quasi ogni intervento, anche in questo caso si è verificato l'imprevisto che può rovinare un lavoro altrimenti perfetto. Infatti, la ristrutturazione di Virtuos si attesta, complessivamente, su livelli qualitativi molto buoni grazie anche al salto generazionale dell'engine grafico, ma alcune sbavature tecniche macchiano il risultato finale. Comunque, se non avete mai accompagnato il Cavaliere Oscuro nelle sue peripezie, è arrivato il momento di rimediare. Chi, invece, ha già giocato a entrambi i titoli e non è un collezionista, può tranquillamente guardare altrove visto che, oltre al restyling grafico, i contenuti rimangono i medesimi già visti tempo addietro.

    8

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