Recensione Battle For Middle Earth 2

L'Occhio è su di voi...

Recensione Battle For Middle Earth 2
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • Uno stregone non arriva mai in ritardo, ne in anticipo...

    Nonostante sia ormai terminata l’avventura cinematografica di Peter Jackson nella tormentata Terra di Mezzo tolkeniana, la mania del “signore degli anelli” continua a far sentire il proprio peso, tanto da portare Eletronic Arts a sviluppare un seguito per uno dei titoli meglio riusciti dell’intera serie dedicata alle opere del regista neozelandese: si parla ovviamente di “La Battaglia per la Terra di Mezzo”, epico gioco strategico che un paio d’anni fa ottenne le meritate lodi dalla stampa specializzata e una buona fetta di pubblico. Il ritorno sulle scene degli eserciti di uomini e orchi, tuttavia, non era privo di difficoltà: avendo supervisionato tutte le fasi della guerra dell’anello nel precedente capitolo, mancava l’ambientazione necessaria per un nuovo strategico. Scartate le idee di affrontare la prima guerra contro Sauron (quella che nei film appare nell’introduzione de “La compagnia dell’Anello”) si è preferito concentrarsi nelle battaglie contemporanee a quelle lette nei libri di Tolkien, ovvero a tutte le offensive sferrate da Mordor e Isengard verso altri lidi. Ecco dunque tutti i generali da scrivania impegnati nel proteggere le terre dei nani, i porti dell’Erebor e la città di Valle dalle orde dei goblin, degli orchi e degli esterling al comando di eroi come Glorfindel, Gloin, Arwen e Elrond. Come nel precedente episodio sarà possibile affrontare la campagna dell’esercito del Male, distruggendo tutto ciò che si sarebbe dovuto difendere con le forze dell’Ultima Alleanza e comandando eroi come i nazgul, la Voce di Sauron e il Re dei Goblin.

    Da troppo tempo nessuno lo sfida.

    Eletronic Arts non si è certo risparmiata l’aggiunta di novità che dovrebbero rendere Battle For Middle Earth 2 degno del predecessore: 3 nuove razze, 2 campagne, possibilità di scontri navali, una nuova modalità a turni sulla falsariga della fase gestionale della serie Total War e qualche miglioramento sparso qua e là. Perché allora il condizionale? Purtroppo nessuna di queste idee è stata in grado di togliere il tanto temuto sapore di “già provato” che ci si aspettava in questo seguito. Le 2 campagne single player mancano dell’epicità della storia principale, la possibilità di costruire liberamente le strutture senza essere più limitati ad un certo numero di lotti edificabili leva il senso di fortezza da difendere che permeava il predecessore, alcune scelte assolutamente discutibili (eliminate le mura con camminamenti per arcieri, depotenziate le torri difensive, levata la possibilità di mescolare arcieri e fanti in un singolo reggimento sono solo pochi esempi) tolgono alcune degli elementi e che avevano permesso alla serie di distaccarsi dai canonici strategici in tempo reale, trasformandola nel milionesimo titolo in cui l’obiettivo è ammassare quante più risorse/costruzioni/truppe nel più breve tempo possibile. Le campagne, dal canto loro, prendono in considerazione solo le nuove razze senza curarsi delle vecchie, quasi come se Isengard, Rohan e Gondor non fossero mai esistite e concentrandosi su elfi e nani. Esse si rivelano facili da giocare anche per neofiti del genere, venendo completate nel giro di una settimana e senza proporre alcuna sfida veramente emozionante, soprattutto a causa della poca personalità delle unità che vi troverete a comandare. Le nuove civiltà, infatti, sembrano essere confezionate in velocità e prive di qualsiasi differenza l’una dall’altra: presentando tutte un’unità di fanti, una di arcieri, una di picchieri (i nani picchieri sono assolutamente tristi!) e una di cavalleria: si eliminano le già poche differenze tra gli schieramenti presenti nel precedente capitolo, dove qualche aspetto unico di alcune popolazioni veniva comunque mantenuto. Gli scontri navali, proposti come novità assoluta, oltre a essere estremamente rari (uno per campagna e pochi nelle mappe skirmish), si basano sul mero rapporto numerico e soffrono dello stesso difetto delle truppe, ovvero l ‘assoluta omogeneità delle classi disponibili (fregata leggera-nave con arma d’assedio- trasporto- nave kamikaze). I pochi bilanciamenti negli scontri rendono più utile tentare attacchi sul fianco e azioni diversive rispetto al passato, aggiungendo un pizzico di strategia ad alcuni scontri, anche se non sarà il certo il basso bonus al danno che ottiene un’unità caricando sul retro a cambiare le sorti degli scontri, e ci si chiede ancora come possano dei cavalieri corazzati infilzarsi sulle picche anche caricando un’unità dalla direzione opposta a quella verso cui le picche sono rivolte.

    La scacchiera è pronta...i pezzi si muovono!

    L’ultima delle novità di Battaglia per la Terra di Mezzo 2 è talmente vasta per meritarsi un capitolo a se stante. Trattasi infatti di una vera e propria modalità gestionale a turni nella quale, come nella serie Total War, avrete visione dell’intera terra di mezzo divisa in diverse province, ognuna delle quali abitata da alcuni abitanti piuttosto che altri, fedeli ad una fazione piuttosto che l’altra, e capace di generare alcuni bonus sulle truppe o sulle risorse, nelle quali edificare strutture economiche, militari e difensive allo scopo di addestrare e mantenere un esercito e potervi espandere a spese del nemico. Personalizzabile in tutti i suoi aspetti (numero di province, di fazioni, squadre, tempo dei singoli turni ecc) dal menù principale, la modalità “guerra dell’anello” compensa in parte le mancanze delle due campagne singole aggiungendo quel poco di pepe in più che vi manca. Per quanto mancante della perfezione di Rome, la sezione gestionale è tutt’altro che da sottovalutare e sarà sempre meglio presidiare ben bene un territorio con torri e castelli prima di lasciarlo indifeso per spostare le armate altrove a dare la caccia agli avversari. L’aggressiva IA delle fazioni controllate dal computer, inoltre, terrà sempre in stato di rischio le regioni periferiche. Non mancano però anche qui alcuni grossolani difetti: intanto partire sempre da un solo territorio piuttosto che da un regno esce totalmente dalla storia della saga di riferimento e costringe ad un’affannosa corsa per i territori confinanti nell’intento di conquistarne quanti più possibile, disperdendo eroi ed armate senza alcun senso. Nel caso due armate nemiche si scontrino si passerà come ormai di consueto nella battaglia strategica vera e propria, che si svolgerà come qualsiasi altra missione del gioco: costruire case e castelli, addestrare armate e sterminare il nemico. Considerando che la possibilità di edificare le strutture è già data nella mappa strategica, viene da chiedersi se sviluppare un sistema di battaglia molto più tattico e improntato verso la strategia con un approccio alla "Rome" sarebbe stato meglio. Dopotutto, se ci si deve ispirare a dei grandi capolavori, tanto vale farlo completamente e senza omettere o tagliare alcune delle caratteristiche che ne hanno fatto la fortuna. Buona l’idea di inserire in questa modalità la possibilità di inserire eroi creati ad hoc dai giocatori tramite un editor interno al gioco che permette di plasmare dei personaggi personalizzati scegliendone le abilità tra le numerose disponibili per poi mandarli a combattere al fianco dei personaggi della saga. Pur non essendo una vera e propria rivoluzione, rimane una delle poche vere novità di Battle For Middle Earth 2.

    Qualsiasi cosa passi da quella porta, non cederete terreno!

    Passando al mero aspetto tecnico sono davvero poche le innovazioni presenti: il motore grafico è rimasto lo stesso e soffre dei medesimi pregi e dei medesimi difetti del predecessore: tanto sono belli gli ambienti e le strutture (per quanto un po’ statiche) e la visuale d’insieme di un’armata faccia la sua bellissima figura, tanto le unità singole sono sgranate e piatte nelle texture. Discorso a parte per gli eroi che mantengono la loro abbondanza di particolari. Ottimi gli effetti speciali e fluide le animazioni dei personaggi. Sonoro e musiche prese di peso dalle pellicole in qualsiasi loro aspetto, rendono questo gioco, come tutti quelli ispirati ai film di Lord of the Rings, uno dei migliori esempi di colonna sonora che si siano mai visti. Delude moltissimo l’assenza di spezzoni ripresi dalla serie cinematografica a favore di filmati girati col motore grafico. Degna di minori lodi è l’IA che, pur mantenendo una sua aggressività capace di minacciare il giocatore con assalti ripetuti, manda spesso unità in giro senza senso, oppure ne tiene di ferme mentre pochi metri più avanti vi è una battaglia in corso, o manda direttamente gli eroi alla morte sicura (già che sono stati eccessivamente indeboliti rispetto il passato). Si spera che future patch rendano il comportamento del computer meno prevedibile.

    Battle For Middle Earth 2 Battle For Middle Earth 2Versione Analizzata PCBattle For Middle Earth 2 soffre del terribile difetto di ricordare più un’espansione venduta a pieno prezzo piuttosto che di un prodotto a se stante: le tante innovazioni infatti godono di una realizzazione alquanto approssimativa e non sono in grado di ribaltare il concept di gioco, ne tantomeno di migliorarlo rispetto al predecessore. L’idea di rendere degli eroi delle macchiette alla Age of Empires contrasta totalmente con l’ambientazione (mai più Aragorn e Gimli a tenere da soli un portone di fronte a migliaia di uruck hai), le battaglia navali sono approssimative e le nuove civiltà troppo omogenee tra loro. La modalità “guerra dell’anello” aiuta ad alzare il livello dell’aspetto single player e cancella i dubbi lasciati dalle non proprio perfette campagne principali. Longevità alzata dalla modalità multiplayer, per quanto non abbia i numeri per conquistare i giocatori che da anni affollano battle.net e microsoft zone. In sostanza un buon titolo, che mantiene i pregi del predecessore senza aggiungervi nulla di trascendentale, ma che comunque ha in sé tutta l’atmosfera fantasy e gotica de “il signore degli anelli”. Peccato per le scelte discutibili e i pochi difetti che ne minano il giudizio finale.

    7.4

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