Bear with Me: Recensione del terzo e ultimo episodio

L'adventure-noir di Exordium Games si conclude con un terzo episodio dai tocchi di sceneggiatura dal valore inaspettato.

Bear with Me: Recensione del terzo e ultimo episodio
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  • Pensato come pentalogia ma condensato in tre soli capitoli in corso d'opera, Bear With Me si è lasciato definitivamente alle spalle Paper City e tutti i suoi attori di pezza lo scorso 5 ottobre, quando su Steam ha fatto finalmente capolino Episode Three. Il gran finale dell'avventura noir di Exordium Games dimostra un'ambizione di fondo inattesa, ripescando alcuni tratti di messinscena passati in secondo piano durante Episode Two e infine mettendo sul piatto una tematica particolarmente matura mista a un tono di scrittura che non avremmo mai sospettato in principio. La conclusione riesce insomma a toccare corde dell'animo umano piuttosto sottili e colpisce nel segno più di quanto ci saremmo aspettati, a costo di tradire in parte le origini del racconto. Nel mezzo, l'indagine prosegue da dove l'avevamo interrotta: dalla drastica scissione, cioè, dell'accoppiata Amber-Ted E. Bear.

    La resa dei conti

    Episode Three riparte dal bancone di un bar dove Ted, il detective orsacchiotto (co)protagonista di Bear With Me, si trova seduto a bere l'ennesimo bicchiere di succo di carota, come si confà ai belli e dannati della grigia Paper City. Distrutto dai sensi di colpa per aver litigato con la piccola Amber e averla lasciata sola nella ricerca di suo fratello Flint, il pupazzo sceglie infine di partire in suo soccorso, salvo poi scoprire che la giovane potrebbe essere in serio pericolo. Il porcello Mills, vecchia conoscenza di Amber e Ted, sembra infatti avere perso il controllo, intenzionato più che mai a far prostrare ai suoi piedi l'intera metropoli. Anche Locke, capo della polizia oramai corrotto, pare essere invischiato in un piano atto a far fuori la ragazza, che, nel corso di Episode Two, abbiamo scoperto essere la "creatrice" di questo mondo.
    L'intreccio di Episode Three alterna l'indagine in solitaria di Amber al tentativo di Ted di ripercorrerne i passi, per cui ciascun frammento di storia aggiunge dettagli al quadro generale della vicenda, fino al momento -inevitabile- di ricongiungimento fra i due. In mezzo c'è tutto quello che abbiamo più o meno imparato ad apprezzare nel corso degli episodi precedenti: dei dialoghi lunghi e articolati, talvolta ai limiti della prolissità; uno humor che finge di prendersi sul serio, facendo il verso al cinema noir con Humphrey Bogart; e, ovviamente, una serie di enigmi nel pieno della tradizione dell'adventure game anni Novanta. Va detto che, rispetto a quanto sperimentato in Episode One e Two, i puzzle di quest'ultima parte sono sicuramente meno immediati, più basati sulla logica che sulla mera combinazione di oggetti tra loro o sull'ambiente. Comunque, il livello di sfida non arriva mai a vette particolarmente elevate, guadagnando punti più che altro in termini di creatività delle soluzioni messe in opera.
    Lato narrazione prosegue invece lo scavo psicologico di molti dei personaggi introdotti nelle circa quattro ore antecedenti a questo epilogo. Tornano quindi l'imponente squalo mafioso Reef King, la bambola Betty, e poi CBG, il vigilante notturno di Paper City che fa il verso a un noto "cavaliere oscuro". Le poche new entry -come il già citato Locke, lo sciacallo di stoffa- non godono purtroppo del medesimo approfondimento dei giocattoli rimasti in scena nell'arco di tutte e tre le puntate; cionondimeno, possiamo affermare che il cast di Bear With Me, seppur non memorabile, si confermi più che azzeccato nell'alternanza e stravaganza dei suoi caratteristi virtuali.

    Ciò detto, come accennavamo, la specificità di Episode Three risiede in toto nella mezz'ora dell'ultimo atto, vale a dire negli istanti che precedono il confronto tra Amber e il Rosso, il sinistro villain color sangue che abbiamo intravisto -e talvolta perfino impersonato- nel corso di tutta l'avventura. Gli ultimi momenti di gioco seppelliscono una volta per tutte il piglio umoristico della produzione, laddove riemerge prepotente quell'atteggiamento orrorifico mostrato a sprazzi in Episode One, poi quasi del tutto accantonato in Episode Two. Il ritrovato senso d'angoscia che permea l'ultima fase è forse l'elemento più efficace per mettere in scena un argomento che parte da quella riflessione sul passaggio dall'infanzia all'adolescenza che avevamo intuito dall'inizio, ma che qui confluisce in un tema ben più profondo e delicato. Non vogliamo anticipare nulla, ma i minuti conclusivi chiudono il cerchio di un racconto assai convincente, forse limitato in quanto a pathos per via del basso budget a cui il prodotto è costretto, ma nondimeno coraggioso.
    Tra l'altro, Bear With Me gode addirittura di un finale "a bivio", che varia a seconda dell'ultima decisione che il giocatore è chiamato a compiere. Il titolo prevede anche alcune scelte intermedie alla progressione, ma purtroppo, a conti fatti, non hanno un reale peso nel definire la chiusura della trama.

    Bear with Me Bear with MeVersione Analizzata PCBear With Me è un thriller-adventure della durata di circa sei ore che, tra alti e bassi ludici e narrativi, esce dal confronto coi suoi congeneri con le ossa assolutamente intatte. Gli sviluppatori di Exordium Games hanno saputo inscenare un racconto a tinte noir semplice nei lineamenti ma inaspettatamente profondo nelle tematiche trattate, che appassiona grazie ai suoi buffi burattini animati e il suo suadente universo immaginifico per spiazzare tutto d’un tratto nelle fasi finali, dove la componente horror e un’atmosfera tesa e ansiogena prendono il sopravvento in maniera imprevedibile. Episode Three è semplicemente il fiocco su un pacchetto indie dal valore interessante, che gli appassionati di avventure grafiche farebbero bene a non sottovalutare. A quadro ormai definito, possiamo finalmente scrivere che il caso è chiuso.

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