Birthdays the Beginning Recensione

Birthdays the Beginning è un simulatore evoluzionistico in cui plasmare l'ecosistema di un mondo cubico per far evolvere la vita e creare la civiltà.

Birthdays the Beginning Recensione
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Nel 1986 lo scienziato britannico Richard Dawkins pubblica "L'orologiaio cieco", saggio in cui illustra la sua ricerca sul darwinismo e la biologia evoluzionistica. Una parte consistente del suo lavoro si basa su simulazioni al computer che utilizzano biomorfi, creature digitali composte da segmenti e che vengono fatte evolvere dal programma attraverso un processo che simula la selezione naturale. Sebbene non si tratti di un videogioco, il programma creato da Dawkins presenta già una serie di caratteristiche protoludiche: è l'utente a guidare l'evoluzione decidendo i parametri di forma sulla base dei quali i biomorfi saranno selezionati. Da lì a pochi anni vede la luce il primo videogioco sul tema, il simulatore planetario SimEarth (1990), gestionale in cui, controllando vari parametri ed eventi, il giocatore influenza l'evoluzione della vita su un pianeta. È il primo di una lunga serie di prodotti videoludici: ricordiamo il platform E.V.O.: Search for Eden (1992), in cui guidare una creatura nell'evoluzione da pesce a primate, e l'iconico SPORE (2008), dello stesso creatore di SimEarth ma decisamente più "action", che propone meccaniche diverse per ciascuna delle fasi dell'evoluzione. Perfino Jenova Chen, papà di Flower e Journey, si è fatto ispirare dall'evoluzionismo per flOw (2006), nel quale il giocatore controlla un microrganismo che si evolve cibandosi di altri microrganismi. Poteva forse Yasuhiro Wada, creatore di Harvest Moon, rimanere indifferente a una tematica tanto affascinante quanto sfruttata? Birthdays the Beginnings è il primo videogioco prodotto dalla software house Toybox, da lui fondata insieme al produttore Tomio Kanazawa; siamo ben lontani però dalla qualità dell'iconico simulatore di fattoria, che riusciva a rendere interessante anche un'attività noiosa come il piantare carote.

    Birthdays the Beginning è un sandbox gestionale che in qualche modo ricorda SimCity e SimEarth, ma consente al giocatore di manipolare un unico parametro, la temperatura, semplicemente modificando la conformazione dell'ambiente di gioco alzando o abbassando porzioni del terreno. Una meccanica apparentemente elementare che riesce però a creare un gameplay discretamente complesso, anche se non particolarmente avvincente ( si tratta pur sempre di un gestionale). Il gioco offre ai giocatori tre diverse modalità: storia, free mode e sfide. La grafica colorata e non realistica e il tono infantile della narrazione rendono da subito esplicito come Birthdays the Beginning sia un gioco rivolto ad un pubblico giovane, nei confronti del quale si pone un obiettivo educativo oltre che ludico. Il gioco inizia con un'introduzione narrativa poco convincente e che ricorda vagamente quella di Final Fantasy Tactics Advance: il narratore protagonista ritrova una mappa all'interno di un libro antico e, seguendo le indicazioni riportate su di essa, scopre una strana grotta. All'interno un artefatto futuribile - un cubo - e una voce senza corpo che si fa chiamare Navi: il gioco finalmente sta per cominciare. Navi accoglie il ragazzino/giocatore chiamandolo prescelto e chiede il suo aiuto per far nascere la vita in un mondo nuovo attraverso una simulazione mediata dall'artefatto cubico. Il giocatore, attraverso un avatar futuribile che indossa una tutina rossa da supereroe, viene guidato da Navi alla scoperta dei meccanismi di funzionamento del gioco/simulazione.

    Il lungo tutorial ci spiega come regolare la temperatura alzando e abbassando il terreno, come la giusta temperatura sia fondamentale per lo sviluppo delle forme di vita e  come le variazioni di umidità dovute alla vicinanza di mari e fiumi abbiano conseguenze sullo sviluppo di flora e fauna. L'impronta del tutorial è molto pratica, fatta di piccoli e brevi tasks e che richiede un discreto sforzo per estrapolare dai brevi incarichi le informazioni utili per comprendere teoricamente i meccanismi di funzionamento del cubo. Terminato il tutorial il giocatore può scegliere se continuare con la storia o dedicarsi alle altre due modalità. Proseguendo nella modalità storia un ulteriore inserto narrativo rivela come l'aver agito sul cubo abbia modificato l'ambiente circostante e come il ragazzo non possa sperare di tornare a casa prima di aver completato il percorso evolutivo che porta alla nascita della civiltà: guidato da Navi dovrà provocare l'evoluzione di alcune specie chiave per lo sviluppo della razza umana. Ogni step evolutivo può avvenire solo se il giocatore rispetta determinate condizioni: temperatura, umidità ma anche presenza di altre specie in numero sufficiente. Per le prime missioni Navi guida passo passo il giocatore, per arrivare poi ad obiettivi che richiedono diversi passaggi evolutivi per essere completati. Compito reso non facile da un'interfaccia di gioco per nulla user friendly. Le modifiche al cubo, e la registrazione delle creature nel database, avvengono nella modalità micro: l'avatar si muove nel cubo con visuale isometrica 3D in terza persona. Per alzare o abbassare il terreno bisogna selezionare un'area con il cursore (le cui dimensioni aumentano man mano che il livello del giocatore aumenta, ma restano sempre irrisorie rispetto all'area totale del cubo) e premere i tasti R1 e R2 finché non raggiunge l'altezza desiderata o fino a che l'avatar non avrà terminato i punti energia. Si tratta di un'operazione estremamente lenta, che può essere agevolata grazie a oggetti che però appaiono nel cubo solo a seguito di determinate azioni compiute dal giocatore. Una scelta che riteniamo assurda: crea valle e crea montagna  dovrebbero essere comandi presenti sempre nell'interfaccia, dato che semplificano di molto le continue e noiose operazioni di rimodellamento del terreno in cui il giocatore è costretto a impiegare decisamente troppo tempo, trovandosi poi dopo poco a dover distruggere ciò che aveva faticosamente creato per modificare temperatura e umidità a seconda della specie da far evolvere. Nella modalità macro, invece, il giocatore osserva da lontano lo sviluppo della vita nel cubo facendo scorrere il tempo: accanto ai parametri fisici base del pianeta - temperatura dell'aria, dell'acqua e rapporto tra forme di vita animale e vegetale - si trova una lista delle forme di vita, del numero di esemplari e un indicatore che ci dice se sono in crescita, in calo o prossime all'estinzione. Sarebbe tutto molto bello se non fosse per il fatto che la finestra ci mostra un numero limitato di specie e che non è possibile scegliere quali vogliamo monitorare: per verificare la popolazione di una specie in particolare è necessario accedere al menu di gioco e cercarla faticosamente nella vasta collezione, ordinata sia per numero progressivo (come un pokedex) sia in forma di albero evolutivo.

    A queste imperfezioni di UX design va sommato il fatto che i nomi delle creature nella collezione vengono rivelati solo quando queste vengono fatte nascere, mentre nei requisiti che accompagnano le missioni c'è la presenza di creature specifiche, ovviamente chiamate per nome. Capire come far evolvere le creature necessarie non è semplice e le partite si trasformano in un ibrido tra investigazione compulsiva dell'albero evolutivo - con tanto di ricerca online di corrispondenze tra il nome della specie richiesto e quello delle specie già scoperte - e una successione di tentativi più o meno casuali di far evolvere la specie giusta. L'assenza di feedback chiari sui meccanismi e le strategie dietro all'evoluzione delle creature - unitamente a brutte imprecisioni sull'evoluzione umana - decreta il fallimento dell'obiettivo educativo e didattico del gioco, che sarebbe stato agevolmente raggiunto con qualche accortezza e qualche informazione in più. Più interessanti la modalità libera e le sfide: la prima perché permette di sperimentare senza la necessità di dover far evolvere specie specifiche, e senza quindi il bisogno di decifrare l'albero evolutivo come fosse la Stele di Rosetta; le seconde perché si tratta di missioni brevi e mirate che permettono, un tentativo dopo l'altro, di comprendere abbastanza bene i passaggi evolutivi necessari per ottenere creature specifiche e i modi più efficienti per intervenire sull'ecosistema.

    Birthdays the Beginning Birthdays the BeginningVersione Analizzata PCBirthdays the Beginning è un simulatore di evoluzione che unisce elementi sandbox a meccaniche gestionali e che si rivolge in particolare ai giovanissimi, mirando ad essere uno strumento educativo oltre che ludico. La meccanica principale è la variazione della temperatura, ottenibile modificando la conformazione del terreno: è apparentemente semplice ma riesce a dar vita a molteplici scenari. Il fascino dell’evoluzione è però rovinato da un’interfaccia decisamente problematica, con scelte di design poco accattivanti che rischiano di rendere l’esperienza frustrante e ripetitiva. Da notare la presenza di due modalità, libera e sfida, che allungano un po’ la longevità del titolo (la modalità storia è completabile in meno di una decina di ore) e ne mitigano parzialmente alcuni difetti. Il gioco è completamente localizzato in italiano e disponibile su PC e PS4.

    6.5

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