Bloodshore Recensione: un film interattivo tra Fortnite e Hunger Games

Wales Interactive realizza un film interattivo tutto azione e splatter che mescola i battle royale con Hunger Games.

Bloodshore Recensione: un film interattivo tra Fortnite e Hunger Games
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  • Mobile Gaming
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Vi ricordate i "tempi d'oro" dei videogiochi in Full Motion Video? Siamo intorno la metà degli anni '90, e molti sviluppatori desiderosi di stupire il pubblico con grafiche sempre più realistiche e credibili puntano sulla creazione di veri e propri film interattivi, con attori in carne ed ossa e completamente incentrati su sequenze FMV. Produzioni simili hanno caratterizzato il parco titoli di console quali il SEGA CD ed il 3DO, ottenendo anche un certo seguito tra i giocatori: del resto siamo in un'epoca in cui si sperimentano nuove idee per plasmare il futuro dell'industria videoludica, che all'epoca stava per muovere i suoi primi passi verso il passaggio alle tre dimensioni, poi compiuto con l'avvento della prima PlayStation, del Nintendo 64 e del SEGA Saturn.

    Per un breve periodo si è pensato che anche gli FMV avrebbero fatto parte di questa nuova stagione videoludica, completando il distacco dal 2D che ha caratterizzato gli albori del videogioco. Questi titoli, però, avevano un piccolo, grande problema: il gameplay veniva sacrificato a favore degli artifici tecnologici, trasformando l'utente in uno spettatore passivo con ben poco margine di manovra. Non c'era la complessità delle avventure grafiche classiche, e non c'era un focus sulla narrativa nei giochi Telltale o Quantic Dream (a proposito dello studio di David Cage, potete leggere la nostra recensione di Detroit Become Human): questi prodotti riducevano la componente ludica al minimo indispensabile e, esaurita la meraviglia iniziale, le sequenze video perdevano il loro fascino dimostrandosi ancora sostanzialmente primitive.

    Non è un dunque un caso che la gran parte dei giochi in FMV sia stata bocciata dalla critica. Nonostante tutto, qualche titolo iconico c'è stato: si pensi a Night Trap (ecco la recensione di Night Trap 25th Anniversary Edition), i cui contenuti violenti hanno contribuito, assieme al celebre Mortal Kombat, alla nascita dell'ente di classificazione americano ESRB. In un'epoca in cui è consolidato il revival di vecchie glorie e generi, anche le produzioni FMV hanno goduto di nuova linfa vitale: la software house Wales Interactive è ad esempio specializzata in questo tipo di produzioni, avendo già realizzato titoli come The Bunker o Late Shift. Lo studio gallese ritorna adesso alla carica con Bloodshore, film d'azione interattivo pieno di intrighi, disponibile su PC, iOS, PS5, PS4, Switch e console della famiglia Xbox.

    Benvenuti a Kill/Stream

    Bloodshore racconta di un macabro ed adrenalinico reality show, Kill/Stream, che vede la partecipazione di una nutrita schiera di streamer, intrattenitori, celebrità sul viale del tramonto e criminali che si scontrano in una sfida all'ultimo sangue in stile battle royale. Chi trionfa può cambiare completamente la propria vita, ottenendo fama e 10 milioni di dollari. L'evento, popolarissimo in tutto il mondo, è ormai giunto alla sua tredicesima stagione, ambientata stavolta su un'isola sperduta: 50 concorrenti sono stati selezionati per darsi battaglia all'interno di un territorio selvaggio ed ostile, disseminato da mine antiuomo ben nascoste tra i boschi e i terreni incolti dell'isola.

    L'esordio della nuova edizione porta inoltre con sé una novità sconvolgente: non sarà possibile ritirarsi, o vinci o muori. Con regole così dure la creazione di fazioni diventa inevitabile almeno nelle prime fasi del gioco: seguiremo nello specifico proprio le vicende di un piccolo gruppo di partecipanti pronti a paracadutarsi verso l'ignoto. Protagonista dell'avventura è Nick Romeo, attore fallito in cerca di redenzione: il giocatore vivrà la storia dal suo punto di vista, portandolo a compiere scelte che avranno conseguenze non solo sulla sua sopravvivenza, ma anche sulle relazioni con il suo gruppo.

    Ad accompagnarlo nelle prime fasi di Kill/Stream c'è infatti un manipolo di concorrenti disposti a collaborare per aumentare le proprie chance di sopravvivenza: l'ex bambina prodigio Scarlet, il podcaster Ari, il vlogger Gav, la gamer Tish, l'enigmatico Otto e infine Dev, sospettato di essere un cannibale. Tuttavia, Nick non partecipa a Kill/Stream solo per trovare la gloria, ma è determinato a svelare la cospirazione che sembra nascondersi dietro l'organizzazione di questo crudele gioco al massacro.

    L'uomo deve decidere se agire autonomamente o fidarsi dei suoi compagni in quella che resta comunque una sfida tutti contro tutti, dove la posta in palio è la vita. Questa trama da B-Movie è di fatto il cuore pulsante di Bloodshore, che affonda le radici in un concept narrativo non particolarmente originale, lasciando però agli utenti la possibilità di decidere il destino non solo del protagonista, ma anche dei compagni che lo circondano. L'idea in sé non è malvagia, e nelle prime fasi dell'avventura la costruzione del racconto risulta nel complesso abbastanza accattivante, anche grazie al suo contorno fatto di presentatori eccentrici, livestream, commenti in diretta e reazioni in tempo reale di streamer e spettatori sparsi per il mondo. Teoricamente Bloodshore offre filmati in FMV per una durata complessiva di 8 ore, aspetto che lascia quindi intendere non solo una trama con continui sviluppi, ma anche una rigiocabilità assicurata dalle scelte compiute nel corso della partita.

    All'atto pratico, però, completare una partita di Bloodshore richiede in verità ben poco tempo: lo sviluppo della vicenda risulta infatti frettoloso, e manca di creare la giusta quantità di suspense nell'intervallo tra i colpi di scena che scandiscono la progressione, molti dei quali risultano piuttosto "telefonati". Ci sono rivelazioni chiave che vengono liquidate nel giro di pochi minuti: la sceneggiatura non lascia spazio ad alcun approfondimento, e di conseguenza anche la caratterizzazione dei personaggi è quasi nulla, salvo per i dettagli legati al background dei comprimari.

    Intendiamoci, offrire una trama complessa non è certo lo scopo di Bloodshore, che punta semplicemente a concedere al pubblico qualche ora di brutale spensieratezza, esattamente come i B-movie cui si ispira . Pur considerando la matrice concettuale del progetto, però, è chiaro come una maggiore cura per il racconto avrebbe potuto rendere il tutto ben più intrigante, e dare un tocco di personalità in più al titolo di Wales Interactive. Lo sviluppo della trama è talmente rapido che si arriva alle sequenze finali quasi senza accorgersene, trascurando tanti altri aspetti del reality show come, ad esempio, la sorte degli altri gruppi arrivati sull'isola.

    E per essere un prodotto incentrato su azione, splatter ed adrenalina, anche in tal senso Bloodshore lascia molto a desiderare: le sequenze di combattimento alla base del titolo sono infatti molto limitate e lasciano ampio spazio ai dialoghi e alle interazioni tra i protagonisti (comprese un paio di forzatissime romance prive di contesto), talvolta soporifere e prive di sviluppi concreti. Se non altro gli attori fanno di tutto per rendere convincenti le loro interpretazioni. Nulla di memorabile, badate, ma si apprezzano gli sforzi fatti dalle comparse per rendere credibile non solo la vicenda ma anche le fasi d'azione, destreggiandosi tra effetti speciali migliorabili e combattimenti che sembrano muoversi al rallentatore.

    Il peso delle scelte

    Insomma, le nostre decisioni hanno reali conseguenze sullo sviluppo della trama di Bloodshore? Sì e no. Compiere scelte è anzitutto l'unica attività "ludica" offerta al giocatore, che per il resto non potrà interagire in nessun modo con quanto avviene sullo schermo. La frequenza dei bivi narrativi, tuttavia, non è particolarmente elevata e può capitare di assistere ad intere sequenze senza alcuna possibilità di interazione.

    Spesso le opzioni a disposizione si limitano a due alternative, e in alcune fasi della storia le nostre decisioni non hanno nessuna conseguenza sul racconto: ciò accade in particolare nei primi momenti dell'avventura, mentre le scelte delle fasi avanzate tendono invece ad avere effetti più significativi. A seconda di come Nick agisce si modificano i rapporti di fiducia con i compagni di squadra, mentre determinate azioni comportano la morte di altri personaggi oppure la perdita di risorse utili. Va comunque precisato che il destino di alcuni partecipanti è di fatto immutabile, mentre un'eventuale morte prematura di Nick ci riporterà al precedente bivio, obbligandoci a prendere una strada alternativa per proseguire. Una dinamica che cambia nei pressi del finale, quando le scelte del giocatore potrebbero comportare la morte definitiva del protagonista, con tanto di "bad ending" e titoli di coda. In tal caso la storia finisce e si comincia da capo, in genere con l'obiettivo di arrivare ad un finale diverso da quello ottenuto in precedenza.

    Ci sono in tutto 294 scene all'interno di Bloodshore, una cifra che assicura un'elevata rigiocabilità per quelli desiderosi scoprire tutto ciò che le circa 8 ore di filmati in FMV(realizzati con una certa cura) hanno da offrire. Dopo aver raggiunto per la prima volta i titoli di coda, sarà possibile saltare i filmati già visti, in modo da velocizzare lo sviluppo della storia. Certo, la durata totale è in parte gonfiata da sequenze che si svolgono alla stessa, identica maniera e con dialoghi inalterati anche optando per percorsi narrativi differenti: in questa circostanza non sarà possibile saltare il filmato "già visto", in quanto il gioco lo considererà come un nuovo frammento di storia.

    Nel complesso, la sensazione è che le scelte compiute contribuiscano attivamente a plasmare l'avventura, ma con una quantità di bivi non particolarmente abbondante, in alcuni momenti sembra che il racconto debba necessariamente seguire un percorso prestabilito, a prescindere dalle decisioni del giocatore. In ogni caso il gioco vanta una buona atmosfera, intensificata anche da un azzeccato utilizzo della colonna sonora che, per quanto possibile, contribuisce a rendere il racconto più coinvolgente.

    Bloodshore BloodshoreVersione Analizzata PlayStation 4Bloodshore non risolleva certo la nomea storica che i videogiochi in FMV si sono fatti nel corso del tempo. Si tratta di in buona sostanza di un film interattivo nel quale l'unità attività ludica è la selezione delle scelte del protagonista, al centro di bivi narrativi non particolarmente frequenti e che solo in determinati casi sembrano avere un reale peso sullo sviluppo della vicenda. La storia, nonostante poggi su basi tutt'altro che originali, risulta funzionale alle finalità della produzione, sebbene il suo sviluppo appaia fin troppo frettoloso, tanto da indebolire i colpi di scena che caratterizzano le fasi avanzate dell’avventura. La rigiocabilità è comunque assicurata dalla presenza di diverse centinaia di sequenze da sbloccare e di finali alternativi, sebbene il destino di certi personaggi e lo sviluppo di alcune vicende sia sostanzialmente immodificabile. I filmati FMV sono comunque ben realizzati e le musiche di sottofondo garantiscono la giusta atmosfera, ma difficilmente vi faranno chiudere un occhio sulle fasi d’azione poco adrenaliniche, tra l'altro meno frequenti di quanto fosse lecito aspettarsi in un titolo con queste premesse narrative. In definitiva, Bloodshore è un titolo capace di offrire qualche sussulto di nostalgia ai fan delle vecchie produzione in FMV, con una proposta che risulta però tutt'altro che memorabile.

    5.5

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