Recensione Brain Assist

Sega ci riprova. Come sarà questa volta l’allenamento?

Recensione Brain Assist
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  • DS
  • La sindrome del Dottor Kawashima miete ancora vittime.

    Sega ci aveva già provato circa un anno fa quando ha pubblicato in Europa Mind Quiz: Your Brain Coach con risultati che non potevano dirsi propriamente soddisfacenti. Del resto la formula “Brain Training” sembra tanto semplice quanto commercialmente valida e quindi perché non tentare la facile via del guadagno? I numerosi cloni del titolo Nintendo, non hanno fatto altro se non svelare al mondo come anche un prodotto del genere necessiti una notevole dose di cura: ben pochi, infatti, hanno saputo replicarne l’efficace ricetta.
    Insomma il medico sponsorizzato dalla Nintendo si è trasformato in una sorta di spauracchio capace di scoraggiare ora i videogiocatori più incalliti, che prospettano un futuro distopico fatto di soli allenatori del cervello, ora la software house di turno che si vede costretta a raggiungere un certo livello qualitativo per soddisfare le aspettative del pubblico e del publisher committente.
    Sega, evidentemente, crede che il gioco valga la candela. Non si spiegherebbe altrimenti la nascita di Brain Assist, seconda esplorazione della casa di Sonic negli ancor difficilmente inquadrabili meandri degli allenatori del cervello.

    Quattro infermiere pronte ad aiutarvi. Ma non fatevi strane idee.

    In un primissimo momento, non si può far altro che lodare l’idea di fondo che sottende il prodotto Sega. Piuttosto che creare l’ennesimo clone, gli sviluppatori pare abbiano ben compreso che forse è meglio allontanarsi dallo stereotipo nintendiano. Piuttosto che puntare su uno stile minimalista e il più possibile asettico, Brain Assist si rifà maggiormente alla componente ludica, gaia e sgargiante di un qualsiasi altro videogioco pensato per un pubblico più giovane.
    Il risultato, tuttavia è riuscito solo a metà. Da una parte, infatti, le musiche e gli effetti sonori riempiono abbastanza bene il canale uditivo senza mai eccedere nella cacofonia e, pur comunicando sempre l’incalzare del tempo che scorre, durante le prove riescono a non essere mai troppo invadenti. Dall’altra invece, lo stile grafico commette proprio lo sbaglio di risultare di difficile leggibilità. Questo non è solo dovuto a una scelta cromatica talmente appariscente da stordire il giocatore, ma anche e soprattutto dalla difficoltà di seguire le istruzioni su schermo rinviati come sarete da uno schermo all’altro con una velocità incredibile senza chiare indicazioni sulla direzione in cui posare lo sguardo. Nulla di realmente insormontabile sia chiaro, ma un certo tipo di pubblico abituato alla chiarezza e ai toni pacati di Brain Training potrebbe anche trovarsi spaesato dall’iniziale caoticità del titolo.
    Tuttavia, sconfitti gli iniziali imbarazzi, sarete subito introdotti allo speciale allenamento messo in piedi da Sega. Apprezzabile la schiettezza degli sviluppatori, che ci tengono a informare di come non sia assicurato alcun miglioramento effettivo delle nostre capacità mentali e che gli esercizi proposti si impegnano solo ad attivare la parte destra del cervello. Per chi non lo sapesse è grazie a questo emisfero che siamo in grado di elaborare i dati spaziali, gestire le emozioni, fare sogni e comprendere correttamente le forme visionate.
    Ecco dunque perché una delle quattro infermiere che ci assisteranno, ci introdurranno a tutta una serie di piccoli e brevi esercizi che chiamano in causa numeri, pannelli e forme varie. Il test celebrale è qui sostituito da due gruppi di quattro prove che potremo affrontare a nostro piacimento ogni volta che vorremo. Tuttavia, selezionando l’opzione specifica, potremmo anche affrontare singolarmente una delle dieci prove proposte da Brain Assist. Esse sono tutte per lo più incentrate sul riconoscimento di differenze tra due immagini, sul ritrovamento di un determinato elemento tra altri e la capacità di ricordarsi posizione e colore di figure nello spazio.
    Per fare qualche esempio pratico in Caccia Al Simbolo dovrete selezionare solo i simboli che si ripetono due volte, mentre in Numeri In Fuga sarete chiamati a riscrivere le cifre che attraverseranno lo schermo superiore con sempre maggior velocità.
    Opzione molto interessante è quella che vi permette di controllare la compatibilità celebrale con un vostro amico. Sia possedendo un solo DS che due, sarà possibile affrontarsi e cooperare in quattro prove differenti. Al termine di queste la vostra affinità sarà valutata su una scala che da un minimo di F va a S+. Non sarà proprio uno di quei vecchi test dell’amore ma con essi ha indubbiamente in comune sia il facile ma poco durevole divertimento, sia l’assoluta inattendibilità dei risultati. Nonostante ciò rappresenta un tentativo, seppur non proprio validissimo, di offrire qualcosa di diverso, che per qualche giorno sicuramente vi spingerà ad accendere il DS per testare la compatibilità celebrale con chiunque vi capiti a tiro.

    Un assistente non proprio all’altezza del compito.

    Guardando Brain Assist, tuttavia, non si può non provare un certo senso di rammarico. Già, perché i presupposti per creare una reale e valida alternativa al seriorissimo Kawashima c’erano tutte: minigiochi divertenti e ben realizzati e il controllo della compatibilità celebrale che, pur non essendo né attendibile né un passatempo duraturo, rappresenta un piacevole diversivo.
    L’amarezza subentra quando ci si rende conto della generale insipidezza del piatto propostoci da Sega. E’ chiaro sin da subito, sin dallo stile grafico non proprio user-friendly, quanto Brain Assist voglia puntare forte sull’aspetto ludico, abbandonando l’ambiente pseudo-professionale e clinico di altri titoli del genere. Ci si chiede allora perché gli sviluppatori non abbiano creduto fino in fondo alla validità della scelta inserendo qualche opzione in più e, soprattutto, stimolando maggiormente il videogiocatore a misurarsi nelle varie prove con la promessa di bonus ed extra sbloccabili. Per fare un solo esempio, i minigiochi saranno tutti disponibili sin dal primo istante.
    Non solo, ma a differenza della chiara e semplice età celebrale, Brain Assist confonde l’utente con una valutazione singola in ogni prova. Al termine di questa, infatti, non solo otterrete una posizione in una virtuale classifica, ma la lettera che vi verrà attribuita sarà specifica per quell’esercizio o gruppo. Insomma, nonostante navigando tra le opzioni vi verranno forniti dati molto precisi sulle vostre prestazioni in ogni ambito, non avrete mai un’idea chiara e generale del vostro andamento. Sebbene Sega lo dica subito, negando ogni possibilità di migliorarsi effettivamente con il software, la tangibile mancanza di confronto scoraggerà sicuramente i più giovani che non troveranno grandi soddisfazioni oltre all’aver preso S+ in quel singolo mini-gioco.

    Brain Assist Brain AssistVersione Analizzata Nintendo DSBrain Assist è innanzi tutto un’occasione sprecata. Le sue intenzioni di voler rendere l’allenamento del cervello più ludico e spensierato è sicuramente da applaudire, ma purtroppo, esse non trovano sufficiente riscontro nei fatti. La mancanza di materiale sbloccabile e di una valutazione generale che invogli realmente il videogiocatore a migliorarsi sono lacune non da poco per un progetto del genere. Nonostante questo il prodotto Sega non è totalmente da disprezzare. I mini-giochi sono divertenti e ben realizzati e la possibilità di controllare la compatibilità celebrale con un proprio amico rappresenta un simpatico diversivo. Pur non raggiungendo la sufficienza completa, Brain Assist non è da escludere dalla propria lista di acquisti a priori: gli amanti del genere che vogliono confrontarsi con qualcosa di nuovo si divertiranno sicuramente, a patto che non si aspettino di essere degnamente ripagati dei loro sforzi celebrali.

    5.5

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