Recensione Breach

Ennesima crisi a suon di terroristi e multiplayer online. Un XBLA abbastanza canonico.

Recensione Breach
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Hype: figlio ingrato

    A volte l’hype può essere un qualcosa che si ritorce contro chi l’ha generato. Sacrificati sull'altare delle aspettative disattese, sono caduti decine e decine di film, libri, album musicali e, ovviamente, videogiochi. Promesse roboanti e slogan sensazionalistici si sono spesso sciolti come neve al sole una volta giunti alla prova dei fatti.
    Purtroppo una premessa simile va fatta anche parlando di Breach. L’unica vera colpa dell’ultimo nato in casa Atomic Games, è infatti imputabile ai genitori naturali che hanno preceduto il parto della propria creatura con altisonanti dichiarazioni circa le infinite possibilità del motore fisico.
    Disastro totale? Assolutamente no, ma evitato solo per un pelo.

    Via ai saldi bellici

    Di innovativo, Breach ha ben poco. Cavalcando la moda del momento, Atomic Games ha dato vita a un FPS esclusivamente online che permette a un massimo di 16 giocatori di darsi battaglia in cinque diverse mappe ed in altrettante modalità di gioco.
    Come in prodotti simili insomma, non c’è storia, non ci sono premesse né narrative né ludiche da svolgere preliminarmente: un paio di tasti premuti e si è subito sul campo di battaglia, "con e contro" altri utenti umani.
    L’aspetto più riuscito del titolo è sicuramente quello relativo alle classi dei soldati selezionabili e la gestione della loro crescita. Cinque, che sembra essere il numero magico e fortunato di Breach, le categorie presenti: fuciliere, mitragliere, cecchino, supporto e recon. I nomi sono abbastanza esplicativi in merito all’equipaggiamento e al tipo di approccio che sarà necessario adottare con ognuno di loro. Alla spregiudicatezza e alla ricerca di continui approcci a corto raggio del soldato di supporto, armato di fucile a pompa, fa da contraltare il cecchino che, dotato di omonimo fucile, richiederà lunghi appostamenti e mani chirurgiche per impossibili headshot. Ogni classe, in questo senso, risulta estremamente equilibrata anche se, come vedremo, il gioco stesso tende un po’ ad escluderne una in favore di un’altra.
    Interessante e stimolante poi il sistema di crescita del personaggio. Ogni uccisione, azione particolare o vittoria della squadra si tradurrà in un certo quantitativo di punti esperienza. Questi non solo vi faranno aumentare di grado, ma torneranno utili per sbloccare nuove armi e acquistare potenziamenti. Tutte le classi infatti, non solo hanno la possibilità di scegliere tra diversi fucili, per un totale di 23 bocche di fuoco, ma hanno a disposizione quattro diversi slot di potenziamento. I primi due sono dedicati all’arma primaria. Sacrificando un determinato numero di punti esperienza potrete acquistare mirini laser, lanciagranate, compensatori del rinculo e molto altro da applicare direttamente sul fucile. Il terzo slot è invece dedicato ai così detti Incentivi, né più né meno dei potenziamenti che doneranno dei bonus al vostro personaggio. Qualche esempio? L’abilità "Strafottente" dimezzerà la barra della vita, ma regalerà un quantitativo doppio di punti esperienza, "Braccio Forte" permette di lanciare le granate più lontano e "Bandoliera" aumenta la quantità di munizioni di cui sarete dotati. Infine l’ultimo slot è dedicato ai Congegni. Come il nome lascia presupporre, si tratta di gustosi e utilissimi gadget che vi renderanno la vita molto più semplice. Che ne dite di un sensore di movimento in grado di rivelare anche i giocatori più silenziosi e lontani? Oppure di un bel rilevatore di cecchini così da fargli passare la voglia di sorprendervi con un odiosissimo e inaspettato colpo alla testa?
    Da questo punto di vista Breach si rivela estremamente intrigante e vi spingerà continuamente ad accumulare punti esperienza per sbloccare quel potentissimo mitragliatore o quell’utilissimo e precisissimo mirino laser. Purtroppo è anche vero che i giocatori alle prime armi, soprattutto all’inizio, faticheranno immensamente visto il loro pessimo equipaggiamento e dal momento in cui salire di livello è pratica piuttosto lunga. Ma chi avrà pazienza verrà giustamente premiato.
    Dove Breach fallisce, non completamente ma in buona parte, è purtroppo proprio sul campo di battaglia.

    Tante promesse e poi?

    Le modalità di gioco, come già detto, sono cinque: Deathmatch a squadre, Recupero (nella quale il vostro obbiettivo sarà trovare un oggetto e portarlo al vostro campo base), Convoglio (dove a turno le due squadre devono scortare un mezzo verso una posizione prestabilita), Infiltrazione (che vi spinge a difendere alcune zone della mappa) e Sopravvivenza (né più né meno un deathmatch senza respawn). Le modalità insomma, non sono né molte, né originali ma quanto meno non tradiscono l’ideale di fondo: gioco di squadra prima di tutto.
    Le mappe, dal canto loro, cominciano a far affiorare i punti deboli di Brach. Queste, infatti, non solo sono poche (soltanto quattro, che due sono identiche ma ambientate in momenti della giornata differenti), ma dimensioni e design spingono implicitamente i videogiocatori ad optare per il cecchinaggio. Nonostante non manchino sezioni al chiuso e in luoghi più ristretti, la tendenza di tutte le mappe a porre il respawn in luoghi inizialmente aperti e scoperti, rende quasi ogni partita una gara a chi riesce a conquistare per primo un buon posto in cui dedicarsi, quasi indisturbati, al cecchinaggio indiscriminato. La situazione non è sicuramente catastrofica come si possa pensare, soprattutto se non si gioca al Deathmatch a squadre, ma che il design degli scenari non sia perfetto, questo è altrettanto vero.
    I problemi poi si fanno ancor più evidenti se si passa a commentare quello che sarebbe dovuto essere il cavallo di battaglia di Breach: il fattore distruttibilità. Trailer e video vari ci avevano illusi di poter realmente distruggere qualsiasi elemento al fine sia di ostacolare l’avanzata dei nemici, sia di ucciderli facendogli crollare qualche muro addosso. Tutto ciò si può fare, beninteso, ma solo se previsto dagli sviluppatori. Qualche ponte crolla con un colpo di bazooka ben assestato, alcune case di legno finiscono in mille pezzi, ma ci sono elementi dello scenario e intere costruzioni che restano ostinatamente integri anche se investiti dalle raffiche più clamorose. L’idea che nessun riparo è veramente indistruttibile avrebbe giovato incredibilmente alla produzione, ma alla prova dei fatti la realtà è ben diversa: mentre disposti dietro ad un riparo in cemento potreste essere in grave pericolo, di contro un nemico potrebbe trovarsi al sicuro restando appostato dietro un flebile alberello.
    Un discorso simile può essere fatto per le coperture. Breach vi da infatti la possibilità di trovare riparo dietro alle strutture e di affacciarvi da queste per sparare. In queste fasi la telecamera slitterà in terza persona in modo da facilitarvi le cose. Purtroppo però non tutte le superfici fungeranno da riparo e capiterà dunque di morire perché il vostro personaggio non si appiattirà contro quel muro che, teoricamente, rappresentava un ottimo riparo.
    Non solo: a peggiorare ulteriormente la situazione ci pensa poi un netcode piuttosto problematico e molteplici casi di lag durante le partite. Spesso la connessione con l’host cade e non di rado vi ritroverete di fronte a una schermata di caricamento in realtà eterna. Ciò che è peggio, a volte vi capiterà di sparare a un soldato che magicamente scomparirà misteriosamente o, in alternativa, di essere uccisi da un nemico che è apparso chissà da dove.
    Tutti questi difetti, purtroppo, minano la struttura di un titolo che riesce comunque a divertire e intrattenere. Nonostante i tanti difetti del gameplay infatti, Breach è capace di soddisfare gli amanti degli FPS online grazie a un sistema di crescita del personaggio intrigante e a un ritmo dell’azione ora strategico nei panni di un cecchino, ora spregiudicato impersonando un mitragliere.
    A conti fatti anche tecnicamente il titolo se la cava piuttosto bene. Nonostante il lag e qualche caso di tearing, il motore grafico di Breach se la cava piuttosto bene grazie a buoni modelli poligonali, animazioni sufficienti e texture dettagliate. Inoltre anche il motore fisico, nonostante i limiti già commentati, si comporta ottimamente con esplosioni realistiche e rarissimi casi di compenetrazione di poligoni.
    Anche il sonoro se la cava più che degnamente con ottimi campionamenti e una buona gestione dei canali stereo: spesso individuerete i nemici sentendo da che parte provengono i colpi.
    Parlando di longevità, infine, Brach offre un buon level cap a fronte di un numero esiguo di mappe.

    Breach BreachVersione Analizzata Xbox 360Breach non è un completo disastro. Nonostante i molteplici difetti e limiti, raggiunge una strettissima sufficienza grazie al buon sistema di crescita del personaggio e a un gameplay che comunque non dimentica nessuno standard presente in altri titoli di questo genere. Purtroppo i problemi con il netcode e la presenza di elementi indistruttibili che tradiscono la filosofia del titolo, penalizzano pesantemente questo titolo. Per 1200 MP (o 15 euro nel caso lo vogliate acquistare su Steam) riuscirete a trovare sicuramente di meglio, ma non è detto che qualche amante sfegatato degli FPS in crisi d’astinenza, non voglia dare una chance al prodotto di Atomic Games.

    6

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