Recensione Broforce

Uno sparatutto ad alto tasso di testosterone, ricco di riferimenti a pellicole cult degli anni '80 come Rambo, Commando, Predator, Terminator e Indiana Jones. Il tutto condito con una grafica in pixel art dal sapore retrò.

Recensione Broforce
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Il breve jingle di Devolver precede sempre grandi cose. Stavolta il genio è quello di Free Lives, che fa rivivere su PC lo spirito di quelle serate ad alto tasso testosteronico, animate da pellicole d'azione che neanche le più devote compagne del gentil sesso si sognerebbero mai di guardare, birre del discount e rutto libero. Nel festoso trambusto di pixel è possibile riconoscere, una per una, tutte le icone dei più famosi film d'azione votati alla tamarraggine, simboli di un superomismo tutto americano e, al contempo, dei maschietti appartenenti una generazione devastata dall'idea di non poter indossare le stesse maglie smanicate di Snake Plissken senza sembrare dei completi imbecilli.

    Cool story, bro.

    Dopo 3 anni e mezzo di sviluppo, un'overdose di teaser e un early access che sembrava non finire mai, ci ritroviamo faccia a faccia con una versione finita, una campagna single player finalmente completa, un editor di livelli e la promessa di un roster di personaggi in continua crescita. Senza troppi preamboli, come fossimo tornati ai tempi di Contra, si viene scaraventati nel vivo dell'azione, fra esplosioni che neanche nei sogni proibiti di Michael Bay, bandiere americane in ogni dove e aquile buttate qua e là totalmente a casaccio. Il nemico è ovviamente il terrorismo, comicamente impersonato da soldati in passamontagna che, come i finti nazisti di Metal Slug, si lasciano scappare urletti tutt'altro che virili di fronte al pericolo, ma anche gli alieni. E i demoni. E Satana. Il run and gun di Free Lives fa del caos uno dei suoi punti di forza, grazie anche ad un level design che prevede la distruttibilità pressochè totale degli ambienti di gioco e la possibilità di scavarsi letteralmente la strada a fucilate fino alla fine del livello. Appare presto lampante quanto i confusi soldati siano poco reattivi e dotati di una mira simile a quella di uno stormtrooper, e quanto il vero pericolo sia rappresentato dall'eccesso di irruenza del giocatore stesso, che si ritroverà spesso ad innescare esplosioni a catena fino a rimanerci secco. Lo scenario più ottimistico prevede un oculato centellinare della mascolina distruzione indiscriminata della zona di guerra, che permetta al giocatore di afferrare sano e salvo la scala di corda che sporge dall'elicottero a fine missione, con la stessa soddisfazione di chi affronta un intero commando di soldati indossando solo una canottiera, e poi grondante di sangue afferma "è soltanto un graffio".

    Get to da choppa.

    Al di là di un gameplay che è ripreso quasi pedissequamente dai classici sparatutto a scorrimento che hanno segnato l'epoca dell'arcade, e al quale sono imputabili davvero pochi difetti, fra cui la rotazione casuale dei personaggi e qualche errore di bilanciamento della difficoltà, il titolo del team sudafricano vive di una comicità volutamente demenziale e di un impianto parodistico che non risparmia nessuno dei clichè della cultura americana, nel quale i più maliziosi non potranno astenersi dallo scorgere qualche presunta frecciatina all'uso disinvolto delle armi, tipico statunitense, e a qualche malcelata manifestazione xenofobica, nonchè all'estensione smodata del senso attribuito al termine "liberazione". Ma i veri protagonisti sono i Bros, le icone cinematografiche che hanno accompagnato un'intera generazione, dall'inarrestabile Rambo ai meno muscolosi ma altrettanto letali Neo e Lèon, passando per Robocop e Predator, fino a scomodare i meno conosciuti Rocketeer e Timecop, gli indimenticabili Indiana Jones e Terminator, e, per evitare che tutto si trasformi in un'intollerabile sagra della salsiccia, anche il sergente Ripley di Alien e la provocante Cherry Darling di Planet Terror. Tutti i personaggi hanno carisma da vendere e abilità e set di attacchi che li rendono unici. Il numero incredibile di eroi (circa una trentina, al momento) garantisce una notevole varietà di gioco, ma l'assegnazione casuale dell'eroe, che si innesca ogni volta che si perde una vita o si libera un altro "bro", rende impossibilie la scelta del proprio beniamino preferito.

    Tuttavia l'esperienza di gioco in singolo scorre liscia come l'olio -salvo alcuni passaggi dalla difficoltà fin troppo marcata- per ore ed ore, fino a che il cervello del giocatore non è completamente mandato in pappa da urla roche ed assordanti, buzzurri assoli di chitarra e da un numero incalcolabile di esplosioni sullo schermo. Completata tutta d'un fiato la campagna in singolo, ci si può cimentare nella modalità "Ironbro" con perma-death, o nell'altamente caotico deathmatch. Se ciò non dovesse bastare, l'ottimo editor dei livelli permette di creare scenari da zero o magari riproporre le ambientazioni delle famose pellicole; se siete degli incorreggibili svogliati, vi basti sapere che i server di gioco pullulano già di creazioni molto interessanti.

    Broforce BroforceVersione Analizzata PCCaotico, incredibilmente scemo e dannatamente divertente, Broforce è il gingillo perfetto per i giocatori del sesso forte. Il run and gun più riuscito dai tempi di Metal Slug è anche un rumorosissimo elogio al cinema d’azione dell’ultimo ventennio e una fragorosa parodia del superuomo americano. Non vi capiterà di vedere altrove William Wallace tirare spadate alla cieca urlando “freedom” e brandendo una bandiera stelle e strisce, in barba a qualsiasi criterio di accuratezza storica. Invitate qualche amico particolarmente rozzo, stappate una decina di birre ghiacciate e preparatevi a far esplodere bombe di testosterone finchè non crescerà la barba anche alle pareti.

    8.9

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