Recensione Burnout: Recensione dell'edizione GameCube

Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Burnout: Recensione dell'edizione GameCube - 1947

Recensione Burnout: Recensione dell'edizione GameCube
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • NGC
  • Pc
  • Burn Out

    Potrei parlare della scarsità di giochi di guida che affligge da tempo le console Nintendo; potrei riportarvi le discussioni nate a proposito di questo titolo (troppo breve, troppo arcade, eccetera); potrei addirittura confrontare i modelli delle auto di GT3 con quelle di Burnout... ma sarebbero tutte parole sprecate. La verità è una sola: questo gioco è adrenalina pura. Come si leggeva in uno dei primi demo di Burnout: "Everything can happen in the blink of an eye. Don't even blink."

    Il Gioco

    Burnout è facilmente inquadrabile nella categoria dei giochi di corse arcade: derapate, sgommate, velocità folli che ricordano pietre miliari del genere come Ridge Racer e titoli affini (qualcuno ha pronunciato il nome Sega?). Tuttavia, i ragazzi di Criterion sono riusciti a creare un'esperienza di gioco nuova ed assolutamente appassionante. Quattro auto si affrontano in una gara di velocità su strade cittadine, collinari, ed anche su alcuni tratti autostradali; un particolare non da poco: su queste strade circolano centinaia di auto, furgoni, autotreni e autobus. Ad oltre centotrenta miglia orarie, in un batter d'occhio tutto può succedere, anche un incidente catastrofico. Lamiere contorte, vetri in frantumi, auto che volano da tutte le parti. Ma l'obbiettivo rimane comunque quello di vincere la gara, arrivare primi al traguardo lottando per ogni metro d'asfalto contro i tre avversari che denotano un'intelligenza IA fuori dal comune quando si tratta di fregarvi: sportellate, spinte assassine contro il guard-rail o, peggio, contro una fila di auto in coda al semaforo. Fin dalle prime battute di gioco, quindi, ci si ritroverà di fronte alla necessità di comportarci come perfetti "pirati" della strada, evitando di restare vittime di incidenti tanto spettacolari quanto disastrosi. Guidare in modo folle conviene, per non dire che è quasi indispensabile: una derapata, un sorpasso al pelo, guidare in contromano per due chilometri o il perfect lap (un giro senza incidenti)... tutte queste prodezze faranno aumentare la barra del turbo/boost finché non sarà piena: a quel punto potrete contare su una quindicina di secondi a velocità pazzesca, che richiederanno la massima concentrazione da parte vostra per evitare di disintegrarvi contro un camion o contro un muro. Esaurite il boost in una volta sola, e sarà Burnout. Più vi spingerete ai limiti della guida per far aumentare la barra del boost, più pericoli correrete. Più pericoli correrete, più possibilità avrete di vincere la gara.

    Burnout presenta diverse modalità di gioco ma quella principale è il classico campionato: al termine di ogni sessione di gare verranno sbloccate una nuova pista (da provare in modalità gara singola o prova a tempo) e una sfida contro un solo altro veicolo, il face off: battendo il veicolo avversario lo si potrà utilizzare in seguito nelle altre gare. Vi è poi la classica modalità testa a testa per due giocatori, assolutamente godibile.

    Realizzazione Tecnica

    L'aspetto più esaltante di Burnout è la sua velocità, la sensazione che dà al giocatore di essere nell'abitacolo di un'auto lanciata a velocità folle su una strada intasata di traffico. Questa sensazione di velocità non sarebbe stata possibile senza una grafica fluida e definita, risultato di un engine di sicura efficienza. In più, l'utilizzo del selettore 50/60Hz permette di godersi appieno tutti i 60 frame al secondo che il GameCube spara senza che si ravvisi alcun rallentamento. Un'altra caratteristica vincente della grafica di Burnout è l'utilizzo del apprezzatissimo anti-aliasing, risolvendo quindi il fastidioso effetto "effetto scaletta" che affligge la versione PS2. Gli automezzi che intasano le strade di Burnout sono costruiti con un numero relativamente limitato di poligoni, ma avendo un ruolo di contorno non si sente la necessità di un maggior dettaglio grafico. Le texture sono di buona qualità, anche se avvicinandosi molto ai veicoli che viaggiano nel traffico si nota la scarsa definizione di alcuni particolari: il retro di un autobus, ad esempio, è formato da una sola texture disegnata con pixel piuttosto grossi; si tratta di un difetto secondario, ma non saranno pochi i casi in cui vi troverete a pochi centimetri dal retro di un mezzo pesante. Il design dei veicoli utilizzabili è totalmente inventato, tuttavia siamo di fronte ad auto caratterizzate diversamente tra loro, vagamente ispirate a modelli reali; i mezzi sono costruiti con un buon numero di poligoni, risultando così discretamente dettagliati. Anche le texture che li ricoprono sono di una qualità migliore rispetto al resto degli oggetti presenti sullo schermo; le carrozzerie presentano persino alcuni effetti di riflessione di fattura più che buona. Gli incidenti non denotano una cura eccessiva ma sono stati discretamente riprodotti, anche se a volte la fisica che controlla le reazioni delle vetture coinvolte lascia un po'a desiderare in fatto di realismo. Gli scenari Che ospitano le nostre scorribande si mettono in evidenza per una realizzazione di tutto rispetto. Innanzitutto è possibile rilevare una certa varietà di elementi del paesaggio: ponti, gallerie, incroci e svincoli si susseguono senza sosta dando la sensazione di muoversi in un ambiente molto vasto (in effetti i percorsi sono decisamente estesi ed alcuni richiedono alcuni minuti per giro). La realizzazione grafica è altrettanto curata, i dettagli a bordo strada sono numerosissimi; l'asfalto è ricreato ottimamente ed è uno spettacolo da vedere quando è bagnato. In questo caso, infatti, sono state implementate delle routine atte a riflettere l'ambiente circostante, le auto e le luci. Di notte tutto questo è ancora più spettacolare e regna un'atmosfera ancor più elettrizzante. Un difetto che intacca relativamente la nostra valutazione sul piano cosmetico risiede nell'altezza a cui è posta la telecamera esterna, troppo bassa con la conseguenza di una difficile valutazione delle distanze nel traffico; la visuale interna risulta molto più comoda, oltre ad essere molto più spettacolare, ma anche in questo caso la telecamera quasi a livello dell'asfalto crea dei problemi nell'indovinare le distanze. Questo problema è ancora più evidente quando si gioca in due, dato che lo schermo diviso riduce le dimensioni degli oggetti; in multiplayer diminuiscono anche la definizione e il framerate, ma non in modo così fastidioso da tenere lontani i giocatori dalle sfide con qualche amico. Ultima nota è quella relativa ai i replay, caratterizzati da una azzeccata scelta delle inquadrature ed implementati con l'effetto motion blur, creando così dei filmati fotorealistici in cui ammirare le proprie prodezze al volante.
    Veniamo ora all'aspetto sonoro. Anche da questo punto di vista, Burnout offre un'esperienza coinvolgente, nonostante la qualità audio del gioco sia altalenante. Il fischio delle gomme sull'asfalto, lo spostamento d'aria provocato quando si sfiorano le altre vetture, i clacson che le auto nel traffico suonano vedendovi arrivare addosso sono esperienze da provare: sono questi gli effetti audio che noterete di più, quelli che ricorderete come "il suono della velocità". Purtroppo non altrettanto esaltanti sono altri effetti sonori, come ad esempio il rumore del motore, monotono e poco consono a delle vetture così potenti. Gli scontri e gli incidenti sono realizzati con effetti abbastanza convincenti, oltre ad essere l'unica parte del gioco codificata in Dolby Pro Logic II. Le musiche che accompagnano i menu e le gare sono un misto tra techno e acid, abbastanza piacevoli da ascoltare e soprattutto non invadenti.

    Gameplay

    Il controller del GameCube si adatta alla perfezione a Burnout e non fa rimpiangere il sistema volante-pedaliera grazie ai suoi eccezionali controlli analogici. Lo stick di destra è ovviamente utilizzato per sterzare, ed offre una precisione gratificante con la quale si può condurre la propria auto al millimetro. Si può poi scegliere se utilizzare l'acceleratore analogico, controllato dal dorsale R, o quello digitale A. Lo stesso dicasi per i freni: L per la modalità analogica, B digitale. Non posso che consigliare a tutti di sfruttare la pastosità dei tasti analogici, per poter godere appieno l'esperienza di gioco.
    Il sistema di controllo è molto semplice da padroneggiare, già dalla seconda partita in avanti avrete sotto controllo la vostra auto. Come detto in apertura di recensione, siamo di fronte ad un titolo puramente arcade, per cui non aspettatevi dalle vetture reazioni realistiche: in Burnout si passa da una curva all'altra controllando la derapata della coda della vettura, spingendo gli avversari senza troppe conseguenze per voi. Tutto questo diventerà routine entro poco tempo, grazie ai controlli semplici ed essenziali e ad una giocabilità godibilissima.
    Le partite scorreranno con adrenalinica fluidità, divise tra momenti in cui è necessario mostrare le proprie abilità di pilota per prendere le curve con la giusta velocità e altri in cui dovrete evitare di finire spalmati contro i muri a bordo pista o contro le altre vetture. Ciò che può disturbare il divertimento creato da un gameplay così ben calibrato ed accattivante sono gli incidenti, che oltre a spezzare l'azione con i replay un po' troppo invadenti e ossessionanti, fanno anche perdere secondi preziosi al giocatore.

    Longevità

    Burnout è un gioco che prende subito, divertente fin dall'inizio, ed è difficile determinare se e quando vi stuferà. Per completare tutti i campionati, sbloccare tutte le vetture e i mezzi speciali (ne vedrete delle belle) e rendere accessibili tutti i percorsi impiegherete un paio di settimane al massimo, giocando con un ritmo blando. Dopodiché i gusti personali decideranno la sorte della vostra copia del gioco. Una partita a Burnout è sempre divertente, anche da soli, perché il caos che regna durante le gare è tale da rendere ogni corsa un'esperienza diversa, una sfida sempre aperta. In doppio, ovviamente, il desiderio di poter sfidare qualcuno e mettere in gioco le proprie abilità è sempre acceso e ben ripagato da una formula di gioco particolarmente adatta al divertimento in multiplayer. Se però il vostro interesse si limita al completare tutte le modalità di gioco, riporrete la vostra copia di Burnout su uno scaffale molto presto: per la precisione, vi sono sette auto (di cui tre disponibili fin dall'inizio) più due veicoli nascosti, cinque percorsi che si intrecciano tra loro in modo diverso per formare piste più lunghe su cui correre e diverse modalità segrete da sbloccare. Un'ultima nota riguardante la longevità: alcuni record sui percorsi memorizzati sono piuttosto difficili da battere, e se la sfida vi appassionerà, dovrete impegnarvi parecchio per guadagnare il miglior tempo sul giro o totale; nel complesso, cercare di ottenere i migliori tempi potrebbe appassionarvi fino a farvi passare un bel po'di tempo in più sulle strade di Burnout.

    Conclusioni

    Indipendentemente dai gusti personali, Burnout è un gioco validissimo dal punto di vista tecnico, con una grafica che dimostra tutta la potenza del GameCube e la versatilità della piattaforma Renderware su cui è sviluppato. Molto divertente, accattivante e coinvolgente fa della velocità il suo punto di forza, tenendo i giocatori con il fiato sospeso per tutto il tempo della corsa. Burnout ha tutte le carte in regola per diventare un classico del genere arcade, e come molti titoli del genere potrebbe creare dipendenza. Logicamente siamo ben lontani da giochi di guida realistici nei controlli e nei comportamenti delle vetture, per cui i patiti del volante farebbero meglio ad aspettare altri giochi di guida maggiormente improntati al realismo. Attualmente i titoli di genere automobilistico su GameCube stanno aumentando: oltre al già recensito Crazy Taxi, vi sono F12002 di EA e il recente Smuggler's Run Warzones di Rockstar, mentre più avanti ci ritroveremo tra le mani pacchetti maggiormente degni di nota. Consiglio comunque di dare una chance a Burnout, nel suo genere uno dei giochi più innovativi degli ultimi tempi: provatelo, ma sappiate che dopo tutto il resto vi sembrerà troppo lento.

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