Recensione Call of Cthulhu: Dark Corners of The Earth

La Paura sul vostro computer

Recensione Call of Cthulhu: Dark Corners of The Earth
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  • Xbox
  • Pc
  • Premessa

    Esistono diverse tipologie di horror, ognuna delle quali fa leva su nostre paure più o meno evidenti, e più o meno facili da scatenare: esistono per questa ragione gli horror di serie B, che per sopperire ad una incapacità di eventuali attori o registi, puntano tutto sull’elemento gore, o meglio splatter, provocando nello spettatore una sensazione di disgusto, che può essere facilmente confusa con la paura.
    Ma ogni tanto, sempre più raramente purtroppo, si possono incontrare prodotti, sia cinematografici che letterali, che videoludici, in grado di generare la reale sensazione di paura: capace di logorarci dentro, per interi minuti, o capace di confondere quello su cui tutti noi facciamo più affidamento, ovvero i nostri cinque sensi e il nostro raziocinio, che usualmente ci porta a spiegarci con valida convinzione anche gli avvenimenti più inverosimili.
    Ora, immaginate di non poter più far affidamento sulla vostra vista, o sul vostro udito, e di vedere situazioni talmente fuori dal comune, talmente inverosimili, da non riuscire a portare una valida giustificazioni per esse; situazioni che però la mente non riesce a catalogare come “impossibili”, perché presentano comunque un sottile, un addirittura flebile filo di collegamento con la realtà: vi trovereste immersi in un nuovo mondo, in cui siete completamente estranei, privi di un qualsiasi mezzo di difesa, sia psicologica che fisica, in balia di eventi fuori dal vostro controllo e che non riuscite a comprendere: benvenuti in un viaggio nella vostra Paura. Benvenuti in Call of Cthulhu.

    Pain. Suffering. Death. It’s coming for you.

    Ciò che permette ad un titolo di distinguersi dalla massa è senza dubbio la sua componente narrativa: presentando un intreccio fiacco e insignificante, probabilmente al giocatore mancherà quel quid necessario a terminare l’avventura, o a rigiocarla successivamente. Evidentemente, Headfirst e Betasheda, divenuti questi ultimi famosi per la loro saga di Morrowind, devono aver capito l’estrema rilevanza di questa elemento, e in Call of Cthulhu: Dark Corners of The Earth (Call of Cthulhu per brevità NdR) si sono impegnati a sviluppare un intreccio degno da Oscar. Senza svelare troppo della trama, che merita da sola l’acquisto del gioco, possiamo dirvi che vi ritroverete a vestire i difficoltosi panni di Jack Walters, un tenente di polizia di stanza in una tranquilla località di un qualche migliaio di anime agli inizi del 1910: una notte, a seguito di un colpo di arma da fuoco, dovrete prendere parte ad una retata della polizia in una abitazione occupata da una strana setta, che, di recente, aveva cominciato ad agitarsi, disturbando la quieta vita del paese.
    Purtroppo, durante la retata, qualcosa va storto e comincia una violenta sparatoria tra i tutori dell’ordine e i folli barricati nella casa; voi, da prode tenente, vi infiltrate nell’edificio nel tentativo di placare quel fiume di morti e pallottole. La vostra attenzione verrà rapita anzitutto da strane urla strazianti provenienti da una botola nel pavimento.
    Il vostro senso del dovere vi spingerà così ad indagare sull’origine di tali lamenti, e vi avventurerete in una serie di traballanti cunicoli, che vi porteranno a scoprire orrende verità: esperimenti distorti, atrocità indicibili. Allora la vostra sanità mentale verrà meno e perderete i sensi.
    Il gioco riprende dopo 6 anni, quando il nostro eroe è stato appena rilasciato da un’ istituto psichiatrico e con la prognosi di amnesia, che riguarda proprio i cinque mesi successivi al forte shock avvenuto in quella terribile casa.
    Ormai dimesso dalla polizia, lavorate come un tranquillo investigatore privato, fin quando non riceverete l’incarico di investigare sulla scomparsa di un giovane negoziante, sparito da una tranquilla cittadina costiera.
    E da quel momento, preparatevi a vivere il vostro primo incubo ad occhi aperti.

    Git out Stranger!

    La genialità che sta alla base di Call of Cthulhu è tanto semplice quanto estremamente complessa ed elaborata; innanzitutto non è possibile collocare con precisione questo gioco all’interno di una categoria definita: si tratta infatti di un complesso sparatutto in prima persona, che unisce elementi stealth con quelli tipici dei giochi di avventura, quali enigmi e rompicapi di difficoltà crescente.
    La particolarità che rende difficile classificare questo titolo come sparatutto è dovuta dalla totale assenza di un HUD che riassuma sullo schermo il nostro stato di salute, la quantità di munizioni ed altro; per incrementare il coinvolgimento con l’ambiente di gioco, gli sviluppatori hanno preferito optare una visuale sì in prima persona, ma che non ricordi minimamente un classico FPS, anche se comunque, durante la partita, non appena metteremo le mani su di una pistola, dovremo eliminare una discreta quantità di nemici, senza mai scadere nelle orde alla Serious Sam.
    Un particolare plauso agli sviluppatori va mosso in merito allo “stato di salute”: il giocatore infatti non dovrà badare unicamente alla saluta fisica del personaggio, evitando il più possibile ferite, le quali andranno ad influenzare pesantemente le nostre abilità di movimento a seconda della gravità, ma in special modo bisognerà prendersi cura anche della sua salute mentale: spesso durante il gioco, ci scontreremo con immagini crude e violente, forti shock e traumi dovuti allo stress: in questi casi, come potrebbe accadere nella realtà, la visuale in soggettiva viene pesantemente distorta, combinata con allucinazioni auditive, visive e scoordinamento nei movimenti. Il che, capirete, può portare più di una volta ad un prematuro game over. Per portare un esempio, aprire una porta e trovare un uomo impiccato davanti a noi ci traumatizzerà sì (provocandoci quindi una visione distorta dell’immagine), ma non fino allo stato di shock; al contrario, cadere da una scala e finire in una fossa piena di cadaveri orribilmente mutilati, ci causerà un trauma talmente violento che oltre ad una visuale fortemente sfocata, cominceremo a sentire urla e acuti stridolii, e magari avremo anche delle allucinazioni.
    Di per se queste situazioni sono abbastanza comuni, e possono anche andare ad influenzare direttamente la nostra partita: immaginate per esempio di dover fuggire da una banda di assassini, saltando da un edificio ad un altro; la situazione di pesante stress è tradotta dal gioco in una visione fortemente distorta, rendendovi estremamente difficile valutare le esatte distanze tra gli oggetti e rischiando di farvi sbagliare completamente un salto, portandovi alla vostra prematura fine.
    Ovviamente i i ragazzi di Betasheda hanno permesso al giocatore di rimuovere questi effetti ricorrendo a diversi mezzi: il più delle volte basterà allontanarsi dalla vista di queste immagini per far ritornare la visuale a posto e il battito cardiaco, che prima martellava costantemente nelle casse, alla normalità; altre volte invece, in una situazione di stress prolungata sarà necessario ricorrere a delle iniezioni di morfina, che il nostro eroe terrà nell’inventario in quantità limitata, ma bisognerà comunque tener presente dei possibile effetti collaterali che questa medicina può avere.

    This game contains scenes of a disturbing nature

    Un ulteriore pregio di Call of Cthulhu è dato dalla sua capacità di coinvolgere a tal punto nell’ambiente di gioco, nei suoi avvenimenti e nei suoi personaggi, da rendere quasi impossibile non terminarlo tutto d’un fiato; l’intero gioco infatti è permeato da uno stile difficilmente descrivibile: si comincia ad esempio dalla elevata presenza di dialoghi, alcuni dei quali magari non direttamente necessari allo svolgimento della trama, ma che comunque aiutano a caratterizzare il titolo, o ancora da un continua sensazione di ansia e paura che lentamente, ma inesorabilmente, logorerà i nervi del giocatore. Abbiamo scritto nella premessa che esistono diversi modi di far paura: Call of Cthulhu sceglie quello più terrorizzante, che consiste in una serie crescente di momenti di tensione, per poi culminare in un apice di terrore, che il più delle volte vi provocherà un colossale balzo sulla sedia, o vi costringerà a distogliere gli occhi dallo schermo.
    Raramente un videogioco è riuscito a comunicarci questa sensazione continua di paura, o in generale, di malessere: agli inizi del gioco, dopo i primi shock, ci penserete due volte ad aprire una porta e spesso resterete qualche minuto in silenzio ad ascoltare i rumori che provengono di là di quella.
    Ma più vi trasformerete in giocatori prudenti, più il gioco riuscirà, con sempre nuovi escamotages, a procurarvi qualche altro cardiopalma.
    L’unico modo per uscire da questo vortice di paranoia e follia consiste nello sconfiggere i demoni che infestano la vostra mente, e per farlo, dovrete portare a termine l’intera avventura.
    Un ulteriore plauso va mosso riguardo al discreto armamentario a disposizione del giocatore: essendo il titolo ambientato agli inizi degli anni '20, non potrete pensare di far affidamento su bocche da fuoco moderne, ma solamente su una normalissima colt 1911 -dotata di ampio caricatore ma scarso potere d'impatto-, un discreto revolver che pecca in precisione a causa del suo potente rinculo, un fucile a canne mozze -unica arma realmente devastante a corto raggio, ma di fatto inutile sulla distanza- e, per chiudere, una primitiva mitragliatrice (che ricorda vagamente il Thompson), che permette di investire i nemici con una valanga di piombo, a scapito di un consumo troppo veloce di proiettili.

    Non tutte le conversioni vengono col baco

    Malgrado Call of Cthulhu sia un titolo assolutamente eccezionale, qualche piccolo neo che, per inciso, non rovina minimamente l’esperienza di gioco, è purtroppo presente: si comincia con una grafica non eccezionale, che non raggiunge gli splendori di Half Life 2 o Doom 3, ma che nel complesso svolge ampiamente il suo compito, e raramente durante la partita vi fermerete a vedere un qualche errore di clipping o di texture sbavate. Contribuisce a rendere l’intera esperienza di gioco migliore un sapiente utilizzo degli shader, che restituisco, a patto di disporre di una scheda video sufficientemente potente, una resa buona dei volti dei personaggi, che spesso, a causa dei numerosi dialoghi, vi vedrete ad osservare da vicino.
    Il sistema di illuminazione in tempo reale ci regala ottime rappresentazioni di ombre e luci dinamiche, pur non arrivando alle meraviglie di Chaos Theory, risulta comunque soddisfacente.
    Per ciò che riguarda la componente audio, non si può che rimanerne assolutamente soddisfatti: come ogni film horror che si rispetti, le vostre avventure non saranno mai accompagnate da una vera e propria soundtrack, quanto piuttosto da una vasta gamma di rumori ambientali e, potremmo dire, fisici e psichici: vi capiterà spesso, in situazioni di tensione, di sentire aumentare il vostro battito cardiaco, quasi fosse il vostro cuore a battere così velocemente; ancora, in seguito ad uno shock, sentirete piccole frasi apparentemente sconnesse tra di loro, come se fossero nella vostra testa e, se disponete di un impianto audio soddisfacente, sarete letteralmente avvolti da questi rumori ambientali.
    Come una pellicola girata con sapiente regia, anche durante il gioco questi rumori andranno ad unirsi formando una cacofonia permeante, che andrà ad aumentare col crescere della tensione, il tutto per regalare al giocatore uno stato di angoscia continua.
    Un ulteriore piccolo neo è rappresentato dalla scarsa longevità del titolo: a parte qualche piccolo enigma particolarmente ostico, ad un giocatore medio basteranno poche decine di ore per portare a termine l’avventura, ma il titolo stesso offre comunque una buona rigiocabilità, permettendo ai livelli di difficoltà più elevati, sbloccabili dopo aver finito il gioco una prima volta, di scoprire particolari agghiaccianti retroscena, e una serie di materiali bonus, comunque accessibile dalla cartella di installazione.

    Call of Cthulhu: Dark Corners of The Earth Call of Cthulhu: Dark Corners of The EarthVersione Analizzata PCPer tirare una qualche conclusione, Call of Cthulhu è una vera perla rara: oltre a portare, con le sue innovazioni, una ventata di freschezza nel genere, o meglio nei generi, si tratta di uno di quei insoliti giochi in grado di paralizzare dalla paura il giocatore, merito anche della scelta stilistica di sfruttare la visuale in prima persona con l’assenza totale di un HUD: più di una volta vi verrà da distogliere lo sguardo dallo schermo e in molte occasioni l’adrenalina sarà così alta da dover mettere in pausa il gioco per qualche istante, solo per riprendervi dalla tensione. Un capolavoro del brivido, talmente ben realizzato e costruito, da far dimenticare completamente qualche piccola pecca grafica.

    8.7

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