Call of Cthulhu Recensione: l'orrore arriva su Nintendo Switch

Call of Cthulhu approda su Nintendo Switch, per portare sulla console ibrida tutto il fascino oscuro ispirato a H.P.Lovecraft, con qualche ombra di troppo.

Call of Cthulhu Recensione: l'orrore arriva su Nintendo Switch
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Nel recensire la versione PS4 di Call of Cthulhu, Giuseppe Arace si era lasciato trascinare, si era calato nella parte e aveva raccontato in prima persona il folle viaggio nella mente oscura di H.P. Lovecraft. Oggi Arace è tornato quello di prima, non mostra (in apparenza) segni di squilibrio.

    Ci siamo passati in molti; io stesso da giovane ho intrapreso un viaggio in quei territori impervi, un'esperienza poi raccontata in un diario mai pubblicato. È il fascino esercitato dall'intricata mitologia creata dallo scrittore di Providence.
    Non stupisce che anche i videogiochi ne siano stati influenzati, sin dai tempi di Alone in the Dark e Prisoner of Ice (in passato abbiamo parlato dei i migliori videogiochi ispirati a Lovecraft). L'universo di Lovecraft è un calderone di spunti da cui è facile attingere; sembra creato proprio per offrire linfa vitale a nuove narrazioni, a nuovi universi orrorifici. Come dimenticare i (meta)segni della pazzia rappresentati nel celebre Eternal Darkness su GameCube? Prima che la nostalgia abbia la meglio, conviene però concentrarsi sulla versione Switch di Call of Cthulhu, che giunge tra le nostre mani a un anno di distanza dalla prima uscita su PC, PS4 e Xbox One.

    Verde putrido

    Call of Cthulhu è l'ennesima operazione di conversione figlia del grande successo riscosso dall'ibrida Nintendo. Non sorprende assistere sempre più di frequente a titoli che dalle tradizionali home console giungono anche su Switch, a volte persino con coraggio e gusto della sfida (chi ha detto The Witcher 3?). Il titolo di Cyanide, va precisato sin da subito, non era un gioco tecnicamente sorprendente nemmeno su PS4 e One. Per certi versi sembrava un gioco della vecchia generazione tirato a lucido, ma pur sempre della vecchia generazione. Adattarlo su Switch non deve essere stato troppo complesso, tant'è che il risultato non può certo definirsi deludente.

    Tutto ha inizio, come già ci raccontava il nostro Arace, nell'ufficio del nostro protagonista: l'investigatore privato Edward Pierce. Stephen Webster vuole vederci chiaro sulla presunta morte della figlia, scomparsa a causa di un incendio nella villa di Darkwater, insieme al marito e al figlioletto. Sarah Hawkins non era una persona comune, e sull'isola la ricordano tutti: una pittrice eclettica, forse un po' allucinata. Le sue tele sono angoscianti: gettano forse uno sguardo sull'ignoto?

    Pierce, che dopotutto deve sbarcare il lunario, accetta l'incarico. È un tipo curioso Pierce: dedito all'alcol, ultimamente soffre di strani incubi. L'incipit di Call of Cthulhu ha un sapore noir, un noir sui generis che sconfina in atmosfere horror non appena si giunge sull'isola di Darkwater. Tutto è permeato di morte e putrescenza; una leggera nebbia avvolge l'orizzonte e a dominare sono i toni del verde putrido e del marrone. Non sembra un luogo adatto agli essere umani, e in effetti non siamo nemmeno sicuri che quel branco di lestofanti e ubriaconi che vagano dalle parti del porto siano effettivamente umani. La villa degli Hawkins domina dall'alto il piccolo borgo; sul molo un gruppo di marinai non sa se rigettare in mare quella povera balena dilaniata. A proposito di balene, in molti ancora ricordano quella pesca miracolosa di tanti anni addietro, quando le balene a Darkwater erano molto più numerose.

    Indagini lineari

    Call of Cthulhu si presenta come una avventura investigativa vecchio stampo, molto tradizionale e impostata nella progressione e nelle meccaniche. La componente RPG, che vede il giocatore impegnato a distribuire i punti guadagnati nelle varie abilità (Fiuto, Eloquenza, Forza, Investigazione, ecc.) sembra quasi posticcia. È vero che potenziare, per esempio, l'abilità retorica consente di ampliare le opzioni di dialogo, spesso con battute più efficaci e determinanti, ma l'impressione è che si tratti più di sfumature che di reali alternative alla progressione.

    Questo per dire che Call of Cthulhu rimane fondamentalmente un titolo lineare, dal gameplay ingessato. L'elemento investigativo, che vede il protagonista impegnato ad analizzare le varie scene del crimine, permette tuttavia di accedere a flashback "ambientali", tramite cui assistere in prima persona ai ricordi cristallizzati del passato. Si tratta quindi di risalire a ciò che è accaduto a Darkwater, per vedere dove ci condurranno gli eventi. Inutile dire che, procedendo nell'avventura, l'orrore si fa via via più palpabile.

    Non siamo di fronte a un survival horror: qui non ci sono orde di nemici e in quei pochi casi in cui ci troveremo di fronte all'ignoto saremo chiamati a nasconderci, in puro stile Outlast. Il titolo Cyanide predilige insomma la componente letteraria e il gusto del racconto interattivo, con un'impostazione da avventura grafica in soggettiva calata nelle folli atmosfere di Lovecraft. Una follia che può investire anche Pierce e che si riflette sui diversi finali di gioco. Il "problema" di Call of Cthulhu è che sa tanto di compitino: lineare, per certi versi prevedibile nella sua evoluzione, il gioco non riesce a sorprendere, a rileggere Lovecraft in chiave inedita. Anche l'investigazione si basa quasi sempre sulla formula: analizza tutti i documenti nei dintorni (di modo da sbloccare ogni opzione di dialogo) e parla con il personaggio di quell'area. Gli sviluppatori non hanno voluto osare e invece che puntare sull'ignoto sono andati sul sicuro. Né deludente, né graffiante.

    Orrore portatile

    Ma veniamo quindi alla versione Switch: com'è questa conversione? Come già anticipato, l'esito è sicuramente positivo. Il titolo si gioca più che bene sia in modalità portatile che home. Se le dimensioni dello schermo televisivo enfatizzano la solo discreta realizzazione tecnica (ma c'è da dire che la versione Switch non sfigura affatto di fronte a quelle PS4/One), sullo schermo di Switch il gioco si difende bene, sebbene sia evidente qualche sacrificio in termini di pulizia dell'immagine, che tende a essere un po' sfocata su tutti gli elementi non in primo piano.

    Va però detto che la palette cromatica riesce a camuffare questo limite e che la resa globale, considerata la portabilità, è decisamente piacevole. Sono giusto un po' fastidiose le dimensioni del testo a schermo, davvero troppo piccolo in modalità portatile. Armatevi quindi di occhiali e cercate di chiudere un occhio di fronte a qualche incertezza nel frame rate, davvero marginale per il tipo di esperienza offerta.

    Call of Cthulhu Call of CthulhuVersione Analizzata Nintendo SwitchGià in occasione della prima recensione, nell'ottobre 2018, erano stati evidenziati tutti i limiti di un titolo incapace di lasciare il segno. Non per questo mediocre, ma sicuramente al di sotto delle aspettative. Call of Cthulhu offriva al giocatore un'esperienza di gioco sin troppo lineare, ma quantomeno non peccava sul fronte delle atmosfere. Tradotto: i fan di Lovecraft potevano sicuramente avvicinarsi al titolo Cyanide senza alcun timore. La buona notizia è che la conversione su Switch non delude: a fronte di qualche piccolo sacrificio in termini di texture e nitidezza, ci ritroviamo tra le mani un port solido e godibile. Il titolo è lo stesso di un anno fa (caricamenti eterni inclusi, purtroppo): considerando che il materiale di partenza, dal punto di vista tecnico, non faceva certo gridare al miracolo, si potrebbe quasi dire che il gioco si trovi maggiormente a proprio agio sull'ibrida Nintendo. Volete mettere portarvi Cthulhu ovunque, persino su un'isola remota?

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