Recensione Call of Duty: Black Ops Declassified

La saga milion seller di Activision debutta su PS Vita

Recensione Call of Duty: Black Ops Declassified
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  • PSVita
  • A volte non c’è niente di peggio che avere ragione.
    Trailer troppo brevi, pochi hands-on o demo preliminari, data di pubblicazione fin troppo ravvicinata a quella della presentazione ufficiale: tutti gli indizi per il fallimento c’erano, chiari come il sole e difficili da ignorare.
    Ci piacerebbe far finta di niente, esordire dicendo che si tratta solo di uno scherzo di cattivo gusto, ma ciò che moltissimi temevano è accaduto: Call Of Duty Black Ops: Declassified non funziona, non convince, non si avvicina neanche lontanamente al fratello maggiore da poco pubblicato e universalmente acclamato come uno dei migliori episodi della saga. La delusione è tanto più potente quando ci si accorge che il problema che affligge il prodotto è legato soprattutto ai ristretti tempi di lavorazione concessi agli sviluppatori. Se è difficile puntare il dito su un singolo aspetto esplicitamente mal realizzato, il quadro completo è quello di un parto prematuro: una creatura che avrebbe fatto la felicità di tanti videogiocatori se solo avesse avuto una gestazione più lunga e, magari, investimenti creativi più incisivi.
    Niente da fare: >Nihilistic, dopo il disastro evitato solo per un soffio di Resistance: Burning Skies, raddoppia con un altro FPS che non riesce a rendere giustizia alla piccola di casa Sony.

    Un Call Of Duty piccolo piccolo

    Call Of Duty Black Ops: Declassified è uno spin-off solo nella misura in cui si distacca per dimensioni dai canonici capitoli pubblicati sulle console casalinghe. Concept, gameplay e feeling sono quelli classici del brand, cosa che farà sentire immediatamente a casa tutti gli appassionati. Peccato che si tratti di una casa piuttosto piccola, mal arredata e senza un paio di pareti.
    Il menù principale funge da gigantesco specchietto per le allodole. Ad una prima occhiata sembrerebbe che il gioco abbia molto da offrire, presentandosi con un convincente numero di modalità. Campagna si biforca in due distinte sotto-voci. Operazioni propone dieci missioni collegate grazie a un plot narrativo, mentre Sfida A Tempo offre cinque scenari in cui affinare le vostre capacità abbattendo sagome di cartone nel minor tempo possibile. Ostili, dal canto suo, si compone anch’esso di cinque livelli dove dovrete affrontare numerose ondate di nemici tentando di sopravvivere il più a lungo possibile. Multigiocatore e Multigiocatore Ad Hoc, infine, si spiegano da soli.
    Ingannevolmente stordito da cotanta abbondanza, il videogiocatore esperto impiegherà pochi minuti per accorgersi che in realtà si tratta di scatole semi-vuote capaci di offrire ben poche ore di intrattenimento.
    Cominciamo dalla modalità principale del single player: Operazioni. La cosa che balza immediatamente all’occhio è l’assoluta imperscrutabilità della trama. I video-briefing che introducono ciascun livello sono una sequela di nomi e luoghi gettati a caso. Sebbene per i fan possa essere piacevole rivestire i panni di Alex Mason e Frank Woods, qui presenti come protagonisti principali, già alla terza missione rinuncerete a comprendere per quale motivo sono stati richiamati alle armi e salterete puntualmente le intricatissime sequenze narrative. Ciò che è peggio, i due -durante i dialoghi con il proprio comandante- pronunceranno più parolacce che articoli determinativi. Sappiamo bene che pure il turpiloquio può essere funzionale in certi contesti narrativi, ma la facilità con cui gli avatar cedono alla volgarità ha dello stucchevole, e lascia intravedere l’ignobile idea che per essere dei buoni soldati, oltre che con i fucili, si debba soprattutto saperci fare con le imprecazioni.
    Si potrebbe però soprassedere sulla qualità di trama e sceneggiatura, se Declassified offrisse ciò che ogni capitolo di Call Of Duty non ha mai fatto mancare: azione e adrenalina in grande quantità. Proprio a proposito vengono a galla tutte le problematiche di sviluppo che abbiamo accennato nell’introduzione all’articolo.
    Nihilistic, nel corso dei dieci livelli che compongono la modalità Operazioni, da fortunatamente un’empirica prova di aver imparato dagli errori commessi con Resistance: Burning Skies e riesce persino a confezionare un paio di momenti davvero emozionati e coinvolgenti. Fa di più: consapevole di lavorare con una console portatile, modella le missioni adatte per essere fruite in tempi rapidissimi, concentrando l’azione in scenari poco estesi. L’intento è lodevole, e avrebbe sicuramente apportato degli indubbi vantaggi, se non fosse per la piattezza del gameplay e per la ridicola durata della Campagna che, comprensiva anche delle Sfide A Tempo, si consuma nel giro di un paio d’ore alla difficoltà massima.

    A livello ludico, comunque, Call Of Duty: Declassified si attiene alla tradizione della saga. Ogni missione vi richiederà di raggiungere un punto ben preciso, uccidendo e distruggendo qualsiasi cosa si muova sullo schermo e salvando la pellaccia. Sono presenti, fortunatamente, piccolissime variazioni su tema: in uno stage dovrete evacuare prima che una bomba esploda, in un altro sarà necessario difendere un vostro compagno muniti di fucile di precisione; in un altro ancora dovrete stare attenti a non sparare a degli ostaggi tenuti prigionieri. Nulla che la saga non abbia già proposto, ma quantomeno gli sviluppatori hanno dato prova di fare un minimo sforzo per variare la formula. Ottimo l’arsenale su cui potrete contare. Il gioco è ambientato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80: niente fantascientifici fucili in grado di perforare muri, ma tra mitragliatrici, pistole, bazooka e balestre, avrete di che sbizzarrirvi. Da questo punto di vista lo spin-off ha davvero poco da invidiare ai capitoli regolari del brand. Neanche il sistema di controllo se la cava così male. Il touch-screen, chiamato a gestire il lancio delle granate e l’attacco corpo a corpo, si dimostra uno strumento puntuale e dal facile utilizzo. Similmente pulsanti e analogici rispondono bene, sebbene gli stick pecchino lievemente di precisione.
    Purtroppo questi pregi non pareggiano i difetti. Il level design, tanto per cominciare, è di una piattezza disarmante. Nonostante l’intenzione di azzerare l’esplorazione e ridurre i tempi morti sia nata con cognizione di causa e attorno alle necessità del gioco portatile, le ambientazioni si compongono solamente di stanze e corridoi, arrivando ad annoiare il videogiocatore già dopo un paio di missioni. La totale mancanza di collezionabili e item nascosti azzererà qualsiasi curiosità, trasformando l’esperienza in uno scialbo e alienante inseguimento del successivo obbiettivo segnalato sulla mappa.
    Ciò che è peggio, la battaglia con l’I.A. nemica si tramuterà in uno scontro a chi ha i riflessi più pronti. Incapaci di organizzarsi, gli avversari si limiteranno a prendere copertura ed esplodere qualche colpo di tanto in tanto; la loro eliminazione consiste di fatto una ricerca dell’angolo migliore da dove aprire il fuoco.
    Il single player fa insomma molto poco per salvarsi. Le buone intenzioni ci sono, ma purtroppo vengono completamente sommerse da uno sviluppo affrettato e sconclusionato. Qualche esplosione e una raffica di parolacce non bastano per creare un buon Call Of Duty: manca la reale soddisfazione nel sopravvivere in scenari di guerra credibili; manca l’adrenalina, che verrà completamente risucchiata dal level design scialbo e dall’I.A. limitata; manca una campagna degna di questo nome che intrattenga per un numero decente di ore.

    Ammazza più il lag che la pistola

    In un simile scenario, il multiplayer giunge in soccorso, garantendo al prodotto una vita un po' più lunga delle due ore che servono per terminare la campagna.
    La sovrastruttura ormai classica della saga si ripresenta immutata anche in quest’iterazione per PS Vita. Partita dopo partita accumulerete punti esperienza utili per sbloccare nuove armi e gadget. A bocche di fuoco sempre più performanti, fanno eco numerosi accessori, come il mirino laser, il silenziatore e il coltello tattico, che renderanno sempre più efficiente e adatto a particolari contesti il vostro loadout. Ottima quindi la gestione del personaggio: pur non introducendo nulla di nuovo, fornirà costantemente una motivazione ai videogiocatori per salire di livello.
    Classiche e contenute nel numero le modalità presenti: Deathmatch A Squadre, Tutti Contro Tutti, Uccisione Confermata, dove sarà di vitale importanza raccogliere la piastrina di ogni soldato abbattuto, e Zona Di Lancio, in cui sarà necessario difendere alcune aree dagli assalti nemici. Sicuramente qualche voce in più avrebbe giovato, ma quantomeno gli sviluppatori, anche in questo contesto, hanno dato prova di comprendere le necessità dei possessori di una console portatile: niente modalità troppo complicate quindi, né eccessivamente prolungate.
    Su questa scia, con la complicità del numero massimo di partecipanti fissato a otto, tutte e cinque le mappe vantano dimensioni piuttosto contenute. Sufficientemente intricate, aiutano in qualche caso gli odiati camper, che non perderanno occasione di occupare gli anfratti migliori per avviare la loro spietata tattica di eliminazione.
    Sul campo di battaglia il feeling è quello solito di ogni Call Of Duty. L’azione è frenetica e i riflessi pronti valgono ben più di fini strategie. Inanellando serie di uccisioni potrete contare sulle pointstreak, come il bombardamento aereo o l’apparizione di casse di munizioni, capaci di ribaltare l’andamento di una partita.
    Se in termini puramente ludici il tutto funziona egregiamente, risollevando le sorti di un gioco che altrimenti di divertente avrebbe ben poco, a rovinare tutto ci pensa un netcode difficilmente domabile. I matchmaking richiedono molto tempo e pazienza a causa di una connessione che salta con una facilità disarmante. Nel corso delle partite i casi di lag sono piuttosto frequenti e spesso, improvvisamente, verrete catapultati nella lobby senza alcuna spiegazione.
    Future patch, oltre a quella già rilasciata di ben 400 megabyte, potrebbero e dovrebbero risolvere queste problematiche, ma allo stato attuale per ogni partita che va a buon fine, ce ne sono almeno tre che terminano bruscamente anzitempo.
    La situazione, naturalmente, migliora esponenzialmente in locale, ma in questo contesto dovrete superare la non semplice problematica di reperire tante copie del gioco quanti sono i videogiocatori.
    Graficamente Call Of Duty Black Ops: Declassified non sfigura. I modelli poligonali sono sufficientemente dettagliati, le texture vantano una buona risoluzione, gli scenari sono colmi di dettagli e il frame rate non zoppica eccessivamente. Troppo elementari gli effetti speciali, su tutti il fuoco, fastidioso l’effetto sfocatura sugli oggetti in lontananza e qualche piccolo problema nella rilevazione dei colpi mandati a segno. Se il titolo è un fallimento, tuttavia, ciò non lo si deve certo al decoroso impianto grafico.
    Buono anche il sonoro. Musiche di diversi generi musicali, dal rock all’elettronica passando per l’immancabile tema alla Hans Zimmer che ultimamente va tanto di moda, accompagnano piacevolmente l’azione sullo schermo. Più che degni gli effetti sonori: dopo quelli disastrosi di Resistance: Burning Skies, Nihilistic ha ben deciso di effettuare campionamenti più realistici e di qualità. Ottimo il doppiaggio in italiano dei personaggi.
    Gravemente insufficiente la longevità. Se oltre al single player decidiamo di giocare anche Ostili, il titolo si esaurisce nel giro di quattro ore, cinque per i meno abili. Il multiplayer potrebbe cambiare le carte in tavola, ottimo e ben strutturato, ma finché non verrà sistemato il netcode passerete più tempo ad attendere il matchmaking che a giocare.

    Call of Duty: Black Ops Declassified Call of Duty: Black Ops DeclassifiedVersione Analizzata PlayStation Vita>Call Of Duty Black Ops: Declassified non è l’FPS tanto atteso su PS Vita. Una lunga lista di difetti e problematiche vanificano il potere mediatico di un brand affermatissimo, che mai aveva sbagliato così clamorosamente un colpo. Una longevità risicata (per usare un eufemismo) ed un level design troppo piatto affossano le ambizioni del single player. Lag e un matchmaking frustrante, invece, mortificano un multiplayer che comunque, dal punto di vista prettamente ludico, lascia intravedere una certa qualità. Per quanto possiate assere "affamati" di First Person Shooter portatili e amanti di Call Of Duty, Declassified è purtroppo difficile da consigliare.

    5

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