Recensione Call Of Duty: La Grande Offensiva

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Recensione Call Of Duty: La Grande Offensiva
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  • Quando il dovere chiama

    E' passato poco meno di un anno dall'uscita del primo Call of Duty, sparatutto che, dopo essersi creato un'attesa decisamente spasmodica intorno, è riuscito a battere perfino quello che allora era il caposaldo del genere : Medal Of Honor Allied Assault. Call Of Duty, sviluppato da Infinity Ward su licenza Activision, riuscì a sconfiggere il capolavoro EA ponendo maggior enfasi sulle azioni di gruppo, ponendo il giocatore per il 90% del tempo in mezzo a molti altri semplici fantaccini impegnati in azioni di guerra contro le forze dell'asse. L'azione, divisa in 3 campagne di gioco (americana, inglese e russa), giungeva al suo culmine nella splendida missione della Presa di Stalingrado da parte delle truppe sovietiche, con un assalto di massa in cui persero la vita migliaia di coscritti mandati all'assalto. La ricostruzione che Call of Duty dava dell'evento era qualcosa di inedito per un videogioco, ancora più emotivo del famoso sbarco a Omaha di Medal of Honor, poiché sottolineato da una colonna sonora decisamente più adeguata. Un gioco con simili carte in mano non poteva certo dormicchiare e non far parlare di se durante la lavorazione del seguito, e proprio perché non fosse dimenticato la Activision ha chiesto ai ragazzi della Gray Matter (gli stessi di Return to castle Wolfenstein) di prepararne un'espansione in grado di restituire ai giocatori le emozioni dell'originale in attesa del suddetto secondo capitolo. Americani, Inglesi e Russi tornano in prima linea, in alcune tra le più grandi offensive della guerra, in un prodotto ancor più frenetico, realistico ed immersivo dell'originale, siete pronti ad andare all'attacco?

    Gran bella vista, tenente!

    In un mondo di sparatutto ormai dominato dagli incredibili motori grafici di Doom III, Half Life 2 e Unreal Tournament 2004, potrà sembrare strano vedere un titolo muoversi ancora sul vetusto engine di Quake III. La tirata a lucido già data per l'originale Call Of Duty, comunque, ha ricevuto ulteriori miglioramenti per poter permettere a "la Grande Offensiva" di competere con i prodotti odierni. Gli effetti speciali ora godono di una maggior definizione che in passato, il fumo e le fiamme sono stati completamente ridisegnati e migliorati dal nuovo team, così come esplosioni e scie di polvere sollevate dai carri. Anche l'ambiente, con le sue grandi città, sconfinati campi, anguste trincee e imponenti basi militari, è stato migliorato rispetto l'originale, e ora gode di un maggiore arredamento e diversi tipi di terreni differenti. Ciò che, invece, è rimasto praticamente inalterato rispetto al motore grafico originale, sono i modelli poligonali di soldati, armi e automezzi. Questi, esattamente come un anno fa, si mostrano abbastanza dettagliati e variegati per numero di skin e animazioni, peraltro molto fluide e realistiche, mentre peccano in espressioni facciali e resa di dettagli ambientali (le truppe non lasciano orme sulla neve e restano con le divise perfettamente pulite e in ordine dopo ore di battaglia incessante). Il sonoro resta uno dei fiori all'occhiello del titolo, riproducendo in modo perfetto le detonazioni delle varie armi e delle esplosioni, presentando una buona rosa di urla disperate, frasi borbottate istericamente dai nazisti (che non possono mancare in un titolo del genere), suoni ambientali convincenti e un commento musicale degno dei migliori film di guerra. Il parlato, doppiato interamente in italiano, risulta scorrevole e ben recitato dai doppiatori, che riescono a dare ai personaggi l'accento che ci si aspetterebbe da soldati in missione. Non mancano tipiche battutine e freddure "da trincea" a cui ci hanno abituato i film sul conflitto mondiale (esempio: mentre si fugge a bordo di una jeep in mezzo all'esercito nemico un soldato non trova meglio che commentare "sergente, sta superando a destra!").

    Avanzate verso l'interno! Non vi fermate! AVANTI!

    Seguendo l'esempio del capitolo precedente, La Grande Offensiva è divisa in 3 campagne diverse, una americana, una britannica e una sovietica, nelle quali prenderete parte a diverse offensive perpetrate dalle forze alleate nelle fasi intermedie e finali della guerra. Comincerete nei panni di un giovane fante americano impegnato col suo reggimento nell'offensiva belga della fine del 1944-inizio 1945, e dovrete farvi strada attraverso innevati paesaggi traboccanti di fortificazioni, mezzi corazzati e nazisti desiderosi di farvi secchi. In seguito, tolta la divisa americana, entrerete in quella di pilota della RAF, e dopo una missione a bordo di un B-17 (a dir poco splendida), vi troverete impegnati in una missione con la resistenza olandese e addirittura in un'azione di Commandos in Sicilia all'alba dello sbarco alleato. Subito dopo passerete dai 30 gradi della Sicilia ai -10 della steppa russa, impegnati ad inseguire l'esercito tedesco in rotta dopo la sconfitta di Stalingrado e a liberare diverse città sovietiche dall'occupazione tedesca (tra le quali spicca Kursk). Fin dai primi minuti di gioco si nota come gli sviluppatori, fedeli all'idea originale, abbiano voluto ulteriormente accentuare la sensazione di far parte di un semplice uomo una grande moltitudine di semplici uomini mandati all'assalto. Le squadre di soldati con cui combatterete sono state aumentate sia di numero che di iniziativa personale dei singoli personaggi controllati dalla IA, dando vita in quasi tutti i livelli a vere e proprie battaglie campali tra eserciti di dimensioni davvero ragguardevoli per il genere FPS, che ci ha sempre abituati ad essere pochi contro tutti. Le missioni in solitario, già poche nell'originale Call Of Duty, sono state del tutto eliminate (anche in quelle di infiltrazione avrete al vostro fianco 6 soldati), e quasi mai vi capiterà di muovervi anche per solo pochi metri in solitudine. Ed è ancora una volta la campagna sovietica quella che più delle altre sembrerà riportarvi indietro di 60 anni, presentando un'incessante susseguirsi di scontri sempre più grandi, spaziando da battaglie campali per la difesa di una linea di trincee a feroci scontri casa per casa e stanza per stanza nelle semidistrutte città russe, in uno spettacolo di tensione e immersione davvero raro in un videogioco. L'aumento della sensazione di realismo ha però portato ad un incremento della difficoltà di gioco che, già elevata fin dalle prime missioni americane, raggiunge livelli assolutamente allucinanti nelle succitate operazioni sovietiche, nelle quali spesso vi ritroverete alle prese con decine e decine di nazisti bene armati che avanzano in gruppo sparando a tutto spiano e lanciandovi bombe. Più di una volta vi succederà di essere totalmente circondati dal nemico e sotto fuoco da tutte le parti, finendo per morire senza neppure accorgervi. In una situazione del genere, diventa davvero vitale una rapidissima pressione nel tasto del salvataggio rapido, in modo da evitarvi di dover riaffrontare una carica allo scoperto o un bombardamento, che magari falliranno non per incapacità, ma per la sfortuna di trovarvi in un dato punto quando l'artiglieria nemica o una mg-42 vi scaricano addosso tutte le loro munizioni. A parte l'estrema difficoltà di talune azioni, comunque, non trovo altri difetti degni di nota nel gameplay del prodotto di Gray Matter, che presenta tra l'altro alcune missioni particolarmente azzeccate, come la difesa del B-17 dai caccia nemici e la corsa in bicicletta attraverso un paese siciliano pullulante di SS, oltre ad una vagonata di nuove armi come il gewher 43 e le mg-34 tedesche o la mitraglietta britannica sten. Il multiplayer, dal canto suo, mantiene ovviamente le caratteristiche dell'originale, arricchendole con nuove mappe e alcune modalità che porteranno una ventata di freschezza nei server del gioco.

    Qualsiasi cosa noi si faccia...l'esito della guerra è orm

    Come si può quindi definire La Grande Offensiva? Si tratta certamente di un'espansione completa e che ben si adatta ai fan del gioco originale, che potranno prenderla in considerazione senza neppure pensarci, ignorando i difetti sulla difficoltà, i limiti grafici e qualche ingenuità nella IA, retaggio del primo Call Of Duty. I neofiti della serie, allo steso modo, potranno aspettare per qualche mese l'inevitabile uscita di un pacchetto che contenga tanto La Grande Offensiva quanto Call Of Duty, mettendo le mani sul più bel gioco bellico sulla seconda guerra mondiale e uno dei più belli della storia videoludica e la sua degna espansione, perché, che vi piaccia o meno, La Grande Offensiva è degna del nome che porta, tanto nel gioco in singolo quanto in quello multigiocatore.

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