Call of Duty Modern Warfare: recensione dell'FPS online Activision

COD torna nel 2019 con Modern Warfare: obiettivo, riconquistare il trono dei giochi sparatutto multiplayer online.

Call of Duty Modern Warfare
Recensione: PlayStation 4 Pro
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Il nuovo Modern Warfare è un episodio essenziale per la saga shooter di Activision. Si tratta, senza mezzi termini, di un capitolo che segna il riscatto per Infinity Ward, e più in generale per Call of Duty; un brand che negli anni ha continuato a sfornare prodotti solidi e consistenti, ma che aveva evidentemente perso lo smalto delle origini. E allora ecco che il publisher decide di fare tabula rasa e ripartire, proprio da quel capitolo seminale che dodici anni fa ha cambiato per sempre la storia degli sparatutto in prima persona. O meglio, Activision riparte dalla sua filosofia portante: questo Modern Warfare, infatti, non è un remake ma una totale reinterpretazione, un prodotto che recupera i valori del capolavoro uscito nel 2007 e li usa come fondamenta per dare compattezza e profondità all'offerta di gioco. Ecco quindi che, smarcati i setting futuristici e quelli storici, si torna (come la titolazione lascia intendere) ad una guerra moderna, attuale, fatta di decisioni dolorose e inquadrata sempre in scala di grigi.

    Attraverso una campagna potente e intensa Modern Warfare racconta un conflitto strisciante, combattuto con la strategia del terrore e con le risorse dell'intelligence: lo fa anche per ribadire l'importanza della componente Single Player, sfortunatamente sparita da Black Ops 4 ma in fin dei conti fondamentale per fissare un immaginario di riferimento, e necessaria per incuriosire e appassionare i giocatori. E poi c'è ovviamente il multiplayer, che non sconfessa i ritmi frenetici tipici della saga di Activision ma torna a focalizzarsi in maniera convincente su quello che più serve ad uno shooter competitivo: level design, varietà dell'offerta di gioco, leggibilità dell'azione. Aggiungendo all'offerta classica nuove modalità in un certo senso sperimentali (che addirittura fanno una inaspettata incursione nei territori di Battlefield), Call of Duty: Modern Warfare assembla una mole di contenuti davvero imponente, ulteriormente estesa dal ritorno delle Spec-Ops (su cui tuttavia, lo anticipiamo, c'è ancora da lavorare).

    Senza mezzi termini, insomma, possiamo considerare Modern Warfare un nuovo inizio per il brand, il miglior capitolo dell'ultimo lustro, e un grande preambolo per il futuro di COD. Se è vero che gli sparatutto in prima persona hanno smesso di essere un genere trainante per il mercato, almeno dal punto di vista creativo, resta altrettanto evidente che Call of Duty sia tornato saldamente in vetta della categoria.

    Le conquiste del level design

    Nonostante l'importanza rivestita dalla campagna e l'impegno posto da Infinity Ward nella costruzione della modalità in singolo, di cui vi parliamo in un articolo appositamente dedicato, il pilastro portante di ogni Call of Duty che si rispetti è rappresentato, ovviamente, dal multiplayer. Da questa consapevolezza non si può evidentemente sfuggire: per quanto esaltanti e ben congegnate possano essere, le sei ore della campagna principale non possono da sole reggere il peso dell'intera produzione. Eliminarle come ha fatto Black Ops 4, lo ripetiamo ancora una volta, non ci è mai sembrata una strategia convincente, ma è chiaro che il lavoro di Infinity Ward va inquadrato nell'ottica degli sparatutto online.

    Se pensate di confrontarlo con i titoli dedicati esplicitamente al single player (e dentro ci mettiamo pure gli FPS alla DOOM) avete chiaramente sbagliato prospettiva. Da che mondo e mondo, la serie si gioca in rete, e l'impegno profuso dal team di sviluppo va principalmente in quella direzione. Fra l'altro, stavolta Infinity Ward si è letteralmente superata in quanto a varietà, map design e pluralità degli approcci di gioco. Bastano pochi match per rendersi conto che il titolo ha un ritmo più stimolante. Le uccisioni sono sempre molto rapide, fulminee nel caso in cui si intercetti un nemico con una raffica precisa, ma a cambiare radicalmente è tutta la fase di ingaggio e di navigazione nelle mappe. Senza strani wallrun, scivolate estese e sprint surreali, gli spostamenti tornano ad essere meno accelerati. Anche la sostituzione del classico sistema "leaning" con la possibilità di appoggiare l'arma agli angoli delle coperture o allo stipite delle porte contribuisce a moderare leggermente il ritmo di gioco. Del resto appostarsi dietro un riparo e avere l'occasione di sparare qualche colpo preciso verso le zone presidiate dal nemico rappresenta un vantaggio interessante, suggerendo quindi un approccio più tattico.

    E poi è il level design stesso a rendere le cose più intriganti: negli ultimi episodi di Call of Duty sembrava quasi di registrare una tendenza delle mappe a diventare enormi "tritatutto", per via di una struttura che spingeva tutti i giocatori a massacrandosi sempre e comunque lungo le direttrici principali dello stage. Ora i vari playground sembrano disegnati in maniera più intelligente, studiata, e soprattutto riescono a sfruttare in maniera una ritrovata verticalità. Una delle novità principali del gameplay è infatti la possibilità di arrampicarsi su qualsiasi elemento dello scenario, sempre che sia ovviamente ad un'altezza non esagerata (niente salti improbabili!).

    Questo significa che con l'aiuto di auto, cassonetti o cumuli di detriti potremo raggiungere delle zone rialzate, per conquistare magari un vantaggio tattico. Ne esce uno shooter ancora frenetico ma non più nevrotico ed esagitato, piacevole da giocare anche perché il confronto non si gioca soltanto sui riflessi, ma anche sulla conoscenza della mappa e sulla capacità di interpretare le varie situazioni.

    Se dovessimo segnalare quella che consideriamo una piccola sconfitta creativa, punteremmo il dito sul ritorno della minimappa, che nel corso dei primi test era stata rimossa, e appariva solamente nel caso fosse attivo un classico UAV. La community è insorta e Infinity Ward è tornata sui suoi passi, con buona pace dei sound designer, che avevano lavorato per fare in modo che fossero soprattutto i rumori ambientali a guidare e orientare i giocatori. Ne saranno felici i vecchi utenti, e lo "zoccolo duro" dei fan che non avevano gradito questo cambio di rotta.

    Armi, perk e personalizzazione

    Ovviamente Modern Warfare non rinuncia al sistema dei loadout, riproponendo un meccanismo a tratti classico (fatto di Perk e Killstreak) e a tratti originale. Infinity Ward ha deciso di focalizzarsi più che in passato sulle modifiche delle armi. Attraverso il Gunsmith, su ogni bocca da fuoco si potrà applicare un quantitativo impressionante di componenti: mirini laser, ottiche di precisione, caricatori estesi, inibitori di fiamma, calci speciali, silenziatori.

    Ciascuna mod garantirà dei bonus a determinate statistiche del fucile, ma al contempo non mancheranno effetti negativi pensati come contropartita. In pratica starà al giocatore sperimentare per trovare la combinazione più affine al suo stile di gioco, che sia stanziale, estremamente mobile oppure più bilanciato. L'importanza dell'armeria in cui possiamo personalizzare la nostra dotazione viene ribadita anche graficamente grazie alla possibilità di osservare tutti i dettagli delle armi. I menù in cui si lavora sull'equipaggiamento permettono di dare un'occhiata ravvicinata alle molte granate tattiche e letali, che includono anche gadget particolari come siringhe per recuperare la vita e mine di prossimità.

    Nella schermata dei loadout sarà possibile scegliere poi tre perk per il proprio soldato. Alcuni sono molto classici (come la capacità di non essere individuati dagli UAV avversari o quella di cambiare arma più rapidamente), altri invece servono per "forzare" il sistema, sbloccando la possibilità di trasportare due armi primarie o di raddoppiare il numero di granate letali disponibili per ogni spawn.

    L'elenco dei perk non è particolarmente lungo, perché alcuni sono stati trasformarti in bonus da applicare non più al personaggio, ma alle armi, sacrificando una delle cinque mod che possono essere installate sui fucili. Ad esempio l'incremento della velocità di ricarica quando ci troviamo sotto pressione o i proiettili a punta cava che rallentano il recupero dell'energia del nemico colpito sono bonus che adesso appartengono a questa categoria.

    Fra le novità ci sono anche dei "field upgrade", gadget che verranno ricaricati con il tempo, senza necessità di uccidere avversari o accumulare punti. Si va dagli impulsi EMP in grado di disabilitare robot avversari ai caricatori con alto potere d'impatto, passando per un bengala che permette di designare nuovi punti di respawn provvisori. Gadget, armi, perk e killstreak si guadagnano incrementando il livello soldato ed il livello delle varie armi che utilizziamo, in un sistema di progressione che abbandona i gradi prestigio e invece introduce obiettivi giornalieri e settimanali, sfide, ed un meccanismo stagionale (con tanto di inedito battle pass) che ormai è diventato lo standard per i giochi online.

    Molto gradita la totale assenza di lootbox, e il fatto che i premi inseriti nel season pass non siano armi più potenti non ottenibili altrimenti, ma solo elementi cosmetici. Venendo infine alle killstreak, sulle prime il sistema sembra essere molto classico, con il ritorno dei bonus da attivare dopo un certo numero di uccisioni.

    In verità proseguendo di rango in rango si sbloccano nuove possibilità: c'è infatti un perk che trasforma tutte le killstreak in scorestreak, e pure la possibilità di attivare la modalità specialista, che sacrifica le killstreak classiche e invece attiva perk aggiuntivi dopo la seconda, terza e quarta kill. Una serie di scelte che, inutile girarci intorno, sono potenzialmente problematiche in ottica tornei, ma che per la nostra esperienza sono sembrate più che funzionali. Il bilanciamento complessivo non sembra risentirne, e così Modern Warfare garantisce al suo pubblico un'ampia varietà di scelta, dandogli la possibilità di optare per il sistema che preferisce.

    Le modalità di gioco

    Una delle eccellenze del multiplayer di Call of Duty Modern Warfare resta la gamma di modalità a disposizione del giocatore. Troviamo anzitutto una serie di game mode classici e tradizionali, resi più interessanti, come dicevamo poco sopra, dall'ottimo lavoro svolto sul map design. Che si tratti di Team Deathmatch o dell'immancabile Domination, i ritmi delle partite sono familiari ma piacevolissimi.

    Molto meno riuscita è invece Cyber Attack, una variante del Search and Destroy che non ha saputo far breccia nei nostri cuori: sembra stata inserita soprattutto in ottica eSport, con l'idea di scimmiottare l'esperienza tipica di Rainbow Six Siege, ma senza l'interazione ambientale questa declinazione funziona solo a metà. Eccezionali invece le mappe in notturna, che possono essere considerate quasi una modalità a parte.

    Durante i match giocati al buio l'iron-sight rischia infatti di rivelare la vostra posizione, dal momento che mirare attiva un puntatore laser facile da rilevare per chi indossa i visori. Si spara soltanto quando si è sicuri di avere l'avversario sotto tiro, e i match risultano insomma molto più attenti e ragionati; soprattutto se si decide di attivare l'opzione "realismo", completamente senza interfaccia.

    Uno dei game mode più riusciti è Gunfight, già provato nel corso delle fasi beta: un rapidissimo match 2 contro 2 in mappe di dimensioni contenute, con armi assegnate casualmente alle due coppie di giocatori. A seconda che si riceva uno shotgun, un fucile di precisione o una mitraglietta bisogna essere rapidissimi a variare le regole d'ingaggio. Divertente e tesissima, questa opzione è dedicata a chi vuole un multiplayer più clinico, leggibile, diretto, senza curarsi troppo della crescita del personaggio, dei perks e delle killstreak. C'è anche la versione in cui si parte senza armi, e bisogna recuperare l'equipaggiamento direttamente sul campo. Due varianti esaltanti alla stessa maniera, che a nostro avviso possono fare benissimo in prospettiva eSport.

    Guerra Terrestre, comparto tecnico e supporto post lancio

    Parlando di modalità che deviano dalla norma di COD, è impossibile non citare Guerra Terrestre, ovvero il conflitto su larga scala di Modern Warfare. È chiaro che la Ground War nasce con una specifica intenzione: quella di andare a colonizzare i territori lasciati incustoditi da Battlefield, che quest'anno non si presenta sul mercato con un nuovo capitolo.

    Ebbene, dobbiamo ammettere che l'esperimento può dirsi completamente riuscito: Guerra Terrestre è una sorta di Modalità Controllo in versione estesa, e prevede quindi un approccio molto più epico e corale. Sulla mappa si trovano veicoli ed elicotteri, ed è addirittura possibile eseguire il respawn presso i propri compagni di squadra. L'esperienza risulta molto stimolante, esplicitando le situazioni-tipo uno sforzo collettivo, e addirittura rendendo molto più interessante l'utilizzo di alcuni bonus delle killstreak (come il carro armato) e le operazioni di cecchinaggio dalla grande distanza. L'aspetto che più stupisce della modalità Guerra Terreste rimane comunque il level design: per il momento sono tre le mappe a disposizione, e tutte davvero ispiratissime. Ce n'è però una che risalta subito all'occhio per la sua eccezionale carica innovativa: parliamo di Tavorsk District, che riproduce a tutti gli effetti la planimetria del centro urbano di una capitale, con tanto di palazzoni di quindici o venti piani. È possibile entrare in tutti gli edifici, e addirittura proiettarsi all'interno della tromba dell'ascensore per raggiungere agilmente i tetti, da dove è possibile mantenere il vantaggio di una posizione soprelevata.

    C'è poco da dire: Ground War è la modalità che più si allontana dalla formula classica di Call of Duty, un esperimento che insegue le orme della concorrenza ma che riesce per fortuna ad avere una sua identità, grazie soprattutto ai ritmi accelerati del gunplay ed alla (inaspettata) capacità delle killstreak di adattarsi più che bene a questo nuovo contesto.

    Guerra Terreste si posiziona in maniera diametralmente opposta rispetto a Gunfight, allargando l'offerta tradizionale di Modern Warfare per trasformarlo, senza mezzi termini, in uno sparatutto completo e stratificato. L'online del nuovo COD è insomma mastodontico, inarrivabile dal punto di vista della quantità, e finalmente anche coraggioso, capace di uscire dalla sua zona di comfort, pur mantenendo un nucleo di mappe e game mode pensate per la vecchia guardia. L'unico aspetto un po' traballante della Guerra Terrestre è legato al motore grafico, che deve fare tante rinunce in quanto a texturizzazione e modellazione poligonale, al fine di mantenersi ancorato ai 60 fps, da sempre marchio di fabbrica della saga.

    Rinunce che ovviamente non si vedono nelle altre modalità, dove il motore di rendering completamente nuovo svolge ottimamente la sua parte. Anche in questo caso le geometrie poligonali non sono tanto complesse quanto quelle viste nel singleplayer, eppure l'engine riesce a gestire una buona quantità di oggetti a schermo, e continua a spingere in maniera evidente sulla gestione delle fonti di luce. La resa dei materiali è ottima e credibile (il merito è della tecnica della fotogrammetria), le texture estremamente dettagliate, e l'impatto scenico complessivo è parecchio efficace. Grazie a tutte queste accortezze, le mappe sono ottimamente caratterizzate a livello stilistico e di atmosfera, eccezion fatta per un paio di scenari meno riusciti.

    Chiudiamo questa lunga disamina sul multiplayer citando le ottime decisioni prese per quel che riguarda la gestione degli update e della community: tutte le mappe che verranno aggiunte dopo il lancio saranno completamente gratuite, e fin da subito sarà attivo il cross-play fra tutte le piattaforme, con un sistema di matchmaking che abbinerà i giocatori che utilizzeranno lo stesso sistema di controllo. In pratica, per un utente PC sarà possibile sfidare un giocatore console, a patto che il primo utilizzi il pad, invece dell'accoppiata mouse e tastiera. In generale, assieme alla già citata eliminazione delle lootbox, si tratta di un approccio estremamente virtuoso: speriamo che sia il segno di un cambio di rotta importante nelle strategie a lungo termine per il brand di Activision.

    Call of Duty Modern Warfare Call of Duty Modern WarfareVersione Analizzata PlayStation 4 ProDopo molte ore spese sui server di gioco, ed al netto di un Netcode che dovrà essere affinato nel corso dei mesi, possiamo affermare con certezza che l'online competitivo di Call of Duty Modern Warfare non è soltanto il pilastro portante dell'intera produzione, ma anche una delle esperienze multiplayer più complete degli ultimi tempi. Il brand di Activision aveva bisogno di una sferzata, e Infinity War la assesta con decisione grazie al suo titolo più ambizioso da una decina d'anni a questa parte. Questo episodio di COD mantiene ed espande l'esperienza classica, valorizzandola grazie ad un nuovo sistema di loadout ed alla possibilità di scegliere le proprie modalità di gestione delle killstreak. Ad essere più convincenti sono anche il level design, il sistema di movimento, le regole e i ritmi di ingaggio. E se tutto questo già non bastasse per delineare il profilo di uno shooter eccellente, ci sono nuove modalità dall'impatto dirompente, come Gunfight e Guerra Terrestre. È vero che alcune mappe sono meno ispirate di altre, e certe varianti alle modalità classiche restano un po' superflue, ma complessivamente, anche considerata la filosofia con cui Activision ha affrontato temi come cross-play, lootbox, accessibilità del supporto post-lancio, è impossibile non premiare lo shooter di Infinity War, imprescindibile per chiunque guardi con interesse alla scena competitiva online. Il coronamento di questa esperienza è rappresentato da una campagna che assieme alla modalità cooperativa Spec Ops abbiamo sviscerato in un articolo ben approfondito. Anche su questo fronte il team di sviluppo non si è risparmiato, assemblando una trama con dei piccoli scivoloni a livello tematico, ma costellata di situazioni memorabili, scene che entreranno di diritto nell'immaginario degli Shooter militaristi e momenti che non sfigurerebbero in un blockbuster di guerra. Come abbiamo più volte ripetuto, il valore del prodotto è legato a doppia mandata al gioco online, alla sua capacità di guardare oltre i confini tracciati dal brand, alla sua mole mastodontica. Finalmente uno spratutto multiplayer che con convinzione si oppone alla moda dei Battle Royale e rifiuta le influenze degli Hero Shooter, tornando a battere una strada per certi versi un po' più classica, ma capace di guardare al futuro.

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