Captain Tsubasa Dream Team: Recensione del nuovo gioco di Holly e Benji

Captain Tsubasa Dream Team è un gioco mobile tattico-gestionale che ci permette di rivivere le spettacolari partite dell'anime Holly e Benji.

Captain Tsubasa Dream Team: Recensione del nuovo gioco di Holly e Benji
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  • Se da bambini il vostro migliore amico era un pallone, allora vuol dire che eravate affetti dalla cosiddetta "sindrome di Holly", il protagonista del famosissimo anime Captain Tsubasa, tratto dal manga di Yoichi Takahashi, da noi meglio noto con il nome di Holly & Benji: in pratica si trattava di una patologia per la quale ogni oggetto sferico assumeva le sembianze di una palla da calcio, e chi ne soffriva avvertiva il fortissimo bisogno di colpirla con un "tiro ad effetto". Dopo centinaia di finestre rotte, di rimproveri materni e di domande esistenziali (in quanti di voi si sono chiesti perché mai Julian Ross - quello malato di cuore - rischiasse la vita per giocare in un torneo di pre-adolescenti?) col tempo questa malattia è andata debellandosi pian piano.
    Ora molti spettatori degli anni 80-90, complice anche l'età che avanza, sono "guariti", ed hanno compreso che le regole di una vera partita di calcio sono ben diverse da quelle propinate nella serie animata. Ma in fin dei conti, nel cuore di tutti noi, cresciuti percorrendo di corsa i campi collinari di Holly & Benji, ancora "batte un pallone".
    Prova a ricordarcelo sia il reboot integrale dell'anime, in dirittura d'arrivo ad aprile in Giappone, sia un'applicazione free to play disponibile sul PlayStore, Captain Tsubasa: Dream Team, che ci permette di rivivere a grandi linee l'ascesa di Oliver Hutton (in originale Ozora Tsubasa) da giovane appassionato a stella indiscussa del firmamento sportivo. Lo fa con un gioco di stampo tattico-manageriale piuttosto intuitivo, che prova a riprodurre - al meglio delle sue possibilità - la stessa esagerata spettacolarità che contraddistingueva la rappresentazione cartacea e televisiva. E sì, anche su smartphone "sia per Holly sia Benji scoppia un tifo indiavolato!"

    New (Dream) Team

    C'è un aspetto di Captain Tsubasa da mettere subito in chiaro: le partite - per fortuna - non durano dieci puntate, sono prive di flashback e si concludono orientativamente in una manciata di minuti, ossia quanto basta per seguire il ritmo frenetico delle sessioni di gioco mordi e fuggi tipiche delle piattaforme mobile. Il nostro scopo, tuttavia, nonostante fosse lecito presagire il contrario, non sarà quello di controllare il buon Oliver, ma di costruire la nostra "squadra dei sogni": no, niente Cristiano Ronaldo, Messi e Dybala, bensì Hutton, Benji Price, Mark Lenders, Bruce Harper e Tom Becker. Questi sì che sanno giocare a calcio! Il loro ingaggio, però, un po' come accade nella modalità MyClub di Pro Evolution Soccer, non è legato alle giuste manovre di mercato, ma ad un pizzico (o meglio, a una caterva...) di fortuna: completando le partite, le sfide e gli eventi giornalieri otterremo le "dream ball", ossia delle sferette che, una volta sbloccate, ci daranno accesso ad una "carta giocatore" suddivisa in diversi gradi di rarità e potenza. È ovvio che quelle più significative per gli equilibri dei match si pagheranno profumatamente, alcune con valuta in game, altre con denaro reale. Non disperate, però: l'universo del manga è strapieno di personaggi davvero fortissimi, anche se forse meno noti rispetti ai compagni un po' schiappe di Holly ai tempi della New Team. Cercate, se possibile, di non farvi prendere dall'effetto nostalgia, dato che schierare in campo i giocatori più scarsi soltanto perché impressi con più vigore nella vostra memoria, non vi aiuterà a superare gli ostacoli più complessi.
    Dream Team è infatti un titolo che si basa principalmente sulle statistiche di ogni calciatore: maggiore è la sua abilità e altrettanto più ampie saranno le vostre chance di trionfare sul terreno di gioco. Una volta fischiato l'inizio della sfida ci dovremo controllare delle pedine su un campetto, che si muoveranno prevalentemente in automatico, in base alle nostre direttive o agli input azionati sul touch screen.

    Le sequenze più interattive sopraggiungeranno nel momento in cui daremo il via a qualche "testa a testa": in quell'istante partirà una piccolissima scena d'intermezzo e dinanzi ai nostri occhi apparirà una serie di opzioni che varia a seconda della posizione occupata sul terreno, sia essa offensiva o difensiva. In attacco avremo ovviamente la facoltà di passare il pallone ad un compagno, azionare un uno-due, cimentarci in un dribbling oppure tirare dritto in porta. Al contrario, qualora ci trovassimo in difesa, potremo entrare in contrasto, intercettare la palla oppure stopparla di petto. Il sistema funziona in modo simile a quello della morra cinese, con scelte che si annullano vicendevolmente tramite un rapporto di forza-debolezza: ad esempio, il "contrasto" vince sul "dribbling", mentre l'"intercettazione" sul "passaggio" e così via. La formula è immediata, tanto semplice quanto intelligente, e tutto sommato riesce a donare un briciolo di tatticismo alle partite, perlomeno durante le prime ore di gameplay. Poco alla volta ci si rende conto di come a contare sia soprattutto il livello dei giocatori coinvolti nel faccia a faccia: ogni personaggio, difatti, possiede un diverso livello di stamina (che si consuma dopo ogni azione messa a segno) e un differente grado di "potenza", capace di annichilire con facilità un avversario più debole, a prescindere dalla "mossa" selezionata durante gli "uno contro uno".

    La regola standard della serie animata, insomma, quella del "passa la palla ad Holly e vinci la partita", qui non conta: sebbene avere nella rosa un giocatore come Hutton possa essere un asso nella manica non indifferente, la crescita dei singoli membri del team (grazie agli XP ed ai power up guadagnati dopo diversi trionfi) è un elemento da non sottovalutare. Un'anima così strategica-manageriale si sposa bene con l'avanzamento della storyline (suddivisa in sei atti), e vi permette di giocare agilmente in singleplayer senza troppi sforzi, per quanto rimangano ancora dei limiti ormai connaturati in tanti altri free-to-play, tra cui spiccano le inevitabili attese un po' (troppo) noiose prima di riacquistare i crediti utili ad affrontare gli incontri successivi.
    Oltre alla campagna in singolo fanno capolino sia la modalità "Serie" (sbloccabile dopo aver raggiunto il livello 3) che ci chiederà di fronteggiare i team allestiti dagli altri utenti (vi ricorda Fifa Ultimate Team, per caso?), sia I Club (ossia gruppi nei quali comunicare con gli amici) sia ancora gli immancabili match online, giocabili solo dal grado 7 in poi.

    Considerati gli evidenti problemi di bilanciamento, è chiaro che Dream Team faccia leva unicamente sul suo carico di fan service, indirizzato agli estimatori più indefessi della serie e a chiunque sia paziente abbastanza da soprassedere dinanzi ad alcuni limiti ludici. Al fine di stuzzicare i cuori più nostalgici, Captain Tsubasa sfrutta una resa grafica più che discreta, fluida ed appariscente, che ricalca il tratto dell'anime ed inscena super-tiri ed acrobazie con un piacevole virtuosismo registico: simili siparietti sono molto simili tra di loro quando a darsi battaglia sono due atleti meno noti, mentre ricalcano con perizia le rivalità del manga nell'istante in cui si trovano sullo stesso campo le icone più celebri del brand. Un motivo in più che ci spinge a riempire la nostra rosa con i personaggi "storici" delle tre serie animate (quattro, se contiamo anche quella prossima all'uscita) dedicate all'opera di Takahashi. Che il gioco si rivolga in particolar modo ai fan più assidui (e meno agli spettatori della domenica) è evidente anche dal decente lavoro di localizzazione in italiano il quale, eccezion fatta per qualche evitabile strafalcione, conserva i nomi originali dei protagonisti: non troverete quindi Holly, Benji e Lenders, ma Tsubasa, Genzo Wakabayashi e Hyga Kojiro, con conseguente senso di spaesamento per chiunque fosse affezionato al fantasioso adattamento tricolore.

    Il prezzo dei sogni

    Dietro il paravento di un gameplay semplice e scorrevole si nasconde un automatismo ludico che, con il prosieguo delle ore, apre le porte alla ripetitività, ad un leggero senso di noia (nella campagna saremo costretti, d'altronde, a svolgere inutili incontri di allenamento) e persino al portafogli. Questo perché la gratuità dell'applicazione, giunti ad un certo punto dell'esperienza, paradossalmente, si "paga". Avremo in aggiunta l'opportunità di ottenere dei leggeri upgrade prestazionali guardando una pubblicità tra una partita e l'altra: un escamotage poco elegante, ma quantomeno sufficientemente sopportabile.

    Per potenziare i nostri "campionissimi" avremo a disposizione anche i "Taccuini di Roberto" (il rinomato allenatore di Holly, che ha circuito con la promessa di portarlo in Brasile qualora avesse trionfato nel campionato nazionale), da ottenere - chiaramente - terminando specifici obiettivi, senza quindi la necessità di spendere obbligatoriamente un soldo.
    Come accennavamo, al fine di competere ad armi più o meno pari con le sfide di livello superiore dovremo però allestire un team molto solido: a meno che non abbiate la pazienza di dedicarvi al grinding estremo o di aspettare il quantitativo di ore necessarie affinché si ristorino i bonus quotidiani, sarete insomma invogliati a mettere mano ai vostri risparmi. Anche perché se nei match online vi troverete dinanzi a giocatori dalla rosa più "agguerrita", non c'è bravura che tenga: verrete spazzati via dal "tiro della tigre".

    Captain Tsubasa: Dream Team Captain Tsubasa: Dream TeamVersione Analizzata Android GamesDi certo Captain Tsubasa: Dream Team non è il gioco dei “sogni” che i fan si meriterebbero: tuttavia è un passatempo più che soddisfacente, in grado di intrattenere per qualche ora senza il peso del pay to win. A patto, però, di giocarlo a piccoli sorsi, “tra un flashback e l'altro”, senza voler a tutti i costi raggiungere la cima della classifica mondiale sin da subito: il muro da superare, in caso contrario, diverrebbe piuttosto alto, e solo qualche cassa premio pagata a suon di quattrini potrebbe fungervi da comoda scala per scavalcare l'ostacolo. Fan service a quintali, spettacolarità garantita e un'immediatezza di tutto rispetto rendono comunque Dream Team un prodotto più che valido: peccato soltanto che il bilanciamento complessivo sia alquanto impreciso, e che a lungo andare l'automatismo delle partite prenda il sopravvento sull'interazione. Attenti però a non illudervi troppo: anche se vincerete il campionato nazionale, Roberto non vi porterà in Brasile con lui...

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