Compound Recensione: lo sparatutto roguelite definitivo per VR

L'FPS retro Compound porta i boomer shooter nel mondo della VR dopo anni di lavori da parte di uno sviluppatore indipendente: la nostra recensione.

Compound Recensione: lo sparatutto roguelite definitivo per VR
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  • Il mondo dei First Person Shooter in VR è andato a espandersi sempre di più, fino a ospitare dei veri e propri capolavori come Half-Life Alyx (qui la recensione di Half-Life Alyx) che è diventato un vero e proprio benchmark per le esperienze col caschetto. Un grande assente fino a oggi è stato un degno erede in realtà virtuale dei classici come Doom, Wolfenstein 3D e Duke Nukem 3D. Ebbene, dopo quattro anni dal debutto su Steam in Early Access, il first person shooter Compound ha ricevuto l'aggiornamento alla versione 1.0 su PC VR per prepararsi all'approdo su Quest nel 2022, così da omaggiare le succitate icone dell'FPS nel migliore dei modi. Bando alle ciance dunque: è arrivato il momento di parlarne.

    Dagli anni Ottanta con furore

    Compound è stato realizzato da un singolo sviluppatore indipendente al debutto nell'industria videoludica, Bevan "NotDead" McKechnie di NotDead Games. Le premesse dell'avventura sono semplici: in un mondo dominato dalle grandi corporazioni, il nostro alter ego virtuale si assume la responsabilità di far crollare la più potente e dispotica tra le organizzazioni, tuffandosi in un'avventura tra le fogne cittadine e il grattacielo della corp, dove si trova un CEO intenzionato a eliminarlo con l'aiuto dei suoi scagnozzi.

    Insomma, parliamo di frammenti di trama non esattamente originali ma che al contempo forniscono la scusa perfetta per calare i giocatori in sparatorie al sapor di Cyberpunk 2020 e RoboCop. Compound adotta uno stile visivo in pixel art a bassa risoluzione di chiara ispirazione rétro, capace di stupire persino coloro che non hanno mai toccato Wolfenstein 3D o dei titoli affini di recente uscita. La scelta di NotDead è eccellente: se l'effetto nostalgia colpisce il cuore degli appassionati storici, l'adozione di questa estetica potrebbe catturare un po' tutti, con una palette di colori vibrante e luminosa posta su modelli realizzati con cura e precisione. Dall'ingresso del grattacielo ai corridoi dei laboratori della corporazione, passando per l'appartamento che funge da nostro quartier generale, nessun elemento stona in Compound: gli oggetti che riempiono le stanze generate proceduralmente - con i quali è spesso possibile interagire - contribuiscono alla caratterizzazione dei livelli e in alcuni casi aggiungono citazioni a FPS storici o legate alla cultura pop.

    Certo, le aree iniziali potrebbero risultare vuote e un po' claustrofobiche ma le cose cambiano, con le mappe che si aprono per consentirci di pensare a strategie differenti per eliminare i nemici.

    La generazione casuale degli stage, anche per dimensioni, evita che l'esperienza diventi dispersiva o monotona, con partite rapide e veloci che invogliano il giocatore a opporsi ripetutamente alle feroci guardie della corporazione. La definizione degli ambienti, che beneficia di dettagli aggiuntivi come le macchine in movimento tra i palazzi e il cupo cielo stellato, si completa con la colonna sonora firmata da Speedblack in esclusiva per il gioco, che però - pur calzando a pennello coi toni dell'esperienza - non si è rivelata propriamente memorabile. Il resto della sonorizzazione invece è stata realizzata con una precisione rimarchevole, dalle armi ai barili esplosivi, fino ai versi di robot e nemici umani. Scoprire le minuzie dell'audio inoltre significa ammirare le animazioni di ricarica e della morte dei nemici o gli effetti delle esplosioni, elementi questi che pure sono stati realizzati con competenza.

    Partite rapide e ricche di contenuti

    Passiamo quindi all'esperienza effettiva con controller alla mano e occhi immersi nel visore, nel nostro caso l'Oculus Quest 2. All'apertura di Compound veniamo catapultati nel nostro appartamento dove abbiamo accesso a una cucina, aggiunta per scopi estetici ma con diversi elementi interattivi, dal tavolo con pietanze da consumare per impostare la difficoltà di una partita, fino alla bacheca dei trofei con tanto di minigun posta in una teca apribile previo il completamento del gioco.

    Ci sono poi il poligono di tiro, che consente di testare tutte le armi sbloccabili e un'anticamera dove attivare le cosiddette Mutazioni. Sul fronte meramente strutturale, Compound offre otto aree differenti, ciascuna con un paio di livelli all'interno (nell'ultima zona chiaramente c'è pure il boss finale). Dalle iniziali pistole d'emergenza poste sulle mura delle stanze, il combattente passa via via ad armi più potenti, coi suoi oppositori che, in parallelo, diventano sempre più agguerriti e numerosi, tra soldati muniti di jetpack headcrab robotici dotati di scudo, carri armati robot e molto altro. Non mancano mini-boss come ratti giganti, ragni e assassini con abilità uniche, e poi ci sono i boss finali, che si servono di mezzi pesanti e strumenti di morte fuori dall'ordinario. Abbattuto il villain al creupscolo dell'avventura, è possibile accedere a uno dei tre finali disponibili, che sono un po' la ricompensa per aver affrontato svariati loop sconfiggendo una moltitudine di sgherri e nemici, magari pure a una difficoltà elevata. L'intelligenza artificiale dei soldati non è prodigiosa, sia chiaro, ma a volte ci è sembrato che i robot guidassero la carica sotto il fuoco di copertura dei compagni, costringendoci a rimaner fermi in un punto senza poter contrattaccare.

    L'armamentario a nostra disposizione è abbastanza nutrito, nonché suddiviso in più colori a seconda delle munizioni da utilizzare: oltre alle pistole, possiamo sfruttare l'arco, i fucili a pompa, d'assalto, da cecchino e perfino portatori di morte come il railgun, il lanciagranate e il lanciarazzi.

    Il feedback delle armi è ottimo ed è possibile impugnarle con due mani per gestire meglio il rinculo. In alcuni casi - si pensi ad esempio al revolver e al fucile a pompa - è possibile concludere il processo di ricarica dei singoli proiettili con un semplice flick del polso per chiudere la canna o bloccare in posizione il tamburo, un'attenzione questa che rende l'esperienza ancor più piacevole e avvolgente. Inoltre ci è concesso di utilizzare due bocche da fuoco in modalità akimbo, per sgominare i nemici con grande facilità: badate bene però, bisognera essere abili nel ricaricare quella coi colpi esauriti, quando arriverà il momento di farlo. Normalmente in partita si possono portare solo due armi ma quando si attiva il mutatore "Boomer Shooter" - che moltiplica il numero di nemici a schermo - tale limitazione scompare. Tra l'attivazione dell'arco esplosivo o di una terza mano, per velocizzare la ricarica o permetterci di impugnare armi addizionali, i mutatori ci sono piaciuti parecchio, perché massimizzano il fattore di rigiocabilità dell'esperienza.

    Compound è una droga

    Al netto della mancanza di modalità aggiuntive, che andrebbero ad acuire la già buona rigiocabilità, l'azione frenetica offerta da Compound crea dipendenza. Le sparatorie al cardiopalma ci faranno sentire John Wick, tra la ricerca di copertura, l'utilizzo di più armi in simultanea e il poter sfruttare i cadaveri delle guardie come scudo umano. Il desiderio di ripetere il loop non svanirà facilmente una volta concluse più partite e gli unici limiti saranno posti dal vostro corpo e dal tempo a disposizione: il titolo di Bevan "NotDead" McKechnie infatti va giocato in piedi per la migliore esperienza possibile.

    Di conseguenza, la quantità di movimenti richiesta per evitare i proiettili potrebbe farvi sudare non poco se vi concedete all'immersione in questo tripudio di pixel. Non possiamo escludere del tutto il sopraggiungere della motion sickness per gli utenti più sensibili ma dal canto nostro non abbiamo avuto problemi in tal senso.

    Qualche parola sui controlli con Oculus Quest 2: tramite le impostazioni è possibile selezionare tra vari tipi di movimento, dall'opzione di camminata più fluida al teletrasporto in un posto da noi indicato, e tutti funzionano egregiamente. L'unico bug da noi individuato riguarda la registrazione sporadica di input di movimento in momenti in cui non si utilizza l'analogico corrispondente ma siamo certi verrà risolto rapidamente con le prossime patch.

    La selezione delle armi in partita e il processo di ricarica non saranno così facili da interiorizzare e richiederanno un po' di pratica. Compound è compatibile con Valve Index, HTC Vive, visori Oculus Rift e Quest, Windows Mixed Reality ed entro fine anno approderà sul negozio Quest. Sarà interessante scoprire le differenze sul fronte prestazionale, mentre siamo certi che in futuro assisteremo all'arrivo di nuovi contenuti

    COMPOUND COMPOUNDVersione Analizzata PCSe cercate un FPS in VR originale, non eccessivamente complesso ed estremamente piacevole con il suo gameplay frenetico, Compound è la scelta giusta. La pixel art è una gioia per gli occhi in realtà virtuale, specie se si è amanti dei classici come Wolfenstein 3D, Duke Nukem 3D e Doom. Al netto della presenza di qualche bug e della mancanza di qualche modalità di gioco extra, questo sparattutto al cardiopalma ha tutti i numeri per intrattenere a lungo i patiti del genere, complice l'ottima caratterizzazione delle armi e il mood sopra le righe dell'esperienza.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: AMD Ryzen 5 5600X
    • RAM: 16GB
    • GPU: NVIDIA GeForce RTX 3070
    8.8

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