Recensione Conflict: Denied Ops

La serie Conflict approda nella nuova generazione

Recensione Conflict: Denied Ops
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Coppie vincenti

    Nel corso degli anni '70 e '80 numerose coppie di attori giocarono un ruolo fondamentale per il successo di alcuni serial televisivi di matrice statunitense. Sonny e Rico in Miami Vice, Poncherello e Baker nei Chips, Bo e Luke in Hazzard: esempi celebri di affiatamento ed equilibrio che hanno saputo regalare ai rispettivi telefilm ironia e azione. Oggi, nel mondo videoludico, il fenomeno sembra ripetersi: doveroso citare il caso di Kane & Lynch (action tridimensionale pubblicato lo scorso novembre) e Army of Two - in uscita nei prossimi giorni - nel quale la collaborazione tra i due mercenari protagonisti sarà fondamentale per il prosieguo del gioco. Il titolo made in Electronic Arts non è l’unico a utilizzare questo stratagemma per conferire alla giocabilità e alla modalità in cooperativa una profondità maggiore; anche Conflict: Denied Ops, First Person Shooter sviluppato da Pivotal Games e pubblicato da Eidos Interactive, tenta di iscrivere il proprio nome nel firmamento videoludico grazie ai suoi due personaggi giocabili. Con che risultati? Scopriamolo in questa recensione.

    Aria di novità

    Conflict: Denied Ops è il quinto esponente della serie Conflict, contraddistintasi negli ultimi 5 anni per aver dato una particolare lettura di alcuni fra i maggiori conflitti mondiali attuali e passati, incasellandoli in una struttura da action-adventure tridimensionale, ed affidando alle mani del giocatore ben quattro personaggi giocabili e intercambiabili, ognuno dotato di proprie caratteristiche e peculiarità. Oggi la saga vuole rinnovarsi profondamente, e lo fa con Denied Ops, che abbandona la visuale in terza persona per adottare la prima; il numero di personaggi è stato inoltre dimezzato. I protagonisti di questa avventura rispondono ai nomi di Lincoln Graves e Reggie Lang, due agenti di un’organizzazione mondiale (denominata Special Activities Division) incaricata di intervenire in diversi paesi devastati da conflitti e guerre civili per riportare la pace. Come detto, i due personaggi godranno di proprie esclusive caratteristiche: Lincoln, cecchino 47enne, avrà a sua disposizione una pistola da 9mm e un fucile di precisione, modificabile nel corso del gioco con silenziatore e lanciagranate stordenti. Reggie invece, fuciliere 28enne, potrà colpire i suoi nemici con un mitragliatore e un mini-bazooka in grado di lanciare granate incendiarie. Il silenzio e la precisione si sposano con l’irruenza e la violenza bruta, in un connubio che - almeno sulla carta - avrebbe dovuto rappresentare l’arma vincente di questo titolo.

    Mancata coordinazione

    Il primo difetto riscontrabile in Denied Ops riguarda proprio la trama e la caratterizzazione dei due personaggi protagonisti. Il giocatore, dopo aver selezionato la prima missione, si ritrova a dover fronteggiare i primi nemici in una missione in Medio Oriente senza aver visto alcun filmato che presenti la vicenda e il plot che dovrebbe far da sfondo al titolo. Chi impugna il pad dovrà quindi accontentarsi, per farsi un’idea della trama, di brevi cut-scenes e meri rapporti scritti che spiegano di volta in volta gli obiettivi del prossimo incarico. Inutile aggiungere che, a causa di questa mancanza, il giocatore non si sente minimamente coinvolto dall’azione. Di conseguenza anche i personaggi non vengono presentati e approfonditi adeguatamente, dettaglio che ne limita fortemente carisma e personalità.
    Il sistema di controllo è piuttosto tradizionale: con i tasti frontali si eseguono azioni contestuali, si cambia arma e si ricarica. I dorsali di sinistra sono adibiti al controllo della nostra spalla, la quale potrà coprirci, affiancarci o rimanere a presidiare un posto di controllo, mentre i trigger di sinistra permettono di azionare il grilletto e lanciare granate. In ogni momento sarà comunque possibile prendere il controllo del secondo alter-ego digitale. Questa intercambiabilità, all’apparenza semplice, nasconde una piccola ma fastidiosa lacuna: ad ogni scambio, i personaggi dimenticano improvvisamente gli ordini impartiti fino a poco prima. Ciò significa che bisognerà reimpostare le proprie strategie ogni volta, per non lasciare indietro nessuno dei due: senza i nostri consigli, il compagno rimarrà immobile qualunque cosa succeda. Questo problema si fa particolarmente fastidioso quando Lincoln o Reggie verranno feriti a morte: in questo caso il personaggio sopravvissuto dovrà avvicinarsi al corpo del collega e curarlo per permettergli di riprendere la battaglia. Un’azione che talvolta richiede - a causa del difetto sopraccitato - vere e proprie camminate della durata di alcuni minuti.
    In generale dunque, sulla base di un gameplay piuttosto canonico e ormai già sperimentato più volte (nella scorsa e nella presente generazione ludica), pesano evidentissime lacune di sviluppo e game design. Conflict si spaccia per uno shooter tattico senza averne il carattere e la tecnica, e appare oggi com eun anacronistico prodotto di secondo piano.

    Un gioco (non) per tutti

    Denied Ops non è un titolo per chiunque: la scelta di limitare l’arsenale bellico a poche armi (ma con munizioni illimitate) potrà suonare sgradita a chi ama l’azione dura e pura, fatta di equipaggiamenti degni di un esercito. Il ritmo di gioco, anche a causa delle scelte strutturali appena descritte, è serrato ma monotono, scarsissime sono le possibilità offerte al giocatore. La presenza di due personaggi intercambiabili risulta purtroppo scomoda per i difetti già analizzati, e a conti fatti non riesce a sopperire al bisogno di varietà che gli utenti moderni chiedono a gran voce.
    A conti fatti, dunque, Conflict appare un titolo decisamente inadeguato per saziare un'utenza esigente e appassionata. Soprattutto in Single Player, a causa di un sistema di gestione degli ordini imperfetto e macchinoso, e persino per via di alcune sessioni a bordo dei vecioli macchiate da un meccanismo di controllo assurdo e confusionario, il titolo Eidos non esce vincente dal conflitto. La longevità dell'avventura si assesta per altro sulle 8-10 ore, quindi nella media delle attuali produzioni.
    La rigiocabilità è garantita comunque dalla modalità cooperativa, quella che negli intenti degli sviluppatori avrebbe dovuto essere forse l'esperienza più interessante dell'offerta ludica. Purtroppo le scelte di game design sono pronte ad affossare ogni possibilità del prodotto. Se affrontata in coppia, l'azione rischia comunque di diventare monotona, vista la limitatezza dell'arsenale che ognuno dei partecipanti potrà imbracciare. La quasi totale mancanza di difficoltà impedisce poi che si sviluppi quel tacito cameratismo videoludico che invece si respira in altre produzioni. La linearità dei livelli di gioco e la presenza di evidentissimi script che regolano i comportamenti e le apparizioni degli avversari rendono il gioco di coppia un semplice esercizio di brutalità bellica, senza strategia e tattica.
    Le modalità competitive di gioco online sono appena tre: deathmatch, deathmatch a squadre e conquista; chi pensava di trovare qualche cosa di bizzarro e divertente sulla grande rete rimarrà inevitabilmente e ulteriormente deluso.

    Comparto tecnico: che disastro!

    Disastro: non ci sono altre parole per definire il comparto tecnico di Denied Ops. Modellazioni povere, personaggi male animati e texture estremamente piatte (le mappe superficiali latitano e sono estremamente semplici, quando compaiono timidamente). E ancora compenetrazione poligonale in numerosi frangenti e una conseguente sprecisione nella detrminazione dei colpi a segno.
    Il frame rate accusa di pesanti e costanti rallentamenti, e non solo in fasi di gioco particolarmente concitate. Basta infatti ruotare la prospettiva del giocatore a 360 gradi per notare vistosi scatti, anche in situazioni di perfetta tranquillità. Altro importante difetto è l’aliasing, che rende qualunque oggetto fisico una vera tortura per gli occhi. Le seghettature corrompono infatti sia elementi ambientali che personaggi giocabili e non, offrendo un tale livello di imperizia tecnica che fa rimpiangere i giochi di prima generazione. Anche il character design lascia a desiderare. I modelli grafici dei nostri nemici si rassomigliano tutti: nelle missioni in Medio Oriente, ad esempio, avremo sempre a che fare con uomini (o meglio, stereotipi) dalla pelle olivastra e dai folti baffi neri. L’intelligenza artificiale dei nemici è elementare: non faranno altro che ripararsi e sparare, a intervalli regolari: basterà sorprenderli lateralmente per fare piazza pulita in maniera piuttosto semplice. Di altrettanta scadente qualità gli effetti particellari quali fumo e fiamme, che appaiono artificiali e - soprattutto - irreali, anche a causa di un sistema di illuminazione alquanto banale. Piccola consolazione: il discreto motore fisico del titolo permette al giocatore di distruggere buona parte dello scenario, facendo saltare in aria - ad esempio - gli ostacoli che i nemici adottano come protezione.

    Le note negative contagiano anche il reparto sonoro, con un doppiaggio in italiano appena sufficiente afflitto da una mancata coordinazione tra video e audio. Le musiche di sottofondo, infine, non risollevano la situazione, rimanendo nel limbo delle colonne sonore “senza infamia e senza lode”, ma anche senza un numero di tracce tale da poter competere con titoli caratterizzati da un più corposo impegno produttivo.

    Conflict: Denied Ops Conflict: Denied OpsVersione Analizzata PlayStation 3Conflict: Denied Ops non ha scusanti. Il comparto tecnico è di gran lunga insufficiente, giudizio aggravato dalla presenza di diretti concorrenti dalle grandi qualità grafiche come ad esempio Call of Duty 4 e Unreal Tournament III. L’idea di rappresentare due diversi tipi di approccio all'azione è buona, ma certamente non basta a far rivalutare il prodotto, soprattutto perchè risulta evidentemente limitante nella effettiva realizzazione. Proiettili infiniti, intelligenza artificiale poco brillante, piattezza nel level design, rendono Conflict un titolo estremamente povero. Se il single player risulta difficilmente giocabile anche a causa di disattenzioni evidenti nella programmazione, il multiplayer cooperativo non risolleva la situazione, ed appare banalizzato e poco coinvolgente (ancha a causa della totale assenza di pathos o mezzi espressivi di rilievo). Denied Ops delude, e molto: speriamo che le persone a capo del progetto Conflict si facciano un piccolo esame di coscienza, prima di affrontare lo sviluppo di un eventuale sesto capitolo.

    4.5

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