Nella storia dell'intrattenimento videoludico abbiamo visto una moltitudine di videogiochi ambientati nei due conflitti mondiali, con una particolare predominanza degli scenari ispirati alla seconda delle due guerre. Oggi abbiamo per le mani un prodotto in cui il nostro nemico non è il nazista di turno, ma un dittatore protagonista di una storia ancora molto attuale, seppur risalente a ormai più di una decade or sono: il suo nome è Saddam Hussein, e il titolo del gioco che andiamo a recensire è proprio tratto dal nome dell'operazione che Bush condusse nel 1991 contro di lui.
Presentazione? Quale presentazione?
Ora che abbiamo onorato la cronaca dei fatti, possiamo passare a esaminare l'ultima fatica dei Pivotal Games. Una volta inserito il dvd nella nostra Xbox si assiste a un breve filmato, di fattura non eccelsa, realizzato con il motore del gioco (scordiamoci filmati FMV, in Conflict: Desert Storm non ne esistono), che dovrebbe introdurre il giocatore alla vicenda. In realtà la scelta più sensata è quella di dirigersi immediatamente al menu principale, in cui troveremo tre opzioni: Addestramento, Campagna Desert Storm e una voce relativa ai settaggi del gioco. E' consigliato affrontare l'addestramento per iniziare a prendere confidenza con i numerosi comandi da utilizzare nel gioco.
Gameplay
Conflict: Desert Storm (d'ora in poi CDS per brevità) è in sostanza un arcade-adventure con visuale in terza persona, con qualche puntatina nel territorio stealth di Metal Gear Solid e una interessante modalità multiplayer. In realtà non è necessario scomodare la creatura di Kojima per eventuali confronti, ma durante le missioni sarà molto gratificante evitare i nemici e magari coglierli di sorpresa alle spalle, per poi elargire loro un ricamino col coltellone alla Rambo in dotazione o freddarli con la pistola dotata di silenziatore. Anche il classico lavoro da cecchino è sempre soddisfacente: passando alla modalità zoom sentiremo il battito del cuore del nostro tiratore scelto, e osserveremo il mirino oscillare lievemente, mentre si prende la mira. La piacevole novità di CDS è costituita dalla presenza di quattro personaggi gestibili dal giocatore. Non si controllerà dunque il tipico giustiziere solitario, ma piuttosto si dovrà porre parecchia attenzione alla pianificazione delle missioni e si dovrà proseguire con circospezione, facendo sempre attenzione a non lasciare nessuno dei nostri uomini in campo aperto, senza un'adeguata copertura. Di volta in volta si prende il controllo di un soldato diverso, e si impartiscono diversi ordini ai compagni di squadra: tenere la posizione, seguire il leader, spostarsi autonomamente, aprire il fuoco. Come si intuirà, la collaborazione in questo gioco è vitale, e di conseguenza lo sbocco naturale del concept di CDS è il multiplayer. Se in Halo si era visto un cooperative mode per sole due persone, nel titolo CDI potranno collaborare contemporaneamente fino a quattro giocatori umani, giocando in split-screen, impersonando ciascuno uno dei quattro personaggi: il fuciliere d'assalto nonché leader della squadra, il cecchino, l'esperto di esplosivi oltre che dottore e infine l'esperto anticarro, armato di fida mitragliatrice. Non è purtroppo supportato il multiplayer tramite system-link. Le missioni presentano una discreta varietà dal punto di vista degli obiettivi: si colpiscono punti nevralgici di importanza logistica per il nemico, si fanno esplodere ponti, si distruggono postazioni antiaeree, si va in soccorso di un emiro caduto vittima di un attentato, e altro ancora, sia in ambientazioni desertiche che urbane. In alcuni livelli avanzati la possibilità di guidare mezzi militari come fuoristrada e mezzi corazzati aggiunge ulteriore sfida e intrattenimento. Al termine di ogni missione, a seconda del comportamento del manipolo di uomini, si ottengono riconoscimenti e avanzamenti di grado e livello di esperienza, oltre che miglioramenti nelle abilità dei singoli personaggi. Vengono conteggiati anche i colpi esplosi e i colpi andati a segno, così come gli headshot (colpi alla testa per i non anglofoni) e i colpi agli arti. Questo aspetto rappresenta uno stimolo a portare a termine le missioni nel miglior modo possibile, e contribuisce non poco a creare atmosfera e tensione: portare a termine una missione senza mai morire frutta dei progressi più rapidi e un maggior numero di riconoscimenti. Questo si ripercuote positivamente anche sulla rigiocabilità (soprattutto in multiplayer) del titolo. L'intelligenza artificiale dei nemici non è eccelsa, ma fa il suo dovere se giocate a livello hard (siamo però molto distanti dai punti di riferimento Halo e Halflife). A livello normale e facile invece crederete di essere dei cacciatori in un pollaio, eccezion fatta per qualche missione che, verso la conclusione del gioco, vi potrebbe creare qualche problema.
Grafica a fasi alterne...
L'estetica del gioco risulta nel complesso godibile ma non fa gridare al miracolo, anche perché da Xbox ci si aspetta sempre qualcosa di più. Le texture sono di qualità appena sufficiente in alcuni frangenti (capanne, barili, autocarri), buone in altri (personaggi principali, terreno sabbioso). I modelli poligonali soffrono di una realizzazione in generale discreta, ma altalenante. Il dettaglio dei personaggi è accettabile, mentre quello dei mezzi lascia un po' a desiderare. Le animazioni a volte sono un po' troppo legnose e poco credibili, anche se nel mezzo dell'azione sarà molto difficile accorgersene. Realistico anche il sistema di sanguinamento dei personaggi colpiti, che vedranno le proprie tute mimetiche chiazzarsi di rosso, proprio in corrispondenza dei proiettili ostili andati a segno. Gli scenari sono generalmente pervasi da un effetto fogging diffuso, applicato forse per attenuare i difetti di bad clipping di un engine non certo d'avanguardia, e in parte per ricreare il colpo d'occhio e l'atmosfera che si avrebbero qualora ci si trovasse nel mezzo di un deserto sabbioso. Il campo visivo resta comunque abbastanza ampio da consentire l'individuazione dei nemici, anche a lunga distanza. Il framerate non si rivela sufficiente elevato per garantire un'ottima fluidità in ogni situazione di gioco, ma in un questo genere di giochi i 30 frames al secondo incidono quasi limitatamente alla sola cosmesi, senza intaccare troppo la giocabilità del titolo. Gli effetti non godono di grande cura: le esplosioni ed il fumo ad esempio non sono fra i migliori mai visti. Gli elicotteri, in particolare, se colpiti si dissolvono in volo senza lasciare traccia di detriti. Piacevole la presenza dell'ormai inflazionato lens flare, che in simbiosi con una scelta cromatica azzeccata (seppur obbligata, considerata l'ambientazione del gioco) contribuisce a una tutto sommato piacevole ricostruzione degli aridi ambienti desertici, complice anche il bump mapping applicato al suolo.
Sonoro immersivo, musiche inascoltabili.
Gli effetti sonori sono di discreta fattura, così come le voci dei personaggi, sia dei protagonisti che dei nemici. Capiterà di sentire un soldato iracheno fischiettare ignaro del proprio destino, oppure dare l'allarme ai compagni, o ancora reagire a un rumore sospetto. Gli spari delle armi si rivelano abbastanza realistici. Sono piuttosto curati gli effetti ambientali legati all'ambiente desertico: aggirarsi fra le dune accompagnati dai versi di animali nascosti e dal sibilo del vento è un'esperienza emozionante. Deludente l'effetto sonoro relativo alle esplosioni: probabilmente si poteva realizzare qualcosa di migliore del tonfo sordo e metallico che si ode in CDS. Le musiche, nota dolente, sono ossessionanti nella loro ripetitività e incapacità di comunicare qualsivoglia emozione: spegnetele e gustate il gioco coi soli effetti.
In conclusione
Conflict: Desert Storm si lascia giocare in single player, migliora in multiplayer, ma soffre di una realizzazione tecnica incostante, che ne penalizza il voto complessivo. Se però il concept del gioco vi stimola, probabilmente passerete diverse ore davanti allo schermo. Come già accennato nel corso della recensione, la longevità di questo titolo dipende anche dalla volontà del giocatore di terminare le missioni nel miglior modo possibile. Il multiplayer deve essere considerato come un'alternativa alla modalità single-player e non come un'estensione alla longevità del gioco, in quanto se deciderete di affrontare CDS in compagnia di alcuni amici vi troverete a rigiocare esattamente le stesse missioni della campagna in singolo. Avrebbe giovato l'introduzione di altre modalità multigiocatore, come capture the flag e deathmatch, ma l'atmosfera e la tensione presenti nel gioco non fanno eccessivamente rimpiangere queste mancanze: io e un mio amico ci siamo trovati a sussurrare fra di noi all'interno di un edificio, nel timore di essere uditi dal cecchino che stavamo cercando... Se non è tensione questa!
Recensione Conflict Desert Storm
Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Conflict Desert Storm - 109
La Guerra del Golfo
Nella storia
dell'intrattenimento videoludico abbiamo visto una moltitudine di videogiochi
ambientati nei due conflitti mondiali, con una particolare predominanza degli
scenari ispirati alla seconda delle due guerre. Oggi abbiamo per le mani un
prodotto in cui il nostro nemico non è il nazista di turno, ma un dittatore
protagonista di una storia ancora molto attuale, seppur risalente a ormai più di
una decade or sono: il suo nome è Saddam Hussein, e il titolo del gioco che
andiamo a recensire è proprio tratto dal nome dell'operazione che Bush condusse
nel 1991 contro di lui.
Presentazione? Quale
Ora che abbiamo onorato la cronaca dei fatti, possiamopresentazione?
passare a esaminare l'ultima fatica dei Pivotal Games. Una volta inserito il
dvd nella nostra Xbox si assiste a un breve filmato, di fattura non eccelsa,
realizzato con il motore del gioco (scordiamoci filmati FMV, in Conflict: Desert
Storm non ne esistono), che dovrebbe introdurre il giocatore alla vicenda. In
realtà la scelta più sensata è quella di dirigersi immediatamente al menu
principale, in cui troveremo tre opzioni: Addestramento, Campagna Desert Storm e
una voce relativa ai settaggi del gioco. E' consigliato affrontare
l'addestramento per iniziare a prendere confidenza con i numerosi comandi da
utilizzare nel gioco.
Gameplay
Conflict: Desert Storm (d'ora in poi CDS per brevità) è
in sostanza un arcade-adventure con visuale in terza persona, con qualche
puntatina nel territorio stealth di Metal Gear Solid e una interessante modalità
multiplayer. In realtà non è necessario scomodare la creatura di Kojima per
eventuali confronti, ma durante le missioni sarà molto gratificante evitare i
nemici e magari coglierli di sorpresa alle spalle, per poi elargire loro un
ricamino col coltellone alla Rambo in dotazione o freddarli con la pistola
dotata di silenziatore. Anche il classico lavoro da cecchino è sempre
soddisfacente: passando alla modalità zoom sentiremo il battito del cuore del
nostro tiratore scelto, e osserveremo il mirino oscillare lievemente, mentre si
prende la mira. La piacevole novità di CDS è costituita dalla presenza di
quattro personaggi gestibili dal giocatore. Non si controllerà dunque il tipico
giustiziere solitario, ma piuttosto si dovrà porre parecchia attenzione alla
pianificazione delle missioni e si dovrà proseguire con circospezione, facendo
sempre attenzione a non lasciare nessuno dei nostri uomini in campo aperto,
senza un'adeguata copertura. Di volta in volta si prende il controllo di un
soldato diverso, e si impartiscono diversi ordini ai compagni di squadra: tenere
la posizione, seguire il leader, spostarsi autonomamente, aprire il fuoco. Come
si intuirà, la collaborazione in questo gioco è vitale, e di conseguenza lo
sbocco naturale del concept di CDS è il multiplayer. Se in Halo si era visto un
cooperative mode per sole due persone, nel titolo CDI potranno collaborare
contemporaneamente fino a quattro giocatori umani, giocando in split-screen,
impersonando ciascuno uno dei quattro personaggi: il fuciliere d'assalto nonché
leader della squadra, il cecchino, l'esperto di esplosivi oltre che dottore e
infine l'esperto anticarro, armato di fida mitragliatrice. Non è purtroppo
supportato il multiplayer tramite system-link. Le missioni presentano una
discreta varietà dal punto di vista degli obiettivi: si colpiscono punti
nevralgici di importanza logistica per il nemico, si fanno esplodere ponti, si
distruggono postazioni antiaeree, si va in soccorso di un emiro caduto vittima
di un attentato, e altro ancora, sia in ambientazioni desertiche che urbane. In
alcuni livelli avanzati la possibilità di guidare mezzi militari come
fuoristrada e mezzi corazzati aggiunge ulteriore sfida e intrattenimento. Al
termine di ogni missione, a seconda del comportamento del manipolo di uomini, si
ottengono riconoscimenti e avanzamenti di grado e livello di esperienza, oltre
che miglioramenti nelle abilità dei singoli personaggi. Vengono conteggiati
anche i colpi esplosi e i colpi andati a segno, così come gli headshot (colpi
alla testa per i non anglofoni) e i colpi agli arti. Questo aspetto rappresenta
uno stimolo a portare a termine le missioni nel miglior modo possibile, e
contribuisce non poco a creare atmosfera e tensione: portare a termine una
missione senza mai morire frutta dei progressi più rapidi e un maggior numero di
riconoscimenti. Questo si ripercuote positivamente anche sulla rigiocabilità
(soprattutto in multiplayer) del titolo. L'intelligenza artificiale dei nemici
non è eccelsa, ma fa il suo dovere se giocate a livello hard (siamo però molto
distanti dai punti di riferimento Halo e Halflife). A livello normale e facile
invece crederete di essere dei cacciatori in un pollaio, eccezion fatta per
qualche missione che, verso la conclusione del gioco, vi potrebbe creare qualche
problema.
Grafica a fasi alterne...
L'estetica del gioco risulta nel complesso godibile ma non fa
gridare al miracolo, anche perché da Xbox ci si aspetta sempre qualcosa di più.
Le texture sono di qualità appena sufficiente in alcuni frangenti (capanne,
barili, autocarri), buone in altri (personaggi principali, terreno sabbioso). I
modelli poligonali soffrono di una realizzazione in generale discreta, ma
altalenante. Il dettaglio dei personaggi è accettabile, mentre quello dei mezzi
lascia un po' a desiderare. Le animazioni a volte sono un po' troppo legnose e
poco credibili, anche se nel mezzo dell'azione sarà molto difficile
accorgersene. Realistico anche il sistema di sanguinamento dei personaggi
colpiti, che vedranno le proprie tute mimetiche chiazzarsi di rosso, proprio in
corrispondenza dei proiettili ostili andati a segno. Gli scenari sono
generalmente pervasi da un effetto fogging diffuso, applicato forse per
attenuare i difetti di bad clipping di un engine non certo d'avanguardia, e in
parte per ricreare il colpo d'occhio e l'atmosfera che si avrebbero qualora ci
si trovasse nel mezzo di un deserto sabbioso. Il campo visivo resta comunque
abbastanza ampio da consentire l'individuazione dei nemici, anche a lunga
distanza. Il framerate non si rivela sufficiente elevato per garantire
un'ottima fluidità in ogni situazione di gioco, ma in un questo genere di
giochi i 30 frames al secondo incidono quasi limitatamente alla sola cosmesi,
senza intaccare troppo la giocabilità del titolo. Gli effetti non godono di
grande cura: le esplosioni ed il fumo ad esempio non sono fra i migliori mai
visti. Gli elicotteri, in particolare, se colpiti si dissolvono in volo senza
lasciare traccia di detriti. Piacevole la presenza dell'ormai inflazionato lens
flare, che in simbiosi con una scelta cromatica azzeccata (seppur obbligata,
considerata l'ambientazione del gioco) contribuisce a una tutto sommato
piacevole ricostruzione degli aridi ambienti desertici, complice anche il bump
mapping applicato al suolo.
Sonoro immersivo, musiche
Gli effetti sonori sono di discreta fattura, cosìinascoltabili.
come le voci dei personaggi, sia dei protagonisti che dei nemici. Capiterà di
sentire un soldato iracheno fischiettare ignaro del proprio destino, oppure dare
l'allarme ai compagni, o ancora reagire a un rumore sospetto. Gli spari delle
armi si rivelano abbastanza realistici. Sono piuttosto curati gli effetti
ambientali legati all'ambiente desertico: aggirarsi fra le dune accompagnati
dai versi di animali nascosti e dal sibilo del vento è un'esperienza
emozionante. Deludente l'effetto sonoro relativo alle esplosioni: probabilmente
si poteva realizzare qualcosa di migliore del tonfo sordo e metallico che si ode
in CDS. Le musiche, nota dolente, sono ossessionanti nella loro ripetitività e
incapacità di comunicare qualsivoglia emozione: spegnetele e gustate il gioco
coi soli effetti.
In conclusione
Conflict: Desert Storm si lascia giocare in single player,
migliora in multiplayer, ma soffre di una realizzazione tecnica incostante, che
ne penalizza il voto complessivo. Se però il concept del gioco vi stimola,
probabilmente passerete diverse ore davanti allo schermo. Come già accennato nel
corso della recensione, la longevità di questo titolo dipende anche dalla
volontà del giocatore di terminare le missioni nel miglior modo possibile. Il
multiplayer deve essere considerato come un'alternativa alla modalità
single-player e non come un'estensione alla longevità del gioco, in quanto se
deciderete di affrontare CDS in compagnia di alcuni amici vi troverete a
rigiocare esattamente le stesse missioni della campagna in singolo. Avrebbe
giovato l'introduzione di altre modalità multigiocatore, come capture the flag
e deathmatch, ma l'atmosfera e la tensione presenti nel gioco non fanno
eccessivamente rimpiangere queste mancanze: io e un mio amico ci siamo trovati a
sussurrare fra di noi all'interno di un edificio, nel timore di essere uditi
dal cecchino che stavamo cercando... Se non è tensione
questa!
Che voto dai a: Conflict: Desert Storm
Voti: 12
Altri contenuti per Conflict: Desert Storm