Recensione Conflict Desert Storm

Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Conflict Desert Storm - 109

Recensione Conflict Desert Storm
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • NGC
  • Pc
  • La Guerra del Golfo

    Nella storia
    dell'intrattenimento videoludico abbiamo visto una moltitudine di videogiochi
    ambientati nei due conflitti mondiali, con una particolare predominanza degli
    scenari ispirati alla seconda delle due guerre. Oggi abbiamo per le mani un
    prodotto in cui il nostro nemico non è il nazista di turno, ma un dittatore
    protagonista di una storia ancora molto attuale, seppur risalente a ormai più di
    una decade or sono: il suo nome è Saddam Hussein, e il titolo del gioco che
    andiamo a recensire è proprio tratto dal nome dell'operazione che Bush condusse
    nel 1991 contro di lui.

    Presentazione? Quale
    presentazione?

    Ora che abbiamo onorato la cronaca dei fatti, possiamo
    passare a esaminare l'ultima fatica dei Pivotal Games. Una volta inserito il
    dvd nella nostra Xbox si assiste a un breve filmato, di fattura non eccelsa,
    realizzato con il motore del gioco (scordiamoci filmati FMV, in Conflict: Desert
    Storm non ne esistono), che dovrebbe introdurre il giocatore alla vicenda. In
    realtà la scelta più sensata è quella di dirigersi immediatamente al menu
    principale, in cui troveremo tre opzioni: Addestramento, Campagna Desert Storm e
    una voce relativa ai settaggi del gioco. E' consigliato affrontare
    l'addestramento per iniziare a prendere confidenza con i numerosi comandi da
    utilizzare nel gioco.

    Gameplay

    Conflict: Desert Storm (d'ora in poi CDS per brevità) è
    in sostanza un arcade-adventure con visuale in terza persona, con qualche
    puntatina nel territorio stealth di Metal Gear Solid e una interessante modalità
    multiplayer. In realtà non è necessario scomodare la creatura di Kojima per
    eventuali confronti, ma durante le missioni sarà molto gratificante evitare i
    nemici e magari coglierli di sorpresa alle spalle, per poi elargire loro un
    ricamino col coltellone alla Rambo in dotazione o freddarli con la pistola
    dotata di silenziatore. Anche il classico lavoro da cecchino è sempre
    soddisfacente: passando alla modalità zoom sentiremo il battito del cuore del
    nostro tiratore scelto, e osserveremo il mirino oscillare lievemente, mentre si
    prende la mira. La piacevole novità di CDS è costituita dalla presenza di
    quattro personaggi gestibili dal giocatore. Non si controllerà dunque il tipico
    giustiziere solitario, ma piuttosto si dovrà porre parecchia attenzione alla
    pianificazione delle missioni e si dovrà proseguire con circospezione, facendo
    sempre attenzione a non lasciare nessuno dei nostri uomini in campo aperto,
    senza un'adeguata copertura. Di volta in volta si prende il controllo di un
    soldato diverso, e si impartiscono diversi ordini ai compagni di squadra: tenere
    la posizione, seguire il leader, spostarsi autonomamente, aprire il fuoco. Come
    si intuirà, la collaborazione in questo gioco è vitale, e di conseguenza lo
    sbocco naturale del concept di CDS è il multiplayer. Se in Halo si era visto un
    cooperative mode per sole due persone, nel titolo CDI potranno collaborare
    contemporaneamente fino a quattro giocatori umani, giocando in split-screen,
    impersonando ciascuno uno dei quattro personaggi: il fuciliere d'assalto nonché
    leader della squadra, il cecchino, l'esperto di esplosivi oltre che dottore e
    infine l'esperto anticarro, armato di fida mitragliatrice. Non è purtroppo
    supportato il multiplayer tramite system-link. Le missioni presentano una
    discreta varietà dal punto di vista degli obiettivi: si colpiscono punti
    nevralgici di importanza logistica per il nemico, si fanno esplodere ponti, si
    distruggono postazioni antiaeree, si va in soccorso di un emiro caduto vittima
    di un attentato, e altro ancora, sia in ambientazioni desertiche che urbane. In
    alcuni livelli avanzati la possibilità di guidare mezzi militari come
    fuoristrada e mezzi corazzati aggiunge ulteriore sfida e intrattenimento. Al
    termine di ogni missione, a seconda del comportamento del manipolo di uomini, si
    ottengono riconoscimenti e avanzamenti di grado e livello di esperienza, oltre
    che miglioramenti nelle abilità dei singoli personaggi. Vengono conteggiati
    anche i colpi esplosi e i colpi andati a segno, così come gli headshot (colpi
    alla testa per i non anglofoni) e i colpi agli arti. Questo aspetto rappresenta
    uno stimolo a portare a termine le missioni nel miglior modo possibile, e
    contribuisce non poco a creare atmosfera e tensione: portare a termine una
    missione senza mai morire frutta dei progressi più rapidi e un maggior numero di
    riconoscimenti. Questo si ripercuote positivamente anche sulla rigiocabilità
    (soprattutto in multiplayer) del titolo. L'intelligenza artificiale dei nemici
    non è eccelsa, ma fa il suo dovere se giocate a livello hard (siamo però molto
    distanti dai punti di riferimento Halo e Halflife). A livello normale e facile
    invece crederete di essere dei cacciatori in un pollaio, eccezion fatta per
    qualche missione che, verso la conclusione del gioco, vi potrebbe creare qualche
    problema.

    Grafica a fasi alterne...

    L'estetica del gioco risulta nel complesso godibile ma non fa
    gridare al miracolo, anche perché da Xbox ci si aspetta sempre qualcosa di più.
    Le texture sono di qualità appena sufficiente in alcuni frangenti (capanne,
    barili, autocarri), buone in altri (personaggi principali, terreno sabbioso). I
    modelli poligonali soffrono di una realizzazione in generale discreta, ma
    altalenante. Il dettaglio dei personaggi è accettabile, mentre quello dei mezzi
    lascia un po' a desiderare. Le animazioni a volte sono un po' troppo legnose e
    poco credibili, anche se nel mezzo dell'azione sarà molto difficile
    accorgersene. Realistico anche il sistema di sanguinamento dei personaggi
    colpiti, che vedranno le proprie tute mimetiche chiazzarsi di rosso, proprio in
    corrispondenza dei proiettili ostili andati a segno. Gli scenari sono
    generalmente pervasi da un effetto fogging diffuso, applicato forse per
    attenuare i difetti di bad clipping di un engine non certo d'avanguardia, e in
    parte per ricreare il colpo d'occhio e l'atmosfera che si avrebbero qualora ci
    si trovasse nel mezzo di un deserto sabbioso. Il campo visivo resta comunque
    abbastanza ampio da consentire l'individuazione dei nemici, anche a lunga
    distanza. Il framerate non si rivela sufficiente elevato per garantire
    un'ottima fluidità in ogni situazione di gioco, ma in un questo genere di
    giochi i 30 frames al secondo incidono quasi limitatamente alla sola cosmesi,
    senza intaccare troppo la giocabilità del titolo. Gli effetti non godono di
    grande cura: le esplosioni ed il fumo ad esempio non sono fra i migliori mai
    visti. Gli elicotteri, in particolare, se colpiti si dissolvono in volo senza
    lasciare traccia di detriti. Piacevole la presenza dell'ormai inflazionato lens
    flare, che in simbiosi con una scelta cromatica azzeccata (seppur obbligata,
    considerata l'ambientazione del gioco) contribuisce a una tutto sommato
    piacevole ricostruzione degli aridi ambienti desertici, complice anche il bump
    mapping applicato al suolo.

    Sonoro immersivo, musiche
    inascoltabili.

    Gli effetti sonori sono di discreta fattura, così
    come le voci dei personaggi, sia dei protagonisti che dei nemici. Capiterà di
    sentire un soldato iracheno fischiettare ignaro del proprio destino, oppure dare
    l'allarme ai compagni, o ancora reagire a un rumore sospetto. Gli spari delle
    armi si rivelano abbastanza realistici. Sono piuttosto curati gli effetti
    ambientali legati all'ambiente desertico: aggirarsi fra le dune accompagnati
    dai versi di animali nascosti e dal sibilo del vento è un'esperienza
    emozionante. Deludente l'effetto sonoro relativo alle esplosioni: probabilmente
    si poteva realizzare qualcosa di migliore del tonfo sordo e metallico che si ode
    in CDS. Le musiche, nota dolente, sono ossessionanti nella loro ripetitività e
    incapacità di comunicare qualsivoglia emozione: spegnetele e gustate il gioco
    coi soli effetti.

    In conclusione

    Conflict: Desert Storm si lascia giocare in single player,
    migliora in multiplayer, ma soffre di una realizzazione tecnica incostante, che
    ne penalizza il voto complessivo. Se però il concept del gioco vi stimola,
    probabilmente passerete diverse ore davanti allo schermo. Come già accennato nel
    corso della recensione, la longevità di questo titolo dipende anche dalla
    volontà del giocatore di terminare le missioni nel miglior modo possibile. Il
    multiplayer deve essere considerato come un'alternativa alla modalità
    single-player e non come un'estensione alla longevità del gioco, in quanto se
    deciderete di affrontare CDS in compagnia di alcuni amici vi troverete a
    rigiocare esattamente le stesse missioni della campagna in singolo. Avrebbe
    giovato l'introduzione di altre modalità multigiocatore, come capture the flag
    e deathmatch, ma l'atmosfera e la tensione presenti nel gioco non fanno
    eccessivamente rimpiangere queste mancanze: io e un mio amico ci siamo trovati a
    sussurrare fra di noi all'interno di un edificio, nel timore di essere uditi
    dal cecchino che stavamo cercando... Se non è tensione
    questa!

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