Recensione Cossacks II: Napoleonic Wars

Dopo Luigi XIV, è giunta l'ora di sconfiggere Napoleone in persona

Recensione Cossacks II: Napoleonic Wars
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  • Allons enfant de la patrie

    Cossacks: European War, sviluppato dalla tedesca CDV nel 2001, riscosse un grandissimo successo di pubblico e critica. I motivi di questa vittoria erano piuttosto lampanti: alla gestione degli insediamenti alla Age Of Empires si univano un numero di soldati e un’attenzione storica nella riproduzione degli stessi davvero degne di lodi. Si trattava certamente di un prodotto complicato dedicato ai più grandi generali da scrivania, ma comunque riuscì a piacere anche agli strateghi occasionali. Con Cossacks 2 gli sviluppatori hanno portato avanti l’orologio temporale di circa 150 anni (dal periodo seicentesco alle guerre napoleoniche), mantenendo però tutte le caratteristiche che avevano reso godibile il predecessore e aggiungendone di nuove per portare una ventata di freschezza nella serie. Tuttavia sarebbe stato forse meglio che si accorgessero che i tempi sono maturati e che l’impostazione di gioco del primo Cossacks sia ormai abbastanza sorpassata...

    Difendete la posizione

    Napoleonic Wars è uno strategico bidimensionale a visuale isometrica, non ci sono altre definizioni, come Red Alert, come Warcraft 2 e come Starcraft, ed è anche del tipo più classico: accumula risorse, sviluppa tecnologie, arruola un gran numero di truppe ed annienta il nemico. Per rimediare all’accusa di essere eccessivamente legati a meccaniche di gioco ormai sorpassate gli sviluppatori hanno tuttavia pensato di accrescere l’attenzione data alla fase gestionale e a quella militare del prodotto. La città principale non potrà più basarsi solo su se stessa per sopravvivere, e dovrà invece avere un continuo influsso di risorse dai villaggi vicini per essere sicura di poter avere una fornitura costante di materie prime (legno, cibo, oro, pietra, ferro, polvere da sparo), ogni villaggio dedica la sua intera popolazione alla produzione di una di queste risorse, mandando poi il ricavato del lavoro dei poveri villici al municipio della città. Per ricevere le risorse più rapidamente il giocatore potrà costruire magazzini, massimo 2, in mezzo alle strade più trafficate e diminuire così la strada compiuta dalle carovane per depositare il raccolto. Da qui si capisce che questi villaggi sono un fattore importantissimo nell’economia di Napoleonic Wars, niente paesi, niente risorse, niente risorse, niente soldati o costruzioni più evolute. Per la difesa ed il mantenimento di questi importantissimi insediamenti, protetti da una piccola e mal organizzata milizia e costantemente minacciati dagli attacchi della cavalleria nemica, capace di conquistarli senza alcun problema (una carica alla sciabola sulla milizia ha l’effetto di uno schiacciasassi su un pacchetto di crakers), vi sono più strade: o inserirvi, almeno per quelli più vicini al fronte, una stabile guarnigione di uno o più reggimenti, oppure costruire dei posti fortificati o torri lungo tutta la linea del fronte per tenere lontane le azioni di disturbo nemiche. La conquista da parte vostra o degli avversari di questi villaggi porterà le risorse in essi raccolte nelle mani dei vincitori, e naturalmente le carovane verranno dirottate verso la loro capitale. La conquista degli insediamenti, o anche solo l’organizzazione di squadroni di cavalleria incaricati di compiere attacchi mordi-e-fuggi alle carovane e ai lavoratori sono elementi portanti della strategia di gioco, in quanto una città sarà attaccabile solo una volta isolata e tagliata fuori dai rifornimenti.

    La vecchia guardia muore,ma non si arrende

    Le risorse raccolte dagli insediamenti saranno naturalmente utilizzate nella costruzione di edifici in grado di addestrare e potenziare diverse unità militari. Le diverse civiltà in gioco (Francia, Inghilterra, Austria, Prussica, Russia e Egitto) godono tutte di diversi tipi di fanteria e cavalleria, leggere e pesanti, riprodotte fedelmente su modelli reali dell’epoca, capaci di fare esperienza e migliorare la propria mira e il proprio danno in corpo a corpo con le baionette o le sciabole. Il problema in queste unità è che le differenze effettive tra di loro sono sufficientemente poche. Più o meno tutti gli eserciti posseggono la tipica unità carne da macello,economica, con poca difesa e pochi danni al tiro o in corpo a corpo, l’unità di fanteria di linea con un buon rapporto prezzo/prestazioni e infine la fanteria pesante costosa,ma capace di tenere da sola testa a diversi reggimenti nemici. Stesso discorso per la cavalleria, che comunque si dimostra spesso poco adatta agli scontri frontali e rilegata solo ad attacchi a villaggi sguarniti e carovane. La gestione delle truppe è, dal canto suo, tanto semplice nel singolo reggimento quanto complicata in caso di eserciti. Tenendo conto che uno squadrone di fanteria conta 120 soldati (vengono reclutati in serie) e uno di cavalleria 45 (forse l’esagerata disparità di numero è all’origine dell’impotenza di quest’ultima) si capisce come ci si trovi di fronte alla prospettiva di comandare eserciti di centinaia e centinaia di unità. Questo sarebbe normale, se non fosse che ogni singolo reggimento non prenderà iniziative senza un espresso ordine, compreso difendersi dagli attacchi nemici. Sarà possibile schierare le unità in diverse formazioni e dar ordine di solo alcuni soldati di aprire il fuoco. Considerando l’estremo realismo dei tempi di ricarica (siamo sull’ordine del minuto) l’accurata gestione delle scariche di fucileria è sicuramente la chiave delle battaglie, così come quella dei villaggi lo è dell’economia...scaricare tutti i fucili su nemici appena a tiro servirà solo a sprecare munizioni, così come mirare a truppe nascoste nei boschi. Bisognerà infatti sopportare diversi colpi, vedere cadere alcuni uomini, magari tirare con solo 1/3 dei vostri fucili per indebolire un attimo lo schieramento avversario, per poi avvicinarvi mentre questi ricarica e lanciare una scarica a distanza di 20 metri che ne mandi in disordine la formazione. C’è da dire che il nemico aiuta fin troppo questa operazione, sparando i propri colpi ad una distanza eccessiva e caricando poi in attacchi suicidi alla baionetta. Così come è facile gestire il singolo battaglione diventa però impossibile controllare il fuoco, le munizioni e la forza di grandi formazioni da centinaia di uomini, che, anche a causa dell’eccessiva vicinanza della telecamera al campo di battaglia, che rende visibile solo una piccola parte degli immensi campi, spesso si rivela un’impresa titanica e sovente capiterà di perdere senza avvedersene squadroni e squadroni.

    Bilanciamento e capacità

    Oltre alla modalità campagna (che cole al solito ci proporrà una serie di scontri collegati tra loro da obiettivi) è presente una sezione “battaglie storiche”, che riproporrà alcuni celebri scontri delle guerre napoleoniche (come Austerlitz) e una “battle for europe”. Quest’ultima è strutturata come un semplice wargame a turni a metà strada tra risiko e medieval total war. In una mappa strategica raffigurante l’Europa e l’Africa del nord dovrete bilanciare le relazioni diplomatiche con i vicini e proporre alleanze contro gli stati invasori. Ogni territori genererà un totale di risorse grazie al quale potrete arruolare soldati per i vostri generali (inizialmente uno per esercito, tutti personaggi storici, tra cui Wellington per gli inglesi, Alessio III per i russi e, manco a dirlo, Napoleone per i francesi). Attaccando un territorio si verrà catapultati in una sessione in tempo reale nella quale le vostre truppe dovranno sconfiggere le truppe nemiche sul campo e conquistare le città (con la stessa meccanica della campagna semplice si intende). L’utilità di questa piccola aggiunta è però abbastanza oscura: se volevano inserire nel contesto di Cossacks un wargame, si poteva sperare che ci aggiungessero features più interessanti, una maggior importanza alle relazioni diplomatiche e alle vittorie sul campo, mentre la “battle for Europe” si presenta come un mero espediente per fare il solletico alla serie Total War e al futuro Imperial Glory dei Pyro Studios. Il tentativo, manco a dirlo, riesce solo a metà perché le mancanze della suddetta modalità rispetto entrambi i titoli sono più che evidenti. Il multiplayer, dal canto suo, presenta i classici scontri testa a testa tra eserciti, sia nelle battaglie storiche sia in missioni generate all’istante su mappe specifiche.

    In linea!

    Parlando di tecnica Cossacks 2 propone un motore bidimensionale che si trova abbastanza a suo agio nelle riproduzioni degli edifici e degli ambienti, davvero ben resi, mentre ha rilevanti mancanze nelle singole unità, eccessivamente sgranate e abbastanza anonime anche nelle alte risoluzioni. Per ovviare a questo problema gli sviluppatori hanno però avuto un’ottima idea: quando un’unità sarà impegnata in una qualsiasi azione, dallo sparare al ricaricare i fucili al marciare, apparirà in basso a destra una piccola finestra con un video fatto con attori veri che eseguono le mosse dell’unità, allo stesso modo dando un ordine di marcia o di fuoco vedrete il filmato dell’ufficiale che si sbraccia e urla dando indicazioni ai propri uomini. Un vero peccato che questi ottimi filmati (peraltro realizzati molto bene) siano limitati alle sole azioni di fanteria...mediocri, purtroppo, gli effetti speciali delle esplosioni e del fumo. Dal punto di vista sonoro siamo a livelli standard, buone le esplosioni delle armi e le voci dei personaggi, nulla di eccezionale le musiche e praticamente assenti i suoni ambientali.

    Cossacks II: Napoleonic Wars Cossacks II: Napoleonic WarsVersione Analizzata PCCossacks 2 non è un brutto strategico, anzi, ha punte di eccellenza nella ricostruzione di tattiche e nella certosina attenzione alla ricostruzione di unità e alla modalità economica. Sono purtroppo evidenti i difetti degli scontri più grandi, a volte semplicemente ingestibili, specie quando gli attacchi provengono da più fronti, i limiti del motore grafico, pur salvato da filmati di qualità e l’incompletezza della “battle for Europe”. Un buon titolo per gli strateghi più incalliti, che vi troveranno un’alta longevità (tra campagne e battaglie storiche) unita ad una estrema attenzione all’aspetto bellico. Sconsigliato ai neofiti del genere e agli appassionati di fronzoli tecnici.

    7.2

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