Crash Bandicoot N.Sane Trilogy Recensione: a caccia di frutti Wumpa su Switch

Ad un anno dall'uscita su PS4, la raccolta di Vicarious Visions esordisce su sistemi Microsoft e Nintendo, portando con sé anche uno stage inedito.

Crash Bandicoot (Switch)
Recensione: Nintendo Switch
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Con l'approdo della N.Sane Trilogy anche su Xbox One, Pc e Nintendo Switch, il "vero" Crash, quello partorito dalla mente dei cagnacci californiani, ha smesso ufficialmente di essere una personaggio esclusivo delle console Sony. Già in passato il peramele si era affacciato su sistemi non appartenenti al colosso nipponico, in particolare con i sequel apocrifi di Sierra Entertainment (Crash of the Titans), di Traveller's Tale (L'ira di Cortex) e di Vicarious Visions (Nitro Kart): ma mai prima d'ora la trilogia originale era naufragata su lidi diversi da quelli di PlayStation. Questa mirabolante collection rimasterizzata permette adesso ad un pubblico molto più ampio di nutrirsi dei suoi succosi frutti.
    Grazie alla piccola ibrida della Grande N, inoltre, si realizza un sogno che in molti, da ragazzini, desideravano ardentemente: non separarsi mai dall'adorato bandicoot, e portarlo sempre a zonzo per raccogliere i Wumpa, le gemme ed i cristalli in qualsiasi luogo dello spazio-tempo. Una simile possibilità chiede in pegno qualche leggero compromesso sul piano della resa visiva, che - in ogni caso - non intacca eccessivamente la godibilità dell'esperienza ludica. D'altronde, come si suol dire: Crash perde il pelo, ma non il vizio.

    Ho un marsupiale nello stivale

    Partiamo da un presupposto fondamentale: anche su Switch, la N.Sane Trilogy si lascia giocare con grandissimo piacere. Il rigore filologico del team Vicarious Visions è stato trasportato alla perfezione sul gioiellino di Kyoto ed il feeling, stringendo il pad o i Joy-Con, è lo stesso di sempre. Le maggiori variazioni si riscontrano, se non altro, nella diversa sensibilità e nella differente grandezza degli analogici, che rischiano di causare movimenti un po' più repentini e di conseguenza - senza il dovuto allenamento - anche leggermente più imprecisi. Basterà poco, però, per prendere familiarità con lo stick di Nintendo, e ricalibrare così la durata e le tempistiche degli spostamenti. In un titolo come Crash che - specialmente nel primo, iconico capitolo - richiede l'esecuzione millimetrica di ogni balzo, si tratta di un processo di riadattamento assolutamente necessario, soprattutto per chi sceglie di passare dall'edizione PS4 a quella per Switch. E poiché l'elemento distintivo di questo port consiste - com'è ovvio - nella sua portabilità, occorre per forza di cose fare i conti con l'obbligo di calcolare adeguatamente le distanze anche sul piccolo schermo del tablet. Di primo acchito, potrebbe risultare un po' più difficoltoso valutare la larghezza di un burrone e la profondità di campo presente sulla scena. Non preoccupatevi: è sufficiente "farci l'occhio" dopo qualche tentativo andato a vuoto, ed in poco tempo vi ritroverete a saltare da un appiglio all'altro con l'atteggiamento spavaldo di un vero bandicoot. In formato handheld, inoltre, l'utilizzo dei due Joy-Con separati si è rivelato sorprendentemente comodo, maneggevole ed intuitivo, con solo sporadici casi nei quali la responsività non ha saputo dimostrarsi sempre precisa al millisecondo. L'immancabile supporto all'HD Rumble, in aggiunta, offre un grado di immersività decisamente piacevole: avvertire un corposa vibrazione quando rompiamo una cassa o sterziamo a tutta birra con la nostra moto acuisce il tasso di partecipazione e soddisfazione.

    Data la durata media abbastanza ridotta dei singoli stage, la fruizione in mobilità calza proprio a pennello, permettendoci di affrontare partite rapide e fugaci persino quando abbiamo pochissimi minuti di pausa a disposizione. Non troppo limitante, a tal proposito, neppure il consumo della batteria, che - in base alle nostre prove - succhia via circa il 30% di carica dopo un'oretta abbondante di gioco. Quanto basta, insomma, per conquistare - mentre si è in fila alle Poste - il maggior numero possibile di reliquie di platino.

    Il futuro e la tempesta

    Per celebrare l'anniversario dall'esordio della N.Sane Trilogy, Vicarious Visions ha scelto di preparare un gustoso regalino sia ai fan di vecchia data, sia ai neofiti: l'inserimento, completamente gratuito, di un nuovissimo livello, chiamato Future Tense. Aggiunto in Warped, questo 31esimo stage è, a conti fatti, il primo vero contenuto interamente inedito dopo vent'anni dall'uscita del terzo capitolo della trilogia. Il che, per gran parte degli appassionati più attempati, ha il valore di un evento storico.

    Future Tense è accessibile sin da subito all'inizio dell'avventura spazio-temporale di Crash e Coco, tramite una piattaforma posta nell'hub centrale dove si aprono i vari portali dimensionali. Una volta "teletrasportati" al suo interno, muoveremo timidamente i primi passi in quella che sembra essere una versione rielaborata di quadri come Gone Tomorrow o Future Frenzy, ambienti sci-fi pieni zeppi di nastri trasportatori, di robot spara-razzi, folli scienziati su bizzarri dischi volanti e raggi laser ad intermittenza. Esteticamente, insomma, Future Tense ci è parso alquanto derivativo, composto da elementi architettonici fin troppo noti. È questa un'impronta di art design che, a ben pensare, risulta forse inevitabile: del resto, gli artisti in forze presso Vicarious Visions dovevano necessariamente rendere questo stage del tutto coerente con l'immaginario di Warped. Pertanto, hanno estrapolato dalla fantasia dei Naughty Dog alcuni frammenti d'arredo e li hanno ricomposti per dar forma ad un setting tutto nuovo, che mescola l'avanzamento in 3D con lo sviluppo bidimensionale. Nei frangenti in cui Future Tense si tramuta in un platform in due dimensioni, inoltre, fa capolino anche una piattaforma circolare semovente, caratterizzata da una serie di appigli dallo spessore molto ridotto e mutuata da Waterfall, uno dei livelli che i cagnacci scartarono dal primo Crash. Unendo passato e futuro, quindi, il team si mette finalmente alla prova, cercando di replicare la lezione dei maestri: per farlo, ricicla assets già esistenti, bilanciando a dovere difficoltà ed appagamento.

    A detta degli sviluppatori, d'altro canto, Future Tense è stato ideato ispirandosi al diabolico Stormy Ascent, anch'esso compreso sin dall'inizio - come il suo fratellino minore - nel pacchetto delle versioni Switch, Steam e Xbox One. Senza raggiungere minimamente i picchi di cattiveria del suo modello di riferimento, la creazione di Vicarious Visions è comunque piuttosto complessa, probabilmente lo stage più arduo di tutto Crash Bandicoot 3, specie se vi cimenterete tra le sue trappole senza prima aver acquisito nessuno dei poteri del marsupiale. Il problema di Future Tense, semmai, oltre alla scarsa originalità artistica, è legata alla sua collocazione all'interno di un episodio come Warped. Poiché non offre alcun cristallo (per palesi ragioni narrative), ma soltanto due gemme e la classica reliquia, il suo completamento è strettamente connesso all'ottenimento di talenti come il bazooka o il doppio salto, che ci daranno l'opportunità di balzare su superfici altrimenti irraggiungibili e distruggere tutte le casse. Peccato solo che, dopo aver equipaggiato le varie skill, la complessità del livello tenda a diminuire considerevolmente. Per saggiare a fondo la vera natura di Future Tense dovremo, in sostanza, trionfare, quantomeno la primissima volta, senza nessun aiuto, e poi tornare indietro armati fino ai denti, così da scoprire tutti i sentieri nascosti e terminarlo al 100%. Rimane da segnalare, per quanto concerne l'edizione Switch, una peculiarità che modifica in parte l'approccio allo stage.

    Future Tense su Nintendo Switch, privo di superfici riflettenti

    In pratica, nella seconda metà dell'avanzamento, durante una sequenza in 2D, il nostro cammino verrà ostacolato da una macchina lanciarazzi posta al di fuori del campo visivo: nella versione PS4, possiamo ammirarne il riflesso lungo una vetrata sullo sfondo, in modo tale da vedere palesemente il momento in cui sta per scagliare i suoi colpi, e schivarli col tempismo corretto. Sull'ibrida di Kyoto, invece, lo specchio non riflette alcuna immagine, costringendo il giocatore ad agire di intuito, valutando il ritmo degli impatti e la velocità dei proiettili, e basando i propri movimenti sugli indizi sonori che precedono il lancio. Una scelta di design presumibilmente attribuibile a limitazioni di natura tecnica, sebbene non del tutto comprensibili in un adattamento che, sul fronte grafico, pur al netto di prevedibili contraccolpi, ha dato prova di grande dignità.

    L'infanzia in una tasca

    La N.Sane Trilogy era e resta un piccolo miracolo visivo, la reinterpretazione in formato poligonale di un'infanzia trascorsa ad evitare strapiombi, cavalcare orsi polari e viaggiare nel tempo: l'opera di ricostruzione dei Vicarious Visions è un tripudio di colori, uno sgargiante spettacolo che porta a nuova vita tre giochi di due decenni fa. Il merito dell'hardware di Switch risiede nell'aver conservato simile bellezza scenica, mantenendone gli accesi cromatismi e la potenza dell'impatto artistico generale, con soli 5.2 GB di spazio richiesto nella memoria di archiviazione.

    Qua e là, però, ad uno sguardo più attento, si notano lievi sbavature che indeboliscono un po' la brillantezza grafica. Anzitutto, in modalità TV si fa evidente un bel quantitativo di aliasing sugli elementi della scenografia, corrompendo la pulizia dell'immagine. In secondo luogo si abbassa in parte la qualità delle texture e della densità di elementi ambientali, evidente sia nel fogliame a margine dello schermo (ora meno folto), sia nella riproduzione della peluria, come quella dei famelici leoni di Tiny Tiger. Nell'insieme, parliamo di dettagli che non minano in modo invasivo una conversione di buon livello, ancorata il più delle volte ai 30fps, con solo qualche raro calo in quei livelli appesantiti da un'effettistica più marcata. In compenso, i tempi di caricamento sono divenuti più rapidi, ed ci viene concessa anche la facoltà di saltare l'introduzione iniziale prima di entrare nel menù di gioco. Notevole, a chiosa, il colpo d'occhio della versione portatile, graziosa e particolareggiata quanto basta per preservare l'appeal grafico della "remastered plus" di Activision, benché il quadro si faccia un po' più polveroso e, in alcune istanze, la leggibilità della scena ci appaia meno nitida e cristallina.

    Crash Bandicoot N. Sane Trilogy Crash Bandicoot N. Sane TrilogyVersione Analizzata Nintendo SwitchSeguendo una scia di frutti Wumpa, Crash si allontana dall’isola di PlayStation e giunge nel mondo di Steam, Microsoft e Nintendo ad un anno dalla prima release. Per ringraziare i giocatori dell’attesa, Vicarious Visions ha addirittura modellato da zero un livello inedito, ed inserito nella raccolta anche il mefistofelico Stormy Ascent. In più, la versione Switch porta con sé la possibilità - connaturata nella natura della console - di mettere in tasca il marsupiale e giocare in sua compagnia in ogni occasione: una feature che si sposa amabilmente con le ritmiche delle tre avventure. Siamo pertanto disposti a sopportare di buon grado qualche mancanza sul piano grafico, a fronte di un gameplay che ben si adatta alle logiche della fruizione in mobilità. Insomma, ora che è disponibile su ogni sistema di corrente generazione, il nostro peramele preferito è diventato a tutti gli effetti una mascotte per qualunque videogiocatore.

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