Recensione Crush

A spasso nel cervello con Sega

Recensione Crush
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  • Psp
  • Largo ai giovani

    Spesso e volentieri i titoli più irriverenti ed originali vengono prodotti da chi meno te lo aspetti. È il caso di CRUSH bizzarra produzione firmata da un team di perfetti sconosciuti (i britannici Zoë Mode) e recentemente distribuita nel bel paese da SEGA, storico colosso dell’intrattenimento digitale. Ciò che rende così speciale questo prodotto è un’idea di fondo talmente brillante e inconsueta da sfiorare la pura e semplice genialità; concetti come tempo, razionalità, spazio e logica cedono il passo alla follia di un luogo completamente malleabile e mutevole, il cervello umano, che farà da sfondo a questo pazzo puzzle game dai mille volti. Pronti ad affrontare gli infidi e tortuosi labirinti della mente?

    Miracolo della scienza

    Danny non riesce a dormire e la gravità del suo disturbo è diventata tale da costringerlo ad affidarsi ad una nuova terapia sperimentale che risponde al nome di C.R.U.S.H. ovvero Conoscenza Recuperata Usando la Psichiatria Heuristica (la sigla non corrisponde ma come direbbe il Prof. Reubens “sono uno scienziato, non un professore di italiano”!!).
    Questa formidabile invenzione permette al pover’uomo di esplorare gli angoli più remoti della sua psiche proiettandolo in una specie di subdola realtà virtuale, rappresentazione materiale della sua mente confusa, con la quale Danny dovrà interagire onde risalire alla causa scatenante del suo male.

    L’inconscio si traduce dunque in luogo fisico all’interno del quale il personaggio deve mettere alla prova le proprie abilità superando i 40 livelli che lo separano dalla completa guarigione; livelli composti da innumerevoli blocchi e oggetti di varia natura che vanno spostati, eliminati (i famosi “blocchi psicologici”) o trasformati in base alle circostanze.

    Lo scopo del gioco è molto semplice: raccogliere abbastanza biglie colorate per sbloccare l’uscita ed accedere al successivo stage. Quello che invece dà parecchio filo da torcere è il modo con cui raggiungere l’obiettivo; Crush è difatti un prodotto estremamente complesso nella sua semplicità poiché propone una serie di situazioni che mettono l’utente di fronte alla risoluzione di rompicapi ambientali tutt’altro che facili. Oltre a dover gestire un sostanzioso numero di variabili (blocchi solidi e fragili, lastre invisibili, sfere e scarafaggi giganti, pannelli elettrici, interruttori, sveglie impazzite, piattaforme in movimento e così via) il giocatore deve prestare molta attenzione alle quattro diverse angolazioni della telecamera gestite dalla croce direzionale. Se da un lato il cambio dell’inquadratura aiuta non poco nella soluzione degli enigmi, dall’altro si rende necessario per il superamento di situazioni apparentemente impossibili che richiedono l’utilizzo di quella funzione che rende il Crush un sistema così speciale: la possibilità di “appiattire” lo scenario portandolo da 3D a 2D.

    Tramite il tasto dorsale L, Danny può passare in qualsiasi momento in modalità bidimensionale e raggiungere piattaforme ed altri elementi utili che non possono essere raggiunti in nessun’altro modo. Un esempio pratico di questo automatismo è dato dal fatto che per poter raggiungere un blocco rialzato si dovrà posizionare la telecamera in modo da avere una visuale del personaggio dall’alto e successivamente servirsi del crush per portare i due livelli sullo stesso piano ed accedere così, una volta tornati in modalità tridimensionale, alla zona preclusa. Nonostante si tratti di una caratteristica non esattamente inedita (vedi Super Paper Mario per Wii), questa applicazione si dimostra un tassello fondamentale nell’economia di gioco e parte integrante di un meccanismo ludico che ripone nella equilibrata quanto indispensabile alternanza tra i due tipi di ambiente la chiave del suo successo. L’affinità tra gameplay e dinamiche psichiche, intenzionalmente impressa in ogni singolo aspetto di questo titolo, acquista maggiore definizione sotto questo punto di vista in quanto la capacità di superare un ostacolo in maniera differente rafforza l’idea che ogni cosa possa essere aggirata, manipolata, cambiata e rimossa al pari di un sentimento o uno stato d’animo che risiede nella parte più profonda dell’apparato cerebrale.

    Questa sensazione di onnipotenza si concretizza anche nella notevole libertà di azione che viene concessa al giocatore. In ogni livello, fermi restando i requisiti di accesso a quello successivo, l’utente può decidere se limitarsi a raggiungere l’uscita o magari fermarsi a raccogliere gli extra disseminati lungo il percorso (trofei e pezzi di puzzle) che serviranno sia a sbloccare alcuni contenuti bonus, come immagini e modalità di gioco aggiuntive, che a determinare la valutazione che si andrà ad ottenere alla fine dello stage; ne consegue un voto finale, espresso in lettere, che viene influenzato da diversi fattori quali tempo, raccolta degli extra, quantità di crush utilizzati e numero di volte in cui Danny si è svegliato cadendo nel vuoto. L’inclusione delle statistiche in un titolo di questo tipo non può far altro che aumentarne il valore poiché, come abbiamo potuto constatare di persona, l’accanimento nel cercare di spingersi oltre i propri limiti migliorando le proprie prestazioni costituisce uno dei tanti motivi per i quali non riuscirete a staccarvi da questo gioco.

    Non tutti i blocchi vengono col buco!

    Pur rappresentando un’esperienza di gioco molto originale, Crush non è un prodotto adatto a tutti. L’elevato grado di difficoltà metterà a dura prova la pazienza dei giocatori meno risoluti scoraggiando ogni tentativo di portare a termine l’avventura: non di rado, infatti, la situazione da fronteggiare appare senza via d’uscita indipendentemente da quanto spremete le meningi o da quante volte mescolate e rimescolate i blocchi. In alcuni casi, per di più, il senso di frustrazione nel rimanere bloccati nello stesso punto senza alcuna prospettiva di successo è così forte da sostituirsi alla naturale soddisfazione che si prova nel superamento delle avversità con le quali avrete a che fare nonostante la presenza di numerosissimi check-point.

    Si tratta indubbiamente di un difetto da non sottovalutare ma che, suo malgrado, aumenta la longevità in maniera vertiginosa poiché è proprio allo squilibrio citato poc’anzi che questo titolo deve la sua notevole durata (il completamento di alcuni livelli richiede addirittura dai 30 ai 40 minuti di gioco!).

    A voler essere proprio pignoli, potremmo dire che nemmeno il reparto tecnico fa onore a questa produzione. Nonostante l’immediatezza dei menu e la bellezza di tratto grafico che ha del surreale, Crush è senza ombra di dubbio un prodotto che punta molto alla sostanza anziché all’apparenza. Le poche ambientazioni disponibili sono tutte molto essenziali, arricchite da qualche forma geometrica sullo sfondo di una città o di una spiaggia; tutti luoghi chiave dell’infanzia di Danny. Anche il sonoro è piuttosto spartano, pochi sottofondi musicali conditi da qualche rumore di fondo e dai lamenti del personaggio ogni qualvolta compie un azione o precipita nel pozzo senza fondo che è la sua mente. Identificare questi elementi come imperfezioni, tuttavia, non sarebbe del tutto corretto. La scelta di rendere ogni cosa semplice e senza tanti fronzoli, si sposa alla perfezione con il concetto di vuoto mentale che alberga nella memoria del character: dopotutto, se lo scenario è costituito dall’inconscio di una persona in stato confusionale, è perfettamente normale che ci sia poco o nulla al suo interno.

    Crush CrushVersione Analizzata PSPBrillante, originale e folle. Crush è il puzzle game più accattivante che sia arrivato su PsP dopo Lumines anche se, è il caso di dirlo, non sarà compreso dalla totalità degli utenti. La genialità del concetto su poggia le proprie basi, tra cui il passaggio dall’ambientazione tridimensionale a quella bidimensionale, è un forte richiamo per tutti coloro che sono alla ricerca di una gustosa novità che possa dare una scossa alle tediose giornate estive. D’altro canto, l’elevata difficoltà che si incontra sin dai primissimi livelli di gioco potrebbe fungere da deterrente a chi predilige un tipo di intrattenimento che richieda meno sforzo intellettivo e più azione. Comunque vogliate metterla, questo titolo unico del suo genere costituisce una di quelle esclusive che riempiranno di orgoglio per molto tempo a venire i possessori di PsP.

    8

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