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Annunciato lo scorso aprile con un teaser accolto con grande entusiasmo dagli appassionati delle sparatorie digitali, Crysis Remastered segna il ritorno di Crytek sulla saga che più di tutte a contribuito al successo dello sviluppatore tedesco. Un successo che nel tempo si è fatto sempre più claudicante, tanto che qualche anno fa la software house si trovata costretta a ridimensionare in maniera significativa il proprio organico, chiudendo la maggioranza dei suoi "studi satellite". Sulle possenti spalle di Nomad grava quindi un doppio fardello: da una parte Crysis Remastered punta a celebrare uno delle pagine più esaltanti nella storia del team teutonico, e dall'altra il gioco ambisce a riconfermare il suo talento per l'innovazione tecnologica. Obiettivi importanti che, purtroppo per noi, sono stati raggiunti solo parzialmente.
La definizione di "remaster" delinea una gamma ben precisa di parametri da soddisfare per offrire al pubblico una riedizione di qualità, per la gran parte legati al comparto tecnico: stando ai canoni della definizione, elementi come risoluzione, texture e tecnologie di post-processing devono quindi essere rimaneggiati con l'obiettivo di "svecchiare" - almeno parzialmente - un titolo in modo da giustificarne il ritorno sul mercato. Linee guida che lasciano agli studi un ampio spazio di manovra, che si traducono in risultati molto diversi tra loro in termini qualitativi.
Le versioni rimasterizzate dei due Modern Warfare, ad esempio, denotano un impegno produttivo a tratti sorprendente, che conivolge e migliora perfino l'impianto ludico, mentre la Devil May Cry HD Collection di Capcom si colloca agli antipodi rispetto all'offerta di Activision, con interventi di scarsissimo impatto. Per molti versi il remake di Crytek si colloca a metà strada tra questi due estremi, proponendo una serie di interventi che, seppur intriganti dal punto di vista tecnologico, non generano i frutti sperati.
Parliamo ovviamente dell'implementazione del ray tracing, che su PS4 Pro viene gestito via software grazie a una tecnica di "rendering parallelo" che, in buona sostanza, crea una seconda versione a 540p del mondo di gioco, a partire dalla quale la CPU calcola i riflessi da aggiungere a ogni scena. Una vera e propria sfida per l'hardware di PlayStation, che impone limiti piuttosto ragionevoli alla risoluzione e al frame rate (fissati a 1080p e 30 fps per il preset "RayTracing"), andando però a influire sull'efficacia generale del sistema di illuminazione.
Malgrado l'indiscutibile potenziale di questa aggiunta, però, Crytek non è riuscita a sfruttare nel migliore dei modi quella che poteva essere il principale punto di forza di Crysis Remastered, almeno su console. Le modifiche e le revisioni, solo parziali, operate sui diversi asset del gioco tendono infatti a inficiare la resa finale di questo articolato processo di rendering: in assenza di interventi "ad hoc" sulle superfici, questo brillante espediente ha infatti un impatto piuttosto limitato sulla qualità generale dell'esperienza. Vale inoltre la pena di sottolineare come l'utilizzo della particolare tecnica messa a punto dal team tedesco tenda a generare qualche glitch aggiuntivo, come ad esempio fenomeni di flickering o ritardi consistenti nel caricamento degli effetti.
In definitiva, per quanto l'iniziativa dello studio meriti un riconoscimento, il suo valore emerge soprattutto quando ci si ferma a fissare uno scorcio particolarmente suggestivo, e pertanto ha un peso solo relativo nel bilancio di una produzione dai ritmi intensi come Crysis. Optando per i restanti preset, ovvero Qualità (1800p a 30 fps) e Prestazione (1080p con frame rate sbloccato), non noterete quindi variazioni particolarmente significative in termini di resa generale né, come anticipato, miglioramenti netti rispetto alla versione originale del gioco.
Parliamo comunque di un titolo che per anni è stato un punto di riferimento inalienabile per i puristi della grafica su PC, e pertanto il colpo d'occhio offerto da Crysis resta tuttora piacevole, anche se avremmo certamente apprezzato un maggiore impegno nell'aggiornamento di modelli poligonali ed elementi scenici. Nel complesso, insomma, sebbene il lavoro di rimasterizzazione portato avanti da Crytek non possa essere tacciato di pigrizia, proprio in virtù delle particolari tecnologie messe a punto dallo sviluppatore, il risultato finale manca di soddisfare appieno, a maggior ragione considerando che con un po' di cura in più il prodotto avrebbe potuto valorizzare decisamente meglio i suoi assi nella manica. Un discorso che riguarda anche un gameplay tuttora godibile, specialmente per gli estimatori della prima ora, ma che lascia trasparire chiaramente il peso dei suoi anni.
In linea con i discorsi fatti in apertura, vale la pena di ribadire che la revisione delle meccaniche di gioco non è uno dei requisiti essenziali quando si parla di rimasterizzazioni, visto che la definizione colloca buona parte degli interventi sul versante tecnico. Detto questo, però, è necessario precisare che i tredici anni passati dal primo approdo - trionfale - di Crysis risultano immediatamente evidenti una volta indossati i panni corazzati del prode Nomad.
Il gunplay appare oggi piuttosto impacciato e rigido, molto lontano dagli stardard attuali, mentre la scelta - discutibile - di non ritoccare in alcun modo il sistema di mira (impreciso ora come allora) e l'intelligenza artificiale degli avversari (tutt'altro che reattiva) contribuisce a rimarcare le rughe sul volto della produzione. Più in generale, tutte le meccaniche di gioco palesano chiaramente le origini old-gen del titolo, e perfino la distruttibilità ambientale, al tempo uno degli aspetti più stimolanti del gameplay, non trasmette più quel senso di inarrestabile possanza che caratterizzava l'esperienza.
A prescindere da queste considerazioni, Crysis resta tuttora un FPS piacevole e sfaccettato, sostenuto da una storia interessante e da una buona varietà di situazioni, ed è quindi molto probabile che i fan del capitolo originale non faticheranno a trovare i giusti incentivi per lanciarsi ancora una volta nei meandri boscosi dell'isola di Lingshan. Tutti gli altri potrebbero voler approfittare dell'occasione per provare con mano una vera e propria leggenda del mondo dei videogiochi, magari chiudendo un occhio sulle sue indiscutibili spigolosità.
Una lista che comprende anche fenomeni di stuttering a ogni checkpoint, fluttuazioni del frame rate piuttosto frequenti su console "standard" (e quasi del tutto assenti su mid-gen) e qualche occasionale bug. Difetti che speriamo vengano limati nelle settimane a venire, con aggiornamenti tesi anche ad esaltare le peculiarità tecniche di questo remaster, che se non altro verrà ricordato come il primo (e presumibilmente l'ultimo) gioco a portare il ray tracing sulle console dell'attuale generazione.
Crysis RemasteredVersione Analizzata PlayStation 4 ProCrysis Remastered non è una riedizione pigra e indolente, di quelle portate avanti solo per far cassa e finanziare progetti più importanti. Lo testimonia l’impegno dimostrato da Crytek nel creare una tecnica completamente inedita per portare, per la prima volta in assoluto, il ray tracing sulle console dell’attuale generazione. Sfortunatamente, però, il risultato di questi sforzi manca di soddisfare appieno i sensi dei giocatori, e finisce con sottolineare altri aspetti del comparto tecnico molto meno esaltanti. Sebbene il team non si sia limitato ad aumentare la risoluzione degli asset, la resa complessiva del titolo non mostra miglioramenti significativi rispetto alla release originale che, per quanto fenomenale al tempo, resta comunque un gioco vecchio di 13 anni. L’età della produzione si fa particolarmente evidente sul versante ludico, per quanto il titolo resti ancora godibile, in particolar modo per gli estimatori del titolo originale. In definitiva, insomma, Crysis Remastered è un prodotto che non riesce ad esprimere al meglio il suo potenziale, a riportare in auge quella che è senza dubbio una vera e propria leggenda del mondo dei videogiochi.
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