Recensione Cubivore

Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Cubivore - 2005

Recensione Cubivore
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  • NGC
  • Animal Leader

    Inizialmente destinato ad essere uno degli ultimi giochi a dover comparire sul Nintendo 64, Animal Leader dopo una serie di rinvii è finalmente approdato sul GameCube. Questo titolo fa parte della schiera, insieme ad Aniaml Forest Plus e a Doshin the Giant, dei giochi così detti “low budget”; giochi caratterizzati da investimenti irrisori ma dalle idee innovative e coinvolgenti. Il gioco in questione ad esempio è talmente low budget, ma talmente low budget da essere stato programmato interamente da una sola persona. Molto spesso i risultati di giochi dal basso costo non sono ottimi, anzi. Tuttavia stiamo parlando di una software house Nintendo, la Marigul infatti è autrice di uno dei giochi più divertenti mai realizzati per N64, “Custom Robo”, e dunque il risultato non poteva essere che buono.

    Il gioco più strano degli ultimi anni!

    Devo ammetterlo, l’acquisto di questo titolo mi è stato dettato più dalla mia assurda devozione alla Nintendo (e dal fatto che sono un avido collezionista di ogni gioco che ne porta la firma), piuttosto che dalle caratteristiche del gioco in se. Sapevo che Animal Leader era uno strano gioco popolato da bizzarre creature a forma di scatola, ma non potete capire la sorpresa che ho provato non appena caricato il gioco. Tutto, ma proprio tutto ha la forma di una scatola; la luna è una scatola, il sole è una scatola, le nuvole sono delle scatole, gli animali sono delle scatole. Vi siete rotti le scatole? In un primo momento ci sono rimasto davvero male. Mi aspettavo una grafica stilizzata ma quello che vedevo era veramente troppo! Texture sgranate e monotone, totale assenza di effetti luce, modelli poligonali scarni, insomma niente di tutto quello a cui il GameCube mi aveva abituato. Sembrava di esser tornati indietro di 10 anni! Sicuro quindi di aver preso una fregatura e con la mia fede in Nintendo che stava pericolosamente vacillando, stavo riponendo il cd nella sua custodia quando ad un tratto mi appare misticamente l’immagine beata di San Shigeru Miyamoto da Kyoto. Il santo mi guarda e dice “Giancarlo, ricordati che non si può giudicare un gioco senza averlo provato prima! Ti ricordi cosa successe alla presentazione di Zelda in cell shading?” . Queste sue parole furono per me un monito ed uno stimolo ad andare avanti. E fu così che con le lagrime agli occhi (per via della vista del Santo) ripresi a giocare. Dopo qualche ora di gioco i motivi di una tale scelta stilistica mi furono immediatamente chiari (o quasi). La grafica è old school e primitiva così come è primordiale e basico il meccanismo che è alla base del gioco. Sopravvivi o sarai sopraffatto, uccidi o sarai ucciso, riproduciti o sarai estinto, muori per poi rinascere. Questo è Animal Leader!

    La dura legge della giungla!

    Il presupposto di Dobotsu Bancho (il nome originale del gioco) è molto semplice; come animale della giungla il vostro scopo è quello di sopravvivere e cercare di arrivare in cima alla catena alimentare, cacciando piuttosto che essere cacciati. La nostra prima incarnazione sarà quella di un piccolo porcellino, dotato solo di una sproporzionata testa. Per crescere e diventare così il Re della giungla, occorre “uccidere” gli altri animali e divorarne le carni. Il meccanismo di caccia è del tutto simile a quello di un vero predatore e pertanto molto cruento; si punta dapprima la povera preda, poi le ci si avventa contro, si lotta un po’ e poi dopo averla dilaniata in più parti, se ne divora la carne.

    I colori del regno animale

    Ogni animale è di un colore diverso, ognuno con le proprie caratteristiche e il proprio livello di forza. Il colore dell’animale che si uccide corrisponde al colore della carne che si acquisisce. Dunque maggiore è il numero degli animali che si divorano e maggiore è la forza e le caratteristiche che si acquisiscono e che ci permetteranno di trasformarci da innocuo porcellino a feroce belva famelica. Quando si uccide un' animale se ne acquisisce anche il colore e una parte del nostro corpo diventerà del colore di quell’animale. Quando tutte le parti del nostro corpo (il numero delle parti può variare a seconda della forma di vita che si è in quel momento) saranno di un unico colore, allora ci si trasforma in un nuovo animale. Facciamo un esempio: se siamo un' animale composto da tre pezzi (ad esempio una testa un torso e una coda) e mangiamo un pezzo di carne di colore rosso, allora una delle tre parti che ci compongono diventa rossa. Dopo aver mangiato tre pezzi di carne rossa, subiremo una mutazione e aggiungeremo nuove parti al nostro già “strano” corpo. Più volte ci si trasforma e maggiore è il livello che si raggiunge nella scala dell’evoluzione. Solo dopo aver raggiunto il livello 100 è possibile sfidare il Re degli animali. Naturalmente non si deve mangiare tutto quello che si incontra. Sbranare una preda di un colore sbagliato non potrà far altro che farci diventare un animale debole, facendoci così regredire inesorabilmente. Per fortuna però per evitare di regredire ci viene in aiuto un efficace quanto antico rimedio, la cacca!! Sì avete letto bene. Per poterci liberare della carne erroneamente ingurgitata basta premere il tasto “Z” ed il vostro animaletto lascerà dietro di se un simpatico ricordino maleodorante. Occhio a dove mettete i piedi dunque! In tutto esistono 150 tipi di animali differenti e quindi 150 possibili trasformazioni!!.

    Che centra il sesso con Budda?

    Dobotsu Bancho è un gioco troppo giapponese per essere apprezzato da noi occidentali e forse per questo non vedrà mai la luce al di fuori dei confini nipponici. Il gioco racchiude in se tutta la filosofia del popolo dagli occhi a mandorla. All’inizio di ogni nuovo stage è presente una sorta di tunnel dell’amore. Una volta entrati, l’atmosfera diventa molto più soft, lo schermo si tinge di rosa e poco dopo fanno la loro comparsa degli “splendidi” esemplari di femmine della vostra specie. Da questo punto in poi se non siete maggiorenni non potete continuare a leggere. Scherzo, scherzo. In realtà non vedrete niente di più di ciò che avrete già visto in un documentario di Piero Angela. La femmina vi si avvicinerà timorosa, vi annuserà un po’ e poi deciderà di appartarsi con voi a seconda della vostra carica sessuale che avete fin lì raggiunto. Quel che succede dopo lo ignoro. Però dall’espressione beata del vostro animale direi che si è divertito un bel pò. La vita però non è tutta rosa e fiori come ce la vogliono dipingere, esistono anche momenti drammatici come la morte. Dopo aver raggiunto un certo numero di trasformazioni, moriremo. Saliremo in cielo con tanto di aureola e lì incontreremo nuovamente tutti gli animali che abbiamo ucciso durante la nostra breve ma intensa vita. Il gioco non finisce mica qui però. Usciti dal paradiso, ritorneremo sulla terra sotto forma di un nuovo animale, memori della nostra passata incarnazione, con più esperienza e pronti per un nuovo ciclo di vita.

    Ma fa veramente così schifo?

    Come ho già scritto, Animal Leader non è un capolavoro di grafica. Per farlo sfigurare non serve certo il recente Resident Evil, basta tranquillamente il vecchio Pac Man per metterlo in difficoltà. Comunque se visivamente non è uno spettacolo, le animazioni invece sono fantastiche!! Come siano riusciti quelli della Marigul a ricreare le tipiche movenze degli animali della giungla, rimane un mistero. Sta di fatto che mai una scatola ha rappresentato così bene una belva! Il comparto sonoro invece è una vera bomba. Tutto rigorosamente in Dolby Surround, ogni minimo rumore, ogni ruggito è identico all’originale. Le musiche poi sono veramente in tema con il gioco, sessioni di piano e chitarra si alternano vicendevolmente in maniera egregia. Senza dubbio la musica è un grosso punto a favore

    Ma se non parlo il giapponese?

    Di testo in lingua nipponica ce ne è veramente tanto, ma questo non pregiudica affatto la giocabilità. Animal Leader non è un RPG ma un action game, quindi che c’è da capire? Fatevi guidare dal vostro istinto animale e non ve ne pentirete!

    Conclusioni

    Dobotsu Bancho è, insieme a Pikmin, il gioco più innovativo e divertente degli ultimi anni. Non fatevi ingannare dalla grafica spartana, perché tutto quello che non ha visivamente lo recupera pienamente con la giocabilità. Consigliato a tutti coloro che credono fino in fondo nella “Nintendo difference”.

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