Cursed to Golf Recensione: un Roguelike sportivo davvero diabolico

Primo "golflike" al mondo, Cursed to Golf propone un livello di sfida considerevole a tutti gli appassionati della nobile arte del golf.

Cursed to Golf Recensione: un Roguelike sportivo davvero diabolico
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Il genere roguelike sta vivendo anni di grande fermento, e ormai ha avuto protagonisti di tutti i tipi: si va dai mech giganti nello strategico Into the Breach, agli umanissimi personaggi mitologici di Hades (a proposito, trovate qui la nostra recensione di Hades), fino al bambino che attraversa orrori innominabili in The Binding of Isaac. A questo nutrito cast si aggiunge il Golfista Maledetto, un professionista del più nobile degli sport, impegnato nella missione (apparentemente impossibile) che è il cuore pulsante di Cursed to Golf.

    Sviluppato dal piccolo studio nipponico Chuhai Labs, fondato nel 2020, e pubblicato da Thunderful Publishing, Cursed to Golf promette una forte rigiocabilità - anche grazie alle sfide che saranno proposte giornalmente ai giocatori - un gameplay fluido e coinvolgente e una pixel art davvero deliziosa. Resta solo da scoprire se tutti questi obiettivi sono stati centrati dal team, o se il gioco del Golfista Maledetto meriterebbe ancora qualche rifinitura...

    Caduta e ascesa: il Purgatorio del Golf

    L'avventura si apre sull'ultima buca di un importante torneo di golf in cui il nostro protagonista si trova in testa alla classifica. Le condizioni meteo, però, sono in rapido peggioramento: un temporale si avvicina all'orizzonte. In una simile situazione, qualsiasi direttore di gara sospenderebbe il gioco, ma prenderemo il tutto come una licenza poetica dello sviluppatore per dare il via agli eventi di Cursed to Golf... con il botto. Sì, perché il golfista viene colpito da un fulmine e scaraventato negli abissi della Terra!

    Incontriamo subito lo Scozzese, proprietario del negozio Eterni-Tee (uno dei tanti, brillanti giochi di parole proposti da Chuhai Labs) e nostro nume tutelare in quello che scopriamo essere il Purgatorio del Golf. Insieme ad altri brillanti golfisti, lo Scozzese è a sua volta intrappolato in questo reame dominato dal Custode del Green, un demone che scombina in continuazione i percorsi del Purgatorio, composto da diciotto buche di varia lunghezza, proprio come un vero campo da golf.

    Per tornare nel mondo dei vivi, il Golfista Maledetto dovrà sfidare il terreno e le sue insidie, oltre a scontrarsi contro i giocatori più forti presenti in ciascun bioma, anche loro impegnati in una risalita che sembra davvero impossibile.Non vi è molto altro da dire sulla trama, che purtroppo è in larga parte priva di guizzi interessanti o di novità che potrebbero creare delle pause tra una partita e l'altra. Il ritmo di Cursed to Golf è davvero forsennato, e non bastano le piccole deviazioni di percorso per raccogliere denaro da spendere nell'acquisto di carte o per fare shopping nelle varie sedi dell'Eterni-Tee: il titolo sviluppato da Chuhai Labs è un eterno ritorno sul campo da golf da prendere a piccole dosi, dato che la meccanica principale del gameplay - lanciare la pallina e, molto spesso, incrociare le dita e sperare per il meglio - occupa praticamente la totalità dell'esperienza ludica.

    Lancia e rilancia la pallina

    Un tutorial dal ritmo compassato ci introduce al Purgatorio del Golf e al gameplay di questo roguelike dalle caratteristiche arcade. Non aspettatevi un gioco simulativo, perché Cursed to Golf non propone una fisica realistica o un'accurata riproduzione dello sport: l'approccio di Chuhai Labs è di quelli leggeri, facile da imparare e difficile da padroneggiare, anche perché la navigazione nei livelli è spesso complessa e nei biomi sono presenti elementi ambientali nuovi e diversi rispetto alle controparti del tutorial.

    All'atto pratico, ci troviamo davanti a una particolare lettura del platform bidimensionale: in questo caso, il vero nemico del Golfista Maledetto è il campo stesso su cui si trova a giocare. In alcuni casi, la buca cambia "in corsa", costringendoci a rivedere la nostra strategia; la pianificazione è fondamentale, ma bisogna anche saper adattarsi a circostanze mutevoli e a colpi che non vanno esattamente dove vorremmo.

    In molte occasioni, la visuale non ci consentirà di vedere il punto in cui la pallina andrà a cadere, in quanto la modalità Occhio di Falco - che permette di dare un'occhiata alle varie parti del campo, non importa quanto lontane dal luogo in cui ci troviamo al momento - non è disponibile nella fase di preparazione del tiro, composta di tre diversi momenti: nel primo si sceglie il ferro da utilizzare (ad esempio il driver per il gioco lungo, o il wedge per uscire da un sabbioso bunker), nel secondo si dosa la forza, mentre nel terzo si aggiusta l'angolazione. Semplicissimo nella teoria, difficilissimo nella pratica. Non vi è una generazione procedurale dei livelli, ma le buche in cui è possibile incappare sono più di settanta. Diviso in quattro biomi, il Purgatorio propone al Golfista Maledetto e ai giocatori delle ambientazioni abbastanza variegate, anche se si avverte una certa ripetitività nell'ambito di ciascuno scenario: questi infatti sono caratterizzati da ostacoli e sfide simili, ed è naturale che dopo alcune partite si avverta un certo sapore di già visto.

    È dura la vita del golfista...

    A nostro avviso, l'aspetto problematico sta nell'estremo rigore richiesto al giocatore: i colpi a disposizione per completare ciascuna buca sono limitati, e sebbene colpire delle statue presenti sul campo permetta di guadagnarne qualcuno in più, nella pratica un errore può costare davvero caro. È essenziale una gestione attenta dell'elemento che crea un twist nelle meccaniche più prettamente golfistiche: stiamo parlando delle Carte Asso, che garantiscono poteri particolari in caso di utilizzo.

    Acquistabili presso l'Eterni-Tee o rinvenibili nel percorso tra una buca e l'altra, queste hanno varia natura: si va dalla carta Ritenta - che nel gergo golfistico si chiama Mulligan - che permette di "cancellare" dallo score il colpo sbagliato e riprovare, fino a quella che fa esplodere tutte le scatole di TNT sul percorso (ve l'avevamo detto che le buche di Cursed to Golf non sono proprio convenzionali).

    Sulle prime, affrontare il livello di difficoltà proposto da Chuhai Labs è decisamente impegnativo ma divertente, complice l'implementazione delle carte e un design dei livelli in media molto buono, con punte di eccellenza. Perdere in Cursed to Golf ci riporterà alla prima buca, anche se, a un certo punto dell'avventura, si sblocca la possibilità di mettere un checkpoint una sola volta per partita. A nostro avviso, un buon roguelike è fatto di bastone e carota: per fare un esempio che sicuramente sarà colto da molti lettori, in Hades la frustrazione di Zagreus per un infruttuoso giro negli Inferi è controbilanciata dalla possibilità di far progredire il rapporto con gli interessanti personaggi che popolano il mondo di gioco.

    Ecco, in Cursed to Golf manca quel lato positivo, il bicchiere mezzo pieno dell'essere stati sconfitti dal Custode del Green e dai suoi perversi percorsi golfistici, tanto che anche gli appassionati di titoli sportivi sul golf potrebbero trovarsi in difficoltà. Non aiuta una colonna sonora che guarda con nostalgia al passato - chiara l'ispirazione al grande classico Neo Turf Masters - perché presto diventa ripetitiva. Discreta la traduzione in lingua italiana: qualche scivolone non la pregiudica nel complesso.

    Nel corso dell'avventura abbiamo trovato alcuni bug, tutti inseriti nella lista inviataci dal publisher contenente i fix cui gli sviluppatori stanno lavorando nel periodo antecedente al lancio. In generale, Cursed to Golf ha avuto ottime performance con la nostra configurazione di prova e si è distinto per uno stile grafico che non avremmo potuto non menzionare: la pixel art di Chuhai Labs coglie sempre nel segno, rendendo i percorsi e i loro ostacoli facilmente leggibili e al contempo suggestivi.

    Cursed to Golf Cursed to GolfVersione Analizzata PCChuhai Labs firma un originale “golflike” che farà la felicità degli appassionati di platform bidimensionali in stile rétro. È consigliata un’assunzione di Cursed to Golf a piccole dosi: le buche del Custode del Green risulteranno toste anche per i golfisti videoludici più accaniti. L’avventura del Golfista Maledetto avrebbe giovato di qualche piccola aggiunta per rendere meno frustranti le numerose sconfitte, ma nel complesso risulta accattivante per chi cerca pane per i suoi denti. Sebbene le Carte Asso non siano numerosissime, la loro estrazione, spesso casuale, garantisce partite differenti in cui è necessario adattare e rivedere l’approccio strategico: per affrontare le diciotto buche nel modo migliore sarà certamente necessaria una buona dose di fortuna, data l’importanza delle carte per condurre un buon gioco nel Purgatorio.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: AMD Ryzen 5 1600X
    • RAM: 32 GB
    • GPU: GeForce GTX 1060
    6.8

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